questa domenica accogliamo con gioia i nuovi ragazzi che iniziano il percorso del catechismo dell’iniziazione cristiana e affidiamo al Signore anche i loro genitori e familiari. E bentornati agli oltre 100 ragazzi che riprendono il cammino dopo la pausa estiva. Ringrazio i catechisti che hanno dato o confermato la loro disponibilità a portare avanti questo impegno.
La famiglia carmelitana celebra questa domenica la solennità di S. Teresa di Gesù (d’Avila), madre riformatrice del nostro Ordine, insieme a S. Giovanni della Croce. Assetata di Dio a tal punto di sperare di morire per poter essere con Lui, maestra di preghiera ma anche di fraternità e di comunione. Vera figlia della Chiesa, ha sempre avuto (anche fra le mura della clausura) un grande anelito apostolico e missionario ed è tra le più belle figure di santi del XVI secolo, colonna della controriforma cattolica in Spagna e non solo. Le affidiamo tutto l’Ordine Carmelitano e particolarmente la nostra comunità di religiosi con l’Ordine Secolare legato alla nostra parrocchia, così come le nostre sorelle monache di clausura.
Dall’udienza generale di Papa Benedetto XVI di Mercoledì 11 febbraio 2011
Santa Teresa di Gesù nasce ad Avila, in Spagna, nel 1515, con il nome di Teresa de Ahumada.
Nella sua autobiografia ella stessa menziona alcuni particolari della sua infanzia:
la nascita da “genitori virtuosi e timorati di Dio”, all'interno di una famiglia numerosa, con nove fratelli e tre sorelle. Ancora bambina, a meno di 9 anni, ha modo di leggere le vite di alcuni martiri che le ispirano il desiderio del martirio, tanto che improvvisa una breve fuga da casa per morire martire e salire al Cielo. Alcuni anni dopo, Teresa parlerà delle sue letture dell'infanzia e affermerà di avervi scoperto la verità, che riassume in due principi fondamentali: da un lato “il fatto che tutto quello che appartiene al mondo di qua, passa”, dall'altro che solo Dio è “per sempre, sempre, sempre”, tema che ritorna nella famosissima poesia
“Nulla ti turbi, nulla ti spaventi; tutto passa. Dio non cambia; la pazienza ottiene tutto; chi possiede Dio non manca di nulla: solo Dio basta!”. Rimasta orfana di madre a 12 anni, chiede alla Vergine Santissima che le faccia da madre. Se nell’adolescenza la lettura di libri profani l'aveva portata alle distrazioni di una vita mondana, l'esperienza come alunna delle monache agostiniane di Santa Maria delle Grazie di Avila e la frequentazione di libri spirituali soprattutto classici di spiritualità francescana, le insegnano il raccoglimento e la preghiera.
All’età di 20 anni, entra nel monastero carmelitano dell'Incarnazione, sempre ad Avila e assume il nome di Teresa di Gesù. Tre anni dopo, si ammala gravemente, tanto da restare per quattro giorni in coma, apparentemente morta. Anche nella lotta contro le proprie malattie la Santa vede il combattimento contro le debolezze e le resistenze alla chiamata di Dio. Nel 1543 perde la vicinanza dei famigliari: il padre muore e tutti i suoi fratelli emigrano uno dopo l'altro in America. Nella Quaresima del 1554, a 39 anni, Teresa giunge al culmine della lotta contro le proprie debolezze. La scoperta fortuita della statua di “un Cristo molto piagato” segna profondamente la sua vita. La Santa, che in quel periodo trova profonda consonanza con il sant'Agostino delle Confessioni, così descrive la giornata decisiva della sua esperienza mistica:
“Accadde... che d'improvviso mi venne un senso della presenza di Dio, che in nessun modo potevo dubitare che era dentro di me o che io ero tutta assorbita in Lui”. Parallelamente alla maturazione della propria interiorità, la Santa inizia a sviluppare concretamente l'ideale di riforma dell'Ordine carmelitano: nel 1562 fonda ad Avila, con il sostegno del Vescovo della città, don Alvaro de Mendoza, il primo Carmelo riformato, e poco dopo riceve anche l'approvazione del Superiore Generale dell'Ordine, Giovanni Battista Rossi. Negli anni successivi prosegue le fondazioni di nuovi Carmeli, in totale diciassette. Fondamentale è l'incontro con san Giovanni della Croce, col quale, nel 1568, costituisce a Duruelo, vicino ad Avila, il primo convento di Carmelitani Scalzi. Nel 1580 ottiene da Roma l'erezione in Provincia autonoma per i suoi Carmeli riformati, punto di partenza dell'Ordine Religioso dei Carmelitani Scalzi. Teresa termina la sua vita terrena proprio mentre è impegnata nell'attività di fondazione. Nel 1582, infatti, dopo aver costituto il Carmelo di Burgos e mentre sta compiendo il viaggio di ritorno verso Avila, muore la notte del 15 ottobre ad Alba de Tormes, ripetendo umilmente due espressioni: “Alla fine, muoio da figlia della Chiesa” e “E' ormai ora, mio Sposo, che ci vediamo”. Beatificata dal Papa Paolo V nel 1614 e canonizzata nel 1622 da Gregorio XV, è proclamata “Dottore della Chiesa” da Paolo VI nel 1970. Teresa di Gesù non aveva una formazione accademica, ma ha sempre fatto tesoro degli insegnamenti di teologi, letterati e maestri spirituali. Come scrittrice, si è sempre attenuta a ciò che personalmente aveva vissuto o aveva visto nella vita di altri, cioè a
partire dall'esperienza. Teresa ha modo di intessere rapporti di amicizia spirituale con molti Santi, in particolare con san Giovanni della Croce. Nello stesso tempo, si alimenta con la lettura dei Padri della Chiesa, san Girolamo, san Gregorio Magno, sant'Agostino.
Tra le sue opere maggiori va ricordata anzitutto l’autobiografia, intitolata “Libro della vita”, che ella chiama “Libro delle Misericordie del Signore”. Composta nel Carmelo di Avila nel 1565, riferisce il percorso biografico e spirituale, scritto, come afferma Teresa stessa, per sottoporre la sua anima al discernimento del “Maestro degli spirituali”, san Giovanni d'Avila. Lo scopo è di evidenziare la presenza e l'azione di Dio misericordioso nella sua vita: per questo, l'opera riporta spesso il dialogo di preghiera con il Signore. E’ una lettura che affascina, perché la Santa non solo racconta, ma mostra di rivivere l’esperienza profonda del suo rapporto con Dio. Nel 1566, Teresa scrive il “Cammino di Perfezione”, da lei chiamato “Ammonimenti e consigli” che dà alle sue monache, le dodici novizie del Carmelo di san Giuseppe ad Avila. Α loro Teresa propone un intenso programma di vita contemplativa al servizio della Chiesa, alla cui base vi sono le virtù evangeliche e la preghiera. Tra i passaggi più preziosi il commento al “Padre nostro”, modello
di preghiera. L'opera mistica più famosa di santa Teresa è il Castello interiore, scritto nel 1577, in piena maturità. Si tratta di una rilettura del proprio cammino di vita spirituale e, allo stesso tempo, di una codificazione del possibile svolgimento della vita cristiana verso la sua pienezza, la santità, sotto l'azione dello Spirito Santo. Teresa si richiama alla struttura di un castello con sette stanze, come immagine dell'interiorità dell'uomo, introducendo, al tempo stesso, il simbolo del baco da seta che rinasce in farfalla, per esprimere il passaggio dal naturale al soprannaturale. La Santa si ispira alla Sacra Scrittura, in particolare al “Cantico dei Cantici”, per il simbolo finale dei “due Sposi”, che le permette di descrivere, nella settima stanza, il culmine della vita cristiana nei suoi quattro aspetti: trinitario, cristologico, antropologico ed ecclesiale.
Alla sua attività di fondatrice dei Carmeli riformati, Teresa dedica il “Libro delle fondazioni”, scritto tra il 1573 e il 1582, nel quale parla della vita del gruppo religioso nascente. Come nell'autobiografia, il racconto è teso a evidenziare soprattutto l'azione di Dio nell'opera di fondazione dei nuovi monasteri. Non è facile riassumere in poche parole la profonda e articolata spiritualità teresiana. Vorrei menzionare alcuni punti essenziali. In primo luogo, santa Teresa propone le virtù evangeliche come base di tutta la vita cristiana e umana: in particolare, il distacco dai beni o povertà evangelica, e questo concerne tutti noi; l'amore gli uni per gli altri come elemento essenziale della vita comunitaria e sociale; l'umiltà come amore alla verità; la determinazione come frutto dell'audacia cristiana; la speranza teologale, che descrive come sete di acqua viva. Senza dimenticare le virtù umane: affabilità, veracità, modestia, cortesia, allegria, cultura. In secondo luogo, santa Teresa propone una profonda sintonia con i grandi personaggi biblici e l'ascolto vivo della Parola di Dio. Ella si sente in consonanza soprattutto con la sposa del Cantico dei Cantici e con l'apostolo Paolo, oltre che con il Cristo della Passione e con il Gesù Eucaristico. La Santa sottolinea poi quanto è essenziale la preghiera; pregare, dice, “significa frequentare con amicizia, poiché frequentiamo a tu per tu Colui che sappiamo che ci
ama”. L'idea di santa Teresa coincide con la definizione che san Tommaso d'Aquino dà della carità teologale, come “amicitia quaedam hominis ad Deum”, un tipo di amicizia dell’uomo con Dio, che per primo ha offerto la sua amicizia all’uomo, ovvero l’iniziativa viene da Dio. La preghiera è vita e si sviluppa gradualmente di pari passo con la crescita della vita cristiana: comincia con la preghiera vocale, passa per l'interiorizzazione attraverso la meditazione e il raccoglimento, fino a giungere all'unione d'amore con Cristo e con la Santissima Trinità. Ovviamente non si tratta di uno sviluppo in cui salire ai gradini più alti vuol dire lasciare il precedente tipo di
preghiera, ma è piuttosto un approfondirsi graduale del rapporto con Dio che avvolge tutta lavita. Più che una pedagogia della preghiera, quella di Teresa è una vera "mistagogia": al lettoredelle sue opere insegna a pregare pregando ella stessa con lui; frequentemente, infatti, interrompeil racconto o l'esposizione per prorompere in una preghiera. Un altro tema caro alla Santaè la centralità dell'umanità di Cristo. Per Teresa, infatti, la vita cristiana è relazione personalecon Gesù, che culmina nell'unione con Lui per grazia, per amore e per imitazione. Daciò l'importanza che ella attribuisce alla meditazione della Passione e all'Eucaristia, come presenzadi Cristo, nella Chiesa, per la vita di ogni credente e come cuore della liturgia. SantaTeresa vive un amore incondizionato alla Chiesa: ella manifesta un vivo “sensus Ecclesiae”di fronte agli episodi di divisione e conflitto nella Chiesa del suo tempo. Riforma l'Ordine Carmelitanocon l'intenzione di meglio servire e meglio difendere la “Santa Chiesa Cattolica Romana”,ed è disposta a dare la vita per essa. Un ultimo aspetto essenziale della dottrina teresiana, chevorrei sottolineare, è la perfezione, come aspirazione di tutta la vita cristiana e meta finaledella stessa. La Santa ha un'idea molto chiara della “pienezza” di Cristo, rivissuta dal cristiano.
Alla fine del percorso del Castello interiore, nell'ultima “stanza” Teresa descrive tale pienezza,realizzata nell'inabitazione della Trinità, nell'unione a Cristo attraverso il mistero della suaumanità. Cari fratelli e sorelle, santa Teresa di Gesù è vera maestra di vita cristiana per ifedeli di ogni tempo. Nella nostra società, spesso carente di valori spirituali, santa Teresa ciinsegna ad essere testimoni instancabili di Dio, della sua presenza e della sua azione, ci insegna a sentire realmente questa sete di Dio che esiste nella profondità del nostro cuore,questo desiderio di vedere Dio, di cercare Dio, di essere in colloquio con Lui e di esseresuoi amici. Questa è l'amicizia che è necessaria per noi tutti e che dobbiamo cercare, giorno per giorno.