24 GENNAIO 2021

III Domenica DEL TEMPO ORDINARIO
“Cambiare vita, cambiare mentalità
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:

 
Carissimi,
Papa Francesco ha istituito nella 3a domenica del Tempo Ordinario che celebriamo quest’oggi la Domenica della Parola di Dio con lo scopo che “possa far crescere nel popolo di Dio la religiosa e assidua familiarità con le Sacre Scritture”. Spero sia un incentivo per noi a leggere, conoscere e mettere in pratica la Parola. 
Alcuni anni fa ho conosciuto un giovane che si era “preso il gusto” e l’impegno di leggere la Bibbia da cima a fondo e dopo un paio di anni mi faceva sapere pieno di entusiasmo che aveva finito di leggerla per intero e aveva già cominciato a rileggerla per la seconda volta! E questa lettura orante gli ha cambiato la vita: ogni volta che lo incontravo o che ci “sentivamo” per iscritto riscontravo in lui l’opera che Dio stava compiendo e come questa Parola diventasse sempre di più “vita vissuta” nel suo quotidiano.
La Parola di Dio, se lasciata penetrare nel nostro intimo, cambia la vita, cambia la mentalità e ci rende veramente liberi. Ci converte. Convertirsi è questione di sguardi (bisogna imparare a guardare!), è questione di udito (saper ascoltare l’Altro, gli altri e se stessi!); è questione di tatto: siamo in con-tatto con le parti più lontane del mondo (e questo è bello) ma spesso non ci accorgiamo di non esserlo con quelle più vicine a noi. Conversione significa vivere la quotidianità con passione, con gusto (ecco il 4° senso), cercare il sapore autentico delle cose, correndo anche il rischio che possa in un primo momento non piacerci, risultare sgradevole, fastidioso. 
Convertirsi significa spargere “soave profumo” lì dove ce n’é più bisogno, fiore nel deserto capace di “abbellir erme contrade”.
Convertirsi è dunque vita che si fa preghiera, cioè dialogo, incontro con Dio; è lasciare ogni giorno le reti che ci vincolano e ci impediscono di essere felici.
Lasciamoci illuminare dalla Parola di Dio, lasciamoci convertire e, come i primi apostoli, andiamo dietro a Gesù. Che la nostra vita sia preghiera e che la preghiera sia incarnata nel vivere quotidiano.
Buona settimana a tutti!                                                                    p. Enrico

Lettura (Gv 1,35-42)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di
Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel
Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone,
mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a
me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre
anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro
padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

La Domenica della Parola di Dio
Con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Aperuit illis”, il Papa stabilì nel 2019 che “la III Domenica del Tempo ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio per riscoprire il senso pasquale e salvifico della Parola di Dio che spinge in modo sempre rinnovato ad uscire dall’individualismo per rinascere nella carità”. Il documento venne pubblicato il 30 settembre, nel giorno della memoria liturgica di San Girolamo, all’inizio
del 1600° anniversario della morte del celebre traduttore della Bibbia in latino che affermava: “L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”.
Esso inizia con il passo del Vangelo di Luca (Lc 24,45) in cui Gesù risorto appare ai discepoli mentre sono radunati insieme: "Allora aprì loro (aperuit illis) la mente all'intelligenza delle Scritture".
Sul sito www.chiesacattolica.it è possibile trovare il Sussidio che gli Uffici Nazionali Catechistico, Liturgico e per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso hanno preparato per la preghiera personale e comunitaria.
A fare da filo conduttore al testo è il tema della speranza. Scrive mons. Stefano Russo, Segretario Generale della Cei, nella presentazione: “Vogliamo chiedere alla Sacra Scrittura le parole per esprimere la sofferenza di questi tempi, ma soprattutto la speranza fondata sulla fede nel Risorto. Oggi abbiamo bisogno di parole di speranza, che ci consentano di restare con i piedi per terra ma con lo sguardo rivolto al futuro. Queste parole sono custodite dalla Sacra Scrittura che, mentre dà voce al dolore dell’orante, gli assicura quella consolazione del Signore che apre il cuore ad un futuro di solida speranza”.