BENVENUTI
SUL SITO DELLA
PARROCCHIA SAN PIETRO DI SAVONA
23 AGOSTO 2020
XXI Domenica del Tempo Ordinario
“La grande prova”

Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
vengo a voi nel cuore dell’estate con questo numero speciale per riportare il quadro definitivo
(vedi
all’interno) delle nomine dei nuovi Superiori e Formatori dei Conventi della nostra Provincia Carmelitana Ligure, nonché i vari Uffici
Provinciali. Restano ancora da definire i Superiori e gli Uffici della nostra
Delegazione nella Repubblica Centrafricana. Per quanto mi riguarda, già
sapevate che avrei lasciato la nostra Comunità-Parrocchia di San Pietro: dopo 21 anni consecutivi diventa
quasi una necessità, un dovere, anche per il bene della Parrocchia stessa che per continuare a
crescere ha bisogno sempre di nuovi stimoli e di nuove forze. Ma mai e poi
mai avrei immaginato che mi nominassero Priore del Santuario di Gesù Bambino di
Arenzano, da cui, tra l’altro, sono giunto nel lontano 1999. Le vie del
Signore sono davvero infinite e misteriose! È inutile che vi dica cosa sto
provando in questo momento … lo potete immaginare. Sono tanto legato e
affezionato a tutti voi … ma l’amicizia non verrà mai meno. Andrò ad Arenzano solo verso la fine di settembre per attendere
l’arrivo dall’Africa del nuovo Priore e Parroco, padre Enrico Redaelli che voi già ben conoscete e amate.
Avremo comunque modo di salutarci, ringraziando il Signore anche
per i miei 50 anni di voti religiosi che, appunto,
rinnoverò sabato 19 settembre. Vorrei che fosse un giorno non improntato al rimpianto o alla
tristezza, ma colmo di gioia per la grazia che il Signore mi ha fatto della vocazione e di avervi incontrato
sul
mio cammino, con l’impegno, semmai, di mantenere vivo nel tempo questo
rapporto.
Non posso fare altro ora che chiedere la vostra preghiera che contraccambio di vero
cuore.
Vi benedico e vi abbraccio. Con affetto, P. Piergiorgio
LETTURA (Mt
16,13-20)
In quel tempo, Gesù, giunto
nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi
dice che sia il Figlio dell’uomo?».
Risposero: «Alcuni dicono
Giovanni il Battista, altri Elìa,
altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma
voi, chi dite che io sia?».
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse:
«Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno
rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.
E io a te dico: tu sei Pietro e
su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non
prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che
legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla
terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai
discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Meditazione
La riflessione
sul potere di Pietro e dei suoi successori non avrebbe un valore di fede, senza
una riposta seria e responsabile alle due domande di Gesù: «La gente, chi dice che sia il Figlio
dell'uomo? Ma voi, chi dite che io sia?». ll popolo che segue Gesù è vario e non frequenta il Maestro come gli
Apostoli. Le esperienze, quindi, cambiano, come pure le reazioni alla
predicazione di Gesù. È più facile considerarlo un profeta che non il Messia,
atteso come un re capace di governare le nazioni e ricostruire il regno
d'Israele. La prova che sia veramente il Figlio di Dio è proprio nell'essere
tutt'altro che un potente "re
capace di governare le nazioni". Questo
è quanto sgomenta anche Pietro all'annuncio della Passione di Gesù. Parlare di
Dio da filosofi, come Socrate, Platone, Aristotele,.è bene, ma la grande prova
per tutti, noi compresi, è interpretare un Dio che vuole fare strada con noi,
entrare nella storia di ognuno perché "abbia
la vita e l'abbia in abbondanza". Questa
è la "verità" che Gesù testimonierà davanti a Pilato [Gv 18,37]. La
domanda bruciante, rivolta oggi anche a noi, è questa: "Chi dite che io sia?". Fino a quando anche noi non risponderemo come
Pietro, illuminato dall'Alto, dicendo: "Tu
sei il Cristo", la nostra vita
barcollerà tra mille pensieri e mille dubbi. Dice infatti il Signore: «l miei pensieri non sono i vostri
pensieri, le vostre vie non sono le mie vie» [Is 55,8]. Per questo è insufficiente una conoscenza di Dio con i soli
mezzi della ragione, senza una grazia particolare: il dono dello Spirito di
Dio. La percezione di Gesù come "il
Cristo, il Figlio del Dio vivente" è
stata I'esperienza di Pietro, che lo "riconoscerà" in quell'Uomo
straordinario. Tale professione, superiore all'umana conoscenza, è necessaria perché
Pietro possa essere scelto da Gesù come un valido e sicuro detentore delle "chiavi del Regno", pietra sicura su cui fondare la Chiesa.
La Parola di Dio e gli appuntamenti di ogni giorno
Domenica 23 Agosto - XXI
DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
• ore 8,30: S. Messa - Int. libera •
ore 11: S. Messa della Famiglia
• ore 18: Vespri • ore 18,30: S. Messa - Int. Libera
Lunedì 24 Agosto - FESTA
DI S. BARTOLOMEO, APOSTOLO
AP 21,9B-14; SAL 144; GV 1,45-51 “I tuoi santi, Signore, dicono la gloria
del tuo regno”
• ore 16,,30: Matrimonio di Rosella
Furfari e Gabriele Vincenzo Liparota
• ore 18: S. Messa - Def. 1) Manuela; 2) Fam. Baglio
Martedì 25 Agosto - B. MARIA BAOUARDY DI
GESÙ CROCIFISSO, OCD
COMMEMORAZIONE MENSILE DI GESÙ BAMBINO DI PRAGA
2TS 2,1-3A.13-17; SAL 95; MT 23,23-26 “Vieni, Signore, a giudicare la terra”
• ore 17: Adorazione Eucaristica del 25 del mese
• ore 18: S. Messa - Def. Rosalia e Stefano Vescio
Mercoledì 26 Agosto - S. TERESA DI GESÙ, NELLA
TRASVERBERAZIONE DEL CUORE
2TS 3,6-10.16-18; SAL 127; MT 23,27-32 “Beato chi teme il Signore”
• ore 18: S. Messa - Def. Dora e Franco
Giovedì 27 Agosto - MEMORIA
DI S. MONICA
1COR 1,1-9; SAL 144; MT 24,42-51 “Benedirò il tuo nome per sempre,
Signore”
• ore 18: S. Messa - Def. Giuseppina Poggio
• ore 21 nel CHIIOSTRO DEL CONVENTO: Concerto del Millennium Ensemble:
Silvia Schiaffino (flauto),
Federico Briasco e Renato Procopio (chitarra)
Venerdì 28 Agosto - MEMORIA
DI S. AGOSTINO, VESCOVO E DOTTORE
1COR 1,17-25; SAL 32; MT 25,1-13 “Dell’amore del Signore è piena la terra”
• ore 17: Adorazione Eucaristica • ore 18: S. Messa - Def. Lino e Renzo
Sabato 29 Agosto - MEMORIA
DEL MARTIRIO DI S. GIOVANNI BATTISTA
GER 1,17-19; SAL 70; MC 6,17-29 “La mia bocca, Signore, racconterà la
tua salvezza”
• ore 16,,30: Battesimo di Alessandro
Caviglione
• ore 18: S. Messa - Def. Lucio Marziano [7° anniversario]
16 AGOSTO 2020
XX Domenica del Tempo Ordinario
“L'abbraccio universale”
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
LETTURA (Mt
15,21-28)
In quel tempo, partito di
là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne.
Ed ecco
una donna Cananèa, che
veniva da quella regione, si mise a gridare:
«Pietà di me,
Signore, figlio di Davide!
Mia figlia è molto tormentata da un demonio».
Ma egli
non le rivolse neppure una
parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e
lo implorarono:
«Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!».
Egli rispose: «Non sono
stato mandato se non alle
pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e
si prostrò dinanzi a lui,
dicendo: «Signore, aiutami».
Ed egli rispose: «Non è bene
prendere il pane dei figli
e gettarlo ai cagnolini».
«È vero, Signore - disse la donna -,
eppure i cagnolini mangiano
le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò:
«Donna, grande è la tua
fede! Avvenga per te come desideri».
E da quell’istante sua
figlia fu guarita.
Meditazione
La Parola di
Dio ci spinge ad andare oltre le frontiere e le barriere culturali e ideologiche,
che spesso sono la causa scatenante di guerre fratricide. Oggi sono evidenti quelle
contro i migranti, i rifugiati e gli sfollati, diventati l’ “emblema dell'esclusione” [papa Francesco], considerati per la società
dabbene un intollerabile disturbo, evocando i versetti di Dante: «Fama di loro il mondo esser non lassa
[...] non ragioniam di lor, ma guarda e passa» [Inf. 3,4]. L’oppressione dei poveri - la
stragrande maggioranza dei migranti - è uno dei quattro peccati che grida
vendetta davanti a Dio: non resterà impunita. L’indifferenza e l'insensibilità
sono forme indirette di crudeltà perché soffocano il sentimento della pietà e
contraddicono il comando del Signore: «Amerai
il tuo prossimo come te stesso» [Mt
22,39]. Di fronte al complesso fenomeno dell'immigrazione, come singole persone
possiamo fare poco, se non favorire I'intervento degli organismi preposti,
tanto dalla Chiesa, quanto dallo Stato, ed impedire che gli immigrati siano
considerati merce su cui speculare. Non sarebbe inoltre forzare l'altrui
coscienza proporre loro qualche incontro di formazione religiosa. La reciproca convivenza
è possibile pensando alle parole di Gesù: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno
solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» [Mt 25,40]. Fanno pertanto tremare le parole del
Giudizio finale: «Via,
lontano da me, maledetti... ero straniero e non mi avete accolto» [Mt 25,43]. L’integrazione richiede tempo; impone
tanto di aprire gli occhi, quanto di chiuderli, di fronte a forme di vita che possano
irritare la nostra sensibilità ed entrare in conflitto con la nostra cultura;
ma quando il cuore è ricco di buoni sentimenti cristiani, tutto è possibile.
La Parola di Dio e gli appuntamenti di ogni giorno
Domenica 16 Agosto - XX
DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
• ore 8,30: S. Messa - Int. libera •
ore 11: S. Messa della Famiglia
• ore 18: Vespri • ore 18,30: S. Messa - Def. Giorgio [5° anniv.] e Fam. Chiara, Rebagliati e
Siri
Lunedì 17 Agosto -
EZ 24,15-24; CANT. DT 32,18-21; MT 19,16-22
“Hai dimenticato
Dio che ti ha generato”
• ore 18: S. Messa - Def. Nini, Carla e Giorgio
Martedì 18 Agosto - BB. GIOVANNI BATTISTA, MICHELE LUIGI, GIACOMO,
SACERDOTI, E COMPAGNI
DI ROCHEFORT, MARTIRI OCD
EZ 28,1-10; CANT. DT 32,26-36; MT 19,23-30
“Il Signore farà
giustizia al suo popolo”
• ore 18: S. Messa - Def. Giovanni e Giovanna
Arcidiacono e Fam.
Mercoledì 19 Agosto - S. GIOVANNI EUDES, SACERDOTE
EZ 34,1-11; SAL 22; MT 20,1-16 “Il Signore è il mio pastore: non manco
di nulla”
• ore 18: S. Messa - Def. Giovanni e Rosa
Giovedì 20 Agosto - MEMORIA
DI S. BERNARDO, ABATE E DOTTORE
EZ 36,23-28; SAL 50; MT 22,1-14 “Vi aspergerò con acqua pura e sarete
purificati”
• ore 18: S. Messa - Def. Fam. Franzini
Venerdì 21 Agosto - MEMORIA
DI S. PIO X, PAPA
EZ 37,1-14; SAL 106; MT 22,34-40 “Rendete grazie al Signore, il suo amore
è per sempre”
• ore 17: Adorazione Eucaristica
• ore 18: S. Messa - Def. Agnese Minetti
Sabato 22 Agosto - MEMORIA
DELLA B.V. MARIA REGINA
EZ 43,1-7A; SAL 84; MT 23,1-12
“La gloria del
Signore abiti la nostra terra”
• ore 18: S. Messa - Def. 1) Eleonora e Pio Mornacchi; 2)
Giuseppe e Giuseppa Incorvaia
9 AGOSTO 2020
XIX Domenica del Tempo Ordinario
“La quiete dopo la tempesta”
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
LETTURA (Mt
14,22-33)
Dopo che la folla ebbe
mangiato, subito Gesù costrinse i discepoli
a salire sulla barca
e a precederlo sull’altra
riva, finché non avesse congedato la folla.
Congedata la folla, salì
sul monte, in disparte, a pregare.
Venuta la sera, egli se ne
stava lassù, da
solo. La barca intanto
distava già molte miglia da terra
ed era agitata dalle onde:
il
vento infatti era
contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando
sul mare. Vedendolo
camminare sul mare,
i discepoli furono sconvolti e dissero: «È
un fantasma!» e gridarono dalla paura.
Ma subito Gesù parlò loro
dicendo:
«Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose:
«Signore, se sei tu,
comandami di venire verso
di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!».
Pietro scese dalla
barca, si mise a camminare
sulle acque e andò verso Gesù.
Ma, vedendo che il vento
era forte, s’impaurì e,
cominciando ad affondare, gridò:
«Signore, salvami!». E subito
Gesù tese la mano, lo
afferrò e gli disse:
«Uomo di poca fede, perché hai dubitato?
». Appena saliti sulla barca, il vento cessò.
Quelli che erano sulla barca si prostrarono
davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!»
Meditazione
L'attribuire al
demonio la bufera sul lago, potrebbe sembrare una forzatura fantasiosa, ma
nella lettura del brano ci sta bene. È Gesù a ricordare a Simone, appena posto
a capo della Chiesa, che le "porte
degli inferi non prevarranno contro di essa" [Mt 16,17-18]. Quella notte da incubo rimane la
prova che la Chiesa potrà essere aggredita da qualsiasi bordata del nemico
infernale, travolta da scandali e tradimenti, ma non potrà mai affondare.
Questo va detto, in un momento storico e culturale molto complesso qual è il
nostro, in cui è facile pensare che, dopo la "Chiesa del silenzio"
oggi, molti cattolici, laici e non, preferiscano "il silenzio della
Chiesa", favorendo in tal modo la sua secolarizzazione e uno stato di
pacifico sincretismo, aperto a tutti i compromessi con il mondo. Nonostante le
debolezze e gli scandali, amplificati a dismisura, la Chiesa è in se stessa un
mistero divino e nella sua realtà è pura; ma spesso non lo sono le persone di
Chiesa. Occorre quindi discernimento, grande amore per Gesù, molta preghiera e fedeltà
al cosiddetto "depositum
fidei" tramandatoci
sul fondamento dell'infallibilità. Sant'Agostino, di fronte al fatto che il
diavolo continua ad agitare e a scuotere la barca della Chiesa, afferma: «Ma più potente è Colui che intercede
per noi. Poiché in mezzo a queste nostre tempeste, che ci travagliano, Egli ci
dà fiducia venendo verso di noi e confortandoci; quando siamo turbati badiamo
soltanto di non uscire dalla barca e gettarci in mare. In realtà, anche se la
barca è sbattuta, è tuttavia sempre una barca. Essa sola porta i discepoli e
accoglie Cristo. È vero, essa corre pericolo nel mare, ma senza di essa uno va in
perdizione. Rimani perciò ben saldo nella barca e prega Dio» [Disc.75,4].
La Parola di Dio e gli appuntamenti di ogni giorno
Domenica 9 Agosto - XIX
DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
• ore 8,30: S. Messa - Int. libera •
ore 11: S. Messa della Famiglia
• ore 18: Vespri • ore 18,30: S. Messa - Int. Libera
Lunedì 10 Agosto - FESTA
DI S. LORENZO, DIACONO E MARTIRE
2COR 9,6-10; SAL 111; GV 12,24-26 “Beato l’uomo che teme il Signore”
• ore 18: S. Messa - Def. Lorenzo Roattino
Martedì 11 Agosto - MEMORIA
DI S. CHIARA, VERGINE
EZ 2,8-3,4; SAL 118; MT 18,1-5.10.12-14 “Quanto sono dolci al mio palato le tue
promesse,
Signore”
• ore 18: S. Messa - Def. Osvaldo Diana [7° anniv.]
Mercoledì 12 Agosto - S. GIOVANNA FRANCESCA
DE CHANTAL, RELIGIOSA
EZ 9,1-7; 10,18-22; SAL 112; MT 18,15-20 “Più alta dei cieli è la gloria del
Signore”
• ore 18: S. Messa - Def. Giovanna Zerbino
Giovedì 13 Agosto - SS. PONZIANO, PAPA, E IPPOLITO, SACERDOTE, MARTIRI
EZ 12,1-12; SAL 77; MT 18,21-19,1 “Proclameremo le tue opere, Signore”
• ore 18: S. Messa - Def. Aldo Bogliacino
Venerdì 14 Agosto - MEMORIA
DI S. MASSIMILIANO MARIA KOLBE,
SACERDOTE
E MARTIRE
EZ 16,1-15.60.63 o EZ 16,59-63; IS 12,2-6; (cant.); MT 19,3-12 “La tua collera, Signore, si è placata
e tu mi hai consolato”
• ore 17: Adorazione Eucaristica
• ore 18: S. Messa - Def. Fam. Agnese, Saturno e Antonio
Sabato 15 Agosto - SOLENNITÀ
DELL’ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA
AP 11,19A; 12,1-6A.10AB; SAL 44;
1COR 15,20-27A; LC 1,39-56 “Risplende la
Regina, Signore,
alla tua destra”
• ore 8,,30
: S. Messa - Int. libera
• ore 11: S. Messa della Famiglia
•
ore 18: Vespri • ore 18,,30: S. Messa - Int. libera
2 AGOSTO 2020
XVIII Domenica del Tempo Ordinario
“Gesù, la Parola che dà vita”
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
LETTURA (Mt
14,13-21)
In quel tempo, avendo udito [della
morte di Giovanni Battista,
Gesù partì di là su una barca e si
ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono
a piedi dalle città.
Sceso dalla barca, egli vide una
grande folla, sentì compassione
per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si
avvicinarono i discepoli
e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai
tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare».
Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano;
voi stessi date loro da mangiare».
Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque
pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli
qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi
sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò
la benedizione,
spezzò i pani e li diede ai
discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e
portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato
erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Meditazione
Perché, dopo averlo "scoperto", una
folla di oltre cinquemila persone segue Gesù? A quella gente Egli non parla di
"giustizia sociale", ma di un "Regno" che non è di questo
mondo. Parla di Dio come Padre celeste che ama, nutre e veste i suoi figli tanto
quanto gli uccelli del cielo, che non seminano e non mietono, né raccolgono nei
granai; eppure il Padre celeste li nutre [cfr. Mt 6,26]. Dice parole mai udite
prima, e la folla lo sta ad ascoltare fino a sera. All'opposto della nostra
fretta per le cose dello spirito, per I'intera giornata quella gente non ha
cercato che il pane dello spirito, ossia "il Regno di Dio e la sua giustizia" ma, senza
pensarvi in alcun modo, ha ritrovato anche il pane del corpo, un sovrappiù che
Dio, nella sua Provvidenza, non fa mancare a nessuno. Dopo quella
moltiplicazione del pane, nella sinagoga di Cafàrnao, Gesù parlerà a lungo del "Pane di vita eterna", dell'Eucaristia,
ossia del suo Corpo offerto in sacrificio per noi. La Provvidenza perdura e si
manifesta nella solidarietà alla quale la Chiesa cattolica non è mai venuta
meno. Si differenzia dalla filantropia
laica, in quanto deve operare nel "nome"
di Gesù [Gv 16,23], il "rivoluzionario" che afferma: «Tutto quello che avete fatto a uno solo
di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» [Mt
25,40]. «L'identificazione
di Cristo con I'indigente è uno degli aspetti più alti e nuovi del messaggio
evangelico» [Chiara Lubich, novembre 1984]. Questo richiede
che tutti, in special modo gli operatori delle varie "Caritas", siano
persone di fede. lnfatti, solo «la
relazione profonda con Cristo, vissuta e alimentata dalla Parola e dall'Eucaristia,
rende efficace l'annuncio, motiva I'impegno per la catechesi e anima la testimonianza
della carità» [Benedetto XVl, 5 luglio 2011].
La Parola di Dio e gli
appuntamenti di ogni giorno
Domenica 2 Agosto - XVIII
DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
• ore 8,30: S. Messa - Int. Libera
• ore 11: S. Messa della Famiglia e Battesimo di Ilary Denisse ed Estefany Vittoria Cedeno Rubio
• ore 18: Vespri • ore 18,,30: S. Messa - Def. Liliana [trigesima] e Bruno
Dal mezzogiorno del 1° Agosto a tutto il 2 Agosto, nelle
chiese parrocchiali e francescane
è possibile acquistare l’indulgenza della Porziuncola (Perdono di Assisi) alle
solite condizioni: visita devota alla chiesa, recita del Padre
Nostro e del Credo, preghiera
per il Papa. Entro i 15 giorni precedenti o seguenti: Confessione
e Comunione.
Lunedì 3 Agosto - MEMORIA
DEL B. OTTAVIANO, VESCOVO DI SAVONA
GER 28,1-17; SAL 118; MT 14,22-36 “Insegnami, Signore, i tuoi decreti”
• ore 18: S. Messa - Def. Rosa De Nora e Giuseppina
Cestone
Martedì 4 Agosto - MEMORIA
DI S. GIOVANNI MARIA VIANNEY,
SACERDOTE
GER 30,1-2.12-15.18-22; SAL 101; MT 15,1-2.10-14 “Il Signore ha ricostruito Sion ed è
apparso in tutto il suo splendore”
• ore 18: S. Messa - In onore di tutti i Santi e Martiri
del Paradiso
Mercoledì 5 Agosto - DEDICAZIONE
DELLA BASILICA DI S. MARIA MAGGIORE
GER 31,1-7; GER 31,10-13 (cant.); MT 15,21-28 “Il Signore ci
custodisce come un pastore il suo gregge”
• ore 18: S. Messa - Def. Bianco Badano [2° anniv.]
Giovedì 6 Agosto - FESTA
DELLA TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE
DN 7,9-10.13-14 O 2PT 1,16-19; SAL 96;
MT 17,1-9 “Il Signore regna, il Dio di tutta la
terra”
• ore 18: S. Messa - Int. Libera
Venerdì 7 Agosto - MEMORIA
DI S. ALBERTO DI TRAPANI, SACERDOTE OCARM.
NA 2,1.3; 3,1-3.6-7; DT 32,35-41 (cant.); MT 16,24-28 “Il Signore farà
giustizia al suo popolo”
• 1° venerdì del mese.
Ore 9,,00-18: Adorazione continuata del Ss. Sacramento
• ore 17: Adorazione Eucaristica
comunitaria
• ore 18: S. Messa - Def. Fam. Giusto, Osto, Mozzone,
Romero
Sabato 8 Agosto - MEMORIA
DI S. DOMENICO, SACERDOTE
AB 1,12-2,4; SAL 9; MT 17,14-20 “Tu non abbandoni chi ti cerca, Signore”
•
ore 18: S. Messa - Def. Emilio Reposio
26 LUGLIO 2020
XVII Domenica del Tempo Ordinario
“Il tesoro nascosto”
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
prima di lasciarvi alla riflessione sulla Parola di
Dio di questa XVII Domenica del T. Ordinario, sono lieto di comunicarvi l’esito
delle elezioni dei nostri Superiori avvenute nel Capitolo Provinciale in data
20 e 21 luglio. Viene confermato padre Provinciale p. Saverio
Gavotto. I quattro Consiglieri sono: primo, nonché Vicario Provinciale, p. Roberto
Nava;
secondo, p. Michele Goegan; terzo, p. Paolo
Galbiati; quarto, p. Marco Chiesa; socio al Capitolo Generale 2021: p. Maurice
Maikane.
Preghiamo lo Spirito Santo che illumini e
accompagni i nostri Superiori nel loro delicato e importante servizio all’Ordine
del Carmelo in questa nostra Provincia religiosa Ligure.
In attesa di ulteriori informazioni da parte mia vi
saluto con affetto, P. Piergiorgio
LETTURA (Mt
13,44-52)
[In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
"Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende i suoi averi e compra quel
campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle
preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i
suoi averi e la compra. ]
Ancora, il regno dei cieli è
simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando
è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci
buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo.
Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella
fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro:
«Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un
padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Meditazione
Il tesoro trovato nel campo, la perla preziosa per
la quale vale la pena investire tutto quanto si possiede, indicano il bene
inestimabile del Regno. Gesù racconta queste parabole in casa, ai soli
discepoli, destinati ad essere i primi predicatori del Regno. La sapienza
proposta da Gesù induce I'uomo a mettersi nella posizione di chi subordina
tutto al nuovo tesoro scoperto, sapendo che nessun altro bene gli è
paragonabile. Il Regno è quella occasione unica che con la venuta di Gesù e con
la sua opera viene offerta a ciascuno, sapendo che nessun altro bene può
bastare. Ai discepoli che si sono messi al servizio del Regno di Dio, Gesù
propone la castità perfetta, la fanciullezza di spirito, la ricerca della
perfezione nell'abbandono delle ricchezze e la ricompensa del centuplo nella
vita eterna. Al giovane ricco, Gesù propone di vendere tutto quello che
possiede, darlo ai poveri e seguirlo [Mt 19,21]. A Pietro e ai discepoli il
Maestro spiega come, per entrare nel Regno, occorra lasciare case, fratelli,
sorelle, padre, madre, figli, campi per il suo nome, per ricevere cento volte
tanto e avere in eredità la vita eterna [Mt 19,28-29]. Tutto impallidisce di
fronte al valore del Regno, quando è stato scoperto nella sua pienezza, e
nessuna cosa può essere paragonata ad esso. Nella parabola della rete, che ha
un carattere escatologico, Gesù fa riferimento al momento della selezione,
paragonandola alla cernita compiuta dai pescatori sulla riva al termine della
pesca. Cristo è il pescatore, la rete è la Chiesa. In essa c'è di tutto: santi
e peccatori, credenti poco praticanti, battezzati e cristiani anagrafici. I
"pesci buoni" sono quelli che le regole alimentari ebraiche
consentono di consumare come cibo: e sono i pesci con lische, pinne e spina
dorsale. I "pesci cattivi" sono i molluschi privi di spina dorsale.
Il nostro pensiero va al momento del Battesimo, quando abbiamo rinunciato a
satana e alle opere del mondo, per aderire a Cristo. Questa è la spina dorsale
del cristiano!
La Parola di Dio e gli
appuntamenti di ogni giorno
Domenica
26 Luglio - XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
• ore 8,30: S.
Messa - Int. libera • ore 11: S. Messa della
Famiglia
• ore 18: Vespri
• ore 18,30: S. Messa - Def. Neade Bigliardi [1°
anniv.]
Lunedì 27
Luglio - B. TITO BRANDSMA, SACERDOTE E MARTIRE OCARM
GER 13,1-11; CANT. DT 32,18-21;
MT 13,31-35 “Hai dimenticato Dio che ti ha generato”
• ore 18: S.
Messa - In onore della Madonna del Carmelo e del Sacro Cuore di Gesù
Martedì
28 Luglio - B. GIOVANNI SORETH, SACERDOTE OCARM
GER 14,17B-22; SAL 78; MT 13,36-43 “Salvaci,
Signore, per la gloria del tuo nome”
• ore 18: S.
Messa - Def. Teresa Gargano
Mercoledì
29 Luglio - MEMORIA DI S. MARTA
1GV 4,7-16; SAL 33; GV 11,19-27 O LC 10,38-42 “Gustate
e vedete com’è buono il Signore”
• ore 18: S.
Messa - Def. 1) Giovanni e Rosa; 2) Def. Mario Gambetta [1°
anniv.]
Giovedì
30 Luglio - S. PIETRO CRISOLOGO, VESCOVO E DOTTORE
GER 18,1-6; SAL 145; MT 13,47-53 “Beato
chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe”
• ore 18: S.
Messa - Def. Amalia Siccardi
Venerdì
31 Luglio - MEMORIA DI S. IGNAZIO DI LOYOLA, SACERDOTE
GER 26,1-9; SAL 68; MT 13,54-58 “Nella
tua grande bontà, rispondimi, o Dio”
• ore 17:
Adorazione Eucaristica
• ore 18: S.
Messa - Def. Giuseppe Perlongo
Sabato 1
Agosto - MEMORIA DI S. ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI, VESCOVO E DOTTORE
GER 26,11-16.24;
SAL 68; MT 14,1-12 “Nel tempo della benevolenza, rispondimi Signore”
• ore 18: S.
Messa - Def. Piero Robaldo [4° mese]
Dal
mezzogiorno del 1° Agosto a tutto il 2 Agosto, nelle chiese
parrocchiali e francescane è
possibile acquistare l’indulgenza della Porziuncola (Perdono
di Assisi) alle solite
condizioni: visita devota alla chiesa, recita del Padre Nostro e del Credo,
preghiera per il Papa. Entro i 15 giorni
precedenti o seguenti: Confessione e Comunione.
19 LUGLIO 2020
XVI Domenica del Tempo Ordinario
“Dio ci insegna la pazienza, la mitezza e la misericordia”
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
con la Solennità della Madonna del Carmelo, come
sempre, si è concluso un altro anno pastorale, ossia le attività
consuete e tipiche di ogni parrocchia. Pertanto, anche il nostro Camminiamo Insieme, come
potete constatare, esce nel suo formato ridotto, in cui però non mancherà mai
la riflessione
sulla Parola
di Dio. Le varie attività riprenderanno poi verso la fine di settembre o i
primi di ottobre con il nuovo anno pastorale 2020-2021. Lo spirito, tuttavia,
lo sappiamo, non deve andare in vacanza. Anzi, questo
tempo di riposo potrebbe costituire per tutti noi una grande opportunità
per
dedicarci a momenti di preghiera più intensi, più “veri”, cercando di entrare in noi
stessi in profondità, là dove Dio “parla al nostro cuore” … e
verificare così la sincerità della nostra fede.
Nel frattempo, a partire da Domenica
sera, la
nostra Provincia Carmelitana ligure vivrà
un evento
di
grande importanza per il proprio cammino organizzativo e spirituale.
Si tratta del “Capitolo Provinciale”
(riunione dei Superiori e dei rappresentanti di ogni Convento) che avrà luogo
nel Convento di Bocca di Magra, nel corso del quale verrà innanzitutto eletto
il
nuovo Provinciale con i suoi Consiglieri e poi trattati i vari temi
e problemi
relativi
alle singole
Comunità e alla Provincia nel suo insieme. La nostra comunità di Savona sarà rappresentata
da padre
Vittorino. Preghiamo lo Spirito Santo che lo accompagni in questo importante
impegno, concedendogli la salute e l’illuminazione necessarie. Il Capitolo,
generalmente dura dai sette ai dieci giorni. In questo tempo invito
anche
tutti voi ad unirvi alla nostra preghiera, soprattutto affinché possiamo accogliere
con
docilità e serenità tutto ciò che lo Spirito Santo disporrà
per il nostro bene. Grazie per la vostra vicinanza e il vostro
affetto.
La mia benedizione e il mio
abbraccio, P. Piergiorgio
LETTURA (Mt
13,24-43)
[In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo:
«Il regno
dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma,
mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al
grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la
zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore,
non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed
egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi
che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che,
raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che
l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della
mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci
per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”». ]
Espose loro un'altra parabola, dicendo:
«Il regno
dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo
campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più
grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli
del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola:
«Il regno
dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di
farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se
non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del
profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per
dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose:
«Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il
seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il
nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i
mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia
nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi
angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli
che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto
e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del
Padre loro.
Chi ha
orecchi, ascolti!».
Meditazione
Questa parabola è propria del Vangelo di Matteo, e
descrive la tentazione ricorrente nella comunità cristiana di volere se stessa
come una Chiesa di "puri". Già ai tempi di Gesù, Giacomo e Giovanni
avrebbero voluto far discendere un fuoco dal cielo per punire i Samaritani che
avevano rifiutato la loro predicazione [Lc 9,51-56]. Anche nella parabola emerge
un atteggiamento simile; "Vuoi
che andiamo a togliere la zizzania?", dicono i servi. "No", risponde
il padrone, "perché
non succeda che sradichiate anche il grano". Il padrone
del campo si oppone all'iniziativa dei servi di strappar via l'erbaccia, perché
si preoccupa soprattutto di salvare e far crescere il grano. I servi vedono
soprattutto l'abbondanza della zizzania, mentre il padrone vede in primo luogo
le promesse del grano. Nel campo della Storia si fronteggiano il padrone e il
nemico, il grano e la zizzania, e si affrontano anche due metodi di mietitura:
sradicare, o lasciar vivere fino alla fine. La presenza del male accanto al
bene, il contrasto e le opposizioni che il Regno di Dio incontra appartengono
alla sua crescita normale. Bisogna saper condividere I'ottimismo di Dio, che
opera con una efficacia superiore, anche se più misteriosa e nascosta di quella
del male. Gesù sembra preferire una Chiesa che sia lievito nella pasta, che non
tema di sporcarsi le mani lavando i panni dei suoi figli, ad una Chiesa di
"puri" che pretenderebbe di compiere prima del tempo una scelta e una
condanna. La norma saggia di san Benedetto prescrive al superiore: "Odi i vizi, ami i fratelli" [REGOLA 64,11].
Ricordiamo anche che la zizzania di oggi, domani, può trasformarsi in grano; l'eretico
di oggi può diventare un fedele. Se la pazienza di Dio non fosse venuta in aiuto,
la Chiesa non avrebbe avuto né l'evangelista Matteo, né l'apostolo Paolo.
La Parola di Dio e gli
appuntamenti di ogni giorno
Domenica 19 Luglio - XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
• ore 8,,30: S. Messa - Def. Carmen • ore 11: S. Messa della Famiglia
• ore 18: Vespri
• ore 18,,30: S. Messa - Int. libera
Lunedì 20 Luglio - FESTA DI S. ELIA, PROFETA (OCD)
1RE 19,4-9.11-14 O 1PT 1,8-12); SAL 15; LC 9,28-36 “Ho
sempre innanzi a me il Signore”
• ore 18: S.
Messa - Def. 1) Teresa e Marcello Bertone; 2) Emanuele Capoferri
Martedì 21 Luglio - S. LORENZO DA BRINDISI, SACERDOTE E DOTTORE
MI 7,14-15.18-20; SAL 84; MT 12,46-50 “Mostraci,
Signore, la tua misericordia”
• ore 18: S.
Messa - Def. 1) Carlo; 2) Franco
Mercoledì 22 Luglio - FESTA DI S. MARIA MADDALENA
CT 3,1-4A O 2 COR 5,14-17; SAL 62; GV 20,1-2.11-18 “Ha sete di te, Signore, l’anima
mia”
• ore 18: S.
Messa - 1) In onore di S. Teresa d’Avila, S. Teresina di Lisieux e S.Giovanni
Paolo II; 2) Def. Liliana
Giovedì 23 Luglio - FESTA DI S. BRIGIDA DI SVEZIA, RELIGIOSA, PATRONA
D’EUROPA - GAL 2,19-20; SAL 33; GV 15,1-8 “Benedirò il Signore in ogni tempo”
• ore 18: S.
Messa - Def. 1) Luigi e Maria Massucco; 2) Franco Venturi
Venerdì 24 Luglio - BB.
MARIA PILAR, TERESA E MARIA ANGELES, MARTIRI OCD
GER 3,14-17; CANT GER 31,10-13; MT 13,18-23 “Il Signore ci custodisce come un
pastore il suo gregge”
• ore 17: Adorazione Eucaristica
• ore 18: S.
Messa - Def. 1) Manuela; 2) Libero Rebagliati
Sabato 25 Luglio - FESTA DI S. GIACOMO, APOSTOLO - COMMEMORAZIONE
MENSILE DI GESÙ BAMBINO DI PRAGA
2COR 4,7-15; SAL 125; MT 20,20-28 “Chi semina nelle lacrime mieterà
nella gioia”
• ore 16,,30: Battesimo di Giacomo Barra. A
seguire, Commemorazione mensile di Gesù Bambino di Praga
• ore 18: S. Messa - Int. libera
Giovedì 16 luglio
- commemorazione solenne
della b. v. maria del monte carmelO -
12 LUGLIO 2020
XV Domenica del Tempo Ordinario
“Il piccolo
seme contiene la vita”
Nota: Con questa domenica TERMINERÀ la diretta streaming della Celebrazione della S. Messa delle ore 11 sul canale Youtube della Parrocchia.
https://youtu.be/0GUx0DLQKo4
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
il tema della liturgia di questa XV
Domenica del Tempo Ordinario ci viene provvidenzialmente incontro nel cogliere
un
aspetto essenziale del messaggio che la Vergine Maria e, in particolare la “nostra”
Madonna del Carmelo, ci vuole donare. Siamo infatti nella Novena
in
preparazione alla sua Commemorazione solenne, il 16
luglio, e desideriamo − come
ci siamo già detti − predisporci
a viverla
nella
maniera giusta, e cioè innanzitutto interiormente. L’efficacia
della Parola
di Dio in quanto parola di vita potrebbe essere il titolo di
questo tema. È la Parola nella quale Maria ha creduto e per cui è beata, divenendo
Madre del Salvatore (“Beata
colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore”). È la
Parola che Maria custodiva, meditandola, nel suo
cuore (“Maria, da parte sua, custodiva tutte
queste cose meditandole nel suo cuore”). Credere e custodire, due verbi, due azioni fondamentali che la Vergine
del Carmelo in particolare insegna a noi Carmelitani
e per
cui invochiamo
la sua
intercessione
e protezione.
Credere e custodire per “comprendere”. È anche la chiave di
lettura della parabola del seminatore che Gesù stesso dà ai suoi discepoli. Vuol dire che solo
Lui può
donarci la capacità di ascoltare la Parola e di comprenderla. Non
si può fare a meno di Lui se si vuole essere discepoli che accolgono
veramente
il seme
della
Parola e impediscono al maligno di
rubarlo dal cuore, all’inganno dei beni materiali di soffocarlo, alle
tribolazioni, alle sofferenze e alle persecuzioni di creare un
ostacolo (= scandalo) che non gli permette di portare frutto.
Ecco, Maria ha incarnato per noi proprio questa esperienza: custodire
nel cuore come il tesoro più grande la Parola. Un ascolto lontano dal cuore o una semplice
comprensione intellettuale non sono sufficienti per pensare che il seme della
sua Parola possa scendere in profondità. Si può correre
infatti
il rischio
di
illudersi di “avere ed essere nell’abbondanza” quando, invece, Gesù sottolinea la
triste possibilità di sentire, ma di non comprendere affatto, di vedere, ma
di non
capire. E così si adempie ciò che il profeta Isaia aveva detto: si è davanti
ad un Mistero, ma
chi non si dispone ad accoglierlo come l’opera di Dio nella sua vita, non saprà e
non
potrà convertirsi. Per questo ci affidiamo a Maria e in
particolare a quella che i monaci del Monte Carmelo (da cui noi Carmelitani
Scalzi deriviamo), fin dalle origini (sec. XII), hanno scelto come loro sorella, madre
e patrona
per
vivere il loro ideale di apertura al Mistero dell’efficacia
della Parola di Dio in noi, ideale quanto mai attuale e che la Parola di oggi ci ha ricordato. Maria
in
quanto sorella, perché creatura come noi, ci invita ad imitarla; in
quanto madre, donataci da Gesù sotto la croce, non desidera
altro
che la salvezza dei suoi figli; in quanto patrona, veglia sul nostro cammino, difendendoci
dai pericoli
e
dalle insidie del “mondo”. È il messaggio della nostra devozione mariana che affido alla
vostra preghiera affinché possiamo viverlo tutti,
io per primo, nella sua verità.
Dio ci benedica. Con affetto, P. Piergiorgio
LETTURA (Mt
13,1-23)
Quel giorno
Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare.
Si radunò
attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre
tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse:
«Ecco, il
seminatore uscì a seminare.
Mentre
seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono.
Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò
subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu
bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi
crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede
frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con
parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del
regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e
sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha.
Per questo a
loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e
non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano.
In verità io
vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi
guardate, ma non lo videro,
e ascoltare
ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la
parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato
seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è
stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie
subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge
una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene
meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la
preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed
essa non dà frutto.
Quello
seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi
dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Riflessione
ambientale ________________________________
Il
libro di lsaìa, in un unico periodo, paragona la fecondità della Parola di Dio
alla pioggia e alla neve che irrigano e rendono feconda la terra. L'apostolo
Paolo descrive I'angoscia degli uomini di fronte alle sofferenze e alle
incertezze del tempo presente. Ma il cristiano non rimane senza speranza: in
ogni sofferenza, che condivide con tutta la Creazione, egli scorge non lo
spasimo dell'agonia, ma quello della nascita e della risurrezione. Il brano del
Vangelo di Matteo narra la vicenda della semente – immagine della Parola di Dio
- gettata nel campo dal seminatore. La Parola, in sé, è sempre piena di vita,
ma l'accoglienza da parte dell'uomo può essere generosa o incerta e incostante.
Meditazione
____________________________________
Nella
parabola del seminatore si descrive la sorte del messaggio evangelico, deposto
come un seme da Cristo e dalla Chiesa nel cuore degli uomini. Nonostante i
molteplici ostacoli e il parziale insuccesso, alla fine il seme porterà il suo frutto.
Il seme è simbolo della Parola; Dio è il seminatore. Egli sparge la vita, il senso
dell'esistenza sulla terra. Dio guarda al cuore dell'uomo, e vuole riuscire a procurargli
il pane per vivere. Secondo le abitudini agricole dell'antico Oriente, si
soleva seminare prima di arare la terra. Gesù fa notare la varietà del suolo su
cui cade la semente: la strada, il terreno sassoso, i rovi e la terra buona. La
strada non ha terreno che possa accogliere la semente; il terreno sassoso non
consente al seme di affondare le radici, il terreno coperto di rovi soffoca le
piantine. Queste condizioni avverse al seme indicano l'incapacità di accogliere
il seme della Parola, quando la si considera irrilevante e non può entrare in
nessun modo nel cuore. Il terreno sassoso indica le persone superficiali, che
gioiscono per un momento e si complimentano con il predicatore, ma nella loro
vita non cambia nulla. Il seme tra i rovi è la Parola che cade in chi è
distratto da tante preoccupazioni materiali, come la smania di fare soldi,
I'eccessiva ansia per lo star bene, per il divertirsi o per il perseguimento di
una posizione economica e sociale che esuli dai principi del Vangelo. Il terreno
buono, invece, rappresenta "colui
che ascolta la Parola e la comprende; costui porta frutto e rende dove il
cento, dove il sessanta, dove il trenta". Due cose sono
estremamente necessarie: la preziosità della Parola che Dio semina nei nostri
cuori lungo la vita, e la necessità di adeguare il terreno del nostro cuore ad
accogliere con gratitudine il dono di Dio per farlo fruttificare nella nostra
esistenza.
A
cura di Mons. Francesco Pio Tamburrino (Arcivescovo emerito di Foggia)
Preghiera
in famiglia ______________________________
Padre
santo, tu continui a spargere nei solchi dell'umanità il seme della tua Parola;
donaci di accoglierla con cuore grato e di farla fruttificare come alimento
prezioso delle nostre vite, e come lampada che rischiara il nostro cammino.
Azione
__________________________________________
Dedichiamo
oggi qualche tempo alla lettura orante della Sacra Scrittura, e facciamone una
pratica consueta nelle nostre giornate [lectio divina] .
“Una zolla del Regno” (continuazione)
La Chiesa che siamo, la
Chiesa che vogliamo…
Lettera
pastorale 2019-2021 del Vescovo
3. “IL TUTTO NEL FRAMMENTO”. LA CHIESA DI DIO CHE È IN SAVONA
«Questa Chiesa di Cristo è veramente presente in tutte le
legittime assemblee locali di fedeli, le quali, aderendo ai loro pastori, sono
anch’esse chiamate Chiese del Nuovo Testamento. Esse sono infatti, nella loro
sede, il popolo nuovo chiamato da Dio, nello Spirito Santo e in una totale
pienezza … In queste comunità, sebbene spesso piccole e povere o che vivono
nella dispersione, è presente Cristo, per virtù del quale si raccoglie la
Chiesa una, santa, cattolica e apostolica»” (LG 26). Ecco la Chiesa di Dio che
è in Savona: come in un frammento dell’Ostia consacrata vi è tutta la presenza
eucaristica del Cristo, così il tutto della Chiesa universale è presente nel
frammento della nostra Chiesa. Perché la Diocesi non divide in parti l’unica
Chiesa, ma la rende presente in un luogo; e i Vescovi non sono i delegati del
Papa, ma “vicari e delegati di Cristo” (LG 27). Siamo una piccola Chiesa: tra
le Chiese di Liguria, la più piccola come territorio (394 km quadrati, contro i
2350 di Tortona), come numero di Parrocchie (70, contro le 313 di Tortona e le
278 di Genova) e come numero di presbiteri (50) e la terzultima come numero di
abitanti (più piccole sono Chiavari e Ventimiglia). Ma siamo una Chiesa bella,
nella sua piccolezza! Proprio la piccolezza ci può aiutare a vivere tra noi
relazioni significative. So, e molti di voi me ne hanno parlato, che la storia
recente (intendo dal Concilio ad oggi) della nostra Chiesa è stata segnata
anche da ferite, divisioni, peccati, errori e coperture indebite. Mi pare però,
e ne ringrazio Dio!, che stiamo, anche se ancora con molta fatica, imparando a camminare
e a lavorare insieme. Si tratta di non rimanere prigionieri del passato, ma di
lasciarci chiamare dal futuro. Perché «ci sono due modi per leggere il tempo:
dal passato verso il presente, oppure dal futuro verso il presente. Il tempo
vitale parte dal futuro … L’energia vitale, la statura di un gruppo è
direttamente proporzionale all’importanza che il futuro e i progetti hanno in
quel gruppo». (continua)
Giovedì 16 luglio
- commemorazione solenne
della b. v. maria del monte carmelO -
- Ore 8,15: Ufficio delle
Letture e Lodi; - Ore 9,00: S. Messa;
- Ore 17,30: Vespri solenni;-
Ore 18,00: S. Messa solenne.
N.B.: Data la
situazione di emergenza per il Covid 19,
la Processione
con la statua della Madonna non avrà luogo.
- CENNI STORICI E SPIRITUALI –
Nostra Signora del Monte Carmelo (o anche del Carmine,
dal corrispondente spagnolo Virgen del
Carmen) è uno dei titoli sotto cui viene invocata, essenzialmente in
ambito cattolico, Maria, madre di Gesù. Il titolo del Monte Carmelo ricorda
l'eredità spirituale del profeta Elia, uomo contemplativo e strenuo
difensore del monoteismo israelitico. A imitazione di Elia, nel XII secolo alcuni
eremiti si ritirarono sul Carmelo con l'intento di dedicarsi al culto divino
sotto il patrocinio della beata Vergine Maria, madre di Dio. Da tale comunità
eremitica ebbe inizio l'Ordine Carmelitano, che promosse il culto di
Maria con questo titolo. La Regina del Monte Carmelo è la patrona dei
Carmelitani e di coloro che si impegnano a vivere la spiritualità del Carmelo
che contempla in Maria la sorella da imitare nella vita di orazione e la
madre a cui rivolgersi nei momenti di pericolo. Segno di questa
particolare protezione è lo Scapolare indossato dai Religiosi nel loro
abito e anche dai laici nella forma ridotta. Numerosi sono gli appellativi a
lei rivolti: Fiore del Carmelo, Vite fiorita, Stella del mare… Nell'iconografia
la Vergine è rappresentata con il Bambino Gesù in braccio, spesso con abito e
scapolare bruni e mantello bianco, nell'atto di mostrare lo scapolare
carmelitano. All'immagine di Maria sono spesso associate quelle dei santi
dell'ordine o di anime purganti tra le fiamme.
5 LUGLIO 2020
XIV Domenica del Tempo Ordinario
“Gesù ama
rivelarsi ai piccoli”
Ricordiamo che si può partecipare ancora alla Celebrazione della S. Messa delle ore 11 collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube della Parrocchia al seguente link:
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
continuando il pensiero che stiamo sviluppando in queste domeniche del Tempo Ordinario (siamo giunti alla XIV), la Parola di oggi si sofferma
sull’aspetto forse più importante del nostro essere cristiani: “vivere secondo lo
Spirito”. Collegandoci allora a quanto già detto in precedenza, potremo
così sintetizzare: il cammino cristiano, inteso come una missione da compiere,
si realizza solo nella misura in cui si cerca di vivere secondo lo Spirito. Il
che significa che il vero protagonista della nostra storia, e quindi della nostra “vita spirituale”, deve essere Lui,
lo Spirito Santo, e noi possiamo portare a compimento la nostra missione solo se ci affidiamo alla sua azione,
imparando a collaborare con i suoi accadimenti. Per ‘accadimenti’ intendo le indicazioni, i suggerimenti, le
ispirazioni e/o illuminazioni che Lui ci fa pervenire attraverso i fatti della vita, in consonanza,
naturalmente, con l’effusione oggettiva su di noi dello stesso Spirito che avviene in ogni Sacramento, in primis l’Eucaristia, che di tutti ne è
la fonte e il culmine.
Queste illuminazioni sono le “cose del Padre” di cui parla Gesù
nel Vangelo, ma che soltanto i “piccoli”, i miti e gli umili di cuore possono comprendere: “Ti rendo lode, Padre, Signore
del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti
e le hai rivelate ai piccoli …” e ancora: “… imparate da me che sono mite e umile di cuore, troverete
ristoro per la vostra vita”. I piccoli non sono solo i bambini perché, secondo il Vangelo, piccoli si
diventa (“Chi non si fa bambino non potrà entrare nel Regno dei Cieli ...”).
Il piccolo o il
povero infatti, è colui che è maturo nella fede, colui che non ritenendosi sapiente e dotto, ma indifeso e
inadeguato − e proprio per questo è il vero intelligente − si fida solo di Dio, affidandosi alla sapienza della sua Parola in cui è certo di
trovare la pace, il “ristoro per la sua vita”, come ricorda ancora Gesù nel Vangelo di
oggi.
Martedì prossimo, 7 luglio, inizieremo la Novena in preparazione alla Commemorazione
Solenne della B. Vergine del Monte Carmelo… Invochiamo la sua
intercessione su questa nostra buona volontà di totale adesione al suo Figlio
Gesù.
Un forte abbraccio, P. Piergiorgio
LETTURA (Mt
11,25-30)
In
quel tempo Gesù disse: «Ti
rendo lode, Padre,Signore del cielo e della terra,
perché
hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti
e le
hai rivelate ai piccoli.
Sì,
o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto
è stato dato a me dal Padre mio;
nessuno
conosce il Figlio se non il Padre,
e
nessuno conosce il Padre se non il Figlio
e
colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite
a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete
il mio giogo sopra di voi e imparate da me,
che
sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra
vita.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». .
Riflessione
ambientale ______________________________
Il
profeta Zaccarìa predice l'ingresso del re messianico in Gerusalemme: è la visione
esatta di quanto avverrà nell'entrata trionfale di Gesù prima della sua passione,
morte e risurrezione. "Egli è giusto e vittorioso, cavalca un asino, un puledro
figlio di asina". Egli è il re pacifico che porterà la pace tra tutte le
nazioni. Il Vangelo manifesta I'identità profonda del Messia, re di pace, nella
relazione intima e vitale con il Padre, e rivela il coinvolgimento benevolo dei
piccoli e degli umili in questo mistero di intimità divina.
Meditazione
___________________________
Il testo evangelico di oggi, pur essendo inserito nel Vangelo di
Matteo, nel linguaggio e nei contenuti è molto simile al Vangelo di Giovanni;
per questo gli studiosi della Bibbia lo chiamano "comma giovanneo".
Tutto il discorso di Gesù è inserito in una preghiera di benedizione, forma
caratteristica della preghiera ebraica che inizia sempre con la formula: "Benedetto sei, tu, Signore re
dell'universo, perché...". Solo nel dialogo e nel ringraziamento al
Padre, Gesù può rivelare I'intima natura del suo rapporto con Lui e
manifestarlo non ai sapienti e ai dotti, ma agli umili e ai semplici. Dunque,
il mistero di Cristo si rivela soprattutto nella preghiera. Gesù può penetrare
nel cuore dell'uomo e illuminarlo, quando trova I'umiltà e la coscienza di
essere ben poca cosa. I professionisti della sapienza, chiusi nella loro
sufficienza, sono esclusi da questa rivelazione. I sapienti del mondo che si
ritengono possessori della scienza e della conoscenza delle cose, sono impediti
nelle facoltà interiori, sono accecati dall'orgoglio. La loro scienza è usata
come forma di potere sugli altri, proclamano i loro titoli, i loro meriti senza
mescolarsi con la povera gente. Dio, invece, si manifesta a coloro che sono
coscienti di sapere ben poco e sono aperti alla verità su Dio e sull'uomo, come
i bambini che sanno imparare da tutti: è il misterioso cammino della grazia che
si rivela solo ai semplici e che offre ristoro agli "affaticati e stanchi". Gesù lancia a tutti il suo appassionato
invito ad andare a Lui. Il suo insegnamento e la sua sequela sono un "giogo"
ben più leggero delle infinite e pesanti imposizioni che gli scribi pongono
sulle spalle della gente, in nome della Legge e delle consuetudini umane. Gesù
inculca agli uomini lo spirito della Legge, liberandoli dalla sua schiavitù.
A
cura di Mons. Francesco Pio Tamburrino (Arcivescovo emerito di Foggia)
Preghiera
in famiglia ______________________________
Signore
nostro Dio, guarda a noi che viviamo in una società in cui dominano le
ideologie che pretendono di salvare gli uomini. Rendici docili al Vangelo e ai maestri
della fede cristiana; donaci la coerenza e l'umiltà di cuore, per essere salvati
da Colui che, solo, ha parole di vita eterna, Gesù Cristo, tuo Figlio.
Azione
__________________________________________
Oggi
cerchiamo di conoscere meglio il Figlio di Dio, che ci ammaestra dalla cattedra
della Croce.
“Una zolla del Regno” (continuazione)
La Chiesa che siamo, la
Chiesa che vogliamo…
Lettera
pastorale 2019-2021 del Vescovo
«La città è a forma di quadrato: la sua lunghezza è uguale alla
larghezza. L’angelo misurò la città con la canna: sono dodicimila stadi; la
lunghezza, la larghezza e l’altezza sono uguali. Ne misurò anche le mura: sono
alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini
adoperata dall’angelo. Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro
puro, simile a terso cristallo. I basamenti delle mura della città sono adorni
di ogni specie di pietre preziose. Il primo basamento è di diaspro, il secondo
di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, il quinto di
sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l’ottavo di berillo,
il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undicesimo di giacinto, il
dodicesimo di ametista. E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta era
formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo
trasparente. In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello
sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della
luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello. Poi mi mostrò
il fiume dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono
di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del
fiume stava l’albero della vita. Esso dà dodici raccolti all’anno, porta il suo
frutto ogni mese e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni.
Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello;
i suoi servi lo serviranno, vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome
scritto sulla fronte. Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di
lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei
secoli dei secoli». (Ap 21,16-23; 22,1-5)
Perché “non si tratta di sognare una Chiesa di puri, ma una pura
immagine di Chiesa” (Michele Do). E qui ancora mi piace citare Mons. Ferrari,
perché l’immagine della zolla, che dà il titolo a questa lettera, è sua: “una
zolla del Regno, questo è la Chiesa”. «La Chiesa perciò … riceve la missione di
annunziare e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di
questo regno costituisce in terra il germe e l’inizio. Intanto, mentre va
lentamente crescendo, anela al regno perfetto e con tutte le sue forze spera e
brama di unirsi col suo re nella gloria” (LG 5). Come il seme che marcendo
porta frutto, così la Chiesa è chiamata a diventare Regno, facendo spazio al
Signore Gesù, affinché, già ora e poi in pienezza, sia “tutto e in tutti” (Col
3,11)».
Ma se zolla del Regno è la Chiesa, zolla del Regno è l’Eucaristia,
come ci richiama il disegno di copertina, che Don Andrea Camoirano ci ha
regalato per questa Lettera: lo ringrazio di vero cuore! Non commento il
disegno, che parla da sè nella tenue bellezza dei colori e nel senso di
ospitalità che trasmette. E richiamo un’espressione, suscitatami dall’immagine,
che mi è molto cara, di Don Giovanni Moioli: “Dio, un’intimità offerta”. Perché
davvero, nella Chiesa fraternità eucaristica, nutrita da quel Viatico che è
Pane ogni
giorno spezzato, Dio si offre a noi come intimità amante e
ospitale. Come vorrei ogni giorno accogliere con cuore davvero aperto quel Pane
che nutre ma anche “ferisce”, perché invita a conversione! Il cammino della
Chiesa (e di ogni autentica esistenza cristiana!) è allora un fare spazio al
Cristo, e chiede potature. Non è un cammino di accrescimento, ma,
paradossalmente, di rimpicciolimento. E’ un diventare bambini, prendendo la
forma e lo stile di Cristo. Lo ricorda, con parole straordinarie, uno dei testi
più significativi del Concilio, il n. 8 di LG: «Come Cristo ha compiuto la sua
opera di redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la
Chiesa è chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti
della salvezza. Gesù Cristo ...”da ricco che era si fece povero” (2 Cor 8,9):
così anche la Chiesa, quantunque per compiere la sua missione abbia bisogno di
mezzi umani, non è costituita per cercare la gloria della terra, bensì per far
conoscere, anche col suo esempio, l’umiltà e l’abnegazione. Cristo è stato
inviato dal Padre “a dare la buona novella ai poveri” (Lc 4,18) ..: così pure
la Chiesa circonda di affettuosa cura quanti sono afflitti dalla umana
debolezza, anzi riconosce nei poveri e nei sofferenti l’immagine del suo
fondatore povero e sofferente, si premura di sollevarne l’indigenza, e in loro
intende di servire a Cristo». (continua)
Da martedi’ 7 a mercoledì 15 luglio
- NOVENA in preparazione alla solennità
della b.v. maria -
- S. Messa alle ore 18
(giorni feriali) e alle ore 18,30
(Domenica 12)
28 GIUGNO 2020
XIII Domenica del Tempo Ordinario
“Una vita nuova”
Ricordiamo che si può partecipare ancora alla Celebrazione della S. Messa delle ore 11 collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube della Parrocchia al seguente link:
https://youtu.be/Hh69VjaCCuk
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
la Parola di questa XIII Domenica del Tempo Ordinario prosegue la propria riflessione sul tema del
cammino cristiano, inteso come seguire Gesù nel suo “andare incontro all’uomo”. Se vogliamo trovare un elemento che
accomuna i testi delle tre Letture, potremmo ravvisarlo nella fiducia che il Signore ripone nei suoi discepoli, nei profeti e nei suoi messaggeri. Chi li vede,
intravede il riflesso di Dio. Chi li accoglie, sa operare le grandi meraviglie di Dio. È il caso
del profeta Eliseo (I Lettura), alle prese con l’ospitalità gratuita offerta da una
donna di Sunem; di Paolo (II Lettura) che vive per Cristo; e dei discepoli di Gesù (Vangelo) che
portano la Parola, la presenza e la forza della Buona Notizia che è Gesù Cristo e il suo Regno, sempre più
vicino all’uomo, e per questo essi diventano riflesso di Lui.
In questa prospettiva, potremmo dire che lo stile del cristiano
debba essere l’accoglienza reciproca, sull’esempio di Gesù … “Chi accoglie loro accoglie me e il Padre che mi ha mandato …” dice Gesù. Chi,
allora, se non l’apostolo Pietro, può costituire per tutti noi il riferimento più significativo a
cui guardare? Lunedì 29 celebriamo la sua Solennità, la nostra festa patronale. Sarà l’occasione per ritrovarci tutti insieme, nel limite del possibile,
ai Vespri Solenni delle 17,30 e/o alla Santa Messa delle 18 per rinnovare il nostro amore profondo per Gesù. In San Pietro era autentica “passione”, puro entusiasmo. Noi, e sarebbe già
una grande cosa, ci accontenteremo di verificare ancora una volta la
nostra effettiva relazione con Cristo: se scaviamo sotto la nostra osservanza esteriore, morale o
rituale che sia, quale rapporto emerge con Lui? Un rapporto superficiale, che
non incide su nessuna scelta e che, comunque, si risveglia solo nei momenti del
bisogno per dar luogo ad una invocazione quasi magica, che si attende soluzioni
immediate? Proviamo a rispondere a questa domanda e qualunque risposta ne verrà fuori, non potrà
che farci del bene. In fondo anche San Pietro ha fatto l’esperienza del rinnegamento di Gesù … ma, riconoscendo la gravità del
proprio peccato, proprio per questo ha potuto stupirsi della misericordia e
dell’affetto che Gesù ha dimostrato nei suoi confronti e, “toccato” da questa
esperienza, si è legato a Lui ancora più profondamente.
Coraggio! Chiediamo a San
Pietro nella preghiera che ci aiuti e benedica il nostro cammino.
I miei più cari auguri. Con affetto, P. Piergiorgio
LETTURA (Mt
10,37-42)
In quel tempo, disse Gesù
ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama
figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e
non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la
perderà: e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi
accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e
chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi
avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi
piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua
ricompensa».
Riflessione
ambientale ________________________________
Leggiamo
la conclusione del capitolo decimo del Vangelo di Matteo, che avevamo letto
nella sua parte iniziale domenica scorsa. Anche questo brano è divisibile in
due parti. Nella prima, con I'estrema onestà che gli viene dalla consapevolezza
della sua identità divina, Gesù si presenta come I'unico assoluto al quale si
deve rapportare la vita del discepolo che lo accetta come Maestro e Salvatore. Nella
seconda parte, è ben espressa la volontà di Gesù di non desiderare intorno a sé
dei proni adoratori, ma dei fratelli, pronti a continuare la sua opera nel
mondo. Il dono entusiasta di sé stessi da parte dei discepoli-missionari
troverà la risposta nell'accoglienza dei semplici, il cui donare non va oltre
la fresca e ristoratrice semplicità di un bicchiere d'acqua.
Meditazione
____________________________________
Sarebbe
riduttivo prendere alla lettera le parole di Gesù, come se contenessero esclusivamente
un imperativo rivolto ai suoi seguaci allo scopo di rivedere la priorità degli
affetti. Padre, madre e figli indicano il mondo dei legami consolidati.
Rimandano a rapporti ben definiti anche socialmente, se pur toccati dalla
fragilità. Tutti, almeno teoricamente, conosciamo il copione che deve
interpretare chi vuole assumere la parte del genitore o del figlio o,
estendendo, del dipendente, del datore di lavoro e così via. Si può vivere
un'esistenza intera senza sbagliare battuta, senza uscire fuori dal seminato,
senza rischiare. È la vita felice intesa come un divano, per usare le parole di
papa Francesco a Cracovia, durante la GMG del 2016, che ci fa rimanere chiusi
in quella casa a cui rimanda il brano di Vangelo, evocando i rapporti familiari.
La dignità di cui parla Gesù non è quindi un suo giudizio su chi rifiuta di fatto
la "vita nuova", come la chiama Paolo nella seconda lettura, ma è la
constatazione dolente nei confronti di chi, nell'illusione di passare
I'esistenza su un comodo sofà, rinuncia a "lasciare I'impronta" sulla
strada della storia. Gesù non nasconde che vivere realmente il dono di Dio può
essere crocifiggente, e se anche non incrocerà una fine cruenta, dovrà sempre
portare i suoi amici a considerarsi "morti al peccato, ma viventi per
Dio". Così si costruiranno relazioni nuove, che generano quella
circolarità di accoglienza evangelica senza confini che ci è assicurata dal Maestro e anticipata, nella prima lettura, dalla
disponibilità di una straniera nei confronti di Eliseo. Quel circolo virtuoso
che papa Francesco ci insegna a chiamare fratellanza universale e che potrebbe
avere la sua descrizione ne "La danza" di Matisse [1909].
A cura di Don Carlo Cassatella (Parroco
in Cerignola, FG)
Preghiera
in famiglia ______________________________
Fa’, o Signore, che oggi possa cogliere l'occasione di abbandonare
le mie sicurezze, le mie resistenze al tuo amore, e un'opportunità perché io mi
avvicini sempre di più a te e ai miei fratelli. Morto al peccato, ma vivente
per Dio: come se fossi già con te per l'eternità, per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
Azione
__________________________________________
Oggi farò in modo di scambiare “un bicchiere d’acqua” con qualcuno
che mi è estraneo.
“Una zolla del Regno”
La Chiesa che siamo, la
Chiesa che vogliamo…
Lettera
pastorale 2019-2021 del Vescovo
Di Pasqua in Pasqua, in un
dinamismo incessante di conversione e riforma: è questo il cammino della
Chiesa. Mi piace allora consegnare alla vostra meditazione un testo di Paolo e
una pagina dell’Apocalisse: due testi diversissimi, ma che parlano della stessa
Chiesa, fatta di peccatori (i cristiani di Corinto che siamo noi!) chiamati a
diventare luce (la Gerusalemme dell’Apocalisse). «E mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi per il fatto che
le vostre riunioni non si svolgono per il meglio, ma per il peggio. Innanzi tutto
sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e
in parte lo credo. E’ necessario infatti che avvengano divisioni tra voi, perché
si manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi. Quando dunque vi
radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno
infatti, quando partecipa alla cena, prende prima il proprio pasto e così uno
ha fame, l’altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per
bere? O volete gettare il disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare chi
non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo! Io, infatti, ho
ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella
notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò
e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo
calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne
bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e
bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.
Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore,
sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se
stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e
beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
E’ per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero
sono morti. Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo
giudicati; quando poi siamo giudicati dal Signore, veniamo ammoniti per non
esser condannati insieme con questo mondo. Perciò, fratelli miei, quando vi
radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. E se qualcuno ha fame,
mangi a casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose,
le sistemerò alla mia venuta».
(1 Cor 11,17-34) (continua)
Lunedì 29 giugno
- FESTA PATRONALE DI S. PIETRO -
- Ore 8,15: Ufficio delle
Letture e Lodi; - Ore 9,00: S. Messa;
- Ore 17,30: Vespri solenni;-
Ore 18,00: S. Messa solenne.
- SAN PIETRO: CHI ERA? –
Pietro nacque a Betsaida (2 o 4 ca.) e visse a Cafarnao, in
Galilea, dove faceva il pescatore assieme al fratello Andrea e ad altri due
compagni, Giacomo e Giovanni, fratelli tra di loro: tutti e quattro furono
scelti da Gesù come apostoli. Pietro si dimostrò uno dei più affezionati
apostoli e venne nominato quale capo da Gesù dopo la sua Risurrezione; viene
pertanto ritenuto il primo Papa della Chiesa. Pietro predicò nella zona
costiera del Mediterraneo, in Siria, ad Antiochia, e a Corinto e giunse alla
fine a Roma, dove venne martirizzato, intorno al 64 o 67 d.C. durante le
persecuzioni dell’imperatore Nerone.
-ALTRI APPUNTAMENTI -
La Giornata
mondiale per la Carità del Papa, prevista per Domenica 28,
viene
posticipata a Domenica 4 ottobre.
Venerdì 3 Ore 9,30-18: Adorazione continuata del SS. Sacramento.
21 GIUGNO 2020
XII Domenica del Tempo Ordinario
“Timorati
senza paura”
Ricordiamo che si può partecipare ancora alla Celebrazione della
S. Messa delle ore 11 collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube
della Parrocchia al seguente link:
https://youtu.be/y7fzskmvPnQ
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
abbiamo
già sottolineato più volte come il Tempo liturgico Ordinario − quello
iniziato da due domeniche, ma che solo da questa dodicesima Domenica è
veramente tale − non deve essere considerato come un tempo disimpegnato e leggero. Anzi! Uno dei nostri impegni
sarà proprio quello di evitare
che, dopo
la ricchezza simbolica del Tempo di Pasqua, il passaggio sia verso una minore attenzione. La sobrietà della Domenica può diventare
invece l’occasione per rivivere la sua centralità, come culmine della settimana,
intesa quale inizio del tempo nuovo. Detto questo, a partire da oggi vedremo
via via come la Parola
di Dio ci
porti sempre più a considerare il nostro cammino di fede non tanto, innanzitutto, sul
piano morale, quanto piuttosto sul piano missionario: seguire le orme di Gesù continuando, con il suo esempio e la sua forza, l’annuncio di salvezza per l’uomo e la sua realizzazione. In particolare, la Parola di questa Domenica penso ci aiuti a comprendere bene
questo compito. C’è sempre, infatti, un po’ l’equivoco ad intendere la missione come un “andare”, un “dire”, un annunciare contenuti che abbiamo ricevuto. E, per
molti aspetti, è proprio così. Ma le Letture di oggi, invitandoci a riprendere in
mano la nostra vita, ci portano a considerare la “missione” come la vita stessa dei credenti, ossia l’essenza della nostra
fede e non semplicemente come uno dei tanti doveri. Nella prima Lettura abbiamo l’esempio del
profeta Geremia: prova angoscia per il fatto che la calunnia che
sente attorno a lui si trasforma in triste realtà. Persino i suoi amici sono
pronti ad attendere la sua caduta, una specie di vendetta che lo vede umiliato e prostrato. Eppure, il suo cruccio è
proprio quello di verificare come la sua condizione sia frutto di ciò che il
Signore gli ha detto di annunciare. È così odiato perché
dice ciò
che il Signore
gli ha consegnato. Per questo la sua fede rimane salda e la paura per ciò che gli potranno fare i
nemici non
prende il sopravvento. Il Vangelo, a sua volta, partendo dal
discorso missionario di Gesù, evidenzia la possibilità per i discepoli di dover rischiare molto per Lui e per il suo messaggio.
Ma il Signore
è al loro fianco. Chiede di essere riconosciuto con
la loro vita. La missione, dunque, non è una tecnica da
imparare, è piuttosto una comunione
da vivere con gratuità perché
il messaggio di Cristo Salvatore possa arrivare ad ogni creatura.
Il mio fraterno abbraccio.
Con
affetto, P. Piergiorgio
LETTURA (Mt
10,26-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi
apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non
sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle
tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi
annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il
corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui
che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri
non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra
senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti
contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò
chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al
Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini,
anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Riflessione
ambientale ______________________________
Riprendiamo anche nel ciclo domenicale il Tempo Ordinario, che ogni
settimana ci aiuterà a conoscere Gesù e assomigliargli sempre di più. Le pagine
della Sacra Scrittura che oggi ascoltiamo, da un lato, ci incoraggiano a vivere
con serenità, dall'altro, con sano realismo ci illustrano le difficoltà e i
pericoli che incontreremo lungo I'esistenza. Decidere di seguire il Signore è
certezza della meta, ma non è assicurazione di assenza di ostacoli. Geremìa,
Paolo, gli Apostoli, come anche ciascuno di noi; proprio perché provati in
varie forme dalla paura, tutti veniamo confortati dall'invito divino, presente ben
365 volte nel Libro Sacro, tante quanti i giorni dell'anno, quasi a dire che
per la misericordia di Dio non dobbiamo mai temere.
Meditazione
________________________________
Il brano del Vangelo che oggi ci viene
proposto è tratto dal cosiddetto "discorso missionario": uno dei
cinque che compongono la struttura dello scritto di Matteo. Con le sue parole,
il Signore intende formare all'annuncio del Vangelo i discepoli che si è
scelto, e renderli pronti ad affrontare le persecuzioni alle quali andranno
incontro. Nella prima parte della sua conversazione, il Maestro indica lo stile
della predicazione che i suoi dovranno adottare. Il messaggio ha una tale
importanza che non può essere tenuto per sé, o riservato a qualche gruppo
ristretto particolarmente meritorio. L'annuncio del Vangelo non va
centellinato, quasi che chi I'abbia ricevuto possa vantarsene come di una
notizia esclusiva, affermando di sapere cose che gli altri non possono
conoscere. No! Il Vangelo può ribaltare la vita di quanti I'accolgono e per
questo, fin dal giorno di Pentecoste, gli Apostoli lo proclameranno
universalmente, come poterono sperimentare i loro ascoltatori che, pur
provenienti da paesi diversi, affermarono di sentirli parlare «nelle nostre lingue delle
grandi opere di Dio» [At 2,11]. Successivamente, Gesù
rincuora i futuri missionari: nelle difficoltà saranno sorretti dalla mano
amica del Padre, che li conosce meglio di loro stessi e attribuisce ad ogni suo
figlio un valore infinito. La paura e il timor di Dio vengono contrapposti in
questo brano, perché I'una venga vinta dalla serena fiducia nell'amorevole
sostegno di Dio, e perché I'altro abbatta quella «tristezza dolciastra, senza
speranza, che si impadronisce del cuore come "il più prezioso degli elisir
del demonio"» e ruba la gioia dell'evangelizzazione
[cfr, EG 83]. Tutti noi discepoli-evangelizzatori ripartiamo da questa Eucaristia domenicale
sostenuti dalla fedeltà di Gesù,che non ci rinnegherà!
A cura di Don Carlo Cassatella (Parroco in
Cerignola, FG)
Preghiera
in famiglia ________________________
Maria, Stella della nuova evangelizzazione,
ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della
vita che vince la morte. Dacci la santa audacia di cercare nuove strade, perché
giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne, e nessuna periferia sia
priva della sua luce [cfr. EG 288 ].
Azione
__________________________________
Condividerò con qualcuno
un’espressione della Sacra Scrittura o dell'omelia ascoltata.
“Una zolla del Regno”
La Chiesa che siamo, la Chiesa che
vogliamo…
In questo piccolo spazio che ancora abbiamo su
questo numero, riprendiamo la presentazione della Lettera Pastorale del
Vescovo 2019-2021, con l’intento di proseguire dal punto in cui eravamo
rimasti (vedi Camminiamo Insieme n. 50 del 15 dicembre 2019).
...
Questa Chiesa bella è una Chiesa in
cammino: è la Chiesa già
presente qui, oggi, ma è anche la Chiesa che verrà. Ricordo con gratitudine
parole ascoltate dal Vescovo, Mons. Daniele Ferrari, che a Chiavari, il 30
maggio 1982, mi ha ordinato presbitero: “i
santi sono quelli del futuro, quelli che verranno, non quelli segnati sul
calendario. E quelli che verranno saranno molti di più di quelli del passato”. Ecco
la Chiesa che verrà, la Chiesa del futuro … Perché “la Chiesa già sulla terra è
adornata di una santità vera, anche se imperfetta. Ma fino a che non vi saranno
i cieli nuovi e la terra nuova, nei quali la giustizia ha la sua dimora, la
Chiesa pellegrinante … porta la figura fugace di questo mondo, e vive tra le
creature, le quali sono in gemito e nel travaglio del parto sino ad ora, e
sospirano la manifestazione dei figli di Dio” (LG 48). (continua)
- APPUNTAMENTI -
Giovedì
25 Commemorazione mensile di Gesù Bambino di Praga
Ore 17: Adorazione
Eucaristica.
Ore 18 S.
Messa.
Da
Venerdì 26 a Domenica 28:
Triduo per la Solennità di S. Pietro
(S. Messa Vespertina).
14 GIUGNO 2020
SOLENNITà DEL ss. corpo e sangue di cristo
Ricordiamo
che si può partecipare ancora alla Celebrazione della S. Messa delle ore 11
collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube della Parrocchia al
seguente link:
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
la motivazione
fondamentale della Solennità odierna del Corpo e Sangue di Gesù,
la cui importanza abbiamo già sottolineato domenica scorsa, è innanzitutto
quella di richiamare e adorare la presenza reale di
Cristo, morto e risorto per noi, nelle specie del pane e del vino, trasformate
nell’Eucaristia dall’azione dello Spirito Santo, nel suo Corpo e Sangue a
noi donati per la nostra salvezza. Tutto questo non è magia, ma Mistero
… ossia opera di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che agisce con
la sua forza salvifica in coloro che, mangiando il suo Corpo e/o
bevendo il suo Sangue, intendono condividere nella propria vita il suo progetto
d’Amore, la salvezza dell’uomo. È la realtà Mistero che richiamiamo
costantemente, quella per cui nell’Eucaristia siamo come vincolati e
nel contempo abilitati a vivere
l’Amore di
Dio nella concretezza della nostra quotidianità per non rischiare di
“cosificare” un evento così grande, cioè di trattarlo come una delle tante
cose che il buon cristiano deve fare, quando invece è o deve diventare − e così si esprime il Concilio Vaticano II −
la fonte e il culmine di tutto il cammino di fede del
cristiano. Questa volta però vorrei proporvi nella meditazione qui di
seguito, sempre del teologo Roberto Laurita, la riflessione sull’altro aspetto
fondamentale di questo Mistero: la sua gratuità assoluta, nel senso
che non possiamo pensare di esserne degni in forza dei nostri meriti.
La mia benedizione
e il mio abbraccio.
Con affetto, P. Piergiorgio
Io sono il Pane vivo
Il linguaggio di Gesù - non possiamo nascondercelo
- sembra fatto apposta per scandalizzare. L’idea di "mangiare la
carne" e di "bere il sangue" faceva inorridire qualsiasi ebreo...
Si pensi solo al fatto che nessun israelita mangia oggi la carne di un animale
soffocato: l'animale deve essere sgozzato ed il suo sangue uscito completamente
dal corpo! Perché allora Gesù adopera espressioni che irritano i suoi
ascoltatori? Non potrebbe in qualche modo togliere ciò che appare
"indigesto" e facilitarsi così l'approvazione e il consenso? Quello
che è in causa è troppo importante per essere soggetto a compromessi. Gesù ha
moltiplicato i pani per la folla affamata: un gesto che ha destato tutto
l'entusiasmo di quelli che hanno partecipato al banchetto abbondante e
gratuito. Ma ora dal "segno" Egli vuole farli passare alla
"realtà": è Lui il "Pane della vita”, Lui che si offre come
cibo, Lui che dona il suo sangue come bevanda. Accettare questo significa
entrare in un mistero di comunione e di amore, che si realizza in ogni
Eucaristia. Accettare questo significa lasciarsi trasformare dalla vita stessa
di Dio che fluisce nella nostra. Il brano evangelico così ci conduce a
considerare ciò che sta al centro e al cuore della nostra esistenza cristiana.
Non la nostra ricerca, il nostro impegno, i nostri sforzi, ma un dono smisurato
che ci raggiunge. Un dono da desiderare, come dei poveri, che hanno fame non di
un cibo che perisce, ma di un alimento che reca in sé la vita eterna. Un dono
da accogliere, senza alcun merito, come degli ospiti che si siedono a mensa e
condividono non "qualcosa", ma proprio Lui, Gesù, che ha spezzato sé
stesso per la salvezza del mondo. Un dono da accettare nella fiducia e nella
speranza, sapendo che questo Pane fa di noi dei fratelli, chiamati a
condividere lo stesso annuncio di gioia e a realizzare il disegno del Padre. Tanti
battezzati sono coscienti di quello che perdono, disertando la Messa della
Domenica? La loro scelta, frutto spesso di pigrizia, impoverisce la loro esistenza,
li rende più che mai esposti alle prove e alle difficoltà che incontrano, privi
di quella forza e di quella luce che vengono dall'alto. Lontani dall'Eucaristia
- che diventa solo un momento episodico, una pratica vissuta come un pedaggio
alla tradizione, da onorare a Natale e a Pasqua – il rapporto con il Signore
Gesù, crocifisso e risorto, si allenta, deperisce, talora viene a mancare.
Confrontati con la sofferenza, con i momenti difficili, con le decisioni
impegnative, sono di fatto abbandonati a sé stessi, alla propria fragilità.
La PAROLA DI DIO (Gv 6,51-58)
In quel tempo, Gesù disse
alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo
pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero
a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi
dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue,
non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la
vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero
cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io
vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il
pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Riflessione
ambientale ___________________________________
I
brani che compongono la liturgia della Parola di questa Solennità, una delle
più sentite dal popolo cattolico, sottolineano gli aspetti fondamentali del
Mistero Eucaristico, sia nella sua celebrazione che nell'adorazione della reale
presenza del Signore Gesù nel Sacramento. Innanzitutto, la memoria: nella sua duplice
accezione di non dimenticare e di riportare al cuore (“ricordare”); l'unità
ecclesiale, frutto del rimanere uniti a Cristo mediante il gesto umile e
solenne del nutrirsi di Lui. Tutto questo noi lo viviamo in ogni Celebrazione
eucaristica, ma oggi la nostra fede si sarebbe dovuta arricchire anche della
testimonianza data dalla Processione Eucaristica (la Processione del “Corpus
Domini”), nella quale si sperimenta che, mentre portiamo il Signore, siamo in
realtà portati da Lui. Purtroppo la situazione ancora di emergenza non ci
permette di realizzarla, ma cercheremo di sostituirla impegnandoci a “portare
Cristo” che abbiamo ricevuto nell’Eucaristia ai nostri fratelli attraverso un
atto di carità che riterremo opportuno.
Preghiera
in famiglia _____________________________________
Aiutaci, Gesù, a fare comunione con te, ad essere
uniti a te in un solo corpo, e a collaborare con te alla salvezza del mondo, in
piena solidarietà con la condizione di chi soffre, fino a quando saremo tutti salvi
con te, nella gioia senza fine, per sempre, Amen [Cacciapuoti].
Azione __________________________________________________
Rimarrò qualche minuto in preghiera con
spirito di adorazione davanti al tabernacolo eucaristico.
- APPUNTAMENTI -
Domenica 14 Ore 21 nella CHIESA DI SAN RAFFAELE AL PORTO:
“Pane dei pellegrini, pane dei figli” - Veglia del Corpus Domini, organizzata dalla Pastorale giovanile. La preghiera prolungata, davanti al Santissimo Sacramento, sarà introdotta dal Vescovo Marino. Poiché la chiesa può ospitare solo 30 persone, sarà possibile unirsi alla preghiera collegandosi sul canale Youtube della Diocesi (link www.youtube.com/user/pgsavona) e scaricando il libretto della Veglia che sarà disponibile entro venerdì sul sito www.pastoralegiovanile.sv.it.
Venerdì 19 Ore 10 nella PARROCCHIA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ:
Ritiro sacerdotale per la Festa del Sacro Cuore. Dopo l’Ora Media, il Vescovo Marino guiderà la meditazione sul tema “L’Eucaristia e la liturgia nel tempo del Covid”. A seguire, saranno festeggiati i presbiteri e i religiosi di cui ricorre un significativo anniversario di Ordinazione.
7 GIUGNO 2020
SOLENNITà DELLA SANTISSIMA TRINITà
Ricordiamo che si può partecipare ancora alla Celebrazione della S. Messa delle ore 11, collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube della Parrocchia al seguente link:
https://youtu.be/47N8TMwcGsA
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
dopo
le Feste Pasquali e la Solennità di Pentecoste, il Tempo Ordinario, come sempre, inizia con due Solennità che pongono al centro due grandi
realtà del Mistero
cristiano.
Nella prima, la Santissima
Trinità (questa
Domenica), l’amore eterno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; nella
seconda, Santissimo
Corpo e Sangue di Cristo (la
prossima Domenica) la memoria viva di questo Mistero che, rivelatosi nella
Pasqua del Signore Gesù, si riattualizza ogni volta per noi nel Sacramento del
suo Corpo e Sangue, l’Eucaristia.
Soffermiamoci
per il momento sulla Solennità
odierna,
questo grande
Mistero d’amore che
è la Santissima Trinità. Una festa che può forse
apparire
un po’ “strana” nel percorso dell’anno
liturgico, quantomeno astratta, ma non dovrebbe essere così,
dal momento che la nostra vita
cristiana e
la stessa
liturgia che
celebriamo rimandano
continuamente
a questo mistero, pensiamo solo a quante volte lo ripetiamo nel Segno della Croce o nel “Gloria al Padre” … Perderlo di vista,
significherebbe smarrire il senso della nostra esperienza di credenti. A tal
proposito, desidero proporvi qui di seguito una bella riflessione del teologo Roberto Laurita, che
può aiutarci nella comprensione
di questo
Mistero, andando a scandagliare in profondità la nostra relazione con Dio per
coglierne l’essenziale.
Un
caro e fraterno abbraccio, P. Piergiorgio
Un Mistero d’amore
Non
ci troviamo alla periferia della fede, ma a quello che ne costituisce il fondamento
e la sorgente continua a cui attingere. Tutto è cominciato con il Battesimo:
facendo scendere per tre volte l’acqua sul nostro capo, il ministro ha detto: “Io
ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Poche
parole, ma che aprono uno squarcio su ciò che accade ad ogni uomo e ad ogni
donna quando approdano alla fede. Immersi nell’amore di Dio, a partire da quel
momento siamo stati generati ad una nuova esistenza, quella dei figli di Dio. È
come se la vita stessa di Dio avesse cominciato a fluire nelle nostre vene…
Naturalmente ci siamo aperti a questa relazione un poco alla volta e, a questo
riguardo, si è rivelato decisivo il ruolo dei nostri genitori. Col tempo,
partecipando alle celebrazioni e alle catechesi abbiamo preso coscienza di
questo rapporto, abbiamo cominciato a fornire le nostre prime risposte
personali, ad esprimere la nostra fede e il nostro amore verso Dio che è Padre,
Figlio e Spirito Santo. Se siamo diventati dei discepoli di Gesù, Egli ci ha
svelato gradualmente questo mistero, che è un mistero d’amore. Non un rompicapo
su cui andare a sbattere la testa. Non una porta chiusa, oltre la quale non è
possibile andare. Un mistero è una realtà troppo bella e troppo grande per
poter essere completamente abbracciata. Ma questo non vuol dire che non ne
percepiamo nulla. E infatti abbiamo imparato a cogliere nella bellezza e nell’armonia
dell'universo le tracce indelebili del suo Creatore, di colui che l'ha chiamato
all’esistenza e l’ha affidato alla responsabilità degli uomini. Le nostre
labbra, guidate dalla parola di Gesù, hanno pronunciato il suo nome: “Padre…”. Abbiamo accolto in Gesù il Figlio fatto uomo per la nostra salvezza,
l'amore che si rende visibile, palpabile e si offre interamente, fino a versare
il suo sangue sulla croce. Lo abbiamo riconosciuto risorto e vivo, mentre ci
accompagna con la Parola ed i Santi Sacramenti, nel nostro cammino di
pellegrini. Abbiamo avvertito l’azione dello Spirito Santo che trasforma i
cuori e li conduce sui sentieri del Regno, al di là di ogni nostra previsione
ed attesa, oltre ogni nostro sogno e progetto. Di questo Dio, che è Padre, Figlio
e Spirito Santo, abbiamo dunque molte cose da dire ed esperienze concrete da
evocare, che ci hanno trasformato la vita e ci hanno fatto sentire parte di un
disegno più grande di bontà, di giustizia e di pace.
La PAROLA DI DIO (Gv
3,16-18)
In quel tempo, disse Gesù a
Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio,
unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto,
ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo
per condannare il mondo, ma perché il mondo
sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è
condannato;
ma chi non crede è già
stato condannato, perché non ha creduto nel nome
dell’unigenito Figlio di
Dio».
Riflessione
ambientale ________________________________
Lunedì
scorso abbiamo dato inizio alla seconda parte del Tempo Ordinario, interrotto
lo scorso febbraio col sopraggiungere della Quaresima. Chi partecipa solo alla
Celebrazione Eucaristica domenicale non se ne accorgerà prima della terza
Domenica di giugno poiché, almeno in Italia, le prime due Domeniche che segnano
la ripresa del tempo “per annum” sono dedicate rispettivamente alle Solennità
della Ss. Trinità e del Ss. Corpo e Sangue di Cristo. È provvidenziale, dopo le
forti emozioni che ci ha riservato lo spazio santo dei cento giorni dei tempi
forti di Quaresima e Pasqua, riprendere il cammino ordinario della nostra vita cristiana
avendo sulle labbra l’invocazione di Mosè riportata nella prima lettura: “Il
Signore cammini in mezzo a noi”.
Preghiera
in famiglia ______________________________
Padre celeste, Re dei re, dégnati di preparare in
me la festa nuziale al Re tuo figlio, Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, fa’ che
il mio amore si unisca a Te, perché Tu sei il mio Re e mio Dio, al tempo
stesso. Spirito Santo Paràclito, unisci per sempre il mio cuore a Gesù, con lo
stesso vincolo d’amore con il quale unisci il Padre e il Figlio [Santa
Gertrude ].
Azione
_______________________________________
Attingerò coraggio dalla celebrazione
comunitaria, e farò coraggio a chi incontrerò.
AVVISO IMPORTANTE
Purtroppo, come già sapete, siamo stati
costretti a sospendere
fino a nuovo ordine, per motivi igiene, la raccolta degli indumenti a causa del
prorogarsi dello stato di emergenza. Mentre invece si è ripresa la distribuzione
degli alimenti per le nostre
famiglie povere e in difficoltà che in questa situazione di emergenza sono
anche aumentate. Pertanto accogliamo nuovamente e ben volentieri il vostro
consueto contributo, se volete anche in denaro, per venire incontro alle
necessità dei nostri poveri. Vanno bene tutti gli alimenti, ma quelli
maggiormente richiesti ora sono i seguenti:
PELATI - LEGUMI - ZUCCHERO - OLIO - CAFFÈ
Grazie del vostro
buon cuore!
Il Parroco e i
volontari della San Vincenzo
31 MAGGIO 2020
SOLENNITà DI PENTECOSTE
Ricordiamo
che si può partecipare ancora alla Celebrazione della S. Messa delle ore 11, collegandosi in diretta streaming sul canale Youtube della Parrocchia al
seguente link:
https://youtu.be/WkxejfI92Fg
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
con
la Solennità
di Pentecoste che
celebriamo questa Domenica, si chiude il Tempo Pasquale dell’anno liturgico e
si riapre il Tempo
cosiddetto
Ordinario, che non vuol dire − lo ripeto ogni anno − di poco conto, perché è soltanto
nell’ordinarietà della nostra vita quotidiana che possiamo verificare e dimostrare
l’autenticità della nostra fede, quella che scaturisce dai grandi eventi della
Pasqua (Risurrezione, Ascensione, Pentecoste) che abbiamo appena celebrato.
Sicché la ferialità, anziché valere poco, diventa “luogo privilegiato” della nostra esperienza di
fede, cioè laddove
e quando conta davvero. Ed è proprio la Pentecoste a darci lo spunto e la spinta per interpretare correttamente questo
cammino
“feriale”,
coniugando
tra l’altro
molto bene le esigenze
della
nostra fede
con il tempo che viviamo, in questo caso la rinascita dalle
rovine del Coronavirus … Il Salmo responsoriale di questa Domenica ci fa
infatti cantare: “Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare
la terra”. È
lo Spirito
Santo di Dio che può davvero rinnovare “la faccia” della terra, ma non senza la nostra fattiva collaborazione, che si contraddistingue per la diversità dei carismi che lo Spirito dona a ciascuno
singolarmente per il bene
di tutti,
affinché, grazie alla Sua azione
unificante,
le diversità non siano un ostacolo, ma diventino la vera ricchezza della Chiesa. Ma perché tutto ciò avvenga,
occorre riconoscere
lo Spirito innanzitutto nella propria vita, cioè lasciarsi condurre da Lui come una docile creta nelle mani
del vasaio per potere entrare nel disegno di Dio, per diventare poi capaci di scoprire con gioia la sua azione anche in tutti gli uomini e le donne che cercano Dio con cuore sincero, che desiderano
la giustizia e la pace, che agiscono con misericordia e spirito di solidarietà,
disposti a condividere e a soccorrere il loro prossimo. Mi limito a suggerirvi
soltanto tre
situazioni in
cui possiamo “riconoscere” l’azione dello Spirito nel nostro cammino personale.
1– Lo Spirito ci illumina quando ci disponiamo a leggere e
ad ascoltare
il Vangelo con il desiderio di comprendere
il senso
profondo delle
parole di Gesù. Attraverso il testo siamo guidati all’incontro con Lui per
vivere una relazione
profonda
ed autentica, di intima comunione.
2– Lo Spirito ci sostiene
attraverso i Sacramenti, nei
quali agisce da protagonista, per trasfigurarci e sostenerci, soprattutto nei
momenti significativi e più importanti nello scorrere del tempo.
3– Lo Spirito ci viene incontro
negli accadimenti della vita attraverso
mille modi, da coloro che vivono accanto a noi sino agli imprevisti che ogni
giorno ci riserva. Attraverso di Lui noi possiamo intendere la voce di Gesù
risorto e vivo, rispondere al suo amore, assumere le nostre responsabilità con
fiducia e coraggio. Insomma, in ogni circostanza, se impariamo ad avere occhi buoni e un cuore aperto e vigilante, scopriremo come lo Spirito ci preceda sempre,andando oltre i nostri
pensieri, facendoci toccare con mano la novità del Vangelo di Gesù che diventa realtà.
È
l’augurio che vorrei ci rivolgessimo l’un l’altro, invocando l’intercessione di
Maria a conclusione del mese a lei dedicato e la benedizione di Dio nostro
Padre.
Con
affetto, P. Piergiorgio
Lettura (Gv 20,19-23)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano
chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei,
venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace
a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli
gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi!
Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e
disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati,
saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Gesù si manifesta ai suoi discepoli in un
luogo non precisato, in cui essi sono chiusi dentro per timore dei giudei.
Andati per trovare il Maestro dove pensavano che fosse, i discepoli vengono
invece raggiunti da Gesù dove sono loro. Il Risorto dona la pace,
compito e responsabilità della Chiesa: essere discepolo comporta una missione.
La presenza di Gesù nel mondo, divenuta presenza totale di Dio, deve essere
prolungata dai discepoli.
La visione reale che porta pace e gioia
Giovanni collega la narrazione ai versetti
precedenti: la Maddalena ha detto ai discepoli di avere visto il Signore, “ora”
saranno loro a doverlo vedere e proprio “la sera di quello stesso giorno, il
primo della settimana”. Nonostante le porte chiuse. Gesù si trova
all'improvviso in mezzo a loro, che subito vengono rassicurati. Egli non dice “Io
sono” (cfr. Gv 6,20): la sua presenza è ormai di un altro ordine, porta
la pace (cfr. Gv 14,27) e la gioia (cfr. Gv 16,20-24;17,13). Il
saluto abituale “pace a voi” oltrepassa qui il suo significato
ordinario, perché Gesù augura e dà loro una pace e una gioia specifiche, che li
rendono capaci di superare lo scandalo della croce e di superarne
le ripercussioni nella loro vita (cfr. Gv 14,27). Si tratta di
ricordare: Gesù mostra le tracce della sua passione e della sua
morte. Mostra le sue mani e il suo costato, perché “è” veramente: non è
uno spirito, una creazione della fantasia. Ma nello stesso tempo I'evangelista
sottolinea che la risurrezione suppone la croce, che non può essere eliminata.
Affinché la pace sia davvero data loro, devono imparare a comprendere cristianamente
la croce: ciò è il “canone”, la regola di ogni cristiano (cfr.
Gal 6,14-16).
Benché alla sua vista i discepoli siano pieni
di gioia, Egli ripete una seconda volta “Pace a voi”. La ripetizione
rivela che non si tratta della comune formula di saluto e che la pace augurata
è quella che integra le tracce della Passione, superando così la pace
ordinaria.
Il dolore della separazione non può mutarsi
in una gioia passeggera, che dimentichi la passione. Questo dolore deve
divenire gioia costante, maturata nella sofferenza, gioia di
Gesù e gioia loro, gioia che nessuno potrà rapire a loro (cfr. Gv 16,20-22).
Il
compito tramandato: l’opera dello Spirito Santo
Gesù trasmette ai discepoli la missione,
affidata dal Padre stesso: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”.
Gesù se ne va, ma la realtà divina che Egli ha portato e che Egli è,
resta in loro e presso di loro. Spetta a loro portarla al mondo. Questa
scena riassume e realizza i pensieri del discorso di addio, e se è stato necessario
l’aiuto dello Spirito affinché i discepoli comprendessero “la verità”,
a maggior ragione sarà loro necessaria la sua assistenza per farla
comprendere agli altri. Come Dio alitò lo spirito di vita nel primo uomo (cfr.
Gen 2,7; Sap 15,11), così Gesù alita oggi lo Spirito nei suoi discepoli: eccoli
ricreati ai fini della loro missione. Con lo Spirito è dato loro il
potere di rimettere e di ritenere i peccati, terminologia giuridica
che implica il potere di giudicare. Questo potere è un’irradiazione del Figlio
dell’uomo, ormai costituito Giudice. I discepoli partecipano al potere giudiziario
escatologico di Gesù, il Figlio dell’uomo. La Chiesa ha veduto in queste parole
di Gesù il fondamento del potere di perdonare i peccati con il sacramento
della penitenza. Come la vita e l’insegnamento di Gesù (cfr. Gv 9,39), l’evangelizzazione
porta la divisione nel mondo: i discepoli sono dichiarati competenti per
discernere chi risponde al messaggio, spetta a loro di giudicare dopo
come prima del battesimo. Questo potere non è indipendente dalla
predicazione: è la “verità” che libera dalla schiavitù del peccato (cfr.
Gv 8,32-34) e rende puri (cfr. Gv 13,10; 15,3). È opportuno parlare solo di “perdono”,
soprattutto in riferimento a Gv 3,17-21, in cui Gesù stesso afferma di
essere stato inviato dal Padre non per condannare, ma per salvare
il mondo per mezzo di lui. Questo sarà il ruolo dei discepoli:
essere inviati affinché ogni uomo possa salvarsi, attraverso perciò la loro
buona testimonianza e capacità, per mezzo delle loro azioni e parole, di portare
gli uomini a giudicare se stessi. Saranno questi ultimi che
comprenderanno la loro condanna, avendo amato più le tenebre della luce, non
credendo nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. Il Vangelo stabilisce un nesso
tra Spirito Santo e remissione dei peccati. Il Risorto mostra ai discepoli le
ferite delle mani e del costato e dona la pace e lo Spirito Santo. Perdonare
è donare attraverso le ferite ricevute, è fare del male subìto I'occasione di
un gesto di amore, è creare pace con una sovrabbondanza di amore che vince
I'odio e la violenza sofferti. Il Risorto ha vinto in se stesso, con
I'amore, il male patito e, manifestando ai discepoli la continuità
del suo amore nei loro confronti, comunica loro anche la via per
partecipare alla sua vita di Risorto: vincere il male con il bene,
rispondere alla cattiveria con la dolcezza, far prevalere la grazia sulla
vendetta e sulla rivalsa. Prima di essere capacità di perdono nei confronti di altri,
lo Spirito insegna al credente a riconoscere il male che abita in lui e a
vincerlo con il bene e I'amore. Non va dimenticato che il dinamismo umano
del perdono è lungo e faticoso, perché per perdonare occorre rinunciare
alla volontà di vendicarsi, riconoscere che si soffre per il male subìto e che
tale male ci ha privati realmente di qualcosa; condividere con qualcuno il
racconto del male subìto; dare il nome a ciò che si è perso per poterne fare il
lutto; dare alla collera il diritto di esprimersi; perdonare a se stessi;
comprendere I'offensore, cioè guardarlo come un fratello che il male ha
allontanato da me; trovare un senso al male ricevuto; sapersi perdonati da Dio
in Cristo. Questo cammino il credente lo vive aprendosi all'effusione dello Spirito
che fa regnare Cristo in lui e nei suoi rapporti.
Più effusioni dello Spirito Santo?
Da questo racconto emerge che
lo Spirito è stato alitato sui discepoli fin da Pasqua, contrariamente
all'opinione della cristianità delle origini che situa nella Pentecoste I'effusione
dello stesso Spirito (cfr. At 2,1-4). L'effusione di Pasqua, di Pentecoste e
quelle successive sono i segni di una stessa realtà che, dopo la glorificazione
di Gesù (cfr. Gv 7,37-39), ha rivoluzionato il mondo intero (cfr. Gv 3,3-8). La
distinzione tra l'effusione dello Spirito a Pasqua e quella di Pentecoste è
molto secondaria, soprattutto per Giovanni, perché per lui i due avvenimenti
vengono dalla stessa “Ora”. Il giorno di Pasqua i discepoli ricevono lo Spirito
in vista della loro missione: questo Spirito ritorna su di essi nel momento
della costituzione del nuovo popolo di Dio, cioè nell'evento di At 2,1-4. Col
passare del tempo continuerà ad assisterli e ciò non può far altro che
rassicurare ogni uomo credente che vive in questo mondo.
24 MAGGIO 2020
ASCENSIONE DEL SIGNORE
“Fu elevato al cielo”
Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
finalmente abbiamo
ripreso, seppure con mille preoccupazioni, gran parte
delle nostre attività abituali … Tra queste, le nostre assemblee
liturgiche che per le comunità cristiane sono di
fondamentale importanza, perché è lì che si prende coscienza del nostro essere
Chiesa, in quanto è dal Mistero
della Pasqua del Signore che insieme
celebriamo che la Chiesa è nata e continua a ri-nascere.
La
Solennità odierna dell’Ascensione segna proprio l’inizio di
questo tempo della Chiesa in cui Cristo affida a noi,
membra vive del suo Corpo, il compito di portare avanti, con le nostre vite, l’annuncio
e l’opera della sua salvezza.
E per questo ci ha donato il suo Santo Spirito. Nel Vangelo
odierno Gesù ricorda ai suoi come la sua assenza
fisica divenga in realtà una presenza
invisibile, ma ancora più forte, una compagnia costante: “Io sono con voi
tutti i giorni fino alla fine del mondo”.
L’esito del dono della vita per i suoi amici, e quindi per noi, è l’essere
con loro per sempre, in modo misterioso,
certo, tuttavia reale. Ecco, credo che sia proprio
in questa espressione, apparentemente paradossale, il senso
del nostro cammino di fede: scoprire nel Mistero la verità sulla
nostra vita, perché il mistero non è semplicemente ciò che
non conosciamo. Il Mistero, in senso biblico, è tutto ciò
che opera Dio nella vita
di colui che si affida
alla sua azione, a partire dai “segni efficaci” di questa che ci
ha lasciato nei Sacramenti, fino ad arrivare ad ogni
singolo accadimento della vita interpretato alla
luce della sua Parola. In questo senso il Mistero,
se forse non lo possiamo comprendere fino in fondo, tuttavia, facendone
l’esperienza, troveremo in esso la miglior forma di conoscenza
che ci riguarda in concreto, oggi,
in altri termini la Verità sulla esistenza che
stiamo vivendo. Lasciandoci in dono il suo Santo Spirito (Domenica
prossima celebreremo l’evento di questo dono nella Pentecoste),
Gesù ci dice infatti proprio questo: “sarà Lui − lo Spirito Santo
−
ad insegnarvi ogni cosa … a condurvi alla verità
tutta intera …”
Apriamoci allora con fiducia alla sua azione per fare l’esperienza “vera”
di un “mondo nuovo”, sino a “toccare
con mano” − ossia
vedere con gli occhi della fede − come ciò che umanamente è una disgrazia può
rivelarsi una grazia e ciò che giudichiamo una maledizione può
trasformarsi in benedizione …
Un abbraccio di
cuore. Con affetto. P. Piergiorgio
Lettura (Dal Vangelo secondo Matteo 28, 16-20)
In
quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva
loro indicato.
Quando lo videro,
si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è
stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli
tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
MEDITAZIONE
Gesù,
“elevato in alto”, può offrire ai suoi discepoli un punto di vista più elevato
di quello cui sono abituati nella vita quotidiana. Il testo dalla Lettera agli
Efesìni auspica appunto “uno spirito di sapienza e di
rivelazione per una profonda conoscenza di lui”, e articola
questa più profonda conoscenza in tre direzioni: la speranza, la gloria, la
potenza. Per la fede del discepolo è di importanza fondamentale conoscere "la
grandezza della potenza del Signore". La professione di fede della Chiesa,
che ha vissuto l'Ascensione, dice con chiarezza che Gesù “salì al
cielo e siede alla destra del Padre”, esprimendo la certezza che Egli è sul
versante della divinità ed è Dio come il Padre. Su questa certezza della
divinità di Gesù emerge la consapevolezza della speranza, a cui sono chiamati
coloro che fondano su di Lui la propria esistenza. Il Vangelo di san Giovanni
riporta una bellissima assicurazione del Signore: “lo sono
la vite, voi i tralci”. Quella vite e quei tralci sono
alimentati da una linfa divina, per cui la grande speranza dei credenti è
quella di partecipare alla dignità stessa di Dio. La consapevolezza di questa
speranza deve aprire a grandi ideali: chi sa di essere intimamente unito al
Figlio di Dio non si può rassegnare a una vita mediocre. “Quale
grande amore ci ha dato il Padre, per essere chiamati figli di Dio e lo siamo
realmente”. Con queste parole san Giovanni, nella sua prima lettera, puntualizza
che la grandezza della nostra speranza sta nel privilegio di essere figli di
Dio, e con la stessa chiarezza esprime “quale tesoro di gloria racchiude la
sua eredità: la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo Gesù
Cristo. Queste cose vi scriviamo perché la vostra gioia sia piena”.
(S.E. Mons. Guido Ravinale - Vescovo emerito di Asti
Preghiera in famiglia
Signore, dammi la forza
necessaria per proseguire nella storia la tua stessa azione di salvezza, e
alimenta la mia fiducia con la certezza della tua presenza accanto a noi, fino
alla fine del mondo.
AZIONE
ln
questa giornata festiva che mi invita ad alzare lo sguardo verso il cielo, mi
voglio interrogare su cosa posso fare per vivere da figlio di Dio e per
contribuire alla realizzazione del Regno di Dio.
Le direttive dei Vescovi Liguri per la partecipazione alle Celebrazioni:
N° POSTI IN CHIESA
PREGHIAMO LE PERSONE CHE PARTECIPERANNO ALLA CELEBRAZIONE DI RISPETTARE LE SEGUENTI NORME DI BUONA CONDOTTA,PER LA PREVENZIONE DEL CONTAGIO:
Ø NON POTETE PARTECIPARE SE AVETE SINTOMI INFLUENZALI, DIFFICOLTÀ RESPIRATORIE, TEMPERATURA SUPERIORE A 37,5° O SIETE STATI A CONTATTO CON CASI POSITIVI AL COVID-19
Ø PRESENTATEVI PER TEMPO, E SE I POSTI UTILI FOSSERO GIÀ TUTTI PRESI, RIMANDATE ALLA CELEBRAZIONE SUCCESSIVA O CERCATE IN UNA CHIESA VICINA
Ø PORTATE CON VOI E INDOSSATE LA MASCHERINA
Ø ADOTTATE LA DISTANZA RECIPROCA E OVE POSSIBILE EVITATE IL CONTATTO. LE SEDUTE HANNO SEGNI CHE INDICANO DOVE POSIZIONARSI PER MANTENERE LE MISURE
Ø USATE LE PORTE DI INGRESSO E USCITA CORRETTAMENTE, SEGUENDO LE INDICAZIONI DEI VOLONTARI RICONOSCIBILI DA APPOSITI DISTINTIVI.
Ø LA COMUNIONE SI RICEVE IN MANO DOPO ESSERSI DISPOSTI SECONDO LE INDICAZIONI DEI VOLONTARI
Ø USATE I SERVIZI IGIENICI SOLO SE STRETTAMENTE NECESSARIO
Ø AL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE NON SOSTATE SUL SAGRATO
Ø SONO PRESENTI ALL’INGRESSO DELLA CHIESA DELLE COLONNINE CON DISINFETTANTI, PER IGIENIZZARE LE MANI.
RICORDIAMO CHE IN QUESTA FASE, SE NON SI PUO’ PARTECIPARE ALLA MESSA IN CHIESA, NON SI E’ TENUTI AL PRECETTO FESTIVO E SI PUO’ SEGUIRE LA MESSA ATTRAVERSO I MEDIA (TV, INTERNET, ETC.).
RINGRAZIAMO TUTTI PER LA COMPRENSIONE E L’OSSERVANZA DEI SUGGERIMENTI.
LA PARROCCHIA
appuntamenti
Lunedì 25 Commemorazione
mensile di Gesù Bambino di Praga
Ore 17: Adorazione
Eucaristica. Ore 18 S. Messa.
Giovedì 28 Ore 18 in
Cattedrale: S. Messa Crismale.
Ore
20,45 sul Canale Youtube della Parrocchia: Preghiera
Mariana.
Sabato 30 Ore 21 in
Cattedrale: Veglia di Pentecoste
N.B.: La Veglia,
data la situazione contingente, verrà trasmessa
in streaming sul Canale
Youtube della Diocesi,
mentre ogni Parrocchia sarà rappresentata, oltre che dal Parroco, da una sola
persona.
Per informazioni: info@comunitaservizi.org tel. 019/8389638.
Facciamoci concretamente prossimi a tanti nostri fratelli in
difficoltà”. + Vescovo Gero
IBAN:
IT 05 S 05034 10600 000000012497 intestato
a FONDAZIONE DIOCESANA COMUNITA’SERVIZI
ONLUS - CAUSALE : Fondo Diocesano di Solidarietà “Insieme per ripartire”
Le erogazioni liberali alle ONLUS possono essere detratte
dall’imposta ai sensi dell’art. 15 del TUIR o in base all’art. 83 comma 1) del
D. Lgs 117/2017 (codice del Terzo Settore). Vi è anche l’opportunità, della
deduzione dal reddito in base all’art. 83 comma 2 dello stesso D. Lgs. Per
beneficiare di questa opportunità è necessario che le erogazioni siano
effettuate tramite bonifico o bancomat, carte di credito, carte prepagate,
assegni bancari e circolari. Per chi desidera comunque effettuare l’offerta in
contanti, è possibile fissare un appuntamento al numero 019/8389638.
17 MAGGIO 2020
VI domenica di pasqua
“Il Padre vi darà un altro Paràclito”
Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
il Tempo
pasquale volge al termine e un grande raggio
di luce squarcia il nostro orizzonte … Non è una luce
qualsiasi e neppure soltanto la luce, pure bellissima, che ci giunge dalla
notizia della ripresa delle nostre celebrazioni.
Ma è la Luce che, semmai, dovrebbe scaturire
dalle nostre celebrazioni, se vissute con l’animo
giusto e rinnovato, innanzitutto nelle intenzioni,
per lasciarci trasformare dallo Spirito Santo che
opera in noi in quel momento e che, unico, può dare senso,
conforto e forza
alla nostra vita, permettendoci di camminare “sempre”, in ogni situazione,
nella Luce. È la Luce dell’Amore
di Dio che ci viene comunicato
perché a nostra volta venga donato.
Nel Vangelo di questa VI
Domenica di Pasqua Gesù afferma proprio questo quando promette
il suo dono prezioso: lo Spirito
come capacità di amare e
di essere in dialogo con gli altri. Gesù, anche se
sale al cielo ˗ domenica prossima celebreremo
la sua Ascensione ˗ non abbandona il suo gregge. Non
ci dimentica, non si accontenta nemmeno di affidarci
semplicemente uno stile di vita e di annuncio, ma desidera
che ritroviamo il coraggio necessario attraverso
l’esperienza di comunione fra di noi per
continuare la sua opera
nel mondo e nel tempo ... È questo il senso dell’Amore di Dio che dobbiamo
incarnare. Perciò ha promesso e donato il suo Santo Spirito.
È Lui il protagonista del nostro “camminare
nell’amore”. Questa è la Luce vera che
ci auguriamo di poter “vedere”, ora più che mai, in tutto il suo splendore.
Intanto,
aspetto anch’esso fondamentale, riprendiamo a vederci tra
di noi nella nostra bella chiesa, a partire da lunedì
18 con le due Messe feriali
e Domenica prossima 24
con le tre Messe festive.
Ci saranno dei fratelli volontari che in questa fase di transizione regoleranno
l’accesso alla chiesa secondo la normativa
ecclesiale-ministeriale riportata qui in 3a
pagina.
A tutti l’augurio di una gioiosa, seppur
cauta, ripresa ed un forte abbraccio. P. Piergiorgio
Lettura (Dal Vangelo secondo Giovanni 14, 15-21)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli
vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della
verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi
lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà
più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi
saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi
ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Meditazione
Alcuni
rapidi accenni alla letteratura patristica e teologica possono aiutarci a
comprendere come la Chiesa abbia attribuito la debita importanza alla presenza
dello Spirito. Sant'lreneo nota che il Signore «per mezzo dei profeti aveva promesso di effondere negli ultimi tempi
questo Spirito sui suoi servi, perché profetassero e per questo discese anche
sul Figlio di Dio, divenuto Figlio dell'uomo. Il Signore promise di mandare il
Paràclito, che ci rendesse ben disposti a Dio». San
Cirillo di Gerusalemme insegna che lo Spirito fa la Chiesa: «Infatti si serve della lingua di uno
per la sapienza. Illumina la mente di un altro con la profezia. A uno
conferisce il potere di scacciare i demòni, a un altro largisce il dono di
interpretare le divine Scritture. Rafforza la temperanza di questo, mentre a
quello insegna la misericordia. Ispira a un fedele la pratica del digiuno, ad
altri forme ascetiche differenti. C'è chi da lui apprende la saggezza nelle
cose temporali e chi perfino riceve da lui la forza di accettare il martirio.
Nell'uno lo Spirito produce un effetto, nell'altro ne produce uno diverso, pur
rimanendo sempre uguale a se stesso» (Catechesi
16, sullo Spirito Santo, 1,11-12.16). Infine, Guglielmo di
Saint-Thierry chiede all'anima fedele di accogliere lo Spirito e
l'arricchimento che comporta: «Affréttati
dunque a essere partecipe dello Spirito Santo. Quando si invoca si fa presente,
né lo si potrebbe invocare se già non fosse presente. Quando, invocato, viene,
vi giunge con l'abbondanza della benedizione di Dio. È infatti un fiume in
piena che allieta la città di Dio. E quando sarà venuto, se ti troverà umile e
tranquillo, riposerà su di te e ti rivelerà ciò che Dio Padre tiene nascosto ai
sapienti e ai prudenti di questo mondo. Incominceranno allora a brillare nel
tuo spirito quelle cose che la Sapienza poté dire in terra e ai suoi
discepoli, ma che essi non potevano capire, finché non fosse venuto lo Spirito
di verità, che avrebbe insegnato loro tutta la verità» (dallo Specchio di Guglielmo, abate
del monastero di Saint-Thierry, PL 180, 384).
(S.E. Mons. Guido
Ravinale - Vescovo emerito di Asti)
Preghiera in
famiglia
Aprimi,
Signore, all'accoglienza dello Spirito che hai mandato perché rimanga con noi
per sempre.
Azione
Faccio
il bene perché amo il Signore e desidero vivere con Lui.
Dal
“Protocollo circa la ripresa delle
celebra-zioni con il popolo” sottoscritto
dal Presidente del
Consiglio
dei Ministri, dal Presidente della CEI e dal Ministro dell’Interno
Trascriviamo
solo i punti che ci riguardano.
1. ACCESSO
AI LUOGHI DI CULTO IN OCCASIONE DI CELEBRAZIONI LITURGICHE
1.1.
L'accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare
ogni assembramento sia nell'edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio
le sacrestie e il sagrato.
1.2.
Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il legale
rappresentante dell'ente individua la capienza massima dell’edificio di culto,
tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad
almeno un metro laterale e frontale.
1.3.
L'accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e
regolato da volontari e/o collaboratori che - indossando adeguati dispositivi
di protezione individuale, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento
- favoriscono l'accesso e l'uscita e vigilano sul numero massimo di presenze
consentite. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi
significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri
l'ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche.
1.4.
Per favorire un accesso ordinato, durante il quale andrà rispettata la distanza
di sicurezza pari almeno a 1,5 metro, si utilizzino, ove presenti, più ingressi,
eventualmente distinguendo quelli riservati all'entrata da quelli riservati
all'uscita. Durante l’entrata e l'uscita dei fedeli le porte rimangano aperte
per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano
toccate.
1.5.
Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti
a indossare mascherine.
1.6.
Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della
celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di
temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° C.
1.7.
Venga altresì ricordato ai fedeli che non è consentito l’accesso al luogo della
celebrazione a coloro che sono stati in contatto con persone positive a
SARS-CoV-2 nei giorni precedenti.
1.9.
Agli ingressi dei luoghi di culto siano resi disponibili liquidi igienizzanti.
2.
IGIENIZZAZIONE DEI LUOGHI E DEGLI OGGETTI
2.1. I luoghi di culto, ivi
comprese le sagrestie, siano igienizzati regolarmente al termine di ogni
celebrazione, mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti ad azione
antisettica. Si abbia, inoltre, cura di favorire il ricambio dell’aria.
2.3.
Si continui a mantenere vuote le acquasantiere della chiesa.
3. ATTENZIONI DA OSSERVARE
NELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
3.2.
Può essere prevista la presenza di un organista, ma in questa fase si ometta il
coro.
3.3.
Tra i riti preparatori alla Comunione si continui a omettere lo scambio del
segno della pace.
3.4.
La distribuzione della Comunione avvenga dopo che il celebrante e l'eventuale
ministro straordinario avranno curato l'igiene delle loro mani e indossato
guanti monouso; gli stessi - indossando la mascherina, avendo massima
attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un'adeguata distanza di
sicurezza - abbiano cura di offrire l'ostia senza venire a contatto con le mani
dei fedeli.
3.6.
Per ragioni igienico-sanitarie, non è opportuno che nei luoghi destinati ai
fedeli siano presenti sussidi per i canti o di altro tipo.
3.7.
Le eventuali offerte non siano raccolte durante la celebrazione, ma attraverso
appositi contenitori, che possono essere collocati agli ingressi o in altro
luogo ritenuto idoneo.
4.
ADEGUATA COMUNICAZIONE
4.2.
All'ingresso di ogni chiesa sarà affisso un manifesto con le indicazioni
essenziali.
10 MAGGIO 2020
V domenica di pasqua
“Costruiti come edificio spirituale”
Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
“Cantate
al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto prodigi”.
Sono le parole del Salmo 97
che la Chiesa propone come introduzione alla Celebrazione Eucaristica di
questa V Domenica di Pasqua.
Forse oggi, almeno apparentemente, potrebbero sembrare fuori luogo, ma non è così
… Ci si domanda: ma dove sono questi prodigi del Signore? Perché non interviene
nelle situazioni di grande difficoltà? Ebbene, io vi dico, non con le mie forze
né con la mia ragione, ma con la Parola di Dio in
mano e, vorrei tanto, nel cuore: perché non credere che,
invece, non sia già intervenuto e
continui ad intervenire, ora più che mai, per aiutarci a
comprendere che solo nella fede in Lui possiamo
trovare la risposta ad ogni sorta di interrogativo
della vita?
La Liturgia di oggi vuole sottolineare proprio questo. I “prodigi del
suo amore” sono le occasioni che abbiamo “oggi”,
e non ˗ chissà?
˗
“domani”, di fare esperienza in noi stessi di una via,
di una verità, di una vita
che trascendono la nostra esistenza terrena, e
cioè che ci superano, ma che pure sono in noi,
permettendoci di “carpire” già fin d’ora qualcosa di ciò
che sarà la beatitudine eterna di domani. E non è un concetto astratto perché è
Gesù stesso che afferma: “Io
sono la Via, la Verità e la Vita”. Tre
dimensioni compendiate in una Persona,
Gesù, e che si coniugano a loro volta con una parola: Amore,
con la “a” maiuscola. Amando come Lui ha amato, donando sé stesso (la Via),
in obbedienza al progetto del Padre (la Verità),
diamo senso alla nostra esistenza (la Vita)
… In sostanza, lo ribadisco ancora, dobbiamo preoccuparci di incontrare
Gesù oggi, per prepararci, crescendo nel
desiderio, all’incontro definitivo con Lui, quando sarà
l’ora, in Paradiso. Per cui quando ci dice: “Non sia turbato il vostro
cuore … io vado a prepararvi un posto”,
penso non intenda riferirsi ad un luogo, comunque garantito, ma, stando
alla lettera, anche astratto o inimmaginabile, quanto piuttosto ricordarci
che di lassù farà accadere o meglio, permetterà
che in ogni circostanza della
vita noi possiamo trovare in Lui, sul suo esempio
e con la sua forza, una risposta
vera e soddisfacente
ad ogni accadimento della nostra vita. Allora la promessa finale di Gesù: “Verrò
di nuovo e vi prenderò con me”, non
può che essere una certezza: la morte non sarà il tragico
crollo di tutte le speranze, ma la sua venuta a prenderci per portarci a vivere
pienamente ed eternamente con
Lui e con il Padre la
vita che fin d’ora abbiamo iniziato a vivere. Non è meraviglioso tutto questo,
in mezzo alle difficoltà che ci assalgono ogni giorno?
In quest’ottica possiamo vedere come confortante, ad esempio, la notizia
che da lunedì 18 maggio si
potrà iniziare la graduale ripresa
delle Celebrazioni Liturgiche con il popolo, secondo le normative che la nostra
Diocesi ci dirà in conformità alle misure di sicurezza emanate dal Governo
insieme alla CEI.
Che Dio ci benedica! Grazie. Con
affetto. P. Piergiorgio
Lettura (Dal Vangelo secondo Giovanni 14, 1-12 - “Io sono la Via , la Verità e la Vita”)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
Meditazione
Ai discepoli, chiamati a proseguire la sua opera nel mondo e nella storia, Gesù promette: «chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi». Un bel testo di san Gregorio di Nazianzo (Orazione 14, "Sull'amore per i poveri") elenca le virtù cristiane che possono costituire le grandi opere di cui parla Gesù, e edificare l'edificio spirituale per un sacerdozio santo. Conclude che «ciascuna di queste azioni costituisce una strada per la salvezza ed una strada che conduce a uno di quei posti perfettamente eterni e beati: poiché, come ci sono differenti scelte di vita, così anche presso Dio ci sono molti posti, che vengono suddivisi e distribuiti a ciascuno secondo il merito». Passa analiticamente in rassegna le virtù e per ciascuna indica un particolare testimone emergente dalla Sacra Scrittura, per concludere affermando l'importanza determinante della carità, in coerenza con la odierna lettura dagli Atti, da cui si apprende la preoccupazione della Chiesa di attivare il servizio agli orfani e alle vedove. «Bisogna considerare la carità il primo e il più grande dei comandamenti e la somma della Legge e dei Profeti. Trovo che la parte più considerevole di essa consista nell'amore per i poveri e nella capacità di commuoverci e di soffrire con tutto il nostro cuore insieme a coloro che ci sono fratelli. Da nessuna cosa infatti quanto dalla misericordia Dio riceve onore, poiché non c'è nessun'altra cosa più simile di questa a Dio». Sempre nello stesso testo, Gregorio fa una proposta di carità concreta, che possiamo accogliere nell'impegno personale e nella vita di Chiesa: «Bisogna dunque aprire il cuore a tutti i poveri e a coloro che soffrono per una causa qualsiasi, secondo il precetto che ci ordina di gioire con chi gioisce e di piangere con chi piange».
(S.E. Mons. Guido Ravinale - Vescovo emerito di Asti)
Preghiera in famiglia
Grazie, Signore, perché ci vuoi insieme a te nel tuo regno e perché di questo regno ci rendi collaboratori, capaci di compiere le opere che hai compiuto tu. Donaci la forza di collocarci accanto ai fratelli poveri e bisognosi, come la Chiesa delle origini stava accanto agli orfani e alle vedove.
Azione
Oggi, in casa e negli ambienti che frequento, mi farò carico dei servizi più semplici, senza pensare che possa toccare ad altri.
3 MAGGIO 2020
IV domenica di pasqua
“Chiama ciascuno per nome”
Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
la figura del Buon
Pastore che la Chiesa contempla nel Risorto in questa IV
Domenica di Pasqua è un’altra bellissima immagine per riaffermare ˗ soprattutto di questi tempi
˗ come Gesù
ci sia particolarmente vicino. Non solo si affianca per
consolarci, ma si prende cura fino in fondo
di ciascuno di noi, come fa, appunto, il Buon Pastore nei confronti delle sue
pecore, secondo la metafora biblica che ben conosciamo. In sostanza, Gesù è
davvero il Pastore “bello” (questa è la traduzione
giusta che significa: buono, vero e giusto) non solo perché ci indica
un cammino da seguire, ma perché questo
cammino lo percorre Lui per primo trasmettendo
la forza di farlo a tutti coloro che lo
vorranno seguire. Ed è un cammino verso la pienezza
della vita, verso una gioia che non ha fine ... “In
pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce”,
e ancora “Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni
della mia vita”. Parole straordinarie del Salmo
22 che lasciano intravedere un “Paradiso” già
possibile fin d’ora su questa terra … tanto martoriata.
Ma il punto è sempre lo stesso: vogliamo
veramente seguirLo? Se sì, dobbiamo imparare a riconoscere
la sua voce ed ad andarle
dietro; in altri termini, dobbiamo mettere in pratica
la sua Parola. Una Parola, certo, consolante,
ma anche esigente. Guarisce le ferite più
profonde, attraverso la tenerezza e la misericordia,
ma non esita a metterci di fronte alla verità,
anche quando risulta scomoda. Non si può dire di amarlo se non si ascolta
questa Parola e non ci si impegna a farla diventare realtà. Occorre “mettersi
in gioco”. Ce lo ha ricordato molto bene il nostro Vescovo
nella sua meditazione settimanale di venerdì che vi invito ad ascoltare sul canale Youtube
“Diocesi Savona-Noli”. Tra i vari concetti espressi, peraltro molto
interessanti, Mons. Gero sottolinea specialmente l’importanza di abbandonare
le nostre strategie difensive ˗ e ognuno ha le sue
˗ per lasciarsi muovere
a compassione senza calcoli proprio come Gesù. Allora
la sua voce sarà riconoscibile
ed amica. Se accettiamo di metterci nelle sue mani senza remore e ripensamenti,
i pascoli erbosi … le acque tranquille … la sua tavola imbandita non saranno
più solo un miraggio, ma la nostra stessa vita.
Vi abbraccio e vi benedico. Con
affetto. P. Piergiorgio
Lettura (Dal Vangelo secondo Giovanni 10,1-10 - Episodio del Buon
Pastore)
In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in
verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi
sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta,
è pastore delle pecore.
Il guardiano gli
apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per
nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina
davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un
estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non
conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro
questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse
loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore.
Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore
non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà
salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene
se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la
vita e l’abbiano in abbondanza».
Meditazione
La quarta
domenica di Pasqua è abitualmente denominata "domenica del Buon Pastore", venuto
perché tutti «abbiano la vita, l'abbiano in abbondanza» e
facciano esperienza di salvezza nella vita della Chiesa, che Gesù descrive come
un ovile sicuro, in cui si entra seguendo la dolcezza di una voce che chiama.
Una voce spesso violentemente respinta, ma una voce autorevole, perché «Dio ha
costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». Voce che
chiama innanzitutto a far parte dell'unico ovile: «Convertitevi
e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono
dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo». In
secondo luogo, la voce che chiama propone di imitare l'esempio di Gesù, che
faceva del bene, sopportava con pazienza le contrarietà e manteneva un
atteggiamento di grande bontà anche di fronte agli insulti e ai maltrattamenti.
C'è ancora una terza chiamata, a lavorare per la salvezza di tutti gli uomini,
con Gesù che «portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce». La
chiamata di Dio raggiunge tutti, perché tutti siamo chiamati a collaborare
all'opera di redenzione; ma pretende da ciascuno una risposta personale. La
prima risposta al Dio che chiama è accettare la responsabilità della salvezza
dei fratelli. Rimane da decidere dove spendersi per offrire al Signore la
collaborazione più efficace: nella vita di famiglia o nella vita di speciale
consacrazione? A quali modelli ispirarsi? Quale spiritualità è più efficace per
la vita personale e per un valido impegno apostolico? Il campo di ricerca è
vastissimo, ma c'è una certezza consolante: «Il Signore è il mio pastore. Mi guida
per il giusto cammino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle
oscura, non temo alcun male».
(S.E. Mons. Guido Ravinale - Vescovo
emerito di Asti)
Preghiera in famiglia
Gesù,
Buon Pastore, che chiami le tue pecore, ciascuna per nome, fammi comprendere
che cosa desideri da me per dare senso alla mia vita. Aiuta i giovani che si
affacciano alla vita a comprendere i tuoi progetti su di loro e ad accoglierli,
per il bene del mondo e per la piena realizzazione della loro vita.
Azione
Voglio mettermi in ascolto
di ciò che il Signore mi chiede dedicando più tempo alla lettura e alla
meditazione della Sacra Scrittura.
26 APRILE 2020
III domenica di pasqua
“Il prezzo della salvezza”
Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
siamo alla III
Domenica di Pasqua e la Parola di Dio continua
ad accompagnarci come sempre nel nostro cammino quotidiano in maniera
straordinaria, facendoci toccare con mano tutta la forza
e l’efficacia della sua attualità.
E ora più che mai … in questo tempo così “strano” che non sembra passare mai.
L’episodio dei discepoli di Emmaus narrato
dal Vangelo di questa domenica è quanto mai emblematico. La delusione
per la perdita del loro amico
Gesù che sembra mandare all’aria le loro aspettative,
precludendo la possibilità di immaginare un futuro, può essere a ragione paragonata
alla nostra situazione di oggi in cui si fatica a intravedere
un futuro migliore. Ma è proprio in queste situazioni,
allora come oggi, che il Signore si
affianca a noi, non solo per una semplice consolazione del
momento, ma per ricordarci che con Lui e grazie a Lui
il futuro si può immaginare e non può che essere migliore.
A tal proposito vi invito a leggere la meditazione in seconda pagina. Credo che
dobbiamo imparare a lasciarci guidare dalla
sua Parola non in maniera astratta, come
forse accade nella nostra routine domenicale rituale, ma facendo
tesoro concretamente di tutti quei segni,
che Lui non ci fa mai mancare, della sua tenerezza
di fratello, amico e sposo.
Tra
questi segni oggi vorrei ricordarvene alcuni già in
atto nelle nostre comunità
parrocchiali e nella Diocesi che penso possano accompagnarci nell’esperienza della
Sua presenza viva nella nostra storia. Si tratta di semplici proposte rivolte
sia agli adulti come ai ragazzi. Per entrambi, insieme, come già sapete, c’è la
possibilità di partecipare in streaming alla celebrazione della Messa domenicale (sul canale Youtube “Parrocchia S. Pietro Savona”). Agli adulti segnalo gli incontri
settimanali, veramente molto
interessanti, al venerdì con il nostro Vescovo (sul canale Youtube “Diocesi Savona-Noli”). La sua riflessione ci invita a riempire di significato alcuni verbi
importanti della vita perché punti di
convergenza tra lo spirito della nostra natura umana e la nostra fede. Ad
esempio, il verbo di questo venerdì, “immaginare”, ci aiuta a capire come sia possibile
intravedere nel presente (che può essere anche triste) un futuro bello.
Ai ragazzi invece,
come è già stato comunicato ai genitori del Catechismo tramite Whatsapp,
propongo di partecipare questa domenica alla loro Festa virtuale, organizzata
dai nostri giovani Frati Carmelitani di Arenzano. Potete collegarvi comodamente da
casa vostra con il vostro PC. Sarà una giornata di festa, allegria, simpatia e
animazione anche con i Seminaristi collegati dalle loro case. Viene utilizzata
la piattaforma Zoom usata da tante Scuole che permette meeting di
centinaia di persone in simultanea. Ecco le modalità
per connettersi: è possibile vedere il
video su Youtube (https://youtu.be/TAWNciLrFfs) per capire come
fare. A partire dalle ore 10.00 sarà possibile collegarsi sulla piattaforma
Zoom:
a) per i ragazzi
da 8 anni in su:
https://us02web.zoom.us/j/8084888822;
b) per i ragazzi
da 0 a 7 anni:
https://us02web.zoom.us/j/3414745329.
Infine
un’iniziativa della Caritas
sostenuta dal nostro Vescovo che così si esprime
rivolgendosi a noi Parroci: “Benché
ogni celebrazione comunitaria sia sospesa, le nostre Chiese sono aperte e
diverse persone entrano in Chiesa per la preghiera personale. Per questo grazie
alla Caritas diocesana, verranno messe a disposizione dei fedeli,
un po’ di mascherine all’ingresso
delle nostre Chiese … Tra l’altro la mascherina potrà essere portata
a casa e riutilizzata più volte. Allegata ad essa infatti troverete un piccolo
biglietto con le indicazioni necessarie circa l’utilizzo e la sanificazione
delle stesse”.
Coraggio carissimi, sentiamoci sempre più
uniti in questo cammino, specialmente cercando di valorizzare i momenti di
preghiera come forse mai prima abbiamo fatto.
Vi benedico e vi abbraccio. Con
affetto. P. Piergiorgio
Lettura (Dal Vangelo secondo Luca 24,13-35 - I discepoli di Emmaus)
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un
villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e
conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e
discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i
loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi
lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome
Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi
è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò
che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole,
davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre
autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno
crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele;
con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma
alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla
tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto
anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei
nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma
lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i
profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare
nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in
tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse
andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e
il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e
lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli
sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi
il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava
le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti
gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il
Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era
accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Meditazione
La delusione dei due
discepoli di Èmmaus, di fronte alla morte in croce di Gesù, fu tale da
abbattere tutte le loro speranze circa la liberazione di Israele. Il loro
atteggiamento fu umanamente comprensibile, tant'è che Gesù risorto si prodigò
per aiutarli nella loro delusione, mettendosi proprio in cammino con loro.
Accade anche a noi oggi, di fronte alle sofferenze, di rimanere delusi da Dio.
Spesso non comprendiamo il senso della croce, del dolore in noi e intorno a
noi, fino a perdere quella speranza che avevamo riposto in Gesù. Eppure, proprio ciò che sembra
essere fonte di questa delusione, proprio la condanna a morte di Gesù e la sua
crocifissione, è in realtà fonte della liberazione dell'uomo dal peccato e da
ogni forma di male. La crocifissione, il sangue versato da Gesù, è il prezzo
della nostra libertà, è il costo che il Padre celeste ha dovuto pagare per
portare a compimento le promesse fatte a Israele. Noi valiamo il sangue di Cristo,
il quale ha accettato di condividere con noi non solo la vita, ma anche la
sofferenza e la morte, pur di salvarci. Non dobbiamo mai dimenticare quanto siamo preziosi agli occhi di Dio. IL sangue versato da Gesù ne è la prova. Sulla croce Gesù ci è salito per portare al Padre tutte le nostre sofferenze, e il Padre, facendolo risorgere, ha per messo anche a noi di rinascere a vita nuova.
Don Maurizio Mirilli (Roma)
Preghiera
in famiglia
Che io,
Signore, nei momenti di sconforto e di dolore, sappia rivolgere lo sguardo
verso la croce che tu hai portato per me. Che io speri in te, contemplando il
mistero del tuo amore, quello che hai provato per me lasciandoti inchiodare
sulla croce. Che io non dimentichi mai che valgo il tuo sangue .
Azione
Oggi indosserò il crocifisso,
al collo, al polso o sul vestito, e lo farò con gioia e fierezza, ricordandomi
di quanto sono prezioso agli occhi di Dio.
19 APRILE 2020
II domenica di pasqua
o
“della Divina Misericordia”
“Amarlo
senza averlo visto”
Di seguito il link per accedere alla diretta streaming della Celebrazione liturgica delle ore 11:
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
abbiamo iniziato il “Tempo
Pasquale”, centro dell’anno della Chiesa, nella speranza
di potere fare l’esperienza, anche noi come i discepoli di
Gesù, che Egli è veramente il Risorto,
il Vivente, oggi,
in mezzo a noi! E non solo perché confidiamo fermamente che passi al più presto
la pandemia in cui ci troviamo ... potrebbe anche non succedere. Ma ciò che
vorrei capitasse davvero a tutti noi che diciamo di avere fede in Colui che per
noi ha sconfitto la morte … è di “toccare con mano”
concretamente questa sua presenza che deve animare
la nostra vita.
L’invito,
pertanto, è sempre lo stesso. Non
fermiamoci ad un ricordo qualunque di
eventi lontani e chiusi nel loro passato; cerchiamo invece di essere protagonisti di un cambiamento continuo
nella Carità, che significa impegnarsi ad amare come Lui ci
ha amati, attraverso la Fede nella sua Parola che ci trasforma in strumenti
di questo amore, nella Speranza in un futuro che ci viene già ora donato, la
vita eterna. Allora la Pasqua di Cristo può generare autentica gioia,
permettendoci così, soprattutto nelle grandi difficoltà come quella che ora
stiamo passando, non semplicemente di “sopravvivere”
rassegnati, ma di scoprire semmai, con stupore, che questa gioia non è finta, perché se c’è, non può che essere
un dono suo … un dono del Risorto.
Termino con una comunicazione importante giunta proprio oggi
dal nostro Vescovo e che, ovviamente,
attendevamo. E cioè che le celebrazioni dei Sacramenti
dei ragazzi (Prime Comunioni e
Cresime) previste per i mesi di aprile, maggio e giugno,
sono trasferite a dopo il periodo estivo, con
l’inizio del nuovo anno pastorale, in data ancora da stabilirsi.
Assicurandovi la mia preghiera e quella dei miei confratelli, vi benedico
e vi abbraccio. Con
affetto. P.
Piergiorgio
Lettura (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della
settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli
per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!».
Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere
il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me,
anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito
Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui
non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e
non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo
fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e
c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e
disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le
mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo,
ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi
hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». [...]
Meditazione
La diffidenza dell'apostolo Tommaso è
comprensibile a tutti noi che vivendo nel XXI secolo dopo Cristo non abbiamo
avuto la possibilità di essere tra i testimoni oculari della Risurrezione del
Signore. Come si fa a credere ad un evento del genere, quando i nostri occhi
sono abituati a vedere con la morte la fine della vita? Abbiamo visto i nostri
cari smettere di muoversi e di respirare. Li abbiamo visti chiusi dentro una
bara e sepolti in un loculo. Il nostro cuore avrebbe voluto rivederli vivi, ma
il nostro cervello ha certificato la loro morte. Eppure, in questi duemila anni di
storia, dopo i fatti della Risurrezione, miliardi di persone hanno creduto pur
senza aver visto con i propri occhi Gesù risorto. Tommaso alla fine credette
perché Gesù riapparve a porte chiuse nel cenacolo per farsi vedere da lui. E
noi? Noi abbiamo modo di credere attraverso la Chiesa che, come la prima
comunità descritta negli Atti degli Apostoli, offre la possibilità di
sperimentare la presenza del Risorto nell'ascolto della Parola di Dio e
dell'insegnamento dei successori degli Apostoli, attraverso l'Eucaristia, la
preghiera in comune e la concreta comunione fraterna. Per comprendere
meglio l'importanza di questa possibilità ci è di aiuto la statua di Tommaso
situata nella basilica di san Giovanni in Laterano a Roma, dove l'Apostolo
indirizza con il dito i fedeli presenti nella navata centrale verso l'altare,
dove il Risorto si rende presente durante la Celebrazione Eucaristica. E poi
abbiamo il Sacramento della Riconciliazione il quale ci permette di
sperimentare l'amore di Dio attraverso il perdono dei nostri peccati. Quando
facciamo questa esperienza d'amore, tocchiamo anche noi con mano il Signore, ci
innamoriamo di Lui e siamo beati.
Preghiera in famiglia
Mio
Signore e mio Dio, che io creda in te pur senza aver visto con i miei occhi una
tua apparizione, che io ti ami pur senza aver messo il mio dito nel segno dei
chiodi, e la mia mano nel tuo fianco. Mandami il tuo Spirito, perché io goda
della tua presenza e sperimenti nel tuo perdono la beatitudine.
Azione
Oggi
parteciperò alla S. Messa con la consapevolezza del grande dono che è per me
appartenere alla comunità della Chiesa.
12 APRILE 2020
Pasqua di Risurrezione
“L’evento inatteso”
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
l’augurio
che quest’anno vorrei farvi giungere per la Santa Pasqua è
quello di saper cogliere l’opportunità
in questa circostanza di vita che stiamo vivendo, assolutamente unica credo per
tutti noi, di vivere l’avvenimento più
rilevante e fondamentale della nostra
fede e quindi dell’uomo in genere, per quello che esso
davvero è: con la sconfitta della morte ci è donata la
possibilità di entrare già nella vita eterna. Ossia, se tu vuoi, Dio vince
in te la morte! Qui ed ora! E quindi non si intende dire “ha vinto (al
passato), ma ora me la devo vedere” e neppure “la vincerà se mi comporto bene”.
No! La morte viene sconfitta in me già al presente
… Certo non è un’acquisizione facile, occorre - e lo ribadiamo spesso -
mettersi nell’ottica di un cammino
che, finché siamo su questa terra, non termina mai.
Il Vangelo
come sempre, paradigma della nostra vita, lo afferma senza mezzi termini: Maria
Maddalena non lo ha compreso subito, fugge convinta che
qualcuno abbia portato via il corpo del suo Maestro; Pietro
appare anch’egli perplesso; l’unico che “vide e credette” è
il discepolo amato, Giovanni, colui che aveva sempre avuto
un rapporto particolare con Gesù. Ma Giovanni può essere, deve essere, ciascuno
di noi. Il mio augurio è appunto di scoprire o
risvegliare il “Giovanni che c’è in noi”, ossia la nostalgia di Dio che ci
portiamo dentro. La strada da percorrere è lunga,
sono necessarie determinate condizioni perché
essa giunga a destinazione. Dobbiamo imparare a fare
tesoro di ogni opportunità offerta dalla vita che è
nelle mani di Dio. Si tratta, in altri termini, di raccogliere
l’invito che Paolo ci fa nella seconda Lettura, quando
sottolinea come, in forza del nostro Battesimo,
l’uomo vecchio sia morto con Cristo, il quale, essendo risuscitato, ha dato
vita a un uomo nuovo. Ma perché questa esperienza
diventi efficace, occorre impegnarsi ad accoglierla
e a viverla. È quanto intende dire San Paolo quando
ci invita ad ambire e pensare “alle
cose di lassù”. Non
è un invito ad evadere dalle realtà della terra ma,
semmai, scoprire come in esse sia già operante
la vita che non terminerà mai, grazie alla forza dell’amore
di Dio che guida
la nostra storia.
Ancora, a tutti il mio augurio
di una Serena e Santa Pasqua.
Con affetto! P.
Piergiorgio
La comunità dei Frati,
insieme
ai collaboratori e alla
redazione
di “Camminiamo Insieme”
augura a
tutti una
Serena e Santa Pasqua
Lettura
(Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al
sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata
tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo,
quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro
e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro
discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro
discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò,
vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo
seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che
era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a
parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al
sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura,
che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Riflessione
Pietro negli Atti degli
Apostoli racconta di come sia stato scelto per essere testimone di tutte le
cose compiute da Gesù, della sua morte in croce e della sua Risurrezione.
Quest'ultimo evento ci ha aperto orizzonti nuovi e ultraterreni, motivo per cui
san Paolo, scrivendo ai Colossési, invita a "cercare le cose di lassù, dov'è Cristo". Come
possiamo notare dai Vangeli della liturgia odierna, tale evento fu talmente
inatteso che Maria di Màgdala, dopo aver visto il sepolcro vuoto, pensò che il
corpo di Gesù fosse stato portato via da qualcuno; così come Pietro che rimase
interdetto davanti ai teli e al sudario, e come i discepoli di Èmmaus, che non
riconobbero immediatamente Gesù risorto, quando lo incontrarono sulla via del
ritorno a casa.
Meditazione
Prima
di morire, Gesù aveva detto più volte che sarebbe risorto, a coloro che lo
avevano seguito negli anni della sua vita pubblica. Eppure, non fu la prima
cosa a cui pensarono Pietro e gli altri, quando Gesù morì e fu sepolto. Non
avevano ancora compreso che Dio stava per renderli testimoni dell'evento che
avrebbe cambiato la storia dell'umanità. Non pensavano che Gesù sarebbe risorto
davvero. Maria di Màgdala andò al sepolcro il primo giorno della settimana, di
mattino, quando ancora era buio, per andare a trovare un cadavere. Pietro andò
di corsa al sepolcro appena venne avvisato dalla Maddalena che il corpo di Gesù
era sparito, ma non riuscì a darsi una spiegazione dell'accaduto. Addirittura, alcuni discepoli
fecero ritorno a casa loro, ad Èmmaus, ormai sconsolati e delusi, nonostante
avessero ricevuto la notizia del sepolcro vuoto. Questa reticenza a credere
alla Risurrezione è comprensibile. L'esperienza della morte induce noi uomini a
pensare che con essa giunga la fine. Alcuni tra i più ottimisti dicono che "a
tutto c'è rimedio fuorché alla morte". E invece no! Cristo ha posto
rimedio anche alla morte. Anzi, in virtù della sua Risurrezione, possiamo dire
che se c'è rimedio alla morte allora c'è rimedio a tutto. Per arrivare a questa
consapevolezza però è necessario l'incontro con il Risorto. È necessario
camminare con Lui, ascoltare la sua Parola, lasciarlo entrare nella propria
vita, mangiare con Lui e riconoscerlo nello spezzare il pane dell'Eucaristia.
Tanti ancora oggi pensano che la Risurrezione di Cristo sia una fake news, una
favola inventata, perché è un evento inatteso. Gli Apostoli, però, dopo
l'incredulità iniziale, Gesù risorto lo hanno visto, e hanno dato la vita per
portare a tutti questa buona notizia.
Preghiera in famiglia
Quando
il dubbio dovesse assalirmi e portarmi a pensare che tutto, compresa la fede,
sia inutile, vienimi in soccorso, Gesù risorto, fammi sperimentare la tua
presenza viva, e donami la certezza che alla morte dei miei cari c'è rimedio,
che alla mia morte c'è rimedio, e che a tutto c'è rimedio. Amen!
Azione
Oggi
farò gli auguri di Pasqua ai parenti e agli amici, non quelli generici, ma
quelli veri. Dirò a tutti, senza paura, che Cristo è davvero risorto.
Proposta della Diocesi
Preparare con attenzione la tavola. Il cibo
l’abbiamo preparato sia ieri sia prima ancora. Seduti a tavola i genitori o la
persona più anziana, tra i commensali, prima di iniziare il pranzo, faccia gli
auguri di Pasqua a tutti i convenuti poi, inviti a recitare insieme il “Padre nostro” e infine benedica sia
il cibo sia le persone lì presenti, con queste parole:“Signore, ci siamo preparati a
celebrare questa Pasqua chiusi nelle nostre case; la nostra Quaresima,
quest’anno, è stata unica ed eccezionale: distanti da tutti per essere prossimi
a tutti. Ti ringraziamo di questo tempo che ci hai donato in cui, rallentati
dagli eventi; abbiamo avuto bisogno di guardarci, misurarci, scoprirci nelle
nostre paure e nei nostri desideri. Non vogliamo che sia solo un tempo perso,
ma un tempo ritrovato per noi e per Te. Ti preghiamo per chi si trova anche
oggi a combattere per garantire la salute di tanti nostri fratelli e
sorelle; ti affidiamo le persone che sono giunte a Te in questo momento di
pandemia. Forse alcune famiglie, oggi, siedono a questa tavola scrutando tra le
lacrime il vuoto di chi non c’è più: noi ci affidiamo a Te perché dove sono
presenti le nostre debolezze Tu ci sei e ci sostieni. Fa’ che questo pranzo sia
per noi l’Eucaristia mancata da tempo, sia il nostro inno di lode a Te che
dall’ombra della morte sei tornato in vita e hai ridato speranza alla nostra
vita! Manda i tuoi angeli a indicarci che, non nella morte ti troviamo, ma
nell’incontro gioioso di chi sa ascoltare il tuo nome detto con amore e sa riconoscerti
come suo Maestro. Benedici la nostra famiglia e tutte le famiglie del mondo,
fa’ che nel nostro cuore non si spenga mai la speranza di un domani dove,
liberi dalla paura, correremo come i tuoi discepoli incontro a Te e ai nostri
fratelli! Amen”.
E tutti insieme, facendoci il segno di croce,
diciamo: “Il
Signore ci benedica e ci protegga; faccia risplendere su di noi il suo volto e
ci doni la sua misericordia; rivolga a noi il suo sguardo e ci doni la sua
pace; ci benedica Dio onnipotente: nel nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito santo. Amen”.
Alla sera: Leggere il racconto dei
discepoli di Emmaus
(Lc 24, 13-35) con un po' di invidia e ironia: loro non avevano il problema del
coronavirus
e potevano camminare e fare una passeggiata fuori porta, “stare vicini, a meno di un metro
dal Signore” e poi “cenare allo stesso tavolo”. Più
fortunati di così!
Calendario
liturgico settimanale
13 - 19 aprile 2020
Tempo di Pasqua - Proprio
Lunedi
13 - Fra l'Ottava di Pasqua
S. Martino I | S.
Orso di Ravenna | S. Ermenegildo
[At 2,74.22-33; Sal 15; Mt 28,8-15]
Martedì
14 - Fra l'Ottava di Pasqua
S. Lamberto | SS. Tiburzio, Valeriano e Massimo
[At 2,36-47; Sal 32; Gv 20,77- 18]
Mercoledì
15 - Fra l'Ottava di Pasqua
S. Abbondio | S.
Crescente di Mira | S. Paterno
[At 3,1-70; Sal 104; Le 24,73-35]
Giovedì
16 - Fra l'Ottava di Pasqua
S.
Bernadette Soubirous | S. Leonida
S. Benedetto G. Labre | B. Gioacchino da Siena
[At 3,77-26; Sal 8; Le 24,35-48]
Venerdì
17 - Fra l'Ottava di Pasqua
S. Roberto | S. Innocenzo | S. Caterina Tekakwitha
[At 4,7-12; Sal 117; Gv 21,7-14]
Sabato 18
- Fra l'Ottava di Pasqua
S. Galdino | S. Eusebio | S. Atanasia | S. Antusa
[At 4,73-27; Sai 117; Mc 76,9- 15]
Domenica
19 - II di Pasqua (della Divina Misericordia)
S. Leone
IX | S. Geraldo
[At 2,42-47; Sal
117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31]
Settimana Santa 2020
Sabato Santo
In
questo giorno non ci sono celebrazioni liturgiche, ma soltanto la Veglia di
Pasqua alla sera che fa già parte della Domenica di Risurrezione.
Di seguito il link per collegarsi alla Veglia delle ore
21:
Azione
Al mattino: Silenzio:
lasciamo entrare in noi questo elemento nuovo e di cui, forse, in questo tempo
abbiamo fatto esperienza. Si può leggere la seconda lettura dell’Ufficio delle
Letture (sul sito della CEI - Liturgia del giorno - Ufficio delle letture del
Sabato Santo). Poi potete “ri-fare” le “pulizie di Pasqua” in un modo
spirituale: metto in ordine il mio spazio esterno per mettere in ordine il mio
cuore. È un modo semplice di celebrare il perdono di Dio: sarebbe bello, se c’è
stata qualche discussione in casa che ha causato liti o malumori, chiedere
perdono e anche farlo per telefono con chi è fuori dalla nostra casa, memori
del ricordo della Parola del Signore: “prima di presentarti all’altare
riconciliati con il fratello!”.
Al
Pomeriggio: Prepariamoci alla festa! Con i bambini scriviamo “Buona
Pasqua” su un lenzuolo da esporre il giorno dopo. Organizziamo poi, sempre
insieme a loro, il pranzo di Pasqua. Per sentirci in comunione domani a pranzo,
suggerirei di preparare anche le uova sode ripiene. Una ricetta semplice che
tutti possiamo realizzare secondo le usanze di casa. Dico l’uovo sodo perché è
un’immagine simbolica forte: per gli antichi indicava l’inizio della nuova
creazione! Per questo l’uovo è diventato simbolo della Pasqua, dove Cristo con
la sua Risurrezione inaugura una nuova umanità!
10 aprile - Venerdì Santo
Lettura
Dal Vangelo secondo Giovanni 18,1-19,42 - Celebrazione della Passione del
Signore
Riflessione
In questo
giorno e nel giorno seguente, per antichissima tradizione la Chiesa non celebra
l'Eucaristia. La celebrazione si svolge in tre momenti: Liturgia della Parola,
Adorazione della Santa Croce, Santa Comunione. Il sacerdote e i ministri si
recano all’altare e qui, prostrati a terra o inginocchiati, pregano in silenzio
per breve tempo. Quindi il sacerdote inizia con la seguente Orazione: Ricòrdati,
Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia,
per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Collegamento in diretta
streaming per la partecipazione alla Celebrazione liturgica: Ore 18
Azione
All’ora di pranzo:
come sapete, al Venerdì Santo è prescritto il digiuno, ma in questo momento
particolare credo sia bello trovarci a tavola. Due indicazioni semplici: o il
classico … pane e acqua, oppure le “erbe amare”; specie per i più piccoli sarà
una prova mangiare qualcosa che non piace senza lamentarsi troppo!
Ore 15:
insieme, in casa, davanti ad una croce, leggere il Salmo 21(22): quello che
Gesù ha recitato in croce!
Prima di Cena:
per chi non potesse collegarsi: lettura del Vangelo della Passione a più voci,
coinvolgendo i bambini a dare vita ai personaggi presenti nel testo!
Dopo Cena:
preghiera del ricordo o dei fedeli: ognuno, con molta semplicità, ricordi il
nome delle persone per cui vuole pregare. Non solo per i famigliari defunti, ma
anche per gli amici e i malati, o per situazioni particolari. Ma anche per le
tante persone che vorremmo incontrare, ma che per ora non possiamo.
Lettura
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,1-15 - Cena del Signore
Riflessione
La cena pasquale è un rito fondamentale che
di generazione in generazione un ebreo è chiamato a celebrare in ricordo della
liberazione dalla schiavitù dell’Egitto, operata da Dio nei confronti del suo
popolo. Il libro dell’Esodo, nella liturgia odierna, consegna nei dettagli le
prescrizioni con cui tale cena deve essere vissuta. San Paolo, scrivendo ai
Corinzi, aggiunge la novità che Gesù inserì all’interno della cena pasquale
l’offerta di se stesso al posto dell’agnello, attraverso le parole che la Chiesa
ha poi usato per la consacrazione eucaristica. L’evangelista Giovanni ci spiega
che il senso di questa offerta sta nell’amore che Gesù ha manifestato nella
concretezza
del
servizio, lavando i piedi agli Apostoli durante la sua Ultima Cena.
Preghiera in famiglia
Signore Gesù, donami l’umiltà
di lasciarmi toccare e lavare i miei piedi sporchi da te, senza vergogna. Che
io possa rimanere travolto dall’amore che tu manifesti in questo tuo gesto,
così da sentire l’urgenza di imitarti. Insegnami ad amare, a cingermi
l’asciugamano attorno alla vita e a servire.
Collegamento in diretta
streaming
Azione
All’ora di
pranzo:
in questo giorno, la Chiesa ricorda anche l’istituzione del ministero ordinato,
cioè dei Sacerdoti! Sarebbe bello fare una semplice preghiera prima di pranzo,
sia per i nostri Sacerdoti, per i nostri Parroci per i nostri “amici preti”,
sia per chiedere anche il dono di nuove vocazioni per la nostra Chiesa! Provate
un po', quando siete a tavola, a parlare dei vostri preti, raccontandovi i lati
scherzosi o buffi del loro “mestiere” e forse anche le cose brutte e le loro
difficoltà. Vi chiedo anche di brindare alla salute del nostro Vescovo
Calogero, di Mons. Lupi, di tutti i preti con un po' di dolce e un buon
bicchiere di vino: “Prosit” (ti giovi); “vobis quoque” (anche a
voi!): a voi e a noi!
Nel
pomeriggio: con i bambini preparate il pane azzimo: acqua e farina: fare
tre piccole schiacciate non troppo sottili, punzecchiarle con una forchetta,
cuocere al forno su “carta forno” a temperatura moderata; deve soprattutto
asciugare [per indicazioni maggiori vedi un tutorial!]; poi preparate anche un
piatto tipico ebraico da mangiare insieme: mele grattugiate con cannella, noci
e altra frutta secca schiacciata grossolanamente. I nostri fratelli ebrei la
preparano per ricordare la terra che dovevano impastare per fare i mattoni
durante la schiavitù in Egitto.
Alla cena: prima di cena si legga il racconto
dell’Istituzione dell’Eucaristia (I Cor 11,23-26). Si mangi insieme al cibo
normale il pane azzimo, meno una delle tre schiacciate da mangiare alla fine,
con le mele grattugiate. Per chi può ed è maggiorenne, si apra una bottiglia di
buon vino, da bere con moderazione ma con riconoscenza! Dopo cena se si vuole
con semplicità e gioia ci si lavi i piedi, gli uni gli altri: è un modo
semplice senza parole per dire grazie!
8 aprile - Mercoledì Santo
Lettura
Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-25 - Il tradimento di Giuda
Azione
Dopo cena: leggere
insieme il racconto della prima Pasqua che si trova in Esodo 12, 1-28, sia per
ricordare e rivivere un’esperienza cara ai nostri fratelli maggiori, sia per
sentirci anche noi coinvolti nell’evento pasquale: chiusi in casa per scampare
al pericolo!
5 APRILE 2020
Domenica delle Palme e della Passione del Signore
Collegamento in diretta streaming per la partecipazione alla Celebrazione
liturgica:
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
con la
Domenica delle Palme, o della Passione del Signore, ha inizio la settimana più
importante dell’anno liturgico, la Settimana
Santa. Santa perché facciamo memoria nella liturgia degli eventi fondanti la nostra fede: la passione, morte e risurrezione di Gesù. Santa perché, ripercorrendo quegli eventi,
attraverso la meditazione e la preghiera, ci viene chiesto di calarli nella
vita per scoprire e stupirci che soltanto Gesù ci può liberare
veramente dal male, dal peccato e dalla
morte …
E, allora, quest’anno, nell’impossibilità di celebrare i sacri Riti, riuniti in assemblea nelle nostre
chiese, a causa della situazione drammatica che ancora stiamo vivendo, vorrei far mio,
parafrasandolo per voi, l’augurio che è giunto a noi religiosi dal Segretario generale
della CEI. E cioè: “Che
la vostra Pasqua sia doppiamente
santa per il dono della partecipazione alla Croce di Cristo con l’esperienza della nostra debolezza
di fronte al male del mondo e per la speranza viva di poter riprendere
con gioia il nostro cammino cristiano
che ha il suo culmine nel servizio ai fratelli”.
Per sentirci uniti in questo
cammino, offriamo l’opportunità in questa settimana sia di partecipare in diretta streaming (sul canale Youtube “Parrocchia S. Pietro
Savona”, di cui invieremo anche il link di volta in volta) ai Riti che celebreremo noi Frati qui in Parrocchia, sia di
poterli vivere, tradotti in gesti significativi, tra le mura domestiche,
trasmettendovi ciò che a tal proposito ha preparato don Piero Giacosa, in
qualità di Direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano. Non dimentichiamo che la
nascita della Pasqua aveva (ed ha) per il popolo ebraico una dimensione
domestica: “è in casa che si celebra la Pasqua!”. Vi ricordate cosa dicono i discepoli al Signore: “Dove vuoi che prepariamo per la Pasqua?”. Lui risponde: “Andate, troverete un uomo che vi indicherà una
sala al piano superiore, là preparerete la Pasqua!”.
Coraggio! Avremo modo una volta di più di scoprire e
vivere in famiglia ciò che significa essere “chiesa
domestica”.
Che Dio ci benedica! Con affetto! P. Piergiorgio
Lettura
Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-27,66 - Passione di nostro
Signore Gesù Cristo
Riflessione
La passione di Gesù, quest’anno tratta dal
Vangelo di Matteo, ci fa entrare nel cuore della Settimana Santa. A questo
punto, tutti i nodi vengono al pettine: per quanto riguarda la fedeltà del Signore,
che fino alla fine non si tira indietro, nemmeno di fronte alla morte, e per
quanto concerne la debolezza degli Apostoli, i quali hanno paura e scappano,
lasciando solo Colui che per anni avevano seguito. Vediamo il tradimento di
Giuda Iscariota, l’Ultima Cena nella quale nasce l’Eucaristia, la tristezza e
l’angoscia di Gesù nel Getsèmani, l’arresto con spade e bastoni,
il processo e la condanna per bestemmia, il rinnegamento di Pietro, la consegna
a Pilato, la salita al Gòlgota, la crocifissione, la morte e lo squarcio del
velo del Tempio.
Preghiera
in famiglia
Ti
rendo grazie, Gesù, per il tuo immenso amore per me, per esserti offerto
sull’altare della croce, permettendomi di partecipare alla tua vita divina,
insieme al Padre e nello Spirito Santo. Donami la forza ed il coraggio di
offrirti la mia vita per ricambiare almeno in parte il tuo grande amore.
Azione
Possiamo fare tutti una cosa semplice, ma che può assumere un
suo semplice e piccolo segno! Senza fare nessun affronto alle disposizioni
ministeriali però, possiamo fare una preghiera sulla porta di casa: lì
leggeremo il Vangelo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme e poi, rientrati in
casa, specie da parte dei genitori e se ci sono anche dei nonni, ricordare a
ciascuno che Pasqua è ormai vicina, anzi che domenica prossima è Pasqua e che
bisogna prepararsi bene a celebrarla.
29 MARZO 2020
V Domenica di Quaresima
“Guardare oltre”
Di seguito il link per accedere al video della Messa della Famiglia di oggi
(V Domenica di Quaresima):
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
con la V Domenica di Quaresima abbiamo ormai oltrepassato la metà del nostro “cammino penitenziale” che quest’anno, come stiamo dicendo fin
dall’inizio, abbiamo avuto l’opportunità, “grazie” anche al Coronavirus,
di viverlo nella sua pienezza. Certo, siamo stati privati di una dimensione
fondamentale quale quella liturgica della comunità che si riunisce nella propria chiesa il giorno del Signore (la Domenica) per celebrare l’Eucaristia, ma non siamo stati impediti di viverla, la nostra Eucaristia (la Messa), anzi! Al di là
della possibilità di seguirla attraverso Internet (vedi il nostro link) e i
canali televisivi, abbiamo avuto, credo, tutto il tempo per verificare il
fondamento e l’autenticità della nostra fede che, specialmente in questo periodo, ci deve
portare a scoprire in Gesù morto e risorto il Signore della nostra
vita. Ecco la Pasqua:
l’incontro con il Risorto, il Vivente, l’Unico che possa donare una speranza vera al di là
della morte, non solo quella fisica che, prima o dopo, tutti
ci attende, ma soprattutto quella interiore che rischia ogni giorno il nostro cuore messo
alla prova dai “nonsenso” e dalle tragedie (vedi quella attuale) della vita …
La Parola di Dio di
questa Domenica, con l’episodio della risurrezione di Lazzaro (meglio sarebbe
dire rianimazione, perché anche Lazzaro poi morirà come tutti), intende
aiutarci ad interpretare proprio in questo senso
il nostro cammino di fede, e cioè arrivare alla piena consapevolezza,
perché se ne fa l’esperienza, delle parole
che Gesù rivolge a Marta, sorella di Lazzaro: “Io sono la risurrezione e la
vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non
morirà in eterno. Credi questo?”.
Ecco il fondamento della nostra fede e dove ci vuole portare il percorso
di questa Quaresima: crediamo che Gesù
è davvero la nostra vita? Dopo l’offerta dell’acqua
alla Samaritana (III Dom.), simbolo dell’amore
vero di cui abbiamo sete, e il dono della vista
al cieco nato (IV Dom.), simbolo della luce
che illumina il nostro cammino, oggi
(V Dom.), con la rianimazione dell’amico Lazzaro, Gesù
propone se stesso come esperienza
vera di salvezza … di vita
eterna.
Qual è il nostro
atteggiamento di fronte a questa rivelazione? Gesù
a Betania si rivela come la risurrezione e la vita
parlando al presente (Io sono la risurrezione
…); ciò significa che, in forza della fede che abbiamo in Lui, la nostra
risurrezione è un processo già in atto che
anticipa la risurrezione dell’ultimo giorno. Forse dentro di noi ci possono
essere pietre o macigni che coprono le morti
incipienti del nostro cuore, pur essendo fisicamente vivi e
vegeti, ma ci può essere
(ci deve essere!) anche un Lazzaro
che attende il risveglio da parte di Gesù. Per il
Figlio di Dio quell’uomo che già manda cattivo odore non è morto, ma dorme: il
Figlio lo può risvegliare, perché “chi
crede in Lui, anche se muore, vivrà”.
A tutti la mia benedizione e il
mio abbraccio. P. Piergiorgio
Lettura
Dal Vangelo secondo Giovanni 11,1-45 - Episodio della risurrezione di Lazzaro
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. [ Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». ] I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».[ Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. ] Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». ]
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, [ si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. ]
Meditazione
“Alzate i vostri occhi e guardate i campi
che già biondeggiano per la mietitura”: così Gesù parla ai suoi discepoli,
quando gli offrono da mangiare e vogliono riportarlo alla spicciola
quotidianità del risolvere l’immediato. “Né lui ha peccato né i suoi
genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio”: così,
quando - sempre i suoi discepoli - vogliono incastrare il vissuto senza
lasciarsi guidare dall’azione più grande di Dio. Anche in questa Domenica il
Signore ci invita a guardare più lontano e scrutare oltre il limite e il
possibile: “Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di
Dio”. Il Maestro ci sta educando passo dopo passo a fare Pasqua con Lui:
un’altra Acqua per la nostra sete, un’altra Luce per i nostri occhi, un’altra
Vita oltre la vita. E, come guidati verso la profezia della sua Pasqua, ci conduce
oggi davanti alla tomba dell’amico. Non ci sono pietre che possono tenere
imprigionati gli amici. Non ci sono bende che possono tenere legate le persone
oltre i loro vissuti. Ci sta educando alla Buona Vita del Vangelo del Regno, e
ci sta introducendo nel mistero della sua Pasqua, per permetterci di
condividere per sempre la sua morte e la sua risurrezione. Non c’è pietra che
possa ostacolare la Via. Non c’è benda che possa soffocare la Vita. Non c’è
dolore che possa essere più forte dell’Amore. È il morto che avvolto in bende
esce dalla tomba, per il quale Gesù dice agli altri: “Sciogliete le bende e
lasciatelo andare”. Ma risorte sono anche Marta e Maria, le quali hanno
creduto a priori, e sono rinate alla Vita quando ancora i loro cuori erano
immersi nel dolore. Gesù non allunga i nostri giorni terreni, non accorcia il
tempo delle nostre sofferenze … Egli alita in noi la Vita, la vita piena che
nessuna pietra tombale può bloccare, nessuna benda legare. La Vita di Cristo è
Pasqua, passaggio oltre ogni pietra e ogni benda. [Don Riccardo Taccardi]
Preghiera in famiglia
O Dio,
tu che hai del tempo per noi, donaci del tempo per te … Facci guardare al
futuro, senza bramare la sua illusione, né temere la sua venuta; insegnaci a
vegliare. Libera il nostro avvenire da ogni preoccupazione inutile, da ogni
apprensione che ci ruba il tempo, da tutti i calcoli che ci imprigionano. Tu
sei il Dio che mette il tempo a disposizione della nostra memoria, delle nostre
scelte, della nostra speranza [Joseph Rozier].
Proposito
Questa settimana prendiamoci cura, con i mezzi a nostra disposizione e secondo le nostre
possibilità, di una persona ammalata o bisognosa, per infondere in lei e in chi
l’assiste coraggio e speranza.
25 MARZO 2020
Solennità dell'Annunciazione del Signore
Di seguito il link per accedere al video della Messa:
22 MARZO 2020
IV Domenica di Quaresima
“Sguardo stupito”
Di seguito il link per accedere al video della Messa della Famiglia di oggi
(IV Domenica di Quaresima):
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:
⇓
Carissimi,
il tema
della Parola di Dio di questa IV
Domenica di Quaresima in cui siamo invitati
a gioire (e perciò chiamata “Dominica Laetare”) per
la “salute”, ossia la salvezza
offertaci dal Signore e accolta nel Battesimo, sembrerebbe in netto contrasto
con il protrarsi della situazione di emergenza
tutt’altro che allegra che stiamo vivendo. In realtà, però, se
abbiamo davvero fede
−
ma è proprio questo il punto −
non dovrebbe essere così. Infatti il racconto evangelico odierno della guarigione
del cieco nato da parte di Gesù e ancor più le sue parole,
lungi dal volere essere una “magra consolazione”,
facendoci sperare in un eventuale intervento miracoloso
a risolvere i nostri problemi di salute,
intende farci comprendere invece quanto sia più importante imparare
ad accogliere −
ecco nuovamente il tema del “cammino” −
la “luce” che il Signore vuole donarci e in cui dobbiamo
crescere per “vedere” la realtà
della nostra vita in profondità, al di là quindi degli eventi,
belli o tristi, che la determinano. Ecco,
penso sia la luce di cui, ora più che mai, abbiamo bisogno per ritrovare fiducia e serenità, ma che
non dobbiamo mai cessare di perseguire … e questo tempo può servirci da monito.
Pertanto,
dopo il simbolo battesimale dell’acqua (vedi
Domenica scorsa) ad indicare la sete di
Verità che portiamo nel cuore,
oggi il simbolo della luce indica la Verità
stessa, che per noi è Gesù, capace
di dare senso ad ogni altra verità. È ciò a cui mira il racconto evangelico del
cieco nato e, a sua
volta, una delle chiavi di lettura della Pasqua (= passaggio) verso cui camminiamo, la Vita eterna, ma che,
grazie al Battesimo, sperimentiamo già, anche se non pienamente, fin d’ora: il passaggio, appunto,
dalle tenebre alla luce, che possiamo anche concepire come un passare
dal vedere la realtà con gli occhi
puramente umani al vederla con gli occhi di Dio.
La vicenda del cieco nato diventa allora una
sorta di specchio di ciò che dovrebbe accadere ad ognuno di noi,
credenti, discepoli di Gesù. Il vero miracolo in realtà non è stato semplicemente la sua
guarigione fisica. In effetti il cieco appena guarito, non comprende subito ciò
che sta accadendo, né tanto meno riconosce subito in Gesù il vero Messia: è
stato necessario intraprendere un cammino che inizia col dover lavarsi alla piscina di
Siloe, essere poi sottoposto all’indifferenza dei genitori e all’interrogatorio
dei farisei, per riconoscere solo alla fine Gesù come il Salvatore mandato da Dio. Così è per noi. La luce di Gesù è
davvero efficace, perché intende educarci a
comprendere piano piano la verità della sua
Parola che è quella che ci fa “vivere” davvero. Non è, infatti, una luce prepotente, che
abbaglia: al suo chiarore noi possiamo abituarci solo gradualmente per imparare a discernere la
nostra storia in modo diverso. Non è neppure una luce impietosa, che
giudica e ci condanna: nel rivelarci la nostra fragilità e il nostro
peccato, ci annuncia anche la tenerezza e la misericordia di Dio. Non è infine una luce magica, che risolve una volta per tutte i nostri
problemi: domanda di essere cercata
costantemente, senza pensare mai di
possederla una volta per sempre, ma dopo averla trovata, confidare di
riceverla ancora come dono.
Il mio augurio di oggi allora è
quello di cogliere l’opportunità di
questa Quaresima e di questo tempo così “strano” per cercare con maggiore
determinazione e fedeltà di lasciarci “illuminare”
da Gesù. Impariamo dalla Vergine Maria. Mercoledì prossimo, 25
marzo, celebriamo la solennità dell’Annunciazione.
In quel grande evento che segnò l’inizio della nostra salvezza, Maria,
per dire il suo sì entusiastico al progetto
di Dio, si è lasciata tutta pervadere
(illuminare) dalla luce del suo Santo Spirito.
Per questo è chiamata la “Piena di Grazia”. Preghiamola,
allora, perché, in questo cammino quaresimale, aiuti anche
noi ad aprirci totalmente alla “Grazia”
di Dio.
Con affetto, P.
Piergiorgio
Dal Vangelo secondo Giovanni 9,1-41 - Episodio del cieco nato.
[ In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita ] e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo, [ sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». ] Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». ] Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». [ Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. ] Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».
Meditazione
Il racconto dell’incontro tra Gesù e il cieco nato sembra essere la dimostrazione concreta del Prologo di Giovanni. L’evangelista sembra mettere in risalto le diverse reazioni che si possono avere dinanzi al miracolo e alla proposta della “Luce”. A ogni personaggio l’evangelista applica una reazione differente: la curiosità e la superficialità a chi assiste al miracolo; il dubbio e lo scetticismo ai farisei; la vigliaccheria ai genitori del miracolato; la fede al cieco guarito. La guarigione del cieco mette in risalto che la fede deve superare la paura e il pregiudizio, e si raggiunge con l’audacia e l’autonomia.
Preghiera in famiglia
Signore, tu sei la mia luce: senza di te cammino nelle tenebre, senza di te non posso neppure fare un passo, senza di te non so dove vado … Se tu mi apri gli occhi, Signore, se tu mi illuminerai io potrò illuminare: tu fai di noi luce nel mondo [Card. C.M. Martini].
Proposito
Questa settimana cerchiamo, anche eventualmente attraverso i social, di leggere ogni giorno il Vangelo propostoci dalla Messa quotidiana.
18 MARZO 2020
SOLENNITA' NOSTRA SIGNORA DI MISERICORDIA
FESTA PATRONALE
Di seguito il link per accedere al video della S. Messa delle ore 8,30 (Frati della Comunità):
Ecco la lettera del Parroco, pubblicata sul bollettino "Camminiamo Insieme" della prossima settimana:
⇓
Carissimi,
in questi giorni ho un pensiero fisso che mi passa per la mente e
che desidero innanzitutto condividere con voi, in particolare con le famiglie
dei nostri ragazzi del Catechismo, la cui presenza fisica mi manca molto. Ed è
il seguente. La situazione di emergenza generale che stiamo vivendo e a
causa della quale non possiamo più, almeno fino al 4 aprile, incontrarci
tutti insieme specialmente nella Celebrazione Eucaristica domenicale,
può costituire in realtà, paradossalmente, una grande opportunità per vivere
la Quaresima quale essa deve essere e come forse mai l’abbiamo vissuta.
Almeno per me è così. Il fatto, ad esempio, di non potervi incontrare come
prima, né di poter celebrare con voi, è una privazione, un digiuno
appunto, come peraltro richiede questo Tempo Forte, che è davvero per me una penitenza
e, spero, un pochino lo sia anche per voi. Ma in questa penitenza, costretta
dalle circostanze della vita, possiamo intravedere e sperimentare la Grazia
che il Signore concede a chi vuole davvero convertirsi a
Lui, pentendosi dei propri peccati. E allora vorrei provare a
sottolineare tre aspetti positivi al fine del nostro “camminare insieme”
nella fede −appunto le grazie
che il Signore ci concede− proprie di questo tempo così “strano” che stiamo
vivendo.
1°-
La ri-scoperta della “chiesa domestica”. Così viene definita dal
Concilio la famiglia cristiana (cfr Lumen Gentium, 11), e non solo
perché è in famiglia che si vive la prima e più importante esperienza
di Chiesa (= assemblea riunita intorno al Signore), ma perché può essere
vero modello della Chiesa stessa in quanto cellula primordiale
della società umana. Sono sostanzialmente tre le dimensioni proprie
della Chiesa che nel suo piccolo essa esprime: l’annuncio, la celebrazione
e la testimonianza. Vive l’annuncio quando con docilità si mette in ascolto
della Parola di Dio e con autorità la proclama; vive la
celebrazione quando fa della preghiera un appuntamento quotidiano,
facendo della vita e di ogni evento una lode e un ringraziamento
a Dio avendo per fine il perdono e la riconciliazione fraterna; vive la
testimonianza quando diventa luogo di comunione, di accoglienza e di
carità. Come vedete, si tratta di un cammino di santità esigente
ma entusiasmante, che gli accadimenti attuali e la Quaresima ci offrono
su un piatto d’argento.
2°- Detto
questo, ricordiamoci che Gesù è sempre presente nel tabernacolo,
così come nel profondo del nostro cuore e per questo la Chiesa
resta aperta per la preghiera personale individuale.
3°- Avrei
pensato ad una proposta concreta per mantenere viva o, forse,
addirittura rinsaldare la comunione tra di noi, e dico comunione non a
caso in quanto la Comunione col Corpo di Cristo propria della Messa è autentica
soltanto se è espressione della volontà di vivere anche la comunione
tra di noi (cfr Principi e Norme
per l’uso del Messale Romano, n. 56). La proposta è quella di
offrirvi, se volete, la possibilità di scaricare ogni settimana via mail
o tramite Whatsapp il pdf del nostro “Camminiamo Insieme” (che
comunque potrete sempre ritirare in fondo alla Chiesa), riportante la mia
lettera e la riflessione sulla Parola della Domenica con la proposta
di una preghiera e di un impegno concreto; così come anche il link della
Messa domenicale celebrata in Convento dalla comunità dei Frati. A
questo proposito, ricordo che in nostro possesso abbiamo i nominativi di molti
di voi divisi già in quattro gruppi: i genitori dei ragazzi del Catechismo,
i membri dell’Ordine Secolare Carmelitano, i membri del Coro e i collaboratori
in genere. Chi di voi volesse a sua volta comunicare il tutto ai propri amici,
può farlo liberamente. Le due proposte avranno per forza di cose tempi diversi:
“Camminiamo Insieme” vi verrà trasmesso al sabato, mentre il link per seguire
la S. Messa alla domenica.
4°- Non
dimentichiamo infine che questa settimana porta in sé due grandi Solennità
a noi tanto care: la festa patronale di Maria, Madre di Misericordia il
18 marzo e, il giorno dopo, la Solennità di S. Giuseppe. A Maria
e Giuseppe ci rivolgiamo in particolare questa volta perché ci aiutino a
superare con serenità questo momento così difficile per noi. Maria, del
resto, come ogni mamma non può che essere attenta e preoccupata per la “salute”
dei suoi figli. E per quanto riguarda Giuseppe, pensate che la nostra
Madre S Teresa d’Avila diceva: “Non
mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito
ottenuta” … Quindi, coraggio!
Un forte
abbraccio virtuale, ma non meno forte, a tutti.
Con affetto. P.
Piergiorgio
Di seguito i link per accedere ai video della Messa della Famiglia del 15 marzo 2020
(III Domenica di Quaresima):
https://www.youtube.com/watch?v=I1xHqcxkstU&t=1s
https://www.youtube.com/watch?v=0IlGN_lMtW4
https://www.youtube.com/watch?v=lcJ5DtXE_0w
III Domenica di Quaresima
“Guardare lontano”
Lettura
Dal Vangelo secondo Giovanni 4,5-42 - Incontro di Gesù con la Samaritana.
Meditazione
Il passato della donna di Samaria è descritto in due brevi frasi: lei sintetizza il tutto dicendo che non ha marito, il Maestro completa dicendo: “Hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito” Tutto è fugace, non c’è tempo per ricordare il passato Sono entrambi dinanzi ad un pozzo che parla di amore e di speranza Lei, in maniera particolare, fa i conti con quel bisogno di eternità che ha sempre desiderato. Lui, il Maestro, fa i conti con una umanità che non riesce a riconoscersi tale, e che ha bisogno di un continuo andirivieni per sentirsi viva, che non riesce ad attendersi più nulla. Lei bisognosa solo di acqua; Lui, che sa riconoscere in quel bisogno il desiderio di volgere lo sguardo altrove. Lei, stanca delle tante occasioni, cerca di dare un nome a quel bisogno: “Signore, dammi di quest’acqua perché non abbia più sete …”. Lui, che le apre prospettive nuove. Lei, in cerca di continue sicurezze. Lui, che non la trattiene, ma la lascia libera di raccontare un amore differente da quelli precedenti, perché coinvolge tutti. Tutti sono chiamati a confrontarsi con questo amore, a mettere in discussione la presunta capacità di amare, a rivedere il proprio passato. Quel pozzo diventa un “mare”: arriva sino alle case dei samaritani, i quali mettono da parte la diffidenza che i Giudei hanno nei loro confronti e sfidano il futuro. Samaritani che credono non per le parole, ma per la Parola. Quel pozzo ormai è troppo piccolo, non è sufficiente a contenere l’acqua di cui parla il Maestro. E mentre i discepoli sono preoccupati di soddisfare la fame dell’oggi, Gesù chiede di alzare lo sguardo, di non tener più conto di quel misero pozzo. I campi sono pronti per la mietitura, come la Samaritana e i suoi compaesani sono pronti a scommettere sull’Amore, che ha il sapore dell’Eternità.
Preghiera in famiglia
Vieni in noi, Spirito Santo, Spirito dell’amore: riversa sempre più la carità nel nostro cuore. Vieni in noi, Spirito Santo, Spirito di verità: concedici di pervenire alla conoscenza della verità in tutta la sua pienezza. Vieni in noi, Spirito Santo, acqua viva che zampilla per la vita eterna: donaci la grazia di giungere a contemplare il volto del Padre nella vita e nella gioia senza fine. Amen [S. Agostino].
Proposito
Sull’esempio della Samaritana stiamo ogni giorno nella nostra stanza 5 minuti in dialogo con Gesù, soprattutto in ascolto della sua Parola.
A cura di don Riccardo Taccardi, Parroco di “San Michele Arcangelo” in Minervino (BT)
SOLENNITA' DELLA PROSSIMA SETTIMANA:
18 Marzo - Solennità della B.V. Maria Madre di Misericordia
Patrona della Città e della Diocesi di Savona
La mattina del 18 marzo 1536, Antonio Botta, un contadino della valle savonese di San Bernardo, mentre si stava recando a lavorare nella vigna, si fermò a rinfrescarsi presso un piccolo torrente. Improvvisamente vide scendere dal cielo con grande splendore una figura di donna che disse: “Alzati e non dubitare ch’io sono la Vergine Maria. Vai dal tuo confessore e digli che annunzi in chiesa al popolo di fare digiuni per tre sabati e di venire in processione in onore di Dio e della sua Madre ... Il quarto sabato tornerai in questo luogo”. Poiché Antonio era una persona di riconosciuta sincerità ed onestà, il suo racconto venne preso sul serio ed il popolo fu invitato dalle istituzioni religiose a fare penitenza. L’8 aprile, quarto sabato dopo la prima apparizione e vigilia della Domenica delle Palme, Antonio Botta ritornò sul luogo del miracolo ed il prodigio si ripetè: la Madonna apparve in una luce intensa ed abbagliante, si posò su un sasso del torrente e, dopo avere dato disposizioni affinché i savonesi e non solo facessero digiuni, processioni e penitenze per riparare le grandi iniquità presenti nel mondo, alzando per tre volte le mani e gli occhi al cielo esclamò: “Misericordia voglio, e non giustizia!”.
19 Marzo - Solennità di S. Giuseppe– Sposo della B.V. Maria
Patrono della Chiesa universale e
Protettore dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi
Questa celebrazione ha profonde radici bibliche; Giuseppe è l’ultimo patriarca che riceve le comunicazioni del Signore attraverso l’umile via dei sogni. Come l’antico Giuseppe, è l’uomo giusto e fedele che Dio ha posto a custode della sua casa. Egli collega Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide. Sposo di Maria e padre putativo, guida la sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall’Egitto, rifacendo il cammino dell’Esodo.
Pio IX lo ha dichiarato patrono della Chiesa universale e Giovanni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano.
Santa Teresa d’Avila affidò a San Giuseppe la sua vita spirituale, la sua vita di orazione, tutti i problemi dei suoi monasteri e, infine, della Riforma. A lui attribuì la propria prodigiosa guarigione da un male misterioso che l’aveva tormentata per tanti anni; a lui dedicò il primo monastero e altri; a lui ella si rivolgeva, nei momenti di difficoltà, per risolvere i casi più difficili fino ad affermare che mai si era rivolta al Patriarca San Giuseppe senza essere stata esaudita. Diceva che i suoi monasteri erano guardati da una porta dalla Madonna e dall’altra da San Giuseppe. Nel sesto capitolo della Vita la Santa Madre scrive: “Io lo presi per mio avvocato e patrono, il glorioso San Giuseppe, e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nelle necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi ... Ho visto chiaramente che il suo aiuto fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare. Non mi ricordo finora d’averlo pregato di alcuna grazia senza averla subito ottenuta. ... Il glorioso San Giuseppe, io lo so per esperienza, estende il suo patrocinio sopra qualsiasi bisogno …”.
Il Carmelo Teresiano porta avanti questo legame profondo con San Giuseppe riconoscendosi nel suo silenzio, nella sua solitudine interiore, nello spirito di contemplazione e di orazione costanti.


IV Domenica di AVVENTO
22 DICEMBRE 2019
III Domenica di AVVENTO
15 DICEMBRE 2019
II Domenica di AVVENTO
8 DICEMBRE 2019
Solennità dell'IMMACOLATA CONCEZIONE
della B. V. Maria
15 Ottobre 2019
SOLENNITÀ DI SANTA TERESA DI GESÙ
Dottore della Chiesa e riformatrice del Carmelo
Programma delle celebrazioni:
DA SABATO 12 OTTOBRE A LUNEDÌ 14 OTTOBRE
Triduo in preparazione con la S. Messa vespertina
(ore 18 sabato e lunedì; ore 18,30 domenica)
MARTEDÌ 15 OTTOBRE
ore 9,00 e 13,00: S. Messa - ore 17,30: Vespri Solenni
ore 18,00: S. Messa Solenne
ore 21,00: Concerto conclusivo del Coro S. Pietro,
diretto da P. Piergiorgio
“Meditazione musicale sui temi teresiani”
Giovedì 15 agosto
Solennità dell'Assunzione
della B. V. Maria
S. Messe ore 8,30 - 11 - 18,30
Vespri solenni ore 18
Per tutto il mese di agosto
S. Messa ore 18
(18,30 domenica e 15/08)
Sono sospese le S. messe alle ore 9
e quella alle 13 del martedì.
Giovedì 11, 18 e 25 luglio
"NOTTE BIANCA IN PREGHIERA"
Adorazione Eucaristica
organizzata dai giovani della nostra Parrocchia e dai loro amici.
SOLENNITÀ' DELLA B. V. MARIA DEL MONTE CARMELO