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BENVENUTI
SUL SITO DELLA 
PARROCCHIA SAN PIETRO DI SAVONA


23 AGOSTO 2020
XXI Domenica del Tempo Ordinario
“La grande prova”

Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:

 

Carissimi,

vengo a voi nel cuore dell’estate con questo numero speciale per riportare il quadro definitivo (vedi all’interno) delle nomine dei nuovi Superiori e Formatori dei Conventi della nostra Provincia Carmelitana Ligure, nonché i vari Uffici Provinciali. Restano ancora da definire i Superiori e gli Uffici della nostra Delegazione nella Repubblica Centrafricana. Per quanto mi riguarda, già sapevate che avrei lasciato la nostra Comunità-Parrocchia di San Pietro: dopo 21 anni consecutivi diventa quasi una necessità, un dovere, anche per il bene della Parrocchia stessa che per continuare a crescere ha bisogno sempre di nuovi stimoli e di nuove forze. Ma mai e poi mai avrei immaginato che mi nominassero Priore del Santuario di Gesù Bambino di Arenzano, da cui, tra l’altro, sono giunto nel lontano 1999. Le vie del Signore sono davvero infinite e misteriose! È inutile che vi dica cosa sto provando in questo momento … lo potete immaginare. Sono tanto legato e affezionato a tutti voi … ma l’amicizia non verrà mai meno. Andrò ad Arenzano solo verso la fine di settembre per attendere l’arrivo dall’Africa del nuovo Priore e Parroco, padre Enrico Redaelli che voi già ben conoscete e amate.

Avremo comunque modo di salutarci, ringraziando il Signore anche per i miei 50 anni di voti religiosi che, appunto, rinnoverò sabato 19 settembre. Vorrei che fosse un giorno non improntato al rimpianto o alla tristezza, ma colmo di gioia per la grazia che il Signore mi ha fatto della vocazione e di avervi incontrato sul mio cammino, con l’impegno, semmai, di mantenere vivo nel tempo questo rapporto.

Non posso fare altro ora che chiedere la vostra preghiera che contraccambio di vero cuore.

Vi benedico e vi abbraccio. Con affetto,                   P. Piergiorgio

 

LETTURA (Mt 16,13-20)

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?».

Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa,

altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».

Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.

E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Meditazione

La riflessione sul potere di Pietro e dei suoi successori non avrebbe un valore di fede, senza una riposta seria e responsabile alle due domande di Gesù: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo? Ma voi, chi dite che io sia?». ll popolo che segue Gesù è vario e non frequenta il Maestro come gli Apostoli. Le esperienze, quindi, cambiano, come pure le reazioni alla predicazione di Gesù. È più facile considerarlo un profeta che non il Messia, atteso come un re capace di governare le nazioni e ricostruire il regno d'Israele. La prova che sia veramente il Figlio di Dio è proprio nell'essere tutt'altro che un potente "re capace di governare le nazioni". Questo è quanto sgomenta anche Pietro all'annuncio della Passione di Gesù. Parlare di Dio da filosofi, come Socrate, Platone, Aristotele,.è bene, ma la grande prova per tutti, noi compresi, è interpretare un Dio che vuole fare strada con noi, entrare nella storia di ognuno perché "abbia la vita e l'abbia in abbondanza". Questa è la "verità" che Gesù testimonierà davanti a Pilato [Gv 18,37]. La domanda bruciante, rivolta oggi anche a noi, è questa: "Chi dite che io sia?". Fino a quando anche noi non risponderemo come Pietro, illuminato dall'Alto, dicendo: "Tu sei il Cristo", la nostra vita barcollerà tra mille pensieri e mille dubbi. Dice infatti il Signore: «l miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie» [Is 55,8]. Per questo è insufficiente una conoscenza di Dio con i soli mezzi della ragione, senza una grazia particolare: il dono dello Spirito di Dio. La percezione di Gesù come "il Cristo, il Figlio del Dio vivente" è stata I'esperienza di Pietro, che lo "riconoscerà" in quell'Uomo straordinario. Tale professione, superiore all'umana conoscenza, è necessaria perché Pietro possa essere scelto da Gesù come un valido e sicuro detentore delle "chiavi del Regno", pietra sicura su cui fondare la Chiesa.


La Parola di Dio e gli appuntamenti di ogni giorno

Domenica 23 Agosto - XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

ore 8,30: S. Messa - Int. libera ore 11: S. Messa della Famiglia

ore 18: Vespri • ore 18,30: S. Messa - Int. Libera

 

Lunedì 24 Agosto - FESTA DI S. BARTOLOMEO, APOSTOLO

AP 21,9B-14; SAL 144; GV 1,45-51 “I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno”

ore 16,,30: Matrimonio di Rosella Furfari e Gabriele Vincenzo Liparota

ore 18: S. Messa - Def. 1) Manuela; 2) Fam. Baglio

 

Martedì 25 Agosto - B. MARIA BAOUARDY DI GESÙ CROCIFISSO, OCD

COMMEMORAZIONE MENSILE DI GESÙ BAMBINO DI PRAGA

2TS 2,1-3A.13-17; SAL 95; MT 23,23-26 “Vieni, Signore, a giudicare la terra”

ore 17: Adorazione Eucaristica del 25 del mese

ore 18: S. Messa - Def. Rosalia e Stefano Vescio

 

Mercoledì 26 Agosto - S. TERESA DI GESÙ, NELLA TRASVERBERAZIONE DEL CUORE

2TS 3,6-10.16-18; SAL 127; MT 23,27-32 “Beato chi teme il Signore”

ore 18: S. Messa - Def. Dora e Franco

 

Giovedì 27 Agosto - MEMORIA DI S. MONICA

1COR 1,1-9; SAL 144; MT 24,42-51 “Benedirò il tuo nome per sempre, Signore”

ore 18: S. Messa - Def. Giuseppina Poggio

ore 21 nel CHIIOSTRO DEL CONVENTO: Concerto del Millennium Ensemble:

Silvia Schiaffino (flauto), Federico Briasco e Renato Procopio (chitarra)

 

Venerdì 28 Agosto - MEMORIA DI S. AGOSTINO, VESCOVO E DOTTORE

1COR 1,17-25; SAL 32; MT 25,1-13 “Dell’amore del Signore è piena la terra”

ore 17: Adorazione Eucaristica • ore 18: S. Messa - Def. Lino e Renzo

 

Sabato 29 Agosto - MEMORIA DEL MARTIRIO DI S. GIOVANNI BATTISTA

GER 1,17-19; SAL 70; MC 6,17-29 “La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza”

ore 16,,30: Battesimo di Alessandro Caviglione

ore 18: S. Messa - Def. Lucio Marziano [7° anniversario]



16 AGOSTO 2020
XX Domenica del Tempo Ordinario
“L'abbraccio universale”
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
 

LETTURA (Mt 15,21-28)

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne.

Ed ecco

una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare:

«Pietà di me,

Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio».

Ma egli

non le rivolse neppure una parola.

 Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono:

«Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!».

Egli rispose: «Non sono

stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».

Ma quella si avvicinò e

si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami».

Ed egli rispose: «Non è bene

prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».

«È vero, Signore - disse la donna -,

eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».

Allora Gesù le replicò:

 «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri».

E da quell’istante sua figlia fu guarita.


Meditazione

La Parola di Dio ci spinge ad andare oltre le frontiere e le barriere culturali e ideologiche, che spesso sono la causa scatenante di guerre fratricide. Oggi sono evidenti quelle contro i migranti, i rifugiati e gli sfollati, diventati l’ “emblema dell'esclusione” [papa Francesco], considerati per la società dabbene un intollerabile disturbo, evocando i versetti di Dante: «Fama di loro il mondo esser non lassa [...] non ragioniam di lor, ma guarda e passa» [Inf. 3,4]. L’oppressione dei poveri - la stragrande maggioranza dei migranti - è uno dei quattro peccati che grida vendetta davanti a Dio: non resterà impunita. L’indifferenza e l'insensibilità sono forme indirette di crudeltà perché soffocano il sentimento della pietà e contraddicono il comando del Signore: «Amerai il tuo prossimo come te stesso» [Mt 22,39]. Di fronte al complesso fenomeno dell'immigrazione, come singole persone possiamo fare poco, se non favorire I'intervento degli organismi preposti, tanto dalla Chiesa, quanto dallo Stato, ed impedire che gli immigrati siano considerati merce su cui speculare. Non sarebbe inoltre forzare l'altrui coscienza proporre loro qualche incontro di formazione religiosa. La reciproca convivenza è possibile pensando alle parole di Gesù: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» [Mt 25,40]. Fanno pertanto tremare le parole del Giudizio finale: «Via, lontano da me, maledetti... ero straniero e non mi avete accolto» [Mt 25,43]. L’integrazione richiede tempo; impone tanto di aprire gli occhi, quanto di chiuderli, di fronte a forme di vita che possano irritare la nostra sensibilità ed entrare in conflitto con la nostra cultura; ma quando il cuore è ricco di buoni sentimenti cristiani, tutto è possibile.

 

La Parola di Dio e gli appuntamenti di ogni giorno

Domenica 16 Agosto - XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

ore 8,30: S. Messa - Int. libera ore 11: S. Messa della Famiglia

ore 18: Vespri • ore 18,30: S. Messa - Def. Giorgio [5° anniv.] e Fam. Chiara, Rebagliati e Siri

 

Lunedì 17 Agosto -

EZ 24,15-24; CANT. DT 32,18-21; MT 19,16-22 “Hai dimenticato Dio che ti ha generato”

ore 18: S. Messa - Def. Nini, Carla e Giorgio

 

Martedì 18 Agosto - BB. GIOVANNI BATTISTA, MICHELE LUIGI, GIACOMO,

SACERDOTI, E COMPAGNI DI ROCHEFORT, MARTIRI OCD

EZ 28,1-10; CANT. DT 32,26-36; MT 19,23-30 “Il Signore farà giustizia al suo popolo”

ore 18: S. Messa - Def. Giovanni e Giovanna Arcidiacono e Fam.

 

Mercoledì 19 Agosto - S. GIOVANNI EUDES, SACERDOTE

EZ 34,1-11; SAL 22; MT 20,1-16 “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla”

ore 18: S. Messa - Def. Giovanni e Rosa

 

Giovedì 20 Agosto - MEMORIA DI S. BERNARDO, ABATE E DOTTORE

EZ 36,23-28; SAL 50; MT 22,1-14 “Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati”

ore 18: S. Messa - Def. Fam. Franzini

 

Venerdì 21 Agosto - MEMORIA DI S. PIO X, PAPA

EZ 37,1-14; SAL 106; MT 22,34-40 “Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre”

ore 17: Adorazione Eucaristica

ore 18: S. Messa - Def. Agnese Minetti


Sabato 22 Agosto - MEMORIA DELLA B.V. MARIA REGINA

EZ 43,1-7A; SAL 84; MT 23,1-12 “La gloria del Signore abiti la nostra terra”

ore 18: S. Messa - Def. 1) Eleonora e Pio Mornacchi; 2) Giuseppe e Giuseppa Incorvaia




9 AGOSTO 2020
XIX Domenica del Tempo Ordinario
“La quiete dopo la tempesta”
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
 

LETTURA (Mt 14,22-33)

Dopo che la folla ebbe mangiato, subito Gesù costrinse i discepoli

 a salire sulla barca

e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla.

Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare.

Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da

solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra

ed era agitata dalle onde: il

vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando

sul mare. Vedendolo camminare sul mare,

 i discepoli furono sconvolti e dissero: «È

un fantasma!» e gridarono dalla paura.

Ma subito Gesù parlò loro dicendo:

«Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose:

 «Signore, se sei tu,

comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!».

Pietro scese dalla

barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.

Ma, vedendo che il vento

era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò:

«Signore, salvami!». E subito

Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse:

«Uomo di poca fede, perché hai dubitato?

». Appena saliti sulla barca, il vento cessò.

 Quelli che erano sulla barca si prostrarono

davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!»

 

Meditazione

L'attribuire al demonio la bufera sul lago, potrebbe sembrare una forzatura fantasiosa, ma nella lettura del brano ci sta bene. È Gesù a ricordare a Simone, appena posto a capo della Chiesa, che le "porte degli inferi non prevarranno contro di essa" [Mt 16,17-18]. Quella notte da incubo rimane la prova che la Chiesa potrà essere aggredita da qualsiasi bordata del nemico infernale, travolta da scandali e tradimenti, ma non potrà mai affondare. Questo va detto, in un momento storico e culturale molto complesso qual è il nostro, in cui è facile pensare che, dopo la "Chiesa del silenzio" oggi, molti cattolici, laici e non, preferiscano "il silenzio della Chiesa", favorendo in tal modo la sua secolarizzazione e uno stato di pacifico sincretismo, aperto a tutti i compromessi con il mondo. Nonostante le debolezze e gli scandali, amplificati a dismisura, la Chiesa è in se stessa un mistero divino e nella sua realtà è pura; ma spesso non lo sono le persone di Chiesa. Occorre quindi discernimento, grande amore per Gesù, molta preghiera e fedeltà al cosiddetto "depositum fidei" tramandatoci sul fondamento dell'infallibilità. Sant'Agostino, di fronte al fatto che il diavolo continua ad agitare e a scuotere la barca della Chiesa, afferma: «Ma più potente è Colui che intercede per noi. Poiché in mezzo a queste nostre tempeste, che ci travagliano, Egli ci dà fiducia venendo verso di noi e confortandoci; quando siamo turbati badiamo soltanto di non uscire dalla barca e gettarci in mare. In realtà, anche se la barca è sbattuta, è tuttavia sempre una barca. Essa sola porta i discepoli e accoglie Cristo. È vero, essa corre pericolo nel mare, ma senza di essa uno va in perdizione. Rimani perciò ben saldo nella barca e prega Dio» [Disc.75,4].

 

La Parola di Dio e gli appuntamenti di ogni giorno

Domenica 9 Agosto - XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

ore 8,30: S. Messa - Int. libera ore 11: S. Messa della Famiglia

ore 18: Vespri • ore 18,30: S. Messa - Int. Libera

 

Lunedì 10 Agosto - FESTA DI S. LORENZO, DIACONO E MARTIRE

2COR 9,6-10; SAL 111; GV 12,24-26 “Beato l’uomo che teme il Signore”

ore 18: S. Messa - Def. Lorenzo Roattino

 

Martedì 11 Agosto - MEMORIA DI S. CHIARA, VERGINE

EZ 2,8-3,4; SAL 118; MT 18,1-5.10.12-14 “Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,

Signore”

ore 18: S. Messa - Def. Osvaldo Diana [7° anniv.]

 

Mercoledì 12 Agosto - S. GIOVANNA FRANCESCA DE CHANTAL, RELIGIOSA

EZ 9,1-7; 10,18-22; SAL 112; MT 18,15-20 “Più alta dei cieli è la gloria del Signore”

ore 18: S. Messa - Def. Giovanna Zerbino

 

Giovedì 13 Agosto - SS. PONZIANO, PAPA, E IPPOLITO, SACERDOTE, MARTIRI

EZ 12,1-12; SAL 77; MT 18,21-19,1 “Proclameremo le tue opere, Signore”

ore 18: S. Messa - Def. Aldo Bogliacino

 

Venerdì 14 Agosto - MEMORIA DI S. MASSIMILIANO MARIA KOLBE,

SACERDOTE E MARTIRE

EZ 16,1-15.60.63 o EZ 16,59-63; IS 12,2-6; (cant.); MT 19,3-12 “La tua collera, Signore, si è placata

e tu mi hai consolato”

ore 17: Adorazione Eucaristica

ore 18: S. Messa - Def. Fam. Agnese, Saturno e Antonio

 

Sabato 15 Agosto - SOLENNITÀ DELL’ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA

AP 11,19A; 12,1-6A.10AB; SAL 44; 1COR 15,20-27A; LC 1,39-56 “Risplende la Regina, Signore,

alla tua destra”

ore 8,,30 : S. Messa - Int. libera

ore 11: S. Messa della Famiglia

ore 18: Vespri • ore 18,,30: S. Messa - Int. libera


2 AGOSTO 2020
XVIII Domenica del Tempo Ordinario
“Gesù, la Parola che dà vita”
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
 
LETTURA (Mt 14,13-21)
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista,
Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione
per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli
e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare».
Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano;
voi stessi date loro da mangiare».
Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque
pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione,
spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Meditazione
Perché, dopo averlo "scoperto", una folla di oltre cinquemila persone segue Gesù? A quella gente Egli non parla di "giustizia sociale", ma di un "Regno" che non è di questo mondo. Parla di Dio come Padre celeste che ama, nutre e veste i suoi figli tanto quanto gli uccelli del cielo, che non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre celeste li nutre [cfr. Mt 6,26]. Dice parole mai udite prima, e la folla lo sta ad ascoltare fino a sera. All'opposto della nostra fretta per le cose dello spirito, per I'intera giornata quella gente non ha cercato che il pane dello spirito, ossia "il Regno di Dio e la sua giustizia" ma, senza pensarvi in alcun modo, ha ritrovato anche il pane del corpo, un sovrappiù che Dio, nella sua Provvidenza, non fa mancare a nessuno. Dopo quella moltiplicazione del pane, nella sinagoga di Cafàrnao, Gesù parlerà a lungo del "Pane di vita eterna", dell'Eucaristia, ossia del suo Corpo offerto in sacrificio per noi. La Provvidenza perdura e si manifesta nella solidarietà alla quale la Chiesa cattolica non è mai venuta meno. Si differenzia dalla filantropia
laica, in quanto deve operare nel "nome" di Gesù [Gv 16,23], il "rivoluzionario" che afferma: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» [Mt 25,40]. «L'identificazione di Cristo con I'indigente è uno degli aspetti più alti e nuovi del messaggio evangelico» [Chiara Lubich, novembre 1984]. Questo richiede che tutti, in special modo gli operatori delle varie "Caritas", siano persone di fede. lnfatti, solo «la relazione profonda con Cristo, vissuta e alimentata dalla Parola e dall'Eucaristia, rende efficace l'annuncio, motiva I'impegno per la catechesi e anima la testimonianza della carità» [Benedetto XVl, 5 luglio 2011].

La Parola di Dio e gli appuntamenti di ogni giorno
Domenica 2 Agosto - XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
ore 8,30: S. Messa - Int. Libera
 ore 11: S. Messa della Famiglia e Battesimo di Ilary Denisse ed Estefany Vittoria Cedeno Rubio
ore 18: Vespri • ore 18,,30: S. Messa - Def. Liliana [trigesima] e Bruno
Dal mezzogiorno del 1° Agosto a tutto il 2 Agosto, nelle chiese parrocchiali e francescane
è possibile acquistare l’indulgenza della Porziuncola (Perdono di Assisi) alle
solite condizioni: visita devota alla chiesa, recita del Padre Nostro e del Credo, preghiera
per il Papa. Entro i 15 giorni precedenti o seguenti: Confessione e Comunione.

Lunedì 3 Agosto - MEMORIA DEL B. OTTAVIANO, VESCOVO DI SAVONA
GER 28,1-17; SAL 118; MT 14,22-36 “Insegnami, Signore, i tuoi decreti”
ore 18: S. Messa - Def. Rosa De Nora e Giuseppina Cestone

Martedì 4 Agosto - MEMORIA DI S. GIOVANNI MARIA VIANNEY,
SACERDOTE
GER 30,1-2.12-15.18-22; SAL 101; MT 15,1-2.10-14 “Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore”
ore 18: S. Messa - In onore di tutti i Santi e Martiri del Paradiso

Mercoledì 5 Agosto - DEDICAZIONE DELLA BASILICA DI S. MARIA MAGGIORE
GER 31,1-7; GER 31,10-13 (cant.); MT 15,21-28 “Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge”
ore 18: S. Messa - Def. Bianco Badano [2° anniv.]

Giovedì 6 Agosto - FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE
DN 7,9-10.13-14 O 2PT 1,16-19; SAL 96; MT 17,1-9 “Il Signore regna, il Dio di tutta la terra”
ore 18: S. Messa - Int. Libera

Venerdì 7 Agosto - MEMORIA DI S. ALBERTO DI TRAPANI, SACERDOTE OCARM.
NA 2,1.3; 3,1-3.6-7; DT 32,35-41 (cant.); MT 16,24-28 “Il Signore farà giustizia al suo popolo”
• 1° venerdì del mese. Ore 9,,00-18: Adorazione continuata del Ss. Sacramento
ore 17: Adorazione Eucaristica comunitaria
ore 18: S. Messa - Def. Fam. Giusto, Osto, Mozzone, Romero

Sabato 8 Agosto - MEMORIA DI S. DOMENICO, SACERDOTE
AB 1,12-2,4; SAL 9; MT 17,14-20 “Tu non abbandoni chi ti cerca, Signore”
ore 18: S. Messa - Def. Emilio Reposio



26 LUGLIO 2020
XVII Domenica del Tempo Ordinario
“Il tesoro nascosto”
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
 
Carissimi,
prima di lasciarvi alla riflessione sulla Parola di Dio di questa XVII Domenica del T. Ordinario, sono lieto di comunicarvi l’esito delle elezioni dei nostri Superiori avvenute nel Capitolo Provinciale in data 20 e 21 luglio. Viene confermato padre Provinciale p. Saverio Gavotto. I quattro Consiglieri sono: primo, nonché Vicario Provinciale, p. Roberto Nava; secondo, p. Michele Goegan; terzo, p. Paolo Galbiati; quarto, p. Marco Chiesa; socio al Capitolo Generale 2021: p. Maurice Maikane.
Preghiamo lo Spirito Santo che illumini e accompagni i nostri Superiori nel loro delicato e importante servizio all’Ordine del Carmelo in questa nostra Provincia religiosa Ligure.
In attesa di ulteriori informazioni da parte mia vi saluto con affetto,                                          P. Piergiorgio

LETTURA (Mt 13,44-52)
[In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
"Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, 
vende tutti i suoi averi e la compra. ]
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Meditazione
Il tesoro trovato nel campo, la perla preziosa per la quale vale la pena investire tutto quanto si possiede, indicano il bene inestimabile del Regno. Gesù racconta queste parabole in casa, ai soli discepoli, destinati ad essere i primi predicatori del Regno. La sapienza proposta da Gesù induce I'uomo a mettersi nella posizione di chi subordina tutto al nuovo tesoro scoperto, sapendo che nessun altro bene gli è paragonabile. Il Regno è quella occasione unica che con la venuta di Gesù e con la sua opera viene offerta a ciascuno, sapendo che nessun altro bene può bastare. Ai discepoli che si sono messi al servizio del Regno di Dio, Gesù propone la castità perfetta, la fanciullezza di spirito, la ricerca della perfezione nell'abbandono delle ricchezze e la ricompensa del centuplo nella vita eterna. Al giovane ricco, Gesù propone di vendere tutto quello che possiede, darlo ai poveri e seguirlo [Mt 19,21]. A Pietro e ai discepoli il Maestro spiega come, per entrare nel Regno, occorra lasciare case, fratelli, sorelle, padre, madre, figli, campi per il suo nome, per ricevere cento volte tanto e avere in eredità la vita eterna [Mt 19,28-29]. Tutto impallidisce di fronte al valore del Regno, quando è stato scoperto nella sua pienezza, e nessuna cosa può essere paragonata ad esso. Nella parabola della rete, che ha un carattere escatologico, Gesù fa riferimento al momento della selezione, paragonandola alla cernita compiuta dai pescatori sulla riva al termine della pesca. Cristo è il pescatore, la rete è la Chiesa. In essa c'è di tutto: santi e peccatori, credenti poco praticanti, battezzati e cristiani anagrafici. I "pesci buoni" sono quelli che le regole alimentari ebraiche consentono di consumare come cibo: e sono i pesci con lische, pinne e spina dorsale. I "pesci cattivi" sono i molluschi privi di spina dorsale. Il nostro pensiero va al momento del Battesimo, quando abbiamo rinunciato a satana e alle opere del mondo, per aderire a Cristo. Questa è la spina dorsale del cristiano!

La Parola di Dio e gli appuntamenti di ogni giorno
Domenica 26 Luglio - XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
ore 8,30: S. Messa - Int. libera ore 11: S. Messa della Famiglia
ore 18: Vespri • ore 18,30: S. Messa - Def. Neade Bigliardi [1° anniv.]

Lunedì 27 Luglio - B. TITO BRANDSMA, SACERDOTE E MARTIRE OCARM
GER 13,1-11; CANT. DT 32,18-21; MT 13,31-35 “Hai dimenticato Dio che ti ha generato”
ore 18: S. Messa - In onore della Madonna del Carmelo e del Sacro Cuore di Gesù

Martedì 28 Luglio - B. GIOVANNI SORETH, SACERDOTE OCARM
GER 14,17B-22; SAL 78; MT 13,36-43 “Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome”
ore 18: S. Messa - Def. Teresa Gargano

Mercoledì 29 Luglio - MEMORIA DI S. MARTA
1GV 4,7-16; SAL 33; GV 11,19-27 O LC 10,38-42 “Gustate e vedete com’è buono il Signore”
ore 18: S. Messa - Def. 1) Giovanni e Rosa; 2) Def. Mario Gambetta [1° anniv.]

Giovedì 30 Luglio - S. PIETRO CRISOLOGO, VESCOVO E DOTTORE
GER 18,1-6; SAL 145; MT 13,47-53 “Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe”
ore 18: S. Messa - Def. Amalia Siccardi

Venerdì 31 Luglio - MEMORIA DI S. IGNAZIO DI LOYOLA, SACERDOTE
GER 26,1-9; SAL 68; MT 13,54-58 “Nella tua grande bontà, rispondimi, o Dio”
ore 17: Adorazione Eucaristica
ore 18: S. Messa - Def. Giuseppe Perlongo

Sabato 1 Agosto - MEMORIA DI S. ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI, VESCOVO E DOTTORE
GER 26,11-16.24; SAL 68; MT 14,1-12 “Nel tempo della benevolenza, rispondimi Signore”
ore 18: S. Messa - Def. Piero Robaldo [4° mese]

Dal mezzogiorno del 1° Agosto a tutto il 2 Agosto, nelle chiese parrocchiali e francescane è possibile acquistare l’indulgenza della Porziuncola (Perdono di Assisi) alle solite condizioni: visita devota alla chiesa, recita del Padre Nostro e del Credo, preghiera per il Papa. Entro i 15 giorni precedenti o seguenti: Confessione e Comunione.



19 LUGLIO 2020
XVI Domenica del Tempo Ordinario
“Dio ci insegna la pazienza, la mitezza e la misericordia”
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
 
Carissimi,
con la Solennità della Madonna del Carmelo, come sempre, si è concluso un altro anno pastorale, ossia le attività consuete e tipiche di ogni parrocchia. Pertanto, anche il nostro Camminiamo Insieme, come potete constatare, esce nel suo formato ridotto, in cui però non mancherà mai la riflessione sulla Parola di Dio. Le varie attività riprenderanno poi verso la fine di settembre o i primi di ottobre con il nuovo anno pastorale 2020-2021. Lo spirito, tuttavia, lo sappiamo, non deve andare in vacanza. Anzi, questo tempo di riposo potrebbe costituire per tutti noi una grande opportunità per dedicarci a momenti di preghiera più intensi, più “veri”, cercando di entrare in noi stessi in profondità, là dove Dio “parla al nostro cuore” … e verificare così la sincerità della nostra fede.
Nel frattempo, a partire da Domenica sera, la nostra Provincia Carmelitana ligure vivrà un evento di grande importanza per il proprio cammino organizzativo e spirituale. Si tratta del “Capitolo Provinciale” (riunione dei Superiori e dei rappresentanti di ogni Convento) che avrà luogo nel Convento di Bocca di Magra, nel corso del quale verrà innanzitutto eletto il nuovo Provinciale con i suoi Consiglieri e poi trattati i vari temi e problemi relativi alle singole Comunità e alla Provincia nel suo insieme. La nostra comunità di Savona sarà rappresentata da padre Vittorino. Preghiamo lo Spirito Santo che lo accompagni in questo importante impegno, concedendogli la salute e l’illuminazione necessarie. Il Capitolo, generalmente dura dai sette ai dieci giorni. In questo tempo invito anche tutti voi ad unirvi alla nostra preghiera, soprattutto affinché possiamo accogliere con docilità e serenità tutto ciò che lo Spirito Santo disporrà per il nostro bene. Grazie per la vostra vicinanza e il vostro affetto.
La mia benedizione e il mio abbraccio,             P. Piergiorgio

LETTURA (Mt 13,24-43)
[In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: 
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».  ]
Espose loro un'altra parabola, dicendo: 
«Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola:
«Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
Chi ha orecchi, ascolti!».
Meditazione
Questa parabola è propria del Vangelo di Matteo, e descrive la tentazione ricorrente nella comunità cristiana di volere se stessa come una Chiesa di "puri". Già ai tempi di Gesù, Giacomo e Giovanni avrebbero voluto far discendere un fuoco dal cielo per punire i Samaritani che avevano rifiutato la loro predicazione [Lc 9,51-56]. Anche nella parabola emerge un atteggiamento simile; "Vuoi che andiamo a togliere la zizzania?", dicono i servi. "No", risponde il padrone, "perché non succeda che sradichiate anche il grano". Il padrone del campo si oppone all'iniziativa dei servi di strappar via l'erbaccia, perché si preoccupa soprattutto di salvare e far crescere il grano. I servi vedono soprattutto l'abbondanza della zizzania, mentre il padrone vede in primo luogo le promesse del grano. Nel campo della Storia si fronteggiano il padrone e il nemico, il grano e la zizzania, e si affrontano anche due metodi di mietitura: sradicare, o lasciar vivere fino alla fine. La presenza del male accanto al bene, il contrasto e le opposizioni che il Regno di Dio incontra appartengono alla sua crescita normale. Bisogna saper condividere I'ottimismo di Dio, che opera con una efficacia superiore, anche se più misteriosa e nascosta di quella del male. Gesù sembra preferire una Chiesa che sia lievito nella pasta, che non tema di sporcarsi le mani lavando i panni dei suoi figli, ad una Chiesa di "puri" che pretenderebbe di compiere prima del tempo una scelta e una condanna. La norma saggia di san Benedetto prescrive al superiore: "Odi i vizi, ami i fratelli" [REGOLA 64,11]. Ricordiamo anche che la zizzania di oggi, domani, può trasformarsi in grano; l'eretico di oggi può diventare un fedele. Se la pazienza di Dio non fosse venuta in aiuto, la Chiesa non avrebbe avuto né l'evangelista Matteo, né l'apostolo Paolo.

La Parola di Dio e gli appuntamenti di ogni giorno
Domenica 19 Luglio - XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
ore 8,,30: S. Messa - Def. Carmen ore 11: S. Messa della Famiglia
ore 18: Vespri • ore 18,,30: S. Messa - Int. libera

Lunedì 20 Luglio - FESTA DI S. ELIA, PROFETA (OCD)
1RE 19,4-9.11-14 O 1PT 1,8-12); SAL 15; LC 9,28-36 “Ho sempre innanzi a me il Signore”
ore 18: S. Messa - Def. 1) Teresa e Marcello Bertone; 2) Emanuele Capoferri

Martedì 21 Luglio - S. LORENZO DA BRINDISI, SACERDOTE E DOTTORE
MI 7,14-15.18-20; SAL 84; MT 12,46-50 “Mostraci, Signore, la tua misericordia”
ore 18: S. Messa - Def. 1) Carlo; 2) Franco

Mercoledì 22 Luglio - FESTA DI S. MARIA MADDALENA
CT 3,1-4A O 2 COR 5,14-17; SAL 62; GV 20,1-2.11-18 “Ha sete di te, Signore, l’anima mia”
ore 18: S. Messa - 1) In onore di S. Teresa d’Avila, S. Teresina di Lisieux e S.Giovanni Paolo II; 2) Def. Liliana

Giovedì 23 Luglio - FESTA DI S. BRIGIDA DI SVEZIA, RELIGIOSA, PATRONA
D’EUROPA - GAL 2,19-20; SAL 33; GV 15,1-8 “Benedirò il Signore in ogni tempo”
ore 18: S. Messa - Def. 1) Luigi e Maria Massucco; 2) Franco Venturi

Venerdì 24 Luglio - BB. MARIA PILAR, TERESA E MARIA ANGELES, MARTIRI OCD
GER 3,14-17; CANT GER 31,10-13; MT 13,18-23 “Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge”
ore 17: Adorazione Eucaristica
ore 18: S. Messa - Def. 1) Manuela; 2) Libero Rebagliati

Sabato 25 Luglio - FESTA DI S. GIACOMO, APOSTOLO - COMMEMORAZIONE
MENSILE DI GESÙ BAMBINO DI PRAGA
2COR 4,7-15; SAL 125; MT 20,20-28 “Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia”
ore 16,,30: Battesimo di Giacomo Barra. A seguire, Commemorazione mensile di Gesù Bambino di Praga
 • ore 18: S. Messa - Int. libera



Giovedì 16 luglio
- commemorazione solenne
della b. v. maria del monte carmelO -





12 LUGLIO 2020
XV Domenica del Tempo Ordinario
“Il piccolo seme contiene la vita”


Nota: Con questa domenica TERMINERÀ la diretta streaming della Celebrazione della S. Messa delle ore 11 sul canale Youtube della Parrocchia.
https://youtu.be/0GUx0DLQKo4

Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
 
Carissimi,
il tema della liturgia di questa XV Domenica del Tempo Ordinario ci viene provvidenzialmente incontro nel cogliere un aspetto essenziale del messaggio che la Vergine Maria e, in particolare la “nostra” Madonna del Carmelo, ci vuole donare. Siamo infatti nella Novena in preparazione alla sua Commemorazione solenne, il 16 luglio, e desideriamo come ci siamo già detti predisporci a viverla nella maniera giusta, e cioè innanzitutto interiormente. L’efficacia della Parola di Dio in quanto parola di vita potrebbe essere il titolo di questo tema. È la Parola nella quale Maria ha creduto e per cui è beata, divenendo Madre del Salvatore (“Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore”). È la Parola che Maria custodiva, meditandola, nel suo cuore (“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”). Credere e custodire, due verbi, due azioni fondamentali che la Vergine del Carmelo in particolare insegna a noi Carmelitani e per cui invochiamo la sua intercessione e protezione. Credere e custodire per “comprendere”. È anche la chiave di lettura della parabola del seminatore che Gesù stesso ai suoi discepoli. Vuol dire che solo Lui può donarci la capacità di ascoltare la Parola e di comprenderla. Non si può fare a meno di Lui se si vuole essere discepoli che accolgono veramente il seme della Parola e impediscono al maligno di rubarlo dal cuore, all’inganno dei beni materiali di soffocarlo, alle tribolazioni, alle sofferenze e alle persecuzioni di creare un ostacolo (= scandalo) che non gli permette di portare frutto.
Ecco, Maria ha incarnato per noi proprio questa esperienza: custodire nel cuore come il tesoro più grande la Parola. Un ascolto lontano dal cuore o una semplice comprensione intellettuale non sono sufficienti per pensare che il seme della sua Parola possa scendere in profondità. Si può correre infatti il rischio di illudersi di “avere ed essere nell’abbondanza” quando, invece, Gesù sottolinea la triste possibilità di sentire, ma di non comprendere affatto, di vedere, ma di non capire. E così si adempie ciò che il profeta Isaia aveva detto: si è davanti ad un Mistero, ma chi non si dispone ad accoglierlo come l’opera di Dio nella sua vita, non saprà e non potrà convertirsi. Per questo ci affidiamo a Maria e in particolare a quella che i monaci del Monte Carmelo (da cui noi Carmelitani Scalzi deriviamo), fin dalle origini (sec. XII), hanno scelto come loro sorella, madre e patrona per vivere il loro ideale di apertura al Mistero dell’efficacia della Parola di Dio in noi, ideale quanto mai attuale e che la Parola di oggi ci ha ricordato. Maria in quanto sorella, perché creatura come noi, ci invita ad imitarla; in quanto madre, donataci da Gesù sotto la croce, non desidera altro che la salvezza dei suoi figli; in quanto patrona, veglia sul nostro cammino, difendendoci dai pericoli e dalle insidie del “mondo”. È il messaggio della nostra devozione mariana che affido alla vostra preghiera affinché possiamo viverlo tutti, io per primo, nella sua verità.
Dio ci benedica. Con affetto,          P. Piergiorgio

LETTURA (Mt 13,1-23)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare.
Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse:
«Ecco, il seminatore uscì a seminare.
Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha.
Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano.
In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro,
e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto.
Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».


Riflessione ambientale ________________________________
Il libro di lsaìa, in un unico periodo, paragona la fecondità della Parola di Dio alla pioggia e alla neve che irrigano e rendono feconda la terra. L'apostolo Paolo descrive I'angoscia degli uomini di fronte alle sofferenze e alle incertezze del tempo presente. Ma il cristiano non rimane senza speranza: in ogni sofferenza, che condivide con tutta la Creazione, egli scorge non lo spasimo dell'agonia, ma quello della nascita e della risurrezione. Il brano del Vangelo di Matteo narra la vicenda della semente – immagine della Parola di Dio - gettata nel campo dal seminatore. La Parola, in sé, è sempre piena di vita, ma l'accoglienza da parte dell'uomo può essere generosa o incerta e incostante.

Meditazione ____________________________________
Nella parabola del seminatore si descrive la sorte del messaggio evangelico, deposto come un seme da Cristo e dalla Chiesa nel cuore degli uomini. Nonostante i molteplici ostacoli e il parziale insuccesso, alla fine il seme porterà il suo frutto. Il seme è simbolo della Parola; Dio è il seminatore. Egli sparge la vita, il senso dell'esistenza sulla terra. Dio guarda al cuore dell'uomo, e vuole riuscire a procurargli il pane per vivere. Secondo le abitudini agricole dell'antico Oriente, si soleva seminare prima di arare la terra. Gesù fa notare la varietà del suolo su cui cade la semente: la strada, il terreno sassoso, i rovi e la terra buona. La strada non ha terreno che possa accogliere la semente; il terreno sassoso non consente al seme di affondare le radici, il terreno coperto di rovi soffoca le piantine. Queste condizioni avverse al seme indicano l'incapacità di accogliere il seme della Parola, quando la si considera irrilevante e non può entrare in nessun modo nel cuore. Il terreno sassoso indica le persone superficiali, che gioiscono per un momento e si complimentano con il predicatore, ma nella loro vita non cambia nulla. Il seme tra i rovi è la Parola che cade in chi è distratto da tante preoccupazioni materiali, come la smania di fare soldi, I'eccessiva ansia per lo star bene, per il divertirsi o per il perseguimento di una posizione economica e sociale che esuli dai principi del Vangelo. Il terreno buono, invece, rappresenta "colui che ascolta la Parola e la comprende; costui porta frutto e rende dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta". Due cose sono estremamente necessarie: la preziosità della Parola che Dio semina nei nostri cuori lungo la vita, e la necessità di adeguare il terreno del nostro cuore ad accogliere con gratitudine il dono di Dio per farlo fruttificare nella nostra esistenza.
A cura di Mons. Francesco Pio Tamburrino (Arcivescovo emerito di Foggia)


Preghiera in famiglia ______________________________
Padre santo, tu continui a spargere nei solchi dell'umanità il seme della tua Parola; donaci di accoglierla con cuore grato e di farla fruttificare come alimento prezioso delle nostre vite, e come lampada che rischiara il nostro cammino.

Azione __________________________________________
Dedichiamo oggi qualche tempo alla lettura orante della Sacra Scrittura, e facciamone una pratica consueta nelle nostre giornate [lectio divina] .


Una zolla del Regno”         (continuazione)
La Chiesa che siamo, la Chiesa che vogliamo…
Lettera pastorale 2019-2021 del Vescovo
3. “IL TUTTO NEL FRAMMENTO”. LA CHIESA DI DIO CHE È IN SAVONA
«Questa Chiesa di Cristo è veramente presente in tutte le legittime assemblee locali di fedeli, le quali, aderendo ai loro pastori, sono anch’esse chiamate Chiese del Nuovo Testamento. Esse sono infatti, nella loro sede, il popolo nuovo chiamato da Dio, nello Spirito Santo e in una totale pienezza … In queste comunità, sebbene spesso piccole e povere o che vivono nella dispersione, è presente Cristo, per virtù del quale si raccoglie la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica»” (LG 26). Ecco la Chiesa di Dio che è in Savona: come in un frammento dell’Ostia consacrata vi è tutta la presenza eucaristica del Cristo, così il tutto della Chiesa universale è presente nel frammento della nostra Chiesa. Perché la Diocesi non divide in parti l’unica Chiesa, ma la rende presente in un luogo; e i Vescovi non sono i delegati del Papa, ma “vicari e delegati di Cristo” (LG 27). Siamo una piccola Chiesa: tra le Chiese di Liguria, la più piccola come territorio (394 km quadrati, contro i 2350 di Tortona), come numero di Parrocchie (70, contro le 313 di Tortona e le 278 di Genova) e come numero di presbiteri (50) e la terzultima come numero di abitanti (più piccole sono Chiavari e Ventimiglia). Ma siamo una Chiesa bella, nella sua piccolezza! Proprio la piccolezza ci può aiutare a vivere tra noi relazioni significative. So, e molti di voi me ne hanno parlato, che la storia recente (intendo dal Concilio ad oggi) della nostra Chiesa è stata segnata anche da ferite, divisioni, peccati, errori e coperture indebite. Mi pare però, e ne ringrazio Dio!, che stiamo, anche se ancora con molta fatica, imparando a camminare e a lavorare insieme. Si tratta di non rimanere prigionieri del passato, ma di lasciarci chiamare dal futuro. Perché «ci sono due modi per leggere il tempo: dal passato verso il presente, oppure dal futuro verso il presente. Il tempo vitale parte dal futuro … L’energia vitale, la statura di un gruppo è direttamente proporzionale all’importanza che il futuro e i progetti hanno in quel gruppo».                  (continua)


Giovedì 16 luglio
- commemorazione solenne
della b. v. maria del monte carmelO -
- Ore 8,15: Ufficio delle Letture e Lodi; - Ore 9,00: S. Messa;
- Ore 17,30: Vespri solenni;- Ore 18,00: S. Messa solenne.
N.B.: Data la situazione di emergenza per il Covid 19,
la Processione con la statua della Madonna non avrà luogo.

- CENNI STORICI E SPIRITUALI –
Nostra Signora del Monte Carmelo (o anche del Carmine, dal corrispondente spagnolo Virgen del Carmen) è uno dei titoli sotto cui viene invocata, essenzialmente in ambito cattolico, Maria, madre di Gesù. Il titolo del Monte Carmelo ricorda l'eredità spirituale del profeta Elia, uomo contemplativo e strenuo difensore del monoteismo israelitico. A imitazione di Elia, nel XII secolo alcuni eremiti si ritirarono sul Carmelo con l'intento di dedicarsi al culto divino sotto il patrocinio della beata Vergine Maria, madre di Dio. Da tale comunità eremitica ebbe inizio l'Ordine Carmelitano, che promosse il culto di Maria con questo titolo. La Regina del Monte Carmelo è la patrona dei Carmelitani e di coloro che si impegnano a vivere la spiritualità del Carmelo che contempla in Maria la sorella da imitare nella vita di orazione e la madre a cui rivolgersi nei momenti di pericolo. Segno di questa particolare protezione è lo Scapolare indossato dai Religiosi nel loro abito e anche dai laici nella forma ridotta. Numerosi sono gli appellativi a lei rivolti: Fiore del Carmelo, Vite fiorita, Stella del mare… Nell'iconografia la Vergine è rappresentata con il Bambino Gesù in braccio, spesso con abito e scapolare bruni e mantello bianco, nell'atto di mostrare lo scapolare carmelitano. All'immagine di Maria sono spesso associate quelle dei santi dell'ordine o di anime purganti tra le fiamme.





5 LUGLIO 2020

XIV Domenica del Tempo Ordinario

“Gesù ama rivelarsi ai piccoli”

Ricordiamo che si può partecipare ancora alla Celebrazione della S. Messa delle ore 11 collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube della Parrocchia al seguente link:


Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
 
Carissimi,
continuando il pensiero che stiamo sviluppando in queste domeniche del Tempo Ordinario (siamo giunti alla XIV), la Parola di oggi si sofferma sull’aspetto forse più importante del nostro essere cristiani: “vivere secondo lo Spirito”. Collegandoci allora a quanto già detto in precedenza, potremo così sintetizzare: il cammino cristiano, inteso come una missione da compiere, si realizza solo nella misura in cui si cerca di vivere secondo lo Spirito. Il che significa che il vero protagonista della nostra storia, e quindi della nostra “vita spirituale”, deve essere Lui, lo Spirito Santo, e noi possiamo portare a compimento la nostra missione solo se ci affidiamo alla sua azione, imparando a collaborare con i suoi accadimenti. Per ‘accadimenti’ intendo le indicazioni, i suggerimenti, le ispirazioni e/o illuminazioni che Lui ci fa pervenire attraverso i fatti della vita, in consonanza, naturalmente, con l’effusione oggettiva su di noi dello stesso Spirito che avviene in ogni Sacramento, in primis l’Eucaristia, che di tutti ne è la fonte e il culmine.
Queste illuminazioni sono le “cose del Padre” di cui parla Gesù nel Vangelo, ma che soltanto i “piccoli”, i miti e gli umili di cuore possono comprendere: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli …” e ancora: “… imparate da me che sono mite e umile di cuore, troverete ristoro per la vostra vita”. I piccoli non sono solo i bambini perché, secondo il Vangelo, piccoli si diventa (“Chi non si fa bambino non potrà entrare nel Regno dei Cieli ...”). Il piccolo o il povero infatti, è colui che è maturo nella fede, colui che non ritenendosi sapiente e dotto, ma indifeso e inadeguato e proprio per questo è il vero intelligente si fida solo di Dio, affidandosi alla sapienza della sua Parola in cui è certo di trovare la pace, il “ristoro per la sua vita”, come ricorda ancora Gesù nel Vangelo di oggi.
Martedì prossimo, 7 luglio, inizieremo la Novena in preparazione alla Commemorazione Solenne della B. Vergine del Monte Carmelo…  Invochiamo la sua intercessione su questa nostra buona volontà di totale adesione al suo Figlio Gesù.
Un forte abbraccio,                    P. Piergiorgio

LETTURA (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre,Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti
e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio;
nessuno conosce il Figlio se non il Padre,
e nessuno conosce il Padre se non il Figlio
e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me,
che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra
vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». .

Riflessione ambientale ______________________________
Il profeta Zaccarìa predice l'ingresso del re messianico in Gerusalemme: è la visione esatta di quanto avverrà nell'entrata trionfale di Gesù prima della sua passione, morte e risurrezione. "Egli è giusto e vittorioso, cavalca un asino, un puledro figlio di asina". Egli è il re pacifico che porterà la pace tra tutte le nazioni. Il Vangelo manifesta I'identità profonda del Messia, re di pace, nella relazione intima e vitale con il Padre, e rivela il coinvolgimento benevolo dei piccoli e degli umili in questo mistero di intimità divina.

Meditazione ___________________________
Il testo evangelico di oggi, pur essendo inserito nel Vangelo di Matteo, nel linguaggio e nei contenuti è molto simile al Vangelo di Giovanni; per questo gli studiosi della Bibbia lo chiamano "comma giovanneo". Tutto il discorso di Gesù è inserito in una preghiera di benedizione, forma caratteristica della preghiera ebraica che inizia sempre con la formula: "Benedetto sei, tu, Signore re dell'universo, perché...". Solo nel dialogo e nel ringraziamento al Padre, Gesù può rivelare I'intima natura del suo rapporto con Lui e manifestarlo non ai sapienti e ai dotti, ma agli umili e ai semplici. Dunque, il mistero di Cristo si rivela soprattutto nella preghiera. Gesù può penetrare nel cuore dell'uomo e illuminarlo, quando trova I'umiltà e la coscienza di essere ben poca cosa. I professionisti della sapienza, chiusi nella loro sufficienza, sono esclusi da questa rivelazione. I sapienti del mondo che si ritengono possessori della scienza e della conoscenza delle cose, sono impediti nelle facoltà interiori, sono accecati dall'orgoglio. La loro scienza è usata come forma di potere sugli altri, proclamano i loro titoli, i loro meriti senza mescolarsi con la povera gente. Dio, invece, si manifesta a coloro che sono coscienti di sapere ben poco e sono aperti alla verità su Dio e sull'uomo, come i bambini che sanno imparare da tutti: è il misterioso cammino della grazia che si rivela solo ai semplici e che offre ristoro agli "affaticati e stanchi". Gesù lancia a tutti il suo appassionato invito ad andare a Lui. Il suo insegnamento e la sua sequela sono un "giogo" ben più leggero delle infinite e pesanti imposizioni che gli scribi pongono sulle spalle della gente, in nome della Legge e delle consuetudini umane. Gesù inculca agli uomini lo spirito della Legge, liberandoli dalla sua schiavitù.
A cura di Mons. Francesco Pio Tamburrino (Arcivescovo emerito di Foggia)

Preghiera in famiglia ______________________________
Signore nostro Dio, guarda a noi che viviamo in una società in cui dominano le ideologie che pretendono di salvare gli uomini. Rendici docili al Vangelo e ai maestri della fede cristiana; donaci la coerenza e l'umiltà di cuore, per essere salvati da Colui che, solo, ha parole di vita eterna, Gesù Cristo, tuo Figlio.

Azione __________________________________________
Oggi cerchiamo di conoscere meglio il Figlio di Dio, che ci ammaestra dalla cattedra della Croce.

Una zolla del Regno”         (continuazione)
La Chiesa che siamo, la Chiesa che vogliamo…
Lettera pastorale 2019-2021 del Vescovo
«La città è a forma di quadrato: la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L’angelo misurò la città con la canna: sono dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l’altezza sono uguali. Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall’angelo. Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. I basamenti delle mura della città sono adorni di ogni specie di pietre preziose. Il primo basamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta era formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente. In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello. Poi mi mostrò il fiume dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l’albero della vita. Esso dà dodici raccolti all’anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni. Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello; i suoi servi lo serviranno, vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte. Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli». (Ap 21,16-23; 22,1-5)
Perché “non si tratta di sognare una Chiesa di puri, ma una pura immagine di Chiesa” (Michele Do). E qui ancora mi piace citare Mons. Ferrari, perché l’immagine della zolla, che dà il titolo a questa lettera, è sua: “una zolla del Regno, questo è la Chiesa”. «La Chiesa perciò … riceve la missione di annunziare e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di questo regno costituisce in terra il germe e l’inizio. Intanto, mentre va lentamente crescendo, anela al regno perfetto e con tutte le sue forze spera e brama di unirsi col suo re nella gloria” (LG 5). Come il seme che marcendo porta frutto, così la Chiesa è chiamata a diventare Regno, facendo spazio al Signore Gesù, affinché, già ora e poi in pienezza, sia “tutto e in tutti” (Col 3,11)».
Ma se zolla del Regno è la Chiesa, zolla del Regno è l’Eucaristia, come ci richiama il disegno di copertina, che Don Andrea Camoirano ci ha regalato per questa Lettera: lo ringrazio di vero cuore! Non commento il disegno, che parla da sè nella tenue bellezza dei colori e nel senso di ospitalità che trasmette. E richiamo un’espressione, suscitatami dall’immagine, che mi è molto cara, di Don Giovanni Moioli: “Dio, un’intimità offerta”. Perché davvero, nella Chiesa fraternità eucaristica, nutrita da quel Viatico che è Pane ogni
giorno spezzato, Dio si offre a noi come intimità amante e ospitale. Come vorrei ogni giorno accogliere con cuore davvero aperto quel Pane che nutre ma anche “ferisce”, perché invita a conversione! Il cammino della Chiesa (e di ogni autentica esistenza cristiana!) è allora un fare spazio al Cristo, e chiede potature. Non è un cammino di accrescimento, ma, paradossalmente, di rimpicciolimento. E’ un diventare bambini, prendendo la forma e lo stile di Cristo. Lo ricorda, con parole straordinarie, uno dei testi più significativi del Concilio, il n. 8 di LG: «Come Cristo ha compiuto la sua opera di redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa è chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza. Gesù Cristo ...”da ricco che era si fece povero” (2 Cor 8,9): così anche la Chiesa, quantunque per compiere la sua missione abbia bisogno di mezzi umani, non è costituita per cercare la gloria della terra, bensì per far conoscere, anche col suo esempio, l’umiltà e l’abnegazione. Cristo è stato inviato dal Padre “a dare la buona novella ai poveri” (Lc 4,18) ..: così pure la Chiesa circonda di affettuosa cura quanti sono afflitti dalla umana debolezza, anzi riconosce nei poveri e nei sofferenti l’immagine del suo fondatore povero e sofferente, si premura di sollevarne l’indigenza, e in loro intende di servire a Cristo».                                  (continua)


Da martedi’ 7 a mercoledì 15 luglio
- NOVENA in preparazione alla solennità della b.v. maria -
- S. Messa alle ore 18 (giorni feriali) e alle ore 18,30 (Domenica 12)





28 GIUGNO 2020

XIII Domenica del Tempo Ordinario

“Una vita nuova”

Ricordiamo che si può partecipare ancora alla Celebrazione della S. Messa delle ore 11 collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube della Parrocchia al seguente link:
https://youtu.be/Hh69VjaCCuk

Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
 

Carissimi,
la Parola di questa XIII Domenica del Tempo Ordinario prosegue la propria riflessione sul tema del cammino cristiano, inteso come seguire Gesù nel suo “andare incontro all’uomo”. Se vogliamo trovare un elemento che accomuna i testi delle tre Letture, potremmo ravvisarlo nella fiducia che il Signore ripone nei suoi discepoli, nei profeti e nei suoi messaggeri. Chi li vede, intravede il riflesso di Dio. Chi li accoglie, sa operare le grandi meraviglie di Dio. È il caso del profeta Eliseo (I Lettura), alle prese con l’ospitalità gratuita offerta da una donna di Sunem; di Paolo (II Lettura) che vive per Cristo; e dei discepoli di Gesù (Vangelo) che portano la Parola, la presenza e la forza della Buona Notizia che è Gesù Cristo e il suo Regno, sempre più vicino all’uomo, e per questo essi diventano riflesso di Lui.
In questa prospettiva, potremmo dire che lo stile del cristiano debba essere l’accoglienza reciproca, sull’esempio di Gesù … “Chi accoglie loro accoglie me e il Padre che mi ha mandato …” dice Gesù. Chi, allora, se non l’apostolo Pietro, può costituire per tutti noi il riferimento più significativo a cui guardare? Lunedì 29 celebriamo la sua Solennità, la nostra festa patronale. Sarà l’occasione per ritrovarci tutti insieme, nel limite del possibile, ai Vespri Solenni delle 17,30 e/o alla Santa Messa delle 18 per rinnovare il nostro amore profondo per Gesù. In San Pietro era autentica “passione”, puro entusiasmo. Noi, e sarebbe già una grande cosa, ci accontenteremo di verificare ancora una volta la nostra effettiva relazione con Cristo: se scaviamo sotto la nostra osservanza esteriore, morale o rituale che sia, quale rapporto emerge con Lui? Un rapporto superficiale, che non incide su nessuna scelta e che, comunque, si risveglia solo nei momenti del bisogno per dar luogo ad una invocazione quasi magica, che si attende soluzioni immediate? Proviamo a rispondere a questa domanda e qualunque risposta ne verrà fuori, non potrà che farci del bene. In fondo anche San Pietro ha fatto l’esperienza del rinnegamento di Gesù … ma, riconoscendo la gravità del proprio peccato, proprio per questo ha potuto stupirsi della misericordia e dell’affetto che Gesù ha dimostrato nei suoi confronti e, “toccato” da questa esperienza, si è legato a Lui ancora più profondamente.
Coraggio! Chiediamo a San Pietro nella preghiera che ci aiuti e benedica il nostro cammino.
I miei più cari auguri. Con affetto,                    P. Piergiorgio


LETTURA (Mt 10,37-42)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà: e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».


Riflessione ambientale ________________________________
Leggiamo la conclusione del capitolo decimo del Vangelo di Matteo, che avevamo letto nella sua parte iniziale domenica scorsa. Anche questo brano è divisibile in due parti. Nella prima, con I'estrema onestà che gli viene dalla consapevolezza della sua identità divina, Gesù si presenta come I'unico assoluto al quale si deve rapportare la vita del discepolo che lo accetta come Maestro e Salvatore. Nella seconda parte, è ben espressa la volontà di Gesù di non desiderare intorno a sé dei proni adoratori, ma dei fratelli, pronti a continuare la sua opera nel mondo. Il dono entusiasta di sé stessi da parte dei discepoli-missionari troverà la risposta nell'accoglienza dei semplici, il cui donare non va oltre la fresca e ristoratrice semplicità di un bicchiere d'acqua.


Meditazione ____________________________________
Sarebbe riduttivo prendere alla lettera le parole di Gesù, come se contenessero esclusivamente un imperativo rivolto ai suoi seguaci allo scopo di rivedere la priorità degli affetti. Padre, madre e figli indicano il mondo dei legami consolidati. Rimandano a rapporti ben definiti anche socialmente, se pur toccati dalla fragilità. Tutti, almeno teoricamente, conosciamo il copione che deve interpretare chi vuole assumere la parte del genitore o del figlio o, estendendo, del dipendente, del datore di lavoro e così via. Si può vivere un'esistenza intera senza sbagliare battuta, senza uscire fuori dal seminato, senza rischiare. È la vita felice intesa come un divano, per usare le parole di papa Francesco a Cracovia, durante la GMG del 2016, che ci fa rimanere chiusi in quella casa a cui rimanda il brano di Vangelo, evocando i rapporti familiari. La dignità di cui parla Gesù non è quindi un suo giudizio su chi rifiuta di fatto la "vita nuova", come la chiama Paolo nella seconda lettura, ma è la constatazione dolente nei confronti di chi, nell'illusione di passare I'esistenza su un comodo sofà, rinuncia a "lasciare I'impronta" sulla strada della storia. Gesù non nasconde che vivere realmente il dono di Dio può essere crocifiggente, e se anche non incrocerà una fine cruenta, dovrà sempre portare i suoi amici a considerarsi "morti al peccato, ma viventi per Dio". Così si costruiranno relazioni nuove, che generano quella circolarità di accoglienza evangelica senza confini che ci è assicurata dal Maestro e anticipata, nella prima lettura, dalla disponibilità di una straniera nei confronti di Eliseo. Quel circolo virtuoso che papa Francesco ci insegna a chiamare fratellanza universale e che potrebbe avere la sua descrizione ne "La danza" di Matisse [1909].
A cura di Don Carlo Cassatella (Parroco in Cerignola,  FG)


Preghiera in famiglia ______________________________
Fa’, o Signore, che oggi possa cogliere l'occasione di abbandonare le mie sicurezze, le mie resistenze al tuo amore, e un'opportunità perché io mi avvicini sempre di più a te e ai miei fratelli. Morto al peccato, ma vivente per Dio: come se fossi già con te per l'eternità, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


Azione __________________________________________
Oggi farò in modo di scambiare “un bicchiere d’acqua” con qualcuno che mi è estraneo.


Una zolla del Regno
La Chiesa che siamo, la Chiesa che vogliamo…
Lettera pastorale 2019-2021 del Vescovo
Di Pasqua in Pasqua, in un dinamismo incessante di conversione e riforma: è questo il cammino della Chiesa. Mi piace allora consegnare alla vostra meditazione un testo di Paolo e una pagina dell’Apocalisse: due testi diversissimi, ma che parlano della stessa Chiesa, fatta di peccatori (i cristiani di Corinto che siamo noi!) chiamati a diventare luce (la Gerusalemme dell’Apocalisse). «E mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi per il fatto che le vostre riunioni non si svolgono per il meglio, ma per il peggio. Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. E’ necessario infatti che avvengano divisioni tra voi, perché si manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi. Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena, prende prima il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo! Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. E’ per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; quando poi siamo giudicati dal Signore, veniamo ammoniti per non esser condannati insieme con questo mondo. Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. E se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta»
(1 Cor 11,17-34)                                                              (continua)

Lunedì 29 giugno
- FESTA PATRONALE DI S. PIETRO -
- Ore 8,15: Ufficio delle Letture e Lodi; - Ore 9,00: S. Messa;
- Ore 17,30: Vespri solenni;- Ore 18,00: S. Messa solenne.
- SAN PIETRO: CHI ERA? –
Pietro nacque a Betsaida (2 o 4 ca.) e visse a Cafarnao, in Galilea, dove faceva il pescatore assieme al fratello Andrea e ad altri due compagni, Giacomo e Giovanni, fratelli tra di loro: tutti e quattro furono scelti da Gesù come apostoli. Pietro si dimostrò uno dei più affezionati apostoli e venne nominato quale capo da Gesù dopo la sua Risurrezione; viene pertanto ritenuto il primo Papa della Chiesa. Pietro predicò nella zona costiera del Mediterraneo, in Siria, ad Antiochia, e a Corinto e giunse alla fine a Roma, dove venne martirizzato, intorno al 64 o 67 d.C. durante le persecuzioni dell’imperatore Nerone.

-ALTRI APPUNTAMENTI -
La Giornata mondiale per la Carità del Papa, prevista per Domenica 28,
viene posticipata a Domenica 4 ottobre.
Venerdì 3 Ore 9,30-18: Adorazione continuata del SS. Sacramento.





21 GIUGNO 2020

XII Domenica del Tempo Ordinario

“Timorati senza paura”

Ricordiamo che si può partecipare ancora alla Celebrazione della S. Messa delle ore 11 collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube della Parrocchia al seguente link:
https://youtu.be/y7fzskmvPnQ



Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:

 
Carissimi,
abbiamo già sottolineato più volte come il Tempo liturgico Ordinario quello iniziato da due domeniche, ma che solo da questa dodicesima Domenica è veramente tale non deve essere considerato come un tempo disimpegnato e leggero. Anzi! Uno dei nostri impegni sarà proprio quello di evitare che, dopo la ricchezza simbolica del Tempo di Pasqua, il passaggio sia verso una minore attenzione. La sobrietà della Domenica può diventare invece l’occasione per rivivere la sua centralità, come culmine della settimana, intesa quale inizio del tempo nuovo. Detto questo, a partire da oggi vedremo via via come la Parola di Dio ci porti sempre più a considerare il nostro cammino di fede non tanto, innanzitutto, sul piano morale, quanto piuttosto sul piano missionario: seguire le orme di Gesù continuando, con il suo esempio e la sua forza, l’annuncio di salvezza per l’uomo e la sua realizzazione. In particolare, la Parola di questa Domenica penso ci aiuti a comprendere bene questo compito. C’è sempre, infatti, un po’ l’equivoco ad intendere la missione come un “andare”, un “dire”, un annunciare contenuti che abbiamo ricevuto. E, per molti aspetti, è proprio così. Ma le Letture di oggi, invitandoci a riprendere in mano la nostra vita, ci portano a considerare la “missione” come la vita stessa dei credenti, ossia l’essenza della nostra fede e non semplicemente come uno dei tanti doveri. Nella prima Lettura abbiamo l’esempio del profeta Geremia: prova angoscia per il fatto che la calunnia che sente attorno a lui si trasforma in triste realtà. Persino i suoi amici sono pronti ad attendere la sua caduta, una specie di vendetta che lo vede umiliato e prostrato. Eppure, il suo cruccio è proprio quello di verificare come la sua condizione sia frutto di ciò che il Signore gli ha detto di annunciare. È così odiato perché dice ciò che il Signore gli ha consegnato. Per questo la sua fede rimane salda e la paura per ciò che gli potranno fare i nemici non prende il sopravvento. Il Vangelo, a sua volta, partendo dal discorso missionario di Gesù, evidenzia la possibilità per i discepoli di dover rischiare molto per Lui e per il suo messaggio. Ma il Signore è al loro fianco. Chiede di essere riconosciuto con la loro vita. La missione, dunque, non è una tecnica da imparare, è piuttosto una comunione da vivere con gratuità perché il messaggio di Cristo Salvatore possa arrivare ad ogni creatura.
Il mio fraterno abbraccio.
Con affetto,  P. Piergiorgio


LETTURA (Mt 10,26-33)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».



Riflessione ambientale ______________________________
Riprendiamo anche nel ciclo domenicale il Tempo Ordinario, che ogni settimana ci aiuterà a conoscere Gesù e assomigliargli sempre di più. Le pagine della Sacra Scrittura che oggi ascoltiamo, da un lato, ci incoraggiano a vivere con serenità, dall'altro, con sano realismo ci illustrano le difficoltà e i pericoli che incontreremo lungo I'esistenza. Decidere di seguire il Signore è certezza della meta, ma non è assicurazione di assenza di ostacoli. Geremìa, Paolo, gli Apostoli, come anche ciascuno di noi; proprio perché provati in varie forme dalla paura, tutti veniamo confortati dall'invito divino, presente ben 365 volte nel Libro Sacro, tante quanti i giorni dell'anno, quasi a dire che per la misericordia di Dio non dobbiamo mai temere.

Meditazione ________________________________
Il brano del Vangelo che oggi ci viene proposto è tratto dal cosiddetto "discorso missionario": uno dei cinque che compongono la struttura dello scritto di Matteo. Con le sue parole, il Signore intende formare all'annuncio del Vangelo i discepoli che si è scelto, e renderli pronti ad affrontare le persecuzioni alle quali andranno incontro. Nella prima parte della sua conversazione, il Maestro indica lo stile della predicazione che i suoi dovranno adottare. Il messaggio ha una tale importanza che non può essere tenuto per sé, o riservato a qualche gruppo ristretto particolarmente meritorio. L'annuncio del Vangelo non va centellinato, quasi che chi I'abbia ricevuto possa vantarsene come di una notizia esclusiva, affermando di sapere cose che gli altri non possono conoscere. No! Il Vangelo può ribaltare la vita di quanti I'accolgono e per questo, fin dal giorno di Pentecoste, gli Apostoli lo proclameranno universalmente, come poterono sperimentare i loro ascoltatori che, pur provenienti da paesi diversi, affermarono di sentirli parlare «nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio» [At 2,11]. Successivamente, Gesù rincuora i futuri missionari: nelle difficoltà saranno sorretti dalla mano amica del Padre, che li conosce meglio di loro stessi e attribuisce ad ogni suo figlio un valore infinito. La paura e il timor di Dio vengono contrapposti in questo brano, perché I'una venga vinta dalla serena fiducia nell'amorevole sostegno di Dio, e perché I'altro abbatta quella «tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come "il più prezioso degli elisir del demonio"» e ruba la gioia dell'evangelizzazione [cfr, EG 83]. Tutti noi discepoli-evangelizzatori ripartiamo da questa Eucaristia domenicale sostenuti dalla fedeltà di Gesù,che non ci rinnegherà!
A cura di Don Carlo Cassatella (Parroco in Cerignola,  FG)

Preghiera in famiglia ________________________
Maria, Stella della nuova evangelizzazione, ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte. Dacci la santa audacia di cercare nuove strade, perché giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne, e nessuna periferia sia priva della sua luce [cfr. EG 288 ].

Azione __________________________________
Condividerò con qualcuno un’espressione della Sacra Scrittura o dell'omelia ascoltata.




Una zolla del Regno
La Chiesa che siamo, la Chiesa che vogliamo…
In questo piccolo spazio che ancora abbiamo su questo numero, riprendiamo la presentazione della Lettera Pastorale del Vescovo 2019-2021, con l’intento di proseguire dal punto in cui eravamo rimasti (vedi Camminiamo Insieme n. 50 del 15 dicembre 2019).
... Questa Chiesa bella è una Chiesa in cammino: è la Chiesa già presente qui, oggi, ma è anche la Chiesa che verrà. Ricordo con gratitudine parole ascoltate dal Vescovo, Mons. Daniele Ferrari, che a Chiavari, il 30 maggio 1982, mi ha ordinato presbitero: “i santi sono quelli del futuro, quelli che verranno, non quelli segnati sul calendario. E quelli che verranno saranno molti di più di quelli del passato”. Ecco la Chiesa che verrà, la Chiesa del futuro … Perché “la Chiesa già sulla terra è adornata di una santità vera, anche se imperfetta. Ma fino a che non vi saranno i cieli nuovi e la terra nuova, nei quali la giustizia ha la sua dimora, la Chiesa pellegrinante … porta la figura fugace di questo mondo, e vive tra le creature, le quali sono in gemito e nel travaglio del parto sino ad ora, e sospirano la manifestazione dei figli di Dio” (LG 48). (continua)


- APPUNTAMENTI -
Giovedì 25 Commemorazione mensile di Gesù Bambino di Praga
Ore 17: Adorazione Eucaristica.
Ore 18 S. Messa.
Da Venerdì 26 a Domenica 28: Triduo per la Solennità di S. Pietro
(S. Messa Vespertina).





14 GIUGNO 2020

SOLENNITà DEL ss. corpo e sangue di cristo

Ricordiamo che si può partecipare ancora alla Celebrazione della S. Messa delle ore 11 collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube della Parrocchia al seguente link:



Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
 
Carissimi,
la motivazione fondamentale della Solennità odierna del Corpo e Sangue di Gesù, la cui importanza abbiamo già sottolineato domenica scorsa, è innanzitutto quella di richiamare e adorare la presenza reale di Cristo, morto e risorto per noi, nelle specie del pane e del vino, trasformate nell’Eucaristia dall’azione dello Spirito Santo, nel suo Corpo e Sangue a noi donati per la nostra salvezza. Tutto questo non è magia, ma Mistero … ossia opera di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che agisce con la sua forza salvifica in coloro che, mangiando il suo Corpo e/o bevendo il suo Sangue, intendono condividere nella propria vita il suo progetto d’Amore, la salvezza dell’uomo. È la realtà Mistero che richiamiamo costantemente, quella per cui nell’Eucaristia siamo come vincolati e nel contempo abilitati a vivere
l’Amore di Dio nella concretezza della nostra quotidianità per non rischiare di “cosificare” un evento così grande, cioè di trattarlo come una delle tante cose che il buon cristiano deve fare, quando invece è o deve diventare e così si esprime il Concilio Vaticano II la fonte e il culmine di tutto il cammino di fede del cristiano. Questa volta però vorrei proporvi nella meditazione qui di seguito, sempre del teologo Roberto Laurita, la riflessione sull’altro aspetto fondamentale di questo Mistero: la sua gratuità assoluta, nel senso che non possiamo pensare di esserne degni in forza dei nostri meriti.
La mia benedizione e il mio abbraccio.
Con affetto,  P. Piergiorgio

Io sono il Pane vivo
Il linguaggio di Gesù - non possiamo nascondercelo - sembra fatto apposta per scandalizzare. L’idea di "mangiare la carne" e di "bere il sangue" faceva inorridire qualsiasi ebreo... Si pensi solo al fatto che nessun israelita mangia oggi la carne di un animale soffocato: l'animale deve essere sgozzato ed il suo sangue uscito completamente dal corpo! Perché allora Gesù adopera espressioni che irritano i suoi ascoltatori? Non potrebbe in qualche modo togliere ciò che appare "indigesto" e facilitarsi così l'approvazione e il consenso? Quello che è in causa è troppo importante per essere soggetto a compromessi. Gesù ha moltiplicato i pani per la folla affamata: un gesto che ha destato tutto l'entusiasmo di quelli che hanno partecipato al banchetto abbondante e gratuito. Ma ora dal "segno" Egli vuole farli passare alla "realtà": è Lui il "Pane della vita”, Lui che si offre come cibo, Lui che dona il suo sangue come bevanda. Accettare questo significa entrare in un mistero di comunione e di amore, che si realizza in ogni Eucaristia. Accettare questo significa lasciarsi trasformare dalla vita stessa di Dio che fluisce nella nostra. Il brano evangelico così ci conduce a considerare ciò che sta al centro e al cuore della nostra esistenza cristiana. Non la nostra ricerca, il nostro impegno, i nostri sforzi, ma un dono smisurato che ci raggiunge. Un dono da desiderare, come dei poveri, che hanno fame non di un cibo che perisce, ma di un alimento che reca in sé la vita eterna. Un dono da accogliere, senza alcun merito, come degli ospiti che si siedono a mensa e condividono non "qualcosa", ma proprio Lui, Gesù, che ha spezzato sé stesso per la salvezza del mondo. Un dono da accettare nella fiducia e nella speranza, sapendo che questo Pane fa di noi dei fratelli, chiamati a condividere lo stesso annuncio di gioia e a realizzare il disegno del Padre. Tanti battezzati sono coscienti di quello che perdono, disertando la Messa della Domenica? La loro scelta, frutto spesso di pigrizia, impoverisce la loro esistenza, li rende più che mai esposti alle prove e alle difficoltà che incontrano, privi di quella forza e di quella luce che vengono dall'alto. Lontani dall'Eucaristia - che diventa solo un momento episodico, una pratica vissuta come un pedaggio alla tradizione, da onorare a Natale e a Pasqua – il rapporto con il Signore Gesù, crocifisso e risorto, si allenta, deperisce, talora viene a mancare. Confrontati con la sofferenza, con i momenti difficili, con le decisioni impegnative, sono di fatto abbandonati a sé stessi, alla propria fragilità.

La PAROLA DI DIO  (Gv 6,51-58)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Riflessione ambientale ___________________________________
I brani che compongono la liturgia della Parola di questa Solennità, una delle più sentite dal popolo cattolico, sottolineano gli aspetti fondamentali del Mistero Eucaristico, sia nella sua celebrazione che nell'adorazione della reale presenza del Signore Gesù nel Sacramento. Innanzitutto, la memoria: nella sua duplice accezione di non dimenticare e di riportare al cuore (“ricordare”); l'unità ecclesiale, frutto del rimanere uniti a Cristo mediante il gesto umile e solenne del nutrirsi di Lui. Tutto questo noi lo viviamo in ogni Celebrazione eucaristica, ma oggi la nostra fede si sarebbe dovuta arricchire anche della testimonianza data dalla Processione Eucaristica (la Processione del “Corpus Domini”), nella quale si sperimenta che, mentre portiamo il Signore, siamo in realtà portati da Lui. Purtroppo la situazione ancora di emergenza non ci permette di realizzarla, ma cercheremo di sostituirla impegnandoci a “portare Cristo” che abbiamo ricevuto nell’Eucaristia ai nostri fratelli attraverso un atto di carità che riterremo opportuno.

Preghiera in famiglia _____________________________________
Aiutaci, Gesù, a fare comunione con te, ad essere uniti a te in un solo corpo, e a collaborare con te alla salvezza del mondo, in piena solidarietà con la condizione di chi soffre, fino a quando saremo tutti salvi con te, nella gioia senza fine, per sempre, Amen [Cacciapuoti].

Azione __________________________________________________
Rimarrò qualche minuto in preghiera con spirito di adorazione davanti al tabernacolo eucaristico.


- APPUNTAMENTI -
Domenica 14  Ore 21 nella CHIESA DI SAN RAFFAELE AL PORTO: 
“Pane dei pellegrini, pane dei figli” - Veglia del Corpus Domini, organizzata dalla Pastorale giovanile. La preghiera prolungata, davanti al Santissimo Sacramento, sarà introdotta dal Vescovo Marino. Poiché la chiesa può ospitare solo 30 persone, sarà possibile unirsi alla preghiera collegandosi sul canale Youtube della Diocesi (link www.youtube.com/user/pgsavona) e scaricando il libretto della Veglia che sarà disponibile entro venerdì sul sito www.pastoralegiovanile.sv.it.

Venerdì 19 Ore 10 nella PARROCCHIA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ: 
Ritiro sacerdotale per la Festa del Sacro Cuore. Dopo l’Ora Media, il Vescovo Marino guiderà la meditazione sul tema “L’Eucaristia e la liturgia nel tempo del Covid”. A seguire, saranno festeggiati i presbiteri e i religiosi di cui ricorre un significativo anniversario di Ordinazione.



7 GIUGNO 2020

SOLENNITà DELLA SANTISSIMA TRINITà



Ricordiamo che si può partecipare ancora alla Celebrazione della S. Messa delle ore 11, collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube della Parrocchia al seguente link:
https://youtu.be/47N8TMwcGsA


Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:



Carissimi,
dopo le Feste Pasquali e la Solennità di Pentecoste, il Tempo Ordinario, come sempre, inizia con due Solennità che pongono al centro due grandi realtà del Mistero cristiano. Nella prima, la Santissima Trinità (questa Domenica), l’amore eterno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; nella seconda, Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (la prossima Domenica) la memoria viva di questo Mistero che, rivelatosi nella Pasqua del Signore Gesù, si riattualizza ogni volta per noi nel Sacramento del suo Corpo e Sangue, l’Eucaristia.
Soffermiamoci per il momento sulla Solennità odierna, questo grande Mistero d’amore che è la Santissima Trinità. Una festa che può forse apparire un po’ “strana” nel percorso dell’anno liturgico, quantomeno astratta, ma non dovrebbe essere così, dal momento che la nostra vita cristiana e la stessa liturgia che celebriamo rimandano continuamente a questo mistero, pensiamo solo a quante volte lo ripetiamo nel Segno della Croce o nel “Gloria al Padre” … Perderlo di vista, significherebbe smarrire il senso della nostra esperienza di credenti. A tal proposito, desidero proporvi qui di seguito una bella riflessione del teologo Roberto Laurita, che può aiutarci nella comprensione di questo Mistero, andando a scandagliare in profondità la nostra relazione con Dio per coglierne l’essenziale.
Un caro e fraterno abbraccio,                P. Piergiorgio

Un Mistero d’amore
Non ci troviamo alla periferia della fede, ma a quello che ne costituisce il fondamento e la sorgente continua a cui attingere. Tutto è cominciato con il Battesimo: facendo scendere per tre volte l’acqua sul nostro capo, il ministro ha detto: “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Poche parole, ma che aprono uno squarcio su ciò che accade ad ogni uomo e ad ogni donna quando approdano alla fede. Immersi nell’amore di Dio, a partire da quel momento siamo stati generati ad una nuova esistenza, quella dei figli di Dio. È come se la vita stessa di Dio avesse cominciato a fluire nelle nostre vene… Naturalmente ci siamo aperti a questa relazione un poco alla volta e, a questo riguardo, si è rivelato decisivo il ruolo dei nostri genitori. Col tempo, partecipando alle celebrazioni e alle catechesi abbiamo preso coscienza di questo rapporto, abbiamo cominciato a fornire le nostre prime risposte personali, ad esprimere la nostra fede e il nostro amore verso Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Se siamo diventati dei discepoli di Gesù, Egli ci ha svelato gradualmente questo mistero, che è un mistero d’amore. Non un rompicapo su cui andare a sbattere la testa. Non una porta chiusa, oltre la quale non è possibile andare. Un mistero è una realtà troppo bella e troppo grande per poter essere completamente abbracciata. Ma questo non vuol dire che non ne percepiamo nulla. E infatti abbiamo imparato a cogliere nella bellezza e nell’armonia dell'universo le tracce indelebili del suo Creatore, di colui che l'ha chiamato all’esistenza e l’ha affidato alla responsabilità degli uomini. Le nostre labbra, guidate dalla parola di Gesù, hanno pronunciato il suo nome: “Padre…”. Abbiamo accolto in Gesù il Figlio fatto uomo per la nostra salvezza, l'amore che si rende visibile, palpabile e si offre interamente, fino a versare il suo sangue sulla croce. Lo abbiamo riconosciuto risorto e vivo, mentre ci accompagna con la Parola ed i Santi Sacramenti, nel nostro cammino di pellegrini. Abbiamo avvertito l’azione dello Spirito Santo che trasforma i cuori e li conduce sui sentieri del Regno, al di là di ogni nostra previsione ed attesa, oltre ogni nostro sogno e progetto. Di questo Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo, abbiamo dunque molte cose da dire ed esperienze concrete da evocare, che ci hanno trasformato la vita e ci hanno fatto sentire parte di un disegno più grande di bontà, di giustizia e di pace.

La PAROLA DI DIO (Gv 3,16-18)
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto,
ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo
 per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato;
ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome
dell’unigenito Figlio di Dio».


Riflessione ambientale ________________________________
Lunedì scorso abbiamo dato inizio alla seconda parte del Tempo Ordinario, interrotto lo scorso febbraio col sopraggiungere della Quaresima. Chi partecipa solo alla Celebrazione Eucaristica domenicale non se ne accorgerà prima della terza Domenica di giugno poiché, almeno in Italia, le prime due Domeniche che segnano la ripresa del tempo “per annum” sono dedicate rispettivamente alle Solennità della Ss. Trinità e del Ss. Corpo e Sangue di Cristo. È provvidenziale, dopo le forti emozioni che ci ha riservato lo spazio santo dei cento giorni dei tempi forti di Quaresima e Pasqua, riprendere il cammino ordinario della nostra vita cristiana avendo sulle labbra l’invocazione di Mosè riportata nella prima lettura: “Il Signore cammini in mezzo a noi”.

Preghiera in famiglia ______________________________
Padre celeste, Re dei re, dégnati di preparare in me la festa nuziale al Re tuo figlio, Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, fa’ che il mio amore si unisca a Te, perché Tu sei il mio Re e mio Dio, al tempo stesso. Spirito Santo Paràclito, unisci per sempre il mio cuore a Gesù, con lo stesso vincolo d’amore con il quale unisci il Padre e il Figlio [Santa Gertrude ].

Azione _______________________________________
Attingerò coraggio dalla celebrazione comunitaria, e farò coraggio a chi incontrerò.

AVVISO IMPORTANTE
Purtroppo, come già sapete, siamo stati costretti a sospendere fino a nuovo ordine, per motivi igiene, la raccolta degli indumenti a causa del prorogarsi dello stato di emergenza. Mentre invece si è ripresa la distribuzione degli alimenti per le nostre famiglie povere e in difficoltà che in questa situazione di emergenza sono anche aumentate. Pertanto accogliamo nuovamente e ben volentieri il vostro consueto contributo, se volete anche in denaro, per venire incontro alle necessità dei nostri poveri. Vanno bene tutti gli alimenti, ma quelli maggiormente richiesti ora sono i seguenti:
PELATI - LEGUMI - ZUCCHERO - OLIO - CAFFÈ
Grazie del vostro buon cuore!
Il Parroco e i volontari della San Vincenzo






31 MAGGIO 2020

SOLENNITà DI PENTECOSTE



Ricordiamo che si può partecipare ancora alla Celebrazione della S. Messa delle ore 11, collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube della Parrocchia al seguente link:
https://youtu.be/WkxejfI92Fg


Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:

Carissimi,
con la Solennità di Pentecoste che celebriamo questa Domenica, si chiude il Tempo Pasquale dell’anno liturgico e si riapre il Tempo cosiddetto Ordinario, che non vuol dire lo ripeto ogni anno di poco conto, perché è soltanto nell’ordinarietà della nostra vita quotidiana che possiamo verificare e dimostrare l’autenticità della nostra fede, quella che scaturisce dai grandi eventi della Pasqua (Risurrezione, Ascensione, Pentecoste) che abbiamo appena celebrato. Sicché la ferialità, anziché valere poco, diventa “luogo privilegiato” della nostra esperienza di fede, cioè laddove e quando conta davvero. Ed è proprio la Pentecoste a darci lo spunto e la spinta per interpretare correttamente questo cammino “feriale”, coniugando tra l’altro molto bene le esigenze della nostra fede con il tempo che viviamo, in questo caso la rinascita dalle rovine del Coronavirus … Il Salmo responsoriale di questa Domenica ci fa infatti cantare: “Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra”. È lo Spirito Santo di Dio che può davvero rinnovare “la faccia” della terra, ma non senza la nostra fattiva collaborazione, che si contraddistingue per la diversità dei carismi che lo Spirito dona a ciascuno singolarmente per il bene di tutti, affinché, grazie alla Sua azione unificante, le diversità non siano un ostacolo, ma diventino la vera ricchezza della Chiesa. Ma perché tutto ciò avvenga, occorre riconoscere lo Spirito innanzitutto nella propria vita, cioè lasciarsi condurre da Lui come una docile creta nelle mani del vasaio per potere entrare nel disegno di Dio, per diventare poi capaci di scoprire con gioia la sua azione anche in tutti gli uomini e le donne che cercano Dio con cuore sincero, che desiderano la giustizia e la pace, che agiscono con misericordia e spirito di solidarietà, disposti a condividere e a soccorrere il loro prossimo. Mi limito a suggerirvi soltanto tre situazioni in cui possiamo “riconoscere” l’azione dello Spirito nel nostro cammino personale.
1Lo Spirito ci illumina quando ci disponiamo a leggere e ad ascoltare il Vangelo con il desiderio di comprendere il senso profondo delle parole di Gesù. Attraverso il testo siamo guidati all’incontro con Lui per vivere una relazione profonda ed autentica, di intima comunione.
2Lo Spirito ci sostiene attraverso i Sacramenti, nei quali agisce da protagonista, per trasfigurarci e sostenerci, soprattutto nei momenti significativi e più importanti nello scorrere del tempo.
3Lo Spirito ci viene incontro negli accadimenti della vita attraverso mille modi, da coloro che vivono accanto a noi sino agli imprevisti che ogni giorno ci riserva. Attraverso di Lui noi possiamo intendere la voce di Gesù risorto e vivo, rispondere al suo amore, assumere le nostre responsabilità con fiducia e coraggio. Insomma, in ogni circostanza, se impariamo ad avere occhi buoni e un cuore aperto e vigilante, scopriremo come lo Spirito ci preceda sempre,andando oltre i nostri pensieri, facendoci toccare con mano la novità del Vangelo di Gesù che diventa realtà.
È l’augurio che vorrei ci rivolgessimo l’un l’altro, invocando l’intercessione di Maria a conclusione del mese a lei dedicato e la benedizione di Dio nostro Padre.
Con affetto,   P. Piergiorgio

Lettura (Gv 20,19-23)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Meditazione
Gesù si manifesta ai suoi discepoli in un luogo non precisato, in cui essi sono chiusi dentro per timore dei giudei. Andati per trovare il Maestro dove pensavano che fosse, i discepoli vengono invece raggiunti da Gesù dove sono loro. Il Risorto dona la pace, compito e responsabilità della Chiesa: essere discepolo comporta una missione. La presenza di Gesù nel mondo, divenuta presenza totale di Dio, deve essere prolungata dai discepoli.
La visione reale che porta pace e gioia
Giovanni collega la narrazione ai versetti precedenti: la Maddalena ha detto ai discepoli di avere visto il Signore, “ora” saranno loro a doverlo vedere e proprio “la sera di quello stesso giorno, il primo della settimana”. Nonostante le porte chiuse. Gesù si trova all'improvviso in mezzo a loro, che subito vengono rassicurati. Egli non dice “Io sono” (cfr. Gv 6,20): la sua presenza è ormai di un altro ordine, porta la pace (cfr. Gv 14,27) e la gioia (cfr. Gv 16,20-24;17,13). Il saluto abituale “pace a voi” oltrepassa qui il suo significato ordinario, perché Gesù augura e dà loro una pace e una gioia specifiche, che li rendono capaci di superare lo scandalo della croce e di superarne le ripercussioni nella loro vita (cfr. Gv 14,27). Si tratta di ricordare: Gesù mostra le tracce della sua passione e della sua morte. Mostra le sue mani e il suo costato, perché “è” veramente: non è uno spirito, una creazione della fantasia. Ma nello stesso tempo I'evangelista sottolinea che la risurrezione suppone la croce, che non può essere eliminata. Affinché la pace sia davvero data loro, devono imparare a comprendere cristianamente la croce: ciò è il “canone”, la regola di ogni cristiano (cfr. Gal 6,14-16).
Benché alla sua vista i discepoli siano pieni di gioia, Egli ripete una seconda volta “Pace a voi”. La ripetizione rivela che non si tratta della comune formula di saluto e che la pace augurata è quella che integra le tracce della Passione, superando così la pace ordinaria.
Il dolore della separazione non può mutarsi in una gioia passeggera, che dimentichi la passione. Questo dolore deve divenire gioia costante, maturata nella sofferenza, gioia di Gesù e gioia loro, gioia che nessuno potrà rapire a loro (cfr. Gv 16,20-22).

Il compito tramandato: l’opera dello Spirito Santo
Gesù trasmette ai discepoli la missione, affidata dal Padre stesso: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Gesù se ne va, ma la realtà divina che Egli ha portato e che Egli è, resta in loro e presso di loro. Spetta a loro portarla al mondo. Questa scena riassume e realizza i pensieri del discorso di addio, e se è stato necessario l’aiuto dello Spirito affinché i discepoli comprendessero “la verità”, a maggior ragione sarà loro necessaria la sua assistenza per farla comprendere agli altri. Come Dio alitò lo spirito di vita nel primo uomo (cfr. Gen 2,7; Sap 15,11), così Gesù alita oggi lo Spirito nei suoi discepoli: eccoli ricreati ai fini della loro missione. Con lo Spirito è dato loro il potere di rimettere e di ritenere i peccati, terminologia giuridica che implica il potere di giudicare. Questo potere è un’irradiazione del Figlio dell’uomo, ormai costituito Giudice. I discepoli partecipano al potere giudiziario escatologico di Gesù, il Figlio dell’uomo. La Chiesa ha veduto in queste parole di Gesù il fondamento del potere di perdonare i peccati con il sacramento della penitenza. Come la vita e l’insegnamento di Gesù (cfr. Gv 9,39), l’evangelizzazione porta la divisione nel mondo: i discepoli sono dichiarati competenti per discernere chi risponde al messaggio, spetta a loro di giudicare dopo come prima del battesimo. Questo potere non è indipendente dalla predicazione: è la “verità” che libera dalla schiavitù del peccato (cfr. Gv 8,32-34) e rende puri (cfr. Gv 13,10; 15,3). È opportuno parlare solo di “perdono”, soprattutto in riferimento a Gv 3,17-21, in cui Gesù stesso afferma di essere stato inviato dal Padre non per condannare, ma per salvare il mondo per mezzo di lui. Questo sarà il ruolo dei discepoli: essere inviati affinché ogni uomo possa salvarsi, attraverso perciò la loro buona testimonianza e capacità, per mezzo delle loro azioni e parole, di portare gli uomini a giudicare se stessi. Saranno questi ultimi che comprenderanno la loro condanna, avendo amato più le tenebre della luce, non credendo nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. Il Vangelo stabilisce un nesso tra Spirito Santo e remissione dei peccati. Il Risorto mostra ai discepoli le ferite delle mani e del costato e dona la pace e lo Spirito Santo. Perdonare è donare attraverso le ferite ricevute, è fare del male subìto I'occasione di un gesto di amore, è creare pace con una sovrabbondanza di amore che vince I'odio e la violenza sofferti. Il Risorto ha vinto in se stesso, con I'amore, il male patito e, manifestando ai discepoli la continuità del suo amore nei loro confronti, comunica loro anche la via per partecipare alla sua vita di Risorto: vincere il male con il bene, rispondere alla cattiveria con la dolcezza, far prevalere la grazia sulla vendetta e sulla rivalsa. Prima di essere capacità di perdono nei confronti di altri, lo Spirito insegna al credente a riconoscere il male che abita in lui e a vincerlo con il bene e I'amore. Non va dimenticato che il dinamismo umano del perdono è lungo e faticoso, perché per perdonare occorre rinunciare alla volontà di vendicarsi, riconoscere che si soffre per il male subìto e che tale male ci ha privati realmente di qualcosa; condividere con qualcuno il racconto del male subìto; dare il nome a ciò che si è perso per poterne fare il lutto; dare alla collera il diritto di esprimersi; perdonare a se stessi; comprendere I'offensore, cioè guardarlo come un fratello che il male ha allontanato da me; trovare un senso al male ricevuto; sapersi perdonati da Dio in Cristo. Questo cammino il credente lo vive aprendosi all'effusione dello Spirito che fa regnare Cristo in lui e nei suoi rapporti.

Più effusioni dello Spirito Santo?

Da questo racconto emerge che lo Spirito è stato alitato sui discepoli fin da Pasqua, contrariamente all'opinione della cristianità delle origini che situa nella Pentecoste I'effusione dello stesso Spirito (cfr. At 2,1-4). L'effusione di Pasqua, di Pentecoste e quelle successive sono i segni di una stessa realtà che, dopo la glorificazione di Gesù (cfr. Gv 7,37-39), ha rivoluzionato il mondo intero (cfr. Gv 3,3-8). La distinzione tra l'effusione dello Spirito a Pasqua e quella di Pentecoste è molto secondaria, soprattutto per Giovanni, perché per lui i due avvenimenti vengono dalla stessa “Ora”. Il giorno di Pasqua i discepoli ricevono lo Spirito in vista della loro missione: questo Spirito ritorna su di essi nel momento della costituzione del nuovo popolo di Dio, cioè nell'evento di At 2,1-4. Col passare del tempo continuerà ad assisterli e ciò non può far altro che rassicurare ogni uomo credente che vive in questo mondo.






24 MAGGIO 2020

ASCENSIONE DEL SIGNORE

“Fu elevato al cielo”



Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:

Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
Carissimi,
                     finalmente abbiamo ripreso, seppure con mille preoccupazioni, gran parte delle nostre attività abituali … Tra queste, le nostre assemblee liturgiche che per le comunità cristiane sono di fondamentale importanza, perché è lì che si prende coscienza del nostro essere Chiesa, in quanto è dal Mistero della Pasqua del Signore che insieme celebriamo che la Chiesa è nata e continua a ri-nascere.
   La Solennità odierna dell’Ascensione segna proprio l’inizio di questo tempo della Chiesa in cui Cristo affida a noi, membra vive del suo Corpo, il compito di portare avanti, con le nostre vite, l’annuncio e l’opera della sua salvezza. E per questo ci ha donato il suo Santo Spirito. Nel Vangelo odierno Gesù ricorda ai suoi come la sua assenza fisica divenga in realtà una presenza invisibile, ma ancora più forte, una compagnia costante: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. L’esito del dono della vita per i suoi amici, e quindi per noi, è l’essere con loro per sempre, in modo misterioso, certo, tuttavia reale. Ecco, credo che sia proprio in questa espressione, apparentemente paradossale, il senso del nostro cammino di fede: scoprire nel Mistero la verità sulla nostra vita, perché il mistero non è semplicemente ciò che non conosciamo. Il Mistero, in senso biblico, è tutto ciò che opera Dio nella vita di colui che si affida alla sua azione, a partire dai “segni efficaci” di questa che ci ha lasciato nei Sacramenti, fino ad arrivare ad ogni singolo accadimento della vita interpretato alla luce della sua Parola. In questo senso il Mistero, se forse non lo possiamo comprendere fino in fondo, tuttavia, facendone l’esperienza, troveremo in esso la miglior forma di conoscenza che ci riguarda in concreto, oggi, in altri termini la Verità sulla esistenza che stiamo vivendo. Lasciandoci in dono il suo Santo Spirito (Domenica prossima celebreremo l’evento di questo dono nella Pentecoste), Gesù ci dice infatti proprio questo: “sarà Lui lo Spirito Santo ad insegnarvi ogni cosa … a condurvi alla verità tutta intera …”
   Apriamoci allora con fiducia alla sua azione per fare l’esperienza “vera” di un “mondo nuovo”, sino a “toccare con mano ossia vedere con gli occhi della fede come ciò che umanamente è una disgrazia può rivelarsi una grazia e ciò che giudichiamo una maledizione può trasformarsi in benedizione
   Un abbraccio di cuore.   Con affetto.            P. Piergiorgio


Lettura (Dal Vangelo secondo Matteo 28, 16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

MEDITAZIONE
Gesù, “elevato in alto”, può offrire ai suoi discepoli un punto di vista più elevato di quello cui sono abituati nella vita quotidiana. Il testo dalla Lettera agli Efesìni auspica appunto “uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui”, e articola questa più profonda conoscenza in tre direzioni: la speranza, la gloria, la potenza. Per la fede del discepolo è di importanza fondamentale conoscere "la grandezza della potenza del Signore". La professione di fede della Chiesa, che ha vissuto l'Ascensione, dice con chiarezza che Gesù “salì al cielo e siede alla destra del Padre”, esprimendo la certezza che Egli è sul versante della divinità ed è Dio come il Padre. Su questa certezza della divinità di Gesù emerge la consapevolezza della speranza, a cui sono chiamati coloro che fondano su di Lui la propria esistenza. Il Vangelo di san Giovanni riporta una bellissima assicurazione del Signore: “lo sono la vite, voi i tralci”. Quella vite e quei tralci sono alimentati da una linfa divina, per cui la grande speranza dei credenti è quella di partecipare alla dignità stessa di Dio. La consapevolezza di questa speranza deve aprire a grandi ideali: chi sa di essere intimamente unito al Figlio di Dio non si può rassegnare a una vita mediocre. “Quale grande amore ci ha dato il Padre, per essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente”. Con queste parole san Giovanni, nella sua prima lettera, puntualizza che la grandezza della nostra speranza sta nel privilegio di essere figli di Dio, e con la stessa chiarezza esprime “quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità: la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo perché la vostra gioia sia piena”.
(S.E. Mons. Guido Ravinale - Vescovo emerito di Asti

Preghiera in famiglia 
Signore, dammi la forza necessaria per proseguire nella storia la tua stessa azione di salvezza, e alimenta la mia fiducia con la certezza della tua presenza accanto a noi, fino alla fine del mondo.

AZIONE
ln questa giornata festiva che mi invita ad alzare lo sguardo verso il cielo, mi voglio interrogare su cosa posso fare per vivere da figlio di Dio e per contribuire alla realizzazione del Regno di Dio.


Le direttive dei Vescovi Liguri per la partecipazione alle Celebrazioni:

N° POSTI IN CHIESA            
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PARROCCHIA DI SAN PIETRO
SIATE I BENVENUTI !

                               PREGHIAMO LE PERSONE CHE PARTECIPERANNO ALLA CELEBRAZIONE DI RISPETTARE LE SEGUENTI NORME DI BUONA CONDOTTA,PER LA PREVENZIONE DEL CONTAGIO:
Ø NON POTETE PARTECIPARE SE AVETE SINTOMI INFLUENZALI, DIFFICOLTÀ RESPIRATORIE, TEMPERATURA SUPERIORE A 37,5° O SIETE STATI A CONTATTO CON CASI POSITIVI AL COVID-19
Ø PRESENTATEVI PER TEMPO, E SE I POSTI UTILI FOSSERO GIÀ TUTTI PRESI, RIMANDATE ALLA CELEBRAZIONE SUCCESSIVA O CERCATE IN UNA CHIESA VICINA
Ø PORTATE CON VOI E INDOSSATE LA MASCHERINA
Ø ADOTTATE LA DISTANZA RECIPROCA E OVE POSSIBILE EVITATE IL CONTATTO. LE SEDUTE HANNO SEGNI CHE INDICANO DOVE POSIZIONARSI PER MANTENERE LE MISURE
Ø USATE LE PORTE DI INGRESSO E USCITA CORRETTAMENTE, SEGUENDO LE INDICAZIONI DEI VOLONTARI RICONOSCIBILI DA APPOSITI DISTINTIVI.
Ø LA COMUNIONE SI RICEVE IN MANO DOPO ESSERSI DISPOSTI SECONDO LE INDICAZIONI DEI VOLONTARI
Ø USATE I SERVIZI IGIENICI SOLO SE STRETTAMENTE NECESSARIO
Ø AL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE NON SOSTATE SUL SAGRATO
Ø SONO PRESENTI ALL’INGRESSO DELLA CHIESA DELLE COLONNINE CON DISINFETTANTI, PER IGIENIZZARE LE MANI.
RICORDIAMO CHE IN QUESTA FASE, SE NON SI PUO’ PARTECIPARE ALLA MESSA IN CHIESA, NON SI E’ TENUTI AL PRECETTO FESTIVO E SI PUO’ SEGUIRE LA MESSA ATTRAVERSO I MEDIA (TV, INTERNET, ETC.).
RINGRAZIAMO TUTTI PER LA COMPRENSIONE E L’OSSERVANZA DEI SUGGERIMENTI.
LA PARROCCHIA
  

appuntamenti

 Lunedì 25    Commemorazione mensile di Gesù Bambino di Praga
                  Ore 17: Adorazione Eucaristica.   Ore 18 S. Messa.
              
 Giovedì 28   Ore 18 in Cattedrale: S. Messa Crismale.
                 Ore 20,45 sul Canale Youtube della Parrocchia: Preghiera Mariana.

Sabato 30      Ore 21 in Cattedrale: Veglia di Pentecoste

N.B.: La Veglia, data la situazione contingente, verrà trasmessa in streaming sul Canale Youtube della Diocesi, mentre ogni Parrocchia sarà rappresentata, oltre che dal Parroco, da una sola persona.


Per informazioni:     info@comunitaservizi.org   tel. 019/8389638.
Facciamoci concretamente prossimi a tanti nostri fratelli in difficoltà”. + Vescovo Gero

IBAN: IT 05 S 05034 10600 000000012497 intestato a FONDAZIONE DIOCESANA COMU­NITA’SERVIZI ONLUS - CAUSALE : Fondo Diocesano di Solidarietà “Insieme per ripartire”

Le erogazioni liberali alle ONLUS possono essere detratte dall’imposta ai sensi dell’art. 15 del TUIR o in base all’art. 83 comma 1) del D. Lgs 117/2017 (codice del Terzo Settore). Vi è anche l’opportunità, della deduzione dal reddito in base all’art. 83 comma 2 dello stesso D. Lgs. Per beneficiare di questa opportunità è necessario che le erogazioni siano effettuate tramite bonifico o bancomat, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari. Per chi desidera comunque effettuare l’offerta in contanti, è possibile fissare un appuntamento al numero 019/8389638.








17 MAGGIO 2020

VI domenica di pasqua

“Il Padre vi darà un altro Paràclito”


Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:

Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
Carissimi,
                    il Tempo pasquale volge al termine e un grande raggio di luce squarcia il nostro orizzonte … Non è una luce qualsiasi e neppure soltanto la luce, pure bellissima, che ci giunge dalla notizia della ripresa delle nostre celebrazioni. Ma è la Luce che, semmai, dovrebbe scaturire dalle nostre celebrazioni, se vissute con l’animo giusto e rinnovato, innanzitutto nelle intenzioni, per lasciarci trasformare dallo Spirito Santo che opera in noi in quel momento e che, unico, può dare senso, conforto e forza alla nostra vita, permettendoci di camminare “sempre”, in ogni situazione, nella Luce. È la Luce dell’Amore di Dio che ci viene comunicato perché a nostra volta venga donato.
   Nel Vangelo di questa VI Domenica di Pasqua Gesù afferma proprio questo quando promette il suo dono prezioso: lo Spirito come capacità di amare e di essere in dialogo con gli altri. Gesù, anche se sale al cielo ˗ domenica prossima celebreremo la sua Ascensione ˗  non abbandona il suo gregge. Non ci dimentica, non si accontenta nemmeno di affidarci semplicemente uno stile di vita e di annuncio, ma desidera che ritroviamo il coraggio necessario attraverso l’esperienza di comunione fra di noi per continuare la sua opera nel mondo e nel tempo ... È questo il senso dell’Amore di Dio che dobbiamo incarnare. Perciò ha promesso e donato il suo Santo Spirito. È Lui il protagonista del nostro “camminare nell’amore”. Questa è la Luce vera che ci auguriamo di poter “vedere”, ora più che mai, in tutto il suo splendore.
   Intanto, aspetto anch’esso fondamentale, riprendiamo a vederci tra di noi nella nostra bella chiesa, a partire da lunedì 18 con le due Messe feriali e Domenica prossima 24 con le tre Messe festive. Ci saranno dei fratelli volontari che in questa fase di transizione regoleranno l’accesso alla chiesa secondo la normativa ecclesiale-ministeriale riportata qui in 3a pagina.
   A tutti l’augurio di una gioiosa, seppur cauta, ripresa ed un forte abbraccio.                                                          P. Piergiorgio


Lettura (Dal Vangelo secondo Giovanni 14, 15-21)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».



Meditazione
   Alcuni rapidi accenni alla letteratura patristica e teologica possono aiutarci a comprendere come la Chiesa abbia attribuito la debita importanza alla presenza dello Spirito. Sant'lreneo nota che il Signore «per mezzo dei profeti aveva promesso di effondere negli ultimi tempi questo Spirito sui suoi servi, perché profetassero e per questo discese anche sul Figlio di Dio, divenuto Figlio dell'uomo. Il Signore promise di mandare il Paràclito, che ci rendesse ben disposti a Dio». San Cirillo di Gerusalemme insegna che lo Spirito fa la Chiesa: «Infatti si serve della lingua di uno per la sapienza. Illumina la mente di un altro con la profezia. A uno conferisce il potere di scacciare i demòni, a un altro largisce il dono di interpretare le divine Scritture. Rafforza la temperanza di questo, mentre a quello insegna la misericordia. Ispira a un fedele la pratica del digiuno, ad altri forme ascetiche differenti. C'è chi da lui apprende la saggezza nelle cose temporali e chi perfino riceve da lui la forza di accettare il martirio. Nell'uno lo Spirito produce un effetto, nell'altro ne produce uno diverso, pur rimanendo sempre uguale a se stesso» (Catechesi 16, sullo Spirito Santo, 1,11-12.16). Infine, Guglielmo di Saint-Thierry chiede all'anima fedele di accogliere lo Spirito e l'arricchimento che comporta: «Affréttati dunque a essere partecipe dello Spirito Santo. Quando si invoca si fa presente, né lo si potrebbe invocare se già non fosse presente. Quando, invocato, viene, vi giunge con l'abbondanza della benedizione di Dio. È infatti un fiume in piena che allieta la città di Dio. E quando sarà venuto, se ti troverà umile e tranquillo, riposerà su di te e ti rivelerà ciò che Dio Padre tiene nascosto ai sapienti e ai prudenti di questo mondo. Incominceranno allora a brillare nel tuo spirito quelle cose che la Sapienza poté dire in terra e ai suoi discepoli, ma che essi non potevano capire, finché non fosse venuto lo Spirito di verità, che avrebbe insegnato loro tutta la verità» (dallo Specchio di Guglielmo, abate del monastero di Saint-Thierry, PL 180, 384).        
(S.E. Mons. Guido Ravinale - Vescovo emerito di Asti)

Preghiera in famiglia
   Aprimi, Signore, all'accoglienza dello Spirito che hai mandato perché rimanga con noi per sempre.


Azione
   Faccio il bene perché amo il Signore e desidero vivere con Lui.


Dal “Protocollo circa la ripresa delle celebra-zioni con il popolo” sottoscritto dal Presidente del

Consiglio dei Ministri, dal Presidente della CEI e dal Ministro dell’Interno

Trascriviamo solo i punti che ci riguardano.

1. ACCESSO AI LUOGHI DI CULTO IN OCCASIONE DI CELEBRAZIONI LITURGICHE

1.1. L'accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell'edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato.

1.2. Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il legale rappresentante dell'ente individua la capienza massima dell’edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale.

1.3. L'accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da volontari e/o collaboratori che - indossando adeguati dispositivi di protezione individuale, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento - favoriscono l'accesso e l'uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri l'ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche.

1.4. Per favorire un accesso ordinato, durante il quale andrà rispettata la distanza di sicurezza pari almeno a 1,5 metro, si utilizzino, ove presenti, più ingressi, eventualmente distinguendo quelli riservati all'entrata da quelli riservati all'uscita. Durante l’entrata e l'uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate.

1.5. Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti a indossare mascherine.

1.6. Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° C.

1.7. Venga altresì ricordato ai fedeli che non è consentito l’accesso al luogo della celebrazione a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti.

1.9. Agli ingressi dei luoghi di culto siano resi disponibili liquidi igienizzanti.

2. IGIENIZZAZIONE DEI LUOGHI E DEGLI OGGETTI
2.1. I luoghi di culto, ivi comprese le sagrestie, siano igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione, mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti ad azione antisettica. Si abbia, inoltre, cura di favorire il ricambio dell’aria.

2.3. Si continui a mantenere vuote le acquasantiere della chiesa.

3. ATTENZIONI DA OSSERVARE NELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE

3.2. Può essere prevista la presenza di un organista, ma in questa fase si ometta il coro.

3.3. Tra i riti preparatori alla Comunione si continui a omettere lo scambio del segno della pace.

3.4. La distribuzione della Comunione avvenga dopo che il celebrante e l'eventuale ministro straordinario avranno curato l'igiene delle loro mani e indossato guanti monouso; gli stessi - indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un'adeguata distanza di sicurezza - abbiano cura di offrire l'ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli.

3.6. Per ragioni igienico-sanitarie, non è opportuno che nei luoghi destinati ai fedeli siano presenti sussidi per i canti o di altro tipo.

3.7. Le eventuali offerte non siano raccolte durante la celebrazione, ma attraverso appositi contenitori, che possono essere collocati agli ingressi o in altro luogo ritenuto idoneo.

4. ADEGUATA COMUNICAZIONE

4.2. All'ingresso di ogni chiesa sarà affisso un manifesto con le indicazioni essenziali.







10 MAGGIO 2020

V domenica di pasqua


“Costruiti come edificio spirituale”





Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:






Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:




Carissimi,
                    Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto prodigi”. Sono le parole del Salmo 97 che la Chiesa propone come introduzione alla Celebrazione Eucaristica di questa V Domenica di Pasqua. Forse oggi, almeno apparentemente, potrebbero sembrare fuori luogo, ma non è così … Ci si domanda: ma dove sono questi prodigi del Signore? Perché non interviene nelle situazioni di grande difficoltà? Ebbene, io vi dico, non con le mie forze né con la mia ragione, ma con la Parola di Dio in mano e, vorrei tanto, nel cuore: perché non credere che, invece, non sia già intervenuto e continui ad intervenire, ora più che mai, per aiutarci a comprendere che solo nella fede in Lui possiamo trovare la risposta ad ogni sorta di interrogativo della vita?
   La Liturgia di oggi vuole sottolineare proprio questo. I “prodigi del suo amore” sono le occasioni che abbiamo “oggi”, e non ˗ chissà? ˗ “domani”, di fare esperienza in noi stessi di una via, di una verità, di una vita che trascendono la nostra esistenza terrena, e cioè che ci superano, ma che pure sono in noi, permettendoci di “carpire” già fin d’ora qualcosa di ciò che sarà la beatitudine eterna di domani. E non è un concetto astratto perché è Gesù stesso che afferma: Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Tre dimensioni compendiate in una Persona, Gesù, e che si coniugano a loro volta con una parola: Amore, con la “a” maiuscola. Amando come Lui ha amato, donando sé stesso (la Via), in obbedienza al progetto del Padre (la Verità), diamo senso alla nostra esistenza (la Vita) … In sostanza, lo ribadisco ancora, dobbiamo preoccuparci di incontrare Gesù oggi, per prepararci, crescendo nel desiderio, all’incontro definitivo con Lui, quando sarà l’ora, in Paradiso. Per cui quando ci dice: “Non sia turbato il vostro cuore … io vado a prepararvi un posto”, penso non intenda riferirsi ad un luogo, comunque garantito, ma, stando alla lettera, anche astratto o inimmaginabile, quanto piuttosto ricordarci che di lassù farà accadere o meglio, permetterà che in ogni circostanza della vita noi possiamo trovare in Lui, sul suo esempio e con la sua forza, una risposta vera e soddisfacente ad ogni accadimento della nostra vita. Allora la promessa finale di Gesù: “Verrò di nuovo e vi prenderò con me”, non può che essere una certezza: la morte non sarà il tragico crollo di tutte le speranze, ma la sua venuta a prenderci per portarci a vivere pienamente ed eternamente con Lui e con il Padre la vita che fin d’ora abbiamo iniziato a vivere. Non è meraviglioso tutto questo, in mezzo alle difficoltà che ci assalgono ogni giorno?
   In quest’ottica possiamo vedere come confortante, ad esempio, la notizia che da lunedì 18 maggio si potrà iniziare la graduale ripresa delle Celebrazioni Liturgiche con il popolo, secondo le normative che la nostra Diocesi ci dirà in conformità alle misure di sicurezza emanate dal Governo insieme alla CEI.
   Che Dio ci benedica! Grazie.   Con affetto.              P. Piergiorgio




Lettura  (Dal Vangelo secondo Giovanni 14, 1-12 - “Io sono la Via , la Verità e la Vita”)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.

Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».

Meditazione

Ai discepoli, chiamati a proseguire la sua opera nel mondo e nella storia, Gesù promette: «chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi». Un bel testo di san Gregorio di Nazianzo (Orazione 14, "Sull'amore per i poveri") elenca le virtù cristiane che possono costituire le grandi opere di cui parla Gesù, e edificare l'edificio spirituale per un sacerdozio santo. Conclude che «ciascuna di queste azioni costituisce una strada per la salvezza ed una strada che conduce a uno di quei posti perfettamente eterni e beati: poiché, come ci sono differenti scelte di vita, così anche presso Dio ci sono molti posti, che vengono suddivisi e distribuiti a ciascuno secondo il merito». Passa analiticamente in rassegna le virtù e per ciascuna indica un particolare testimone emergente dalla Sacra Scrittura, per concludere affermando l'importanza determinante della carità, in coerenza con la odierna lettura dagli Atti, da cui si apprende la preoccupazione della Chiesa di attivare il servizio agli orfani e alle vedove. «Bisogna considerare la carità il primo e il più grande dei comandamenti e la somma della Legge e dei Profeti. Trovo che la parte più considerevole di essa consista nell'amore per i poveri e nella capacità di commuoverci e di soffrire con tutto il nostro cuore insieme a coloro che ci sono fratelli. Da nessuna cosa infatti quanto dalla misericordia Dio riceve onore, poiché non c'è nessun'altra cosa più simile di questa a Dio». Sempre nello stesso testo, Gregorio fa una proposta di carità concreta, che possiamo accogliere nell'impegno personale e nella vita di Chiesa: «Bisogna dunque aprire il cuore a tutti i poveri e a coloro che soffrono per una causa qualsiasi, secondo il precetto che ci ordina di gioire con chi gioisce e di piangere con chi piange».

(S.E. Mons. Guido Ravinale - Vescovo emerito di Asti)




Preghiera in famiglia


Grazie, Signore, perché ci vuoi insieme a te nel tuo regno e perché di questo regno ci rendi collaboratori, capaci di compiere le opere che hai compiuto tu. Donaci la forza di collocarci accanto ai fratelli poveri e bisognosi, come la Chiesa delle origini stava accanto agli orfani e alle vedove.



Azione


Oggi, in casa e negli ambienti che frequento, mi farò carico dei servizi più semplici, senza pensare che possa toccare ad altri.






3 MAGGIO 2020

IV domenica di pasqua

“Chiama ciascuno per nome”



Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:





Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:


Carissimi,
                    la figura del Buon Pastore che la Chiesa contempla nel Risorto in questa IV Domenica di Pasqua è un’altra bellissima immagine per riaffermare ˗ soprattutto di questi tempi ˗ come Gesù ci sia particolarmente vicino. Non solo si affianca per consolarci, ma si prende cura fino in fondo di ciascuno di noi, come fa, appunto, il Buon Pastore nei confronti delle sue pecore, secondo la metafora biblica che ben conosciamo. In sostanza, Gesù è davvero il Pastore “bello” (questa è la traduzione giusta che significa: buono, vero e giusto) non solo perché ci indica un cammino da seguire, ma perché questo cammino lo percorre Lui per primo trasmettendo la forza di farlo a tutti coloro che lo vorranno seguire. Ed è un cammino verso la pienezza della vita, verso una gioia che non ha fine ... “In pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce”, e ancora “Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita”. Parole straordinarie del Salmo 22 che lasciano intravedere un “Paradiso” già possibile fin d’ora su questa terra … tanto martoriata.
   Ma il punto è sempre lo stesso: vogliamo veramente seguirLo? Se sì, dobbiamo imparare a riconoscere la sua voce ed ad andarle dietro; in altri termini, dobbiamo mettere in pratica la sua Parola. Una Parola, certo, consolante, ma anche esigente. Guarisce le ferite più profonde, attraverso la tenerezza e la misericordia, ma non esita a metterci di fronte alla verità, anche quando risulta scomoda. Non si può dire di amarlo se non si ascolta questa Parola e non ci si impegna a farla diventare realtà. Occorre “mettersi in gioco”. Ce lo ha ricordato molto bene il nostro Vescovo nella sua meditazione settimanale di venerdì che vi invito ad ascoltare sul canale Youtube “Diocesi Savona-Noli”. Tra i vari concetti espressi, peraltro molto interessanti, Mons. Gero sottolinea specialmente l’importanza di abbandonare le nostre strategie difensive ˗ e ognuno ha le sue ˗ per lasciarsi muovere a compassione senza calcoli proprio come Gesù. Allora la sua voce sarà riconoscibile ed amica. Se accettiamo di metterci nelle sue mani senza remore e ripensamenti, i pascoli erbosi … le acque tranquille … la sua tavola imbandita non saranno più solo un miraggio, ma la nostra stessa vita.
   Vi abbraccio e vi benedico.   Con affetto.              P. Piergiorgio


Lettura (Dal Vangelo secondo Giovanni 10,1-10 - Episodio del Buon Pastore)
In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».


  Meditazione
   La quarta domenica di Pasqua è abitualmente denominata "domenica del Buon Pastore", venuto perché tutti «abbiano la vita, l'abbiano in abbondanza» e facciano esperienza di salvezza nella vita della Chiesa, che Gesù descrive come un ovile sicuro, in cui si entra seguendo la dolcezza di una voce che chiama. Una voce spesso violentemente respinta, ma una voce autorevole, perché «Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». Voce che chiama innanzitutto a far parte dell'unico ovile: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo». In secondo luogo, la voce che chiama propone di imitare l'esempio di Gesù, che faceva del bene, sopportava con pazienza le contrarietà e manteneva un atteggiamento di grande bontà anche di fronte agli insulti e ai maltrattamenti. C'è ancora una terza chiamata, a lavorare per la salvezza di tutti gli uomini, con Gesù che «portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce». La chiamata di Dio raggiunge tutti, perché tutti siamo chiamati a collaborare all'opera di redenzione; ma pretende da ciascuno una risposta personale. La prima risposta al Dio che chiama è accettare la responsabilità della salvezza dei fratelli. Rimane da decidere dove spendersi per offrire al Signore la collaborazione più efficace: nella vita di famiglia o nella vita di speciale consacrazione? A quali modelli ispirarsi? Quale spiritualità è più efficace per la vita personale e per un valido impegno apostolico? Il campo di ricerca è vastissimo, ma c'è una certezza consolante: «Il Signore è il mio pastore. Mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male».
(S.E. Mons. Guido Ravinale - Vescovo emerito di Asti)

Preghiera in famiglia
   Gesù, Buon Pastore, che chiami le tue pecore, ciascuna per nome, fammi comprendere che cosa desideri da me per dare senso alla mia vita. Aiuta i giovani che si affacciano alla vita a comprendere i tuoi progetti su di loro e ad accoglierli, per il bene del mondo e per la piena realizzazione della loro vita.


Azione
   Voglio mettermi in ascolto di ciò che il Signore mi chiede dedicando più tempo alla lettura e alla meditazione della Sacra Scrittura. 






26 APRILE 2020

III domenica di pasqua

“Il prezzo della salvezza”




Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:




Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:




Carissimi,
                    siamo alla III Domenica di Pasqua e la Parola di Dio continua ad accompagnarci come sempre nel nostro cammino quotidiano in maniera straordinaria, facendoci toccare con mano tutta la forza e l’efficacia della sua attualità. E ora più che mai … in questo tempo così “strano” che non sembra passare mai. L’episodio dei discepoli di Emmaus narrato dal Vangelo di questa domenica è quanto mai emblematico. La delusione per la perdita del loro amico Gesù che sembra mandare all’aria le loro aspettative, precludendo la possibilità di immaginare un futuro, può essere a ragione paragonata alla nostra situazione di oggi in cui si fatica a intravedere un futuro migliore. Ma è proprio in queste situazioni, allora come oggi, che il Signore si affianca a noi, non solo per una semplice consolazione del momento, ma per ricordarci che con Lui e grazie a Lui il futuro si può immaginare e non può che essere migliore. A tal proposito vi invito a leggere la meditazione in seconda pagina. Credo che dobbiamo imparare a lasciarci guidare dalla sua Parola non in maniera astratta, come forse accade nella nostra routine domenicale rituale, ma facendo tesoro concretamente di tutti quei segni, che Lui non ci fa mai mancare, della sua tenerezza di fratello, amico e sposo.
   Tra questi segni oggi vorrei ricordarvene alcuni già in atto nelle nostre comunità parrocchiali e nella Diocesi che penso possano accompagnarci nell’esperienza della Sua presenza viva nella nostra storia. Si tratta di semplici proposte rivolte sia agli adulti come ai ragazzi. Per entrambi, insieme, come già sapete, c’è la possibilità di partecipare in streaming alla celebrazione della Messa domenicale (sul canale Youtube “Parrocchia S. Pietro Savona”). Agli adulti segnalo gli incontri settimanali, veramente molto interessanti, al venerdì con il nostro Vescovo (sul canale Youtube “Diocesi Savona-Noli”). La sua riflessione ci invita a riempire di significato alcuni verbi importanti della vita perché punti di convergenza tra lo spirito della nostra natura umana e la nostra fede. Ad esempio, il verbo di questo venerdì, “immaginare”, ci aiuta a capire come sia possibile intravedere nel presente (che può essere anche triste) un futuro bello. 
Ai ragazzi invece, come è già stato comunicato ai genitori del Catechismo tramite Whatsapp, propongo di partecipare questa domenica alla loro Festa virtuale, organizzata dai nostri giovani Frati Carmelitani di Arenzano. Potete collegarvi comodamente da casa vostra con il vostro PC. Sarà una giornata di festa, allegria, simpatia e animazione anche con i Seminaristi collegati dalle loro case. Viene utilizzata la piattaforma Zoom usata da tante Scuole che permette meeting di centinaia di persone in simultanea. Ecco le modalità per connettersi: è possibile vedere il video su Youtube (https://youtu.be/TAWNciLrFfs) per capire come fare. A partire dalle ore 10.00 sarà possibile collegarsi sulla piattaforma Zoom: 
a) per i ragazzi da 8 anni in su: https://us02web.zoom.us/j/8084888822; 
b) per i ragazzi da 0 a 7 anni: https://us02web.zoom.us/j/3414745329.
Infine un’iniziativa della Caritas sostenuta dal nostro Vescovo che così si esprime rivolgendosi a noi Parroci: “Benché ogni celebrazione comunitaria sia sospesa, le nostre Chiese sono aperte e diverse persone entrano in Chiesa per la preghiera personale. Per questo grazie alla Caritas diocesana, verranno messe a disposizione dei fedeli, un po’ di mascherine all’ingresso delle nostre Chiese … Tra l’altro la mascherina potrà essere portata a casa e riutilizzata più volte. Allegata ad essa infatti troverete un piccolo biglietto con le indicazioni necessarie circa l’utilizzo e la sanificazione delle stesse”.
   Coraggio carissimi, sentiamoci sempre più uniti in questo cammino, specialmente cercando di valorizzare i momenti di preghiera come forse mai prima abbiamo fatto.
   Vi benedico e vi abbraccio.   Con affetto.                      P. Piergiorgio


Lettura (Dal Vangelo secondo Luca 24,13-35 - I discepoli di Emmaus)
 Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
 



Meditazione
   La delusione dei due discepoli di Èmmaus, di fronte alla morte in croce di Gesù, fu tale da abbattere tutte le loro speranze circa la liberazione di Israele. Il loro atteggiamento fu umanamente comprensibile, tant'è che Gesù risorto si prodigò per aiutarli nella loro delusione, mettendosi proprio in cammino con loro. Accade anche a noi oggi, di fronte alle sofferenze, di rimanere delusi da Dio. Spesso non comprendiamo il senso della croce, del dolore in noi e intorno a noi, fino a perdere quella speranza che avevamo riposto in Gesù. Eppure, proprio ciò che sembra essere fonte di questa delusione, proprio la condanna a morte di Gesù e la sua crocifissione, è in realtà fonte della liberazione dell'uomo dal peccato e da ogni forma di male. La crocifissione, il sangue versato da Gesù, è il prezzo della nostra libertà, è il costo che il Padre celeste ha dovuto pagare per portare a compimento le promesse fatte a Israele. Noi valiamo il sangue di Cristo, il quale ha accettato di condividere con noi non solo la vita, ma anche la sofferenza e la morte, pur di salvarci. Non dobbiamo mai dimenticare quanto siamo preziosi agli occhi di Dio. IL sangue versato da Gesù ne è la prova. Sulla croce Gesù ci è salito per portare al Padre tutte le nostre sofferenze, e il Padre, facendolo risorgere, ha per messo anche a noi di rinascere a vita nuova.                      
Don Maurizio Mirilli (Roma)




Preghiera in famiglia
   Che io, Signore, nei momenti di sconforto e di dolore, sappia rivolgere lo sguardo verso la croce che tu hai portato per me. Che io speri in te, contemplando il mistero del tuo amore, quello che hai provato per me lasciandoti inchiodare sulla croce. Che io non dimentichi mai che valgo il tuo sangue .

Azione
   Oggi indosserò il crocifisso, al collo, al polso o sul vestito, e lo farò con gioia e fierezza, ricordandomi di quanto sono prezioso agli occhi di Dio.









19 APRILE 2020

II domenica di pasqua
o
“della Divina Misericordia”

“Amarlo senza averlo visto”



Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:




Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:


Carissimi,
    abbiamo iniziato il “Tempo Pasquale”, centro dell’anno della Chiesa, nella speranza di potere fare l’esperienza, anche noi come i discepoli di Gesù, che Egli è veramente il Risorto, il Vivente, oggi, in mezzo a noi! E non solo perché confidiamo fermamente che passi al più presto la pandemia in cui ci troviamo ... potrebbe anche non succedere. Ma ciò che vorrei capitasse davvero a tutti noi che diciamo di avere fede in Colui che per noi ha sconfitto la morte … è di “toccare con mano” concretamente questa sua presenza che deve animare la nostra vita.
   L’invito, pertanto, è sempre lo stesso. Non fermiamoci ad un ricordo qualunque di eventi lontani e chiusi nel loro passato; cerchiamo invece di essere protagonisti di un cambiamento continuo nella Carità, che significa impegnarsi ad amare come Lui ci ha amati, attraverso la Fede nella sua Parola che ci trasforma in strumenti di questo amore, nella Speranza in un futuro che ci viene già ora donato, la vita eterna. Allora la Pasqua di Cristo può generare autentica gioia, permettendoci così, soprattutto nelle grandi difficoltà come quella che ora stiamo passando, non semplicemente di “sopravvivere” rassegnati, ma di scoprire semmai, con stupore, che questa gioia non è finta, perché se c’è, non può che essere un dono suo … un dono del Risorto.
   Termino con una comunicazione importante giunta proprio oggi dal nostro Vescovo e che, ovviamente, attendevamo. E cioè che le celebrazioni dei Sacramenti dei ragazzi (Prime Comunioni e Cresime) previste per i mesi di aprile, maggio e giugno, sono trasferite a dopo il periodo estivo, con l’inizio del nuovo anno pastorale, in data ancora da stabilirsi.

   Assicurandovi la mia preghiera e quella dei miei confratelli, vi benedico e vi abbraccio.   Con affetto.                                     P. Piergiorgio


Lettura (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». [...]


Meditazione
   La diffidenza dell'apostolo Tommaso è comprensibile a tutti noi che vivendo nel XXI secolo dopo Cristo non abbiamo avuto la possibilità di essere tra i testimoni oculari della Risurrezione del Signore. Come si fa a credere ad un evento del genere, quando i nostri occhi sono abituati a vedere con la morte la fine della vita? Abbiamo visto i nostri cari smettere di muoversi e di respirare. Li abbiamo visti chiusi dentro una bara e sepolti in un loculo. Il nostro cuore avrebbe voluto rivederli vivi, ma il nostro cervello ha certificato la loro morte. Eppure, in questi duemila anni di storia, dopo i fatti della Risurrezione, miliardi di persone hanno creduto pur senza aver visto con i propri occhi Gesù risorto. Tommaso alla fine credette perché Gesù riapparve a porte chiuse nel cenacolo per farsi vedere da lui. E noi? Noi abbiamo modo di credere attraverso la Chiesa che, come la prima comunità descritta negli Atti degli Apostoli, offre la possibilità di sperimentare la presenza del Risorto nell'ascolto della Parola di Dio e dell'insegnamento dei successori degli Apostoli, attraverso l'Eucaristia, la preghiera in comune e la concreta comunione fraterna. Per comprendere meglio l'importanza di questa possibilità ci è di aiuto la statua di Tommaso situata nella basilica di san Giovanni in Laterano a Roma, dove l'Apostolo indirizza con il dito i fedeli presenti nella navata centrale verso l'altare, dove il Risorto si rende presente durante la Celebrazione Eucaristica. E poi abbiamo il Sacramento della Riconciliazione il quale ci permette di sperimentare l'amore di Dio attraverso il perdono dei nostri peccati. Quando facciamo questa esperienza d'amore, tocchiamo anche noi con mano il Signore, ci innamoriamo di Lui e siamo beati.

Preghiera in famiglia
   Mio Signore e mio Dio, che io creda in te pur senza aver visto con i miei occhi una tua apparizione, che io ti ami pur senza aver messo il mio dito nel segno dei chiodi, e la mia mano nel tuo fianco. Mandami il tuo Spirito, perché io goda della tua presenza e sperimenti nel tuo perdono la beatitudine.


Azione
   Oggi parteciperò alla S. Messa con la consapevolezza del grande dono che è per me appartenere alla comunità della Chiesa.




12 APRILE 2020


Pasqua di Risurrezione

“L’evento inatteso”



Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:
https://youtu.be/v8Ue1ulOCzQ

 Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
Carissimi,
                    l’augurio che quest’anno vorrei farvi giungere per la Santa Pasqua è quello di saper cogliere l’opportunità in questa circostanza di vita che stiamo vivendo, assolutamente unica credo per tutti noi, di vivere l’avve­nimento più rilevante e fondamentale della nostra fede e quindi dell’uomo in genere, per quello che esso davvero è: con la sconfitta della morte ci è donata la possibilità di entrare già nella vita eterna. Ossia, se tu vuoi, Dio vince in te la morte! Qui ed ora! E quindi non si intende dire “ha vinto (al passato), ma ora me la devo vedere” e neppure “la vincerà se mi comporto bene”. No! La morte viene sconfitta in me già al presente … Certo non è un’acquisizione facile, occorre - e lo ribadiamo spesso - mettersi nell’ottica di un cammino che, finché siamo su questa terra, non termina mai.
   Il Vangelo come sempre, paradigma della nostra vita, lo afferma senza mezzi termini: Maria Maddalena non lo ha compreso subito, fugge convinta che qualcuno abbia portato via il corpo del suo Maestro; Pietro appare anch’egli perplesso; l’unico che “vide e credette” è il discepolo amato, Giovanni, colui che aveva sempre avuto un rapporto particolare con Gesù. Ma Giovanni può essere, deve essere, ciascuno di noi. Il mio augurio è appunto di scoprire o risvegliare il “Giovanni che c’è in noi”, ossia la nostalgia di Dio che ci portiamo dentro. La strada da percorrere è lunga, sono necessarie determinate condizioni perché essa giunga a destinazione. Dobbiamo imparare a fare tesoro di ogni opportunità offerta dalla vita che è nelle mani di Dio. Si tratta, in altri termini, di raccogliere l’invito che Paolo ci fa nella seconda Lettura, quando sottolinea come, in forza del nostro Battesimo, l’uomo vecchio sia morto con Cristo, il quale, essendo risuscitato, ha dato vita a un uomo nuovo. Ma perché questa esperienza diventi efficace, occorre impegnarsi ad accoglierla e a viverla. È quanto intende dire San Paolo quando ci invita ad ambire e pensare alle cose di lassù”. Non è un invito ad evadere dalle realtà della terra ma, semmai, scoprire come in esse sia già operante la vita che non terminerà mai, grazie alla forza dell’amore di Dio che guida la nostra storia.
   Ancora, a tutti il mio augurio di una Serena e Santa Pasqua.
   Con affetto!                                                                  P. Piergiorgio


La comunità dei Frati,

insieme ai collaboratori e alla

redazione di “Camminiamo Insieme”

augura a tutti una

Serena e Santa Pasqua



Lettura (Gv 20,1-9)
     Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. 

Riflessione
   Pietro negli Atti degli Apostoli racconta di come sia stato scelto per essere testimone di tutte le cose compiute da Gesù, della sua morte in croce e della sua Risurrezione. Quest'ultimo evento ci ha aperto orizzonti nuovi e ultraterreni, motivo per cui san Paolo, scrivendo ai Colossési, invita a "cercare le cose di lassù, dov'è Cristo". Come possiamo notare dai Vangeli della liturgia odierna, tale evento fu talmente inatteso che Maria di Màgdala, dopo aver visto il sepolcro vuoto, pensò che il corpo di Gesù fosse stato portato via da qualcuno; così come Pietro che rimase interdetto davanti ai teli e al sudario, e come i discepoli di Èmmaus, che non riconobbero immediatamente Gesù risorto, quando lo incontrarono sulla via del ritorno a casa.

Meditazione
   Prima di morire, Gesù aveva detto più volte che sarebbe risorto, a coloro che lo avevano seguito negli anni della sua vita pubblica. Eppure, non fu la prima cosa a cui pensarono Pietro e gli altri, quando Gesù morì e fu sepolto. Non avevano ancora compreso che Dio stava per renderli testimoni dell'evento che avrebbe cambiato la storia dell'umanità. Non pensavano che Gesù sarebbe risorto davvero. Maria di Màgdala andò al sepolcro il primo giorno della settimana, di mattino, quando ancora era buio, per andare a trovare un cadavere. Pietro andò di corsa al sepolcro appena venne avvisato dalla Maddalena che il corpo di Gesù era sparito, ma non riuscì a darsi una spiegazione  dell'accaduto. Addirittura, alcuni discepoli fecero ritorno a casa loro, ad Èmmaus, ormai sconsolati e delusi, nonostante avessero ricevuto la notizia del sepolcro vuoto. Questa reticenza a credere alla Risurrezione è comprensibile. L'esperienza della morte induce noi uomini a pensare che con essa giunga la fine. Alcuni tra i più ottimisti dicono che "a tutto c'è rimedio fuorché alla morte". E invece no! Cristo ha posto rimedio anche alla morte. Anzi, in virtù della sua Risurrezione, possiamo dire che se c'è rimedio alla morte allora c'è rimedio a tutto. Per arrivare a questa consapevolezza però è necessario l'incontro con il Risorto. È necessario camminare con Lui, ascoltare la sua Parola, lasciarlo entrare nella propria vita, mangiare con Lui e riconoscerlo nello spezzare il pane dell'Eucaristia. Tanti ancora oggi pensano che la Risurrezione di Cristo sia una fake news, una favola inventata, perché è un evento inatteso. Gli Apostoli, però, dopo l'incredulità iniziale, Gesù risorto lo hanno visto, e hanno dato la vita per portare a tutti questa buona notizia.

Preghiera in famiglia
   Quando il dubbio dovesse assalirmi e portarmi a pensare che tutto, compresa la fede, sia inutile, vienimi in soccorso, Gesù risorto, fammi sperimentare la tua presenza viva, e donami la certezza che alla morte dei miei cari c'è rimedio, che alla mia morte c'è rimedio, e che a tutto c'è rimedio. Amen!


Azione
   Oggi farò gli auguri di Pasqua ai parenti e agli amici, non quelli generici, ma quelli veri. Dirò a tutti, senza paura, che Cristo è davvero risorto.

Proposta della Diocesi
  Preparare con attenzione la tavola. Il cibo l’abbiamo preparato sia ieri sia prima ancora. Seduti a tavola i genitori o la persona più anziana, tra i commensali, prima di iniziare il pranzo, faccia gli auguri di Pasqua a tutti i convenuti poi, inviti a recitare insieme il “Padre nostro” e infine benedica sia il cibo sia le persone lì presenti, con queste parole:Signore, ci siamo preparati a celebrare questa Pasqua chiusi nelle nostre case; la nostra Quaresima, quest’anno, è stata unica ed eccezionale: distanti da tutti per essere prossimi a tutti. Ti ringraziamo di questo tempo che ci hai donato in cui, rallentati dagli eventi; abbiamo avuto bisogno di guardarci, misurarci, scoprirci nelle nostre paure e nei nostri desideri. Non vogliamo che sia solo un tempo perso, ma un tempo ritrovato per noi e per Te. Ti preghiamo per chi si trova anche oggi a combattere per garantire la salute di tanti nostri fratelli e sorelle; ti affidiamo le persone che sono giunte a Te in questo momento di pandemia. Forse alcune famiglie, oggi, siedono a questa tavola scrutando tra le lacrime il vuoto di chi non c’è più: noi ci affidiamo a Te perché dove sono presenti le nostre debolezze Tu ci sei e ci sostieni. Fa’ che questo pranzo sia per noi l’Eucaristia mancata da tempo, sia il nostro inno di lode a Te che dall’ombra della morte sei tornato in vita e hai ridato speranza alla nostra vita! Manda i tuoi angeli a indicarci che, non nella morte ti troviamo, ma nell’incontro gioioso di chi sa ascoltare il tuo nome detto con amore e sa riconoscerti come suo Maestro. Benedici la nostra famiglia e tutte le famiglie del mondo, fa’ che nel nostro cuore non si spenga mai la speranza di un domani dove, liberi dalla paura, correremo come i tuoi discepoli incontro a Te e ai nostri fratelli! Amen”.
   E tutti insieme, facendoci il segno di croce, diciamo: “Il Signore ci benedica e ci protegga; faccia risplendere su di noi il suo volto e ci doni la sua misericordia; rivolga a noi il suo sguardo e ci doni la sua pace; ci benedica Dio onnipotente: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Amen”.
   Alla sera: Leggere il racconto dei discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-35) con un po' di invidia e ironia: loro non avevano il problema del coronavirus e potevano camminare e fare una passeggiata fuori porta, “stare vicini, a meno di un metro dal Signore” e poi “cenare allo stesso tavolo”. Più fortunati di così!

Calendario liturgico settimanale
13 - 19 aprile 2020
Tempo di Pasqua - Proprio

Lunedi 13 - Fra l'Ottava di Pasqua
S. Martino I | S. Orso di Ravenna | S. Ermenegildo
[At 2,74.22-33; Sal 15; Mt 28,8-15]

Martedì 14 - Fra l'Ottava di Pasqua
S. Lamberto | SS. Tiburzio, Valeriano e Massimo
[At 2,36-47; Sal 32; Gv 20,77- 18]

Mercoledì 15 - Fra l'Ottava di Pasqua
S. Abbondio | S. Crescente di Mira | S. Paterno
[At 3,1-70; Sal 104; Le 24,73-35]

Giovedì 16 - Fra l'Ottava di Pasqua
S. Bernadette Soubirous | S. Leonida
S. Benedetto G. Labre | B. Gioacchino da Siena
[At 3,77-26; Sal 8; Le 24,35-48]

Venerdì 17 - Fra l'Ottava di Pasqua
S. Roberto | S. Innocenzo | S. Caterina Tekakwitha
[At 4,7-12; Sal 117; Gv 21,7-14]

Sabato 18 - Fra l'Ottava di Pasqua
S. Galdino | S. Eusebio | S. Atanasia | S. Antusa
[At 4,73-27; Sai 117; Mc 76,9- 15]

Domenica 19 - II di Pasqua (della Divina Misericordia)
S. Leone IX | S. Geraldo
[At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31]


  



Settimana Santa 2020


Sabato Santo

In questo giorno non ci sono celebrazioni liturgiche, ma soltanto la Veglia di Pasqua alla sera che fa già parte della Domenica di Risurrezione.
Di seguito il link per collegarsi alla Veglia delle ore 21:


Azione
   Al mattino: Silenzio: lasciamo entrare in noi questo elemento nuovo e di cui, forse, in questo tempo abbiamo fatto esperienza. Si può leggere la seconda lettura dell’Ufficio delle Letture (sul sito della CEI - Liturgia del giorno - Ufficio delle letture del Sabato Santo). Poi potete “ri-fare” le “pulizie di Pasqua” in un modo spirituale: metto in ordine il mio spazio esterno per mettere in ordine il mio cuore. È un modo semplice di celebrare il perdono di Dio: sarebbe bello, se c’è stata qualche discussione in casa che ha causato liti o malumori, chiedere perdono e anche farlo per telefono con chi è fuori dalla nostra casa, memori del ricordo della Parola del Signore: “prima di presentarti all’altare riconciliati con il fratello!”.

   Al Pomeriggio: Prepariamoci alla festa! Con i bambini scriviamo “Buona Pasqua” su un lenzuolo da esporre il giorno dopo. Organizziamo poi, sempre insieme a loro, il pranzo di Pasqua. Per sentirci in comunione domani a pranzo, suggerirei di preparare anche le uova sode ripiene. Una ricetta semplice che tutti possiamo realizzare secondo le usanze di casa. Dico l’uovo sodo perché è un’immagine simbolica forte: per gli antichi indicava l’inizio della nuova creazione! Per questo l’uovo è diventato simbolo della Pasqua, dove Cristo con la sua Risurrezione inaugura una nuova umanità!




10 aprile - Venerdì Santo



Lettura
   Dal Vangelo secondo Giovanni 18,1-19,42 - Celebrazione della Passione del Signore
Riflessione
   In questo giorno e nel giorno seguente, per antichissima tradizione la Chiesa non celebra l'Eucaristia. La celebrazione si svolge in tre momenti: Liturgia della Parola, Adorazione della Santa Croce, Santa Comunione. Il sacerdote e i ministri si recano all’altare e qui, prostrati a terra o inginocchiati, pregano in silenzio per breve tempo. Quindi il sacerdote inizia con la seguente Orazione: Ricòrdati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Collegamento in diretta streaming per la partecipazione alla Celebrazione liturgica:  Ore 18




Azione
   All’ora di pranzo: come sapete, al Venerdì Santo è prescritto il digiuno, ma in questo momento particolare credo sia bello trovarci a tavola. Due indicazioni semplici: o il classico … pane e acqua, oppure le “erbe amare”; specie per i più piccoli sarà una prova mangiare qualcosa che non piace senza lamentarsi troppo!
   Ore 15: insieme, in casa, davanti ad una croce, leggere il Salmo 21(22): quello che Gesù ha recitato in croce!
   Prima di Cena: per chi non potesse collegarsi: lettura del Vangelo della Passione a più voci, coinvolgendo i bambini a dare vita ai personaggi presenti nel testo!
   Dopo Cena: preghiera del ricordo o dei fedeli: ognuno, con molta semplicità, ricordi il nome delle persone per cui vuole pregare. Non solo per i famigliari defunti, ma anche per gli amici e i malati, o per situazioni particolari. Ma anche per le tante persone che vorremmo incontrare, ma che per ora non possiamo.






9 aprile - Giovedì Santo




Lettura
   Dal Vangelo secondo Giovanni 13,1-15 - Cena del Signore


Riflessione
   La cena pasquale è un rito fondamentale che di generazione in generazione un ebreo è chiamato a celebrare in ricordo della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto, operata da Dio nei confronti del suo popolo. Il libro dell’Esodo, nella liturgia odierna, consegna nei dettagli le prescrizioni con cui tale cena deve essere vissuta. San Paolo, scrivendo ai Corinzi, aggiunge la novità che Gesù inserì all’interno della cena pasquale l’offerta di se stesso al posto dell’agnello, attraverso le parole che la Chiesa ha poi usato per la consacrazione eucaristica. L’evangelista Giovanni ci spiega che il senso di questa offerta sta nell’amore che Gesù ha manifestato nella concretezza
del servizio, lavando i piedi agli Apostoli durante la sua Ultima Cena.


Preghiera in famiglia
   Signore Gesù, donami l’umiltà di lasciarmi toccare e lavare i miei piedi sporchi da te, senza vergogna. Che io possa rimanere travolto dall’amore che tu manifesti in questo tuo gesto, così da sentire l’urgenza di imitarti. Insegnami ad amare, a cingermi l’asciugamano attorno alla vita e a servire.


Collegamento in diretta streaming
per la partecipazione alla Celebrazione liturgica:  Ore 18

https://youtu.be/U4X0GDTdgl0


Azione
   All’ora di pranzo: in questo giorno, la Chiesa ricorda anche l’istituzione del ministero ordinato, cioè dei Sacerdoti! Sarebbe bello fare una semplice preghiera prima di pranzo, sia per i nostri Sacerdoti, per i nostri Parroci per i nostri “amici preti”, sia per chiedere anche il dono di nuove vocazioni per la nostra Chiesa! Provate un po', quando siete a tavola, a parlare dei vostri preti, raccontandovi i lati scherzosi o buffi del loro “mestiere” e forse anche le cose brutte e le loro difficoltà. Vi chiedo anche di brindare alla salute del nostro Vescovo Calogero, di Mons. Lupi, di tutti i preti con un po' di dolce e un buon bicchiere di vino: “Prosit” (ti giovi); “vobis quoque” (anche a voi!): a voi e a noi!
   Nel pomeriggio: con i bambini preparate il pane azzimo: acqua e farina: fare tre piccole schiacciate non troppo sottili, punzecchiarle con una forchetta, cuocere al forno su “carta forno” a temperatura moderata; deve soprattutto asciugare [per indicazioni maggiori vedi un tutorial!]; poi preparate anche un piatto tipico ebraico da mangiare insieme: mele grattugiate con cannella, noci e altra frutta secca schiacciata grossolanamente. I nostri fratelli ebrei la preparano per ricordare la terra che dovevano impastare per fare i mattoni durante la schiavitù in Egitto.
   Alla cena: prima di cena si legga il racconto dell’Istituzione dell’Eucaristia (I Cor 11,23-26). Si mangi insieme al cibo normale il pane azzimo, meno una delle tre schiacciate da mangiare alla fine, con le mele grattugiate. Per chi può ed è maggiorenne, si apra una bottiglia di buon vino, da bere con moderazione ma con riconoscenza! Dopo cena se si vuole con semplicità e gioia ci si lavi i piedi, gli uni gli altri: è un modo semplice senza parole per dire grazie!




8 aprile - Mercoledì Santo

Lettura
   Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-25 - Il tradimento di Giuda


Azione

   Dopo cena: leggere insieme il racconto della prima Pasqua che si trova in Esodo 12, 1-28, sia per ricordare e rivivere un’esperienza cara ai nostri fratelli maggiori, sia per sentirci anche noi coinvolti nell’evento pasquale: chiusi in casa per scampare al pericolo!




5 APRILE 2020

Domenica delle Palme e della Passione del Signore



Collegamento in diretta streaming per la partecipazione alla Celebrazione liturgica:  
                                Ore 11

https://youtu.be/TpTu9-Lpx8Q




Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:

Carissimi,
                    con la Domenica delle Palme, o della Passione del Signore, ha inizio la settimana più importante dell’anno liturgico, la Settimana Santa. Santa perché facciamo memoria nella liturgia degli eventi fondanti la nostra fede: la passione, morte e risurrezione di Gesù. Santa perché, ripercorrendo quegli eventi, attraverso la meditazione e la preghiera, ci viene chiesto di calarli nella vita per scoprire e stupirci che soltanto Gesù ci può liberare veramente dal male, dal peccato e dalla morte …
   E, allora, quest’anno, nell’impossibilità di celebrare i sacri Riti, riuniti in assemblea nelle nostre chiese, a causa della situazione drammatica che ancora stiamo vivendo, vorrei far mio, parafrasandolo per voi, l’augurio che è giunto a noi religiosi dal Segretario generale della CEI. E cioè: “Che la vostra Pasqua sia doppiamente santa per il dono della partecipazione alla Croce di Cristo con l’esperienza della nostra debolezza di fronte al male del mondo e per la speranza viva di poter riprendere con gioia il nostro cammino cristiano che ha il suo culmine nel servizio ai fratelli”.
   Per sentirci uniti in questo cammino, offriamo l’opportunità in questa settimana sia di partecipare in diretta streaming (sul canale Youtube “Parrocchia S. Pietro Savona”, di cui invieremo anche il link di volta in volta) ai Riti che celebreremo noi Frati qui in Parrocchia, sia di poterli vivere, tradotti in gesti significativi, tra le mura domestiche, trasmettendovi ciò che a tal proposito ha preparato don Piero Giacosa, in qualità di Direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano. Non dimentichiamo che la nascita della Pasqua aveva (ed ha) per il popolo ebraico una dimensione domestica: è in casa che si celebra la Pasqua!”. Vi ricordate cosa dicono i discepoli al Signore: “Dove vuoi che prepariamo per la Pasqua?”. Lui risponde: “Andate, troverete un uomo che vi indicherà una sala al piano superiore, là preparerete la Pasqua!”.
   Coraggio! Avremo modo una volta di più di scoprire e vivere in famiglia ciò che significa essere “chiesa domestica”.
   Che Dio ci benedica!   Con affetto!                      P. Piergiorgio


Lettura
   Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-27,66 - Passione di nostro Signore Gesù Cristo

Riflessione
   La passione di Gesù, quest’anno tratta dal Vangelo di Matteo, ci fa entrare nel cuore della Settimana Santa. A questo punto, tutti i nodi vengono al pettine: per quanto riguarda la fedeltà del Signore, che fino alla fine non si tira indietro, nemmeno di fronte alla morte, e per quanto concerne la debolezza degli Apostoli, i quali hanno paura e scappano, lasciando solo Colui che per anni avevano seguito. Vediamo il tradimento di Giuda Iscariota, l’Ultima Cena nella quale nasce l’Eucaristia, la tristezza e l’angoscia di Gesù nel Getsèmani, l’arresto con spade e bastoni, il processo e la condanna per bestemmia, il rinnegamento di Pietro, la consegna a Pilato, la salita al Gòlgota, la crocifissione, la morte e lo squarcio del velo del Tempio.


Preghiera in famiglia
   Ti rendo grazie, Gesù, per il tuo immenso amore per me, per esserti offerto sull’altare della croce, permettendomi di partecipare alla tua vita divina, insieme al Padre e nello Spirito Santo. Donami la forza ed il coraggio di offrirti la mia vita per ricambiare almeno in parte il tuo grande amore.


Azione  
Possiamo fare tutti una cosa semplice, ma che può assumere un suo semplice e piccolo segno! Senza fare nessun affronto alle disposizioni ministeriali però, possiamo fare una preghiera sulla porta di casa: lì leggeremo il Vangelo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme e poi, rientrati in casa, specie da parte dei genitori e se ci sono anche dei nonni, ricordare a ciascuno che Pasqua è ormai vicina, anzi che domenica prossima è Pasqua e che bisogna prepararsi bene a celebrarla.






29 MARZO 2020

Domenica di Quaresima

“Guardare oltre”

Di seguito il link per accedere al video della Messa della Famiglia di oggi 
(V Domenica di Quaresima):

 Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
Carissimi,
                    con la V Domenica di Quaresima abbiamo ormai oltrepassato la metà del nostro “cammino penitenziale” che quest’anno, come stiamo dicendo fin dall’inizio, abbiamo avuto l’opportunità, “grazie” anche al Coronavirus, di viverlo nella sua pienezza. Certo, siamo stati privati di una dimensione fondamentale quale quella liturgica della comunità che si riunisce nella propria chiesa il giorno del Signore (la Domenica) per celebrare l’Eucaristia, ma non siamo stati impediti di viverla, la nostra Eucaristia (la Messa), anzi! Al di là della possibilità di seguirla attraverso Internet (vedi il nostro link) e i canali televisivi, abbiamo avuto, credo, tutto il tempo per verificare il fondamento e l’autenticità della nostra fede che, specialmente in questo periodo, ci deve portare a scoprire in Gesù morto e risorto il Signore della nostra vita. Ecco la Pasqua: l’incontro con il Risorto, il Vivente, l’Unico che possa donare una speranza vera al di là della morte, non solo quella fisica che, prima o dopo, tutti ci attende, ma soprattutto quella interiore che rischia ogni giorno il nostro cuore messo alla prova dai “nonsenso” e dalle tragedie (vedi quella attuale) della vita …
   La Parola di Dio di questa Domenica, con l’episodio della risurrezione di Lazzaro (meglio sarebbe dire rianimazione, perché anche Lazzaro poi morirà come tutti), intende aiutarci ad interpretare proprio in questo senso il nostro cammino di fede, e cioè arrivare alla piena consapevolezza, perché se ne fa l’esperienza, delle parole che Gesù rivolge a Marta, sorella di Lazzaro: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?. Ecco il fondamento della nostra fede e dove ci vuole portare il percorso di questa Quaresima: crediamo che Gesù è davvero la nostra vita? Dopo l’offerta dell’acqua alla Samaritana (III Dom.), simbolo dell’amore vero di cui abbiamo sete, e il dono della vista al cieco nato (IV Dom.), simbolo della luce che illumina il nostro cammino, oggi (V Dom.), con la rianimazione dell’amico Lazzaro, Gesù propone se stesso come esperienza vera di salvezza … di vita eterna.
   Qual è il nostro atteggiamento di fronte a questa rivelazione? Gesù a Betania si rivela come la risurrezione e la vita parlando al presente (Io sono la risurrezione …); ciò significa che, in forza della fede che abbiamo in Lui, la nostra risurrezione è un processo già in atto che anticipa la risurrezione dell’ultimo giorno. Forse dentro di noi ci possono essere pietre o macigni che coprono le  morti incipienti del nostro cuore, pur essendo fisicamente vivi e vegeti, ma ci può essere (ci deve essere!) anche un Lazzaro che attende il risveglio da parte di Gesù. Per il Figlio di Dio quell’uomo che già manda cattivo odore non è morto, ma dorme: il Figlio lo può risvegliare, perché chi crede in Lui, anche se muore, vivrà.
   A tutti la mia benedizione e il mio abbraccio.       P. Piergiorgio


Lettura

   Dal Vangelo secondo Giovanni 11,1-45 - Episodio della risurrezione di Lazzaro

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 
] I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. ] Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». ]
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, 
si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. 
] 



Meditazione

   “Alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura”: così Gesù parla ai suoi discepoli, quando gli offrono da mangiare e vogliono riportarlo alla spicciola quotidianità del risolvere l’immediato. “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio”: così, quando - sempre i suoi discepoli - vogliono incastrare il vissuto senza lasciarsi guidare dall’azione più grande di Dio. Anche in questa Domenica il Signore ci invita a guardare più lontano e scrutare oltre il limite e il possibile: “Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio”. Il Maestro ci sta educando passo dopo passo a fare Pasqua con Lui: un’altra Acqua per la nostra sete, un’altra Luce per i nostri occhi, un’altra Vita oltre la vita. E, come guidati verso la profezia della sua Pasqua, ci conduce oggi davanti alla tomba dell’amico. Non ci sono pietre che possono tenere imprigionati gli amici. Non ci sono bende che possono tenere legate le persone oltre i loro vissuti. Ci sta educando alla Buona Vita del Vangelo del Regno, e ci sta introducendo nel mistero della sua Pasqua, per permetterci di condividere per sempre la sua morte e la sua risurrezione. Non c’è pietra che possa ostacolare la Via. Non c’è benda che possa soffocare la Vita. Non c’è dolore che possa essere più forte dell’Amore. È il morto che avvolto in bende esce dalla tomba, per il quale Gesù dice agli altri: “Sciogliete le bende e lasciatelo andare”. Ma risorte sono anche Marta e Maria, le quali hanno creduto a priori, e sono rinate alla Vita quando ancora i loro cuori erano immersi nel dolore. Gesù non allunga i nostri giorni terreni, non accorcia il tempo delle nostre sofferenze … Egli alita in noi la Vita, la vita piena che nessuna pietra tombale può bloccare, nessuna benda legare. La Vita di Cristo è Pasqua, passaggio oltre ogni pietra e ogni benda. [Don Riccardo Taccardi]

   
Preghiera in famiglia
   O Dio, tu che hai del tempo per noi, donaci del tempo per te … Facci guardare al futuro, senza bramare la sua illusione, né temere la sua venuta; insegnaci a vegliare. Libera il nostro avvenire da ogni preoccupazione inutile, da ogni apprensione che ci ruba il tempo, da tutti i calcoli che ci imprigionano. Tu sei il Dio che mette il tempo a disposizione della nostra memoria, delle nostre scelte, della nostra speranza [Joseph Rozier].


Proposito
   Questa settimana prendiamoci cura, con i mezzi a nostra disposizione e secondo le nostre possibilità, di una persona ammalata o bisognosa, per infondere in lei e in chi l’assiste coraggio e speranza.





25 MARZO 2020

Solennità dell'Annunciazione del Signore

Di seguito il link per accedere al video della Messa:



22 MARZO 2020

IV Domenica di Quaresima

“Sguardo stupito”

Di seguito il link per accedere al video della Messa della Famiglia di oggi 
(IV Domenica di Quaresima):

 Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
Carissimi,
                    il tema della Parola di Dio di questa IV Domenica di Quaresima in cui siamo invitati a gioire (e perciò chiamata “Dominica Laetare”) per la “salute”, ossia la salvezza offertaci dal Signore e accolta nel Battesimo, sembrerebbe in netto contrasto con il protrarsi della situazione di emergenza tutt’altro che allegra che stiamo vivendo. In realtà, però, se abbiamo davvero fede ma è proprio questo il punto non dovrebbe essere così. Infatti il racconto evangelico odierno della guarigione del cieco nato da parte di Gesù e ancor più le sue parole, lungi dal volere essere una “magra consolazione”, facendoci sperare in un eventuale intervento miracoloso a risolvere i nostri problemi di salute, intende farci comprendere invece quanto sia più importante imparare ad accogliere ecco nuovamente il tema del “cammi­no” la “luce” che il Signore vuole donarci e in cui dobbiamo crescere per “vedere” la realtà della nostra vita in profondità, al di là quindi degli eventi, belli o tristi, che la determinano. Ecco, penso sia la luce di cui, ora più che mai, abbiamo bisogno per ritrovare fiducia e serenità, ma che non dobbiamo mai cessare di perseguire … e questo tempo può servirci da monito.
   Pertanto, dopo il simbolo battesimale dell’acqua (vedi Domenica scorsa) ad indicare la sete di Verità che portiamo nel cuore, oggi il simbolo della luce indica la Verità stessa, che per noi è Gesù, capace di dare senso ad ogni altra verità. È ciò a cui mira il racconto evangelico del cieco nato e, a sua volta, una delle chiavi di lettura della Pasqua (= passaggio) verso cui camminiamo, la Vita eterna, ma che, grazie al Battesimo, sperimentiamo già, anche se non pienamente, fin d’ora: il passaggio, appunto, dalle tenebre alla luce, che possiamo anche concepire come un passare dal vedere la  realtà con gli occhi puramente umani al vederla con gli occhi di Dio.
   La vicenda del cieco nato diventa allora una sorta di specchio di ciò che dovrebbe accadere ad ognuno di noi, credenti, discepoli di Gesù. Il vero miracolo in realtà non è stato semplicemente la sua guarigione fisica. In effetti il cieco appena guarito, non comprende subito ciò che sta accadendo, né tanto meno riconosce subito in Gesù il vero Messia: è stato necessario intraprendere un cammino che inizia col dover lavarsi alla piscina di Siloe, essere poi sottoposto all’indifferenza dei genitori e all’interrogatorio dei farisei, per riconoscere solo alla fine Gesù come il Salvatore mandato da Dio. Così è per noi. La luce di Gesù è davvero efficace, perché intende educarci a comprendere piano piano la verità della sua Parola che è quella che ci fa “vivere” davvero. Non è, infatti, una luce prepotente, che abbaglia: al suo chiarore noi possiamo abituarci solo gradualmente per imparare a discernere la nostra storia in modo diverso. Non è neppure una luce impietosa, che giudica e ci condanna: nel rivelarci la nostra fragilità e il nostro peccato, ci annuncia anche la tenerezza e la misericordia di Dio. Non è infine una luce magica, che risolve una volta per tutte i nostri problemi: domanda di essere cercata costantemente, senza pensare mai di possederla una volta per sempre, ma dopo averla trovata, confidare di riceverla ancora come dono.
   Il mio augurio di oggi allora è quello di cogliere l’opportunità di questa Quaresima e di questo tempo così “strano” per cercare con maggiore determinazione e fedeltà di lasciarci “illuminare” da Gesù. Impariamo dalla Vergine Maria. Mercoledì prossimo, 25 marzo, celebriamo la solennità dell’Annunciazione. In quel grande evento che segnò l’inizio della nostra salvezza, Maria, per dire il suo entusiastico al progetto di Dio, si è lasciata tutta pervadere (illuminare) dalla luce del suo Santo Spirito. Per questo è chiamata la “Piena di Grazia”. Preghiamola, allora, perché, in questo cammino quaresimale, aiuti anche noi ad aprirci totalmente alla “Grazia” di Dio.
Con affetto,                           P. Piergiorgio


Lettura
   Dal Vangelo secondo Giovanni 9,1-41 - Episodio del cieco nato.

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita ] e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo, 
sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 
] Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». 
] Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 
Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. 
] Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane». 


Meditazione
   Il racconto dell’incontro tra Gesù e il cieco nato sembra essere la dimostrazione concreta del Prologo di Giovanni. L’evangelista sembra mettere in risalto le diverse reazioni che si possono avere dinanzi al miracolo e alla proposta della “Luce”. A ogni personaggio l’evangelista applica una reazione differente: la curiosità e la superficialità a chi assiste al miracolo; il dubbio e lo scetticismo ai farisei; la vigliaccheria ai genitori del miracolato; la fede al cieco guarito. La guarigione del cieco mette in risalto che la fede deve superare la paura e il pregiudizio, e si raggiunge con l’audacia e l’autonomia.


Preghiera in famiglia
   Signore, tu sei la mia luce: senza di te cammino nelle tenebre, senza di te non posso neppure fare un passo, senza di te non so dove vado … Se tu mi apri gli occhi, Signore, se tu mi illuminerai io potrò illuminare: tu fai di noi luce nel mondo [Card. C.M. Martini].


Proposito
   Questa settimana cerchiamo, anche eventualmente attraverso i social, di leggere ogni giorno il Vangelo propostoci dalla Messa quotidiana.








18 MARZO 2020

SOLENNITA' NOSTRA SIGNORA DI MISERICORDIA

FESTA PATRONALE


Di seguito il link per accedere al video della S. Messa delle ore 8,30 (Frati della Comunità):









Ecco la lettera del Parroco, pubblicata sul bollettino "Camminiamo Insieme" della prossima settimana: 
                            ⇓

   Carissimi,
                    in questi giorni ho un pensiero fisso che mi passa per la mente e che desidero innanzitutto condividere con voi, in particolare con le famiglie dei nostri ragazzi del Catechismo, la cui presenza fisica mi manca molto. Ed è il seguente. La situazione di emergenza generale che stiamo vivendo e a causa della quale non possiamo più, almeno fino al 4 aprile, incontrarci tutti insieme specialmente nella Celebrazione Eucaristica domenicale, può costituire in realtà, paradossalmente, una grande opportunità per vivere la Quaresima quale essa deve essere e come forse mai l’abbiamo vissuta. Almeno per me è così. Il fatto, ad esempio, di non potervi incontrare come prima, né di poter celebrare con voi, è una privazione, un digiuno appunto, come peraltro richiede questo Tempo Forte, che è davvero per me una penitenza e, spero, un pochino lo sia anche per voi. Ma in questa penitenza, costretta dalle circostanze della vita, possiamo intravedere e sperimentare la Grazia che il Signore concede a chi vuole davvero convertirsi a Lui, pentendosi dei propri peccati. E allora vorrei provare a sottolineare tre aspetti positivi al fine del nostro “camminare insieme” nella fede appunto le grazie che il Signore ci concede proprie di questo tempo così “strano” che stiamo vivendo.
- La ri-scoperta della “chiesa domestica”. Così viene definita dal Concilio la famiglia cristiana (cfr Lumen Gentium, 11), e non solo perché è in famiglia che si vive la prima e più importante esperienza di Chiesa (= assemblea riunita intorno al Signore), ma perché può essere vero modello della Chiesa stessa in quanto cellula primordiale della società umana. Sono sostanzialmente tre le dimensioni proprie della Chiesa che nel suo piccolo essa esprime: l’annuncio, la celebrazione e la testimonianza. Vive l’annuncio quando con docilità si mette in ascolto della Parola di Dio e con autorità la proclama; vive la celebrazione quando fa della preghiera un appuntamento quotidiano, facendo della vita e di ogni evento una lode e un ringraziamento a Dio avendo per fine il perdono e la riconciliazione fraterna; vive la testimonianza quando diventa luogo di comunione, di accoglienza e di carità. Come vedete, si tratta di un cammino di santità esigente ma entusiasmante, che gli accadimenti attuali e la Quaresima ci offrono su un piatto d’argento.
2°- Detto questo, ricordiamoci che Gesù è sempre presente nel tabernacolo, così come nel profondo del nostro cuore e per questo la Chiesa resta aperta per la preghiera personale individuale.
3°- Avrei pensato ad una proposta concreta per mantenere viva o, forse, addirittura rinsaldare la comunione tra di noi, e dico comunione non a caso in quanto la Comunione col Corpo di Cristo propria della Messa è autentica soltanto se è espressione della volontà di vivere anche la comunione tra di noi (cfr Principi e Norme per l’uso del Messale Romano, n. 56). La proposta è quella di offrirvi, se volete, la possibilità di scaricare ogni settimana via mail o tramite Whatsapp il pdf del nostro “Camminiamo Insieme” (che comunque potrete sempre ritirare in fondo alla Chiesa), riportante la mia lettera e la riflessione sulla Parola della Domenica con la proposta di una preghiera e di un impegno concreto; così come anche il link della Messa domenicale celebrata in Convento dalla comunità dei Frati. A questo proposito, ricordo che in nostro possesso abbiamo i nominativi di molti di voi divisi già in quattro gruppi: i genitori dei ragazzi del Catechismo, i membri dell’Ordine Secolare Carmelitano, i membri del Coro e i collaboratori in genere. Chi di voi volesse a sua volta comunicare il tutto ai propri amici, può farlo liberamente. Le due proposte avranno per forza di cose tempi diversi: “Camminiamo Insieme” vi verrà trasmesso al sabato, mentre il link per seguire la S. Messa alla domenica.
4°- Non dimentichiamo infine che questa settimana porta in sé due grandi Solennità a noi tanto care: la festa patronale di Maria, Madre di Misericordia il 18 marzo e, il giorno dopo, la Solennità di S. Giuseppe. A Maria e Giuseppe ci rivolgiamo in particolare questa volta perché ci aiutino a superare con serenità questo momento così difficile per noi. Maria, del resto, come ogni mamma non può che essere attenta e preoccupata per la “salute” dei suoi figli. E per quanto riguarda Giuseppe, pensate che la nostra Madre S Teresa d’Avila diceva: “Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito ottenuta” … Quindi, coraggio!
   Un forte abbraccio virtuale, ma non meno forte, a tutti.
   Con affetto.                                                               P. Piergiorgio



Di seguito i link per accedere ai video della Messa della Famiglia del 15 marzo 2020 
(III Domenica di Quaresima):

https://www.youtube.com/watch?v=I1xHqcxkstU&t=1s

https://www.youtube.com/watch?v=0IlGN_lMtW4

https://www.youtube.com/watch?v=lcJ5DtXE_0w






III Domenica di Quaresima

“Guardare lontano”


Lettura
   Dal Vangelo secondo Giovanni 4,5-42 - Incontro di Gesù con la Samaritana.

Meditazione
   Il passato della donna di Samaria è descritto in due brevi frasi: lei sintetizza il tutto dicendo che non ha marito, il Maestro completa dicendo: “Hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito” Tutto è fugace, non c’è tempo per ricordare il passato Sono entrambi dinanzi ad un pozzo che parla di amore e di speranza Lei, in maniera particolare, fa i conti con quel bisogno di eternità che ha sempre desiderato. Lui, il Maestro, fa i conti con una umanità che non riesce a riconoscersi tale, e che ha bisogno di un continuo andirivieni per sentirsi viva, che non riesce ad attendersi più nulla. Lei bisognosa solo di acqua; Lui, che sa riconoscere in quel bisogno il desiderio di volgere lo sguardo altrove. Lei, stanca delle tante occasioni, cerca di dare un nome a quel bisogno: “Signore, dammi di quest’acqua perché non abbia più sete …”. Lui, che le apre prospettive nuove. Lei, in cerca di continue sicurezze. Lui, che non la trattiene, ma la lascia libera di raccontare un amore differente da quelli precedenti, perché coinvolge tutti. Tutti sono chiamati a confrontarsi con questo amore, a mettere in discussione la presunta capacità di amare, a rivedere il proprio passato. Quel pozzo diventa un “mare”: arriva sino alle case dei samaritani, i quali mettono da parte la diffidenza che i Giudei hanno nei loro confronti e sfidano il futuro. Samaritani che credono non per le parole, ma per la Parola. Quel pozzo ormai è troppo piccolo, non è sufficiente a contenere l’acqua di cui parla il Maestro. E mentre i discepoli sono preoccupati di soddisfare la fame dell’oggi, Gesù chiede di alzare lo sguardo, di non tener più conto di quel misero pozzo. I campi sono pronti per la mietitura, come la Samaritana e i suoi compaesani sono pronti a scommettere sull’Amore, che ha il sapore dell’Eternità.

Preghiera in famiglia
   Vieni in noi, Spirito Santo, Spirito dell’amore: riversa sempre più la carità nel nostro cuore. Vieni in noi, Spirito Santo, Spirito di verità: concedici di pervenire alla conoscenza della verità in tutta la sua pienezza. Vieni in noi, Spirito Santo, acqua viva che zampilla per la vita eterna: donaci la grazia di giungere a contemplare il volto del Padre nella vita e nella gioia senza fine. Amen [S. Agostino].

Proposito
   Sull’esempio della Samaritana stiamo ogni giorno nella nostra stanza 5 minuti in dialogo con Gesù, soprattutto in ascolto della sua Parola.

A cura di don Riccardo Taccardi, Parroco di “San Michele Arcangelo” in Minervino (BT)




SOLENNITA' DELLA PROSSIMA SETTIMANA:

18 Marzo - Solennità della B.V. Maria Madre di Misericordia
Patrona della Città e della Diocesi di Savona
   La mattina del 18 marzo 1536, Antonio Botta, un contadino della valle savonese di San Bernardo, mentre si stava recando a lavorare nella vigna, si fermò a rinfrescarsi presso un piccolo torrente. Improvvisamente vide scendere dal cielo con grande splendore una figura di donna che disse: Alzati e non dubitare ch’io sono la Vergine Maria. Vai dal tuo confessore e digli che annunzi in chiesa al popolo di fare digiuni per tre sabati e di venire in processione in onore di Dio e della sua Madre ... Il quarto sabato tornerai in questo luogo”. Poiché Antonio era una persona di riconosciuta sincerità ed onestà, il suo racconto venne preso sul serio ed il popolo fu invitato dalle istituzioni religiose a fare penitenza. L’8 aprile, quarto sabato dopo la prima apparizione e vigilia della Domenica delle Palme, Antonio Botta ritornò sul luogo del miracolo ed il prodigio si ripetè: la Madonna apparve in una luce intensa ed abbagliante, si posò su un sasso del torrente e, dopo avere dato disposizioni affinché i savonesi e non solo facessero digiuni, processioni e penitenze per riparare le grandi iniquità presenti nel mondo, alzando per tre volte le mani e gli occhi al cielo esclamò: Misericordia voglio, e non giustizia!”.

19 Marzo - Solennità di S. Giuseppe– Sposo della B.V. Maria
Patrono della Chiesa universale e
Protettore dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi
   Questa celebrazione ha profonde radici bibliche; Giuseppe è l’ultimo patriarca che riceve le comunicazioni del Signore attraverso l’umile via dei sogni. Come l’antico Giuseppe, è l’uomo giusto e fedele che Dio ha posto a custode della sua casa. Egli collega Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide. Sposo di Maria e padre putativo, guida la sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall’Egitto, rifacendo il cammino dell’Esodo.
   Pio IX lo ha dichiarato patrono della Chiesa universale e Giovanni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano.
   Santa Teresa d’Avila affidò a San Giuseppe la sua vita spirituale, la sua vita di orazione, tutti i problemi dei suoi monasteri e, infine, della Riforma. A lui attribuì la propria prodigiosa guarigione da un male misterioso che l’aveva tormentata per tanti anni; a lui dedicò il primo monastero e altri; a lui ella si rivolgeva, nei momenti di difficoltà, per risolvere i casi più difficili fino ad affermare che mai si era rivolta al Patriarca San Giuseppe senza essere stata esaudita. Diceva che i suoi monasteri erano guardati da una porta dalla Madonna e dall’altra da San Giuseppe. Nel sesto capitolo della Vita la Santa Madre scrive: “Io lo presi per mio avvocato e patrono, il glorioso San Giuseppe, e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nelle necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi ... Ho visto chiaramente che il suo aiuto fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare. Non mi ricordo finora d’averlo pregato di alcuna grazia senza averla subito ottenuta. ... Il glorioso San Giuseppe, io lo so per esperienza, estende il suo patrocinio sopra qualsiasi bisogno …”.
   Il Carmelo Teresiano porta avanti questo legame profondo con San Giuseppe riconoscendosi nel suo silenzio, nella sua solitudine interiore, nello spirito di contemplazione e di orazione costanti.























IV Domenica di AVVENTO

22 DICEMBRE 2019



III Domenica di AVVENTO

15 DICEMBRE 2019





II Domenica di AVVENTO

8 DICEMBRE 2019

Solennità dell'IMMACOLATA CONCEZIONE 
della B. V. Maria










15 Ottobre 2019 

SOLENNITÀ DI SANTA TERESA DI GESÙ 

Dottore della Chiesa e riformatrice del Carmelo


Programma delle celebrazioni:

DA SABATO 12 OTTOBRE A LUNEDÌ 14 OTTOBRE 
Triduo in preparazione con la S. Messa vespertina 
(ore 18 sabato e lunedì; ore 18,30 domenica)

MARTEDÌ 15 OTTOBRE
ore 9,00 e 13,00: S. Messa - ore 17,30: Vespri Solenni 
ore 18,00: S. Messa Solenne 
ore 21,00: Concerto conclusivo del Coro S. Pietro, 
diretto da P. Piergiorgio 
“Meditazione musicale sui temi teresiani” 






Giovedì 15 agosto
Solennità dell'Assunzione 
della B. V. Maria



S. Messe ore 8,30 - 11 - 18,30
Vespri solenni ore 18




Per tutto il mese di agosto
S. Messa ore 18 
(18,30 domenica e 15/08)
Sono sospese le S. messe alle ore 9 
e quella alle 13 del martedì.



Giovedì 11, 18 e 25 luglio
"NOTTE BIANCA IN PREGHIERA"
Adorazione Eucaristica 

organizzata dai giovani della nostra Parrocchia e dai loro amici. 










SOLENNITÀ' DELLA B. V. MARIA DEL MONTE CARMELO



Martedì 16 luglio (COMMEMORAZIONE SOLENNE)
h 8,15 Ufficio delle Letture e Lodi
h 9 S. Messa
h 17,30 VESPRI SOLENNI
h 18 S. Messa
h 20,30 MESSA SOLENNE. A seguire Processione con la statua della Madonna e Benedizione.