S. MESSA 19 SETTEMBRE DIRETTA ORE 18 - 50 ANNI PROFESSIONE RELIGIOSA P. PIERGIORGIO LADONE


Carissimi,

prima di congedarmi definitivamente da voi, desidero cogliere

l’occasione di questo giorno particolare in cui ringrazio il Signore

per i 50 anni di vita religiosa che mi ha donato, per farvi giungere il mio

saluto e il mio ringraziamento più sincero.

Non vuole essere una lettera di addio né di arrivederci perché, credo,

resteremo sempre uniti nello spirito e nell’affetto, e non solo … dal momento

che la distanza geografica che ci separerà sarà solo poco più di

20 chilometri.

Ciò che ora mi preme è trasmettervi i sentimenti che ho nel cuore insieme

a qualche raccomandazione.

Innanzitutto GRAZIE! Grazie per tutto ciò che mi avete “regalato” in

questi 21 anni in termini di sostegno, amicizia, affetto, esempio ... Non è

retorica la mia: sono stati davvero gli anni più belli della mia vita religiosa,

nonostante la mia malattia, o forse proprio grazie anche a quella.

Grazie per avermi aiutato ad apprezzare ancor più - per non dire riscoprire

- la mia vocazione carmelitana. La pastorale parrocchiale anziché

distogliermi da essa si è rivelata invece il “luogo privilegiato” per sentirmi

davvero “figlio della Chiesa” come si sentiva e voleva la nostra

santa madre Teresa … interpretando la vita consacrata come “DONO”;

dono che la Chiesa fa a noi come carisma che ci realizza e, nel contempo,

dono che noi dobbiamo restituire alla Chiesa come offerta di noi

stessi. È stato bello per me “toccare con mano” in tutti questi anni come

l’esigenza più vera e profonda delle persone che ho incontrato, di tutti

voi, resti sempre quella sete di verità e quella fame d’amore che solo in

Dio trova il suo appagamento. Si tratta della caratteristica fondamentale

del nostro carisma carmelitano: proporre instancabilmente ciò che

dovrebbe costituire il vertice di ogni azione pastorale e missionaria: il

primato di Dio. Cercare di risvegliare negli altri - in particolare in voi -

questa “nostalgia di Dio” è stato il modo migliore, insieme ai miei limiti, 

per mantenerla viva anche in me … Grazie!

A proposito di limiti, il secondo sentimento che sento il bisogno di manifestare

è la richiesta di perdono per tante cose: per l’esempio che non

vi ho saputo dare, per le offese che posso avere arrecato, per il mio carattere

“impulsivo” … e probabilmente per tante altre situazioni; ma, ve

lo posso assicurare, da parte mia non serbo rancore per alcuno, anzi,

sento di volere davvero bene, e tanto, a tutti alla stessa maniera, resta

solo l’amarezza, semmai, per poter aver deluso o fatto soffrire qualcuno.

Ancora, perdonatemi …

Infine, vorrei che accoglieste anche alcune mie raccomandazioni, non

tanto in qualità di ex parroco, ma di amico: continuate a mantenere vivo

l’affetto per i vostri frati, in particolare per il nuovo parroco che già conoscete.

In altri termini, continuate a vivere il vostro senso di appartenenza

ad una comunità carmelitana, segno tangibile di una particolare

“porzione di Chiesa” che desidera aiutarvi a sentirvi con più convinzione

membra vive di essa. E, all’interno della comunità intera, continuate ad

apprezzare e a condividere lo spirito e le proposte che ciascun gruppo o

movimento (e sono tanti!) intende testimoniare a tutti.

Ecco, credo infine sia proprio questa la caratteristica della nostra comunità

parrocchiale: non l’uniformità che appiattisce e impoverisce i

rapporti , ma l’unanimità di intenti, per cui le diversità reciprocamente

accolte, anziché essere un ostacolo alla comunione tra di noi, costituiscono

la condizione privilegiata per perseguirla, una vera ricchezza.

Proprio come il corpo umano, peraltro paradigma della Chiesa stessa: è

efficiente e “bello” (vero, giusto e buono), se ogni suo membro

(ciascuno di noi) mantiene viva e funzionante la sua caratteristica specifica

in obbedienza però ai “comandi” del capo (per noi Gesù) …

Così vorrei fosse anche per noi, e sia questo il mio augurio conclusivo:

curiamo pure con passione le nostre diversità, purché però, non ci stanchiamo

mai di “incontrare nel quotidiano Colui che è il nostro comune

ed unico punto di riferimento, Gesù, perché solo Lui, via, verità e vita,

può davvero abilitarci a “Camminare insieme” nel suo Amore.

Uniti nella preghiera, vi benedico e vi abbraccio.

Con affetto, p. Piergiorgio






 20 SETTEMBRE 2020

XXV Domenica del Tempo Ordinario
Lavoratori nella vigna del Signore

Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:

 

Lettura (Mt 20,1-16)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 
Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 
Uscito poi verso le nove del mattino,
ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: 
“Andate anche voi nella vigna;
quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. 
Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. 
Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro:
“Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. 
Gli risposero: “Perché nessuno ci ha
presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. 
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli
ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, 
ricevettero ciascuno un denaro.
Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. 
Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi
hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, 
che abbiamo sopportato il peso della
giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: 
“Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio
dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. 
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Meditazione

Nella vigna del Signore tutti siamo chiamati a gravi compiti e posti di responsabilità. La parabola illustra i criteri seguiti da Dio nel compimento della salvezza. Per questo I'affermazione toccante del papa emerito Benedetto XVl, appena eletto Vescovo di Roma, è rimasta impressa nel cuore di milioni di fedeli, quella cioè in cui si dichiarava "un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore"; quest'affermazione infatti esemplifica il singolare atteggiamento di Gesù descritto nella parabola. Egli tratta con eguale bontà i giudei e i pagani, i giusti e i peccatori, di qualsiasi tempo e provenienza. È proprio un padrone buono, perché anche chi è chiamato a lavorare all'ultima ora viene retribuito secondo le necessità e non secondo il lavoro prestato. Egli cerca I'interesse dell'operaio, dona a tutti I'indispensabile, dona a chi non è stato favorito il necessario per vivere. E non comprendiamo I'operaio della parabola: questi non reclama un maggiore salario per sé, ma si lamenta perché lo stesso trattamento economico riservato a lui è concesso anche all'ultimo arrivato. La protesta e il risentimento contro il padrone della vigna non sono dovuti ad un torto ricevuto, e il padrone stesso lo svela: "tu sei invidioso perché io sono buono?". Egli è davvero un padrone buono: retribuisce secondo la sua bontà, e non secondo il lavoro svolto, anche i lavoratori chiamati all'ultima ora della giornata. Atteggiamento non condivisibile per i tanti, fra noi, che si ritengono "giusti" solo perché indefessamente al servizio di Dio: non sopportiamo di vedere che il trattamento da noi ricevuto è usato anche verso altri, che non hanno dato e non danno le stesse prestazioni. Si dimentica che, per i primi come per gli ultimi operai, la chiamata è solo il frutto della bontà di Dio.


La Parola di Dio e
gli appuntamenti di ogni giorno

Domenica 20 Settembre - XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
• ore 8,30: S. Messa - Int. libera • ore 11: S. Messa della Famiglia
• ore 17: Battesimo di Gregorio Gottardi
• ore 18: Vespri • ore 18,30: S. Messa - Int. libera

Lunedì 21 Settembre - FESTA DI S. MATTEO, APOSTOLO ED EVANGELISTA
EF 4,1-7.11-13; SAL 18; MT 9,9-13 “Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio”
• ore 9: S. Messa - Int. libera
• ore 18: S. Messa - Def. Giacomo Ollino

Martedì 22 Settembre
PR 21,1-6.10-13; SAL 118; LC 8,19-21 “Guidami, Signore, sul sentiero dei tuoi comandi”
• ore 9: S. Messa - Int. libera
• ore 18: S. Messa - Def. 1) Onorio Pugi; 2) Caterina

Mercoledì 23 Settembre - MEMORIA DI S. PIO DA PIETRELCINA, SACERDOTE
PR 30,5-9; SAL 118; LC 9,1-6 “Lampada per i miei passi, Signore, è la tua parola”
• ore 9: S. Messa - Int. libera
• ore 18: S. Messa - Def. Franco Venturi

Giovedì 24 Settembre
QO 1,2-11; SAL 89; LC 9,7-9 “Signore, tu sei stato per noi un rifiugio di generazione in
generazione”
• ore 9: S. Messa - Int libera
• ore 18: S. Messa - Def. Manuela

Venerdì 25 Settembre - COMM. MENSILE DI GESÙ BAMBINO DI PRAGA
QO 3,1-11; SAL 143; LC 9,18-22 “Benedetto il Signore, mia roccia”
• ore 9: S. Messa - Int. libera
• ore 17: Adorazione Eucaristica del 25 del mese
• ore 18: S. Messa - Def. 1) Luciano De Salvo e genitori; 2) Giuseppe Bonino

Sabato 26 Settembre - S. MARIA IN SABATO
QO 11,9-12,8; SAL 89; LC 9,43B-45 “Signore, tu sei stato per noi un rifiugio di generazione
in generazione”
• ore 9: S. Messa - Int. libera
• ore 16: Battesimo di Filippo Podestà
• ore 18: S. Messa - Def. 1) Rosa Poggi; 2) Giovanni Battista


13 SETTEMBRE 2020

XXIV Domenica del Tempo Ordinario
Il perdono cristiano
Dal "Camminiamo Insieme" di questa settimana:

 
Carissimi,
        eccomi nuovamente a voi per informarvi innanzitutto sulla situazione di cambiamento in atto nella nostra comunità conventuale che dal 15 ottobre prossimo sarà ufficialmente formata da padre Enrico Redaelli, priore e parroco, p. Giovanni Tomasi, I° consigliere, p. Vittorino Corsini e p. Raffaele Bruzzone. Infatti, come già sapete, sia il sottoscritto che p. Fabio faremo parte, a partire sempre dalla stessa data, della comunità del Santuario di Gesù Bambino in Arenzano. Nel frattempo, in attesa dell’arrivo di p. Enrico dall’Africa, compresa l’obbligata prevista quarantena, restiamo ancora qui, portando avanti il consueto ministero proprio di questo periodo iniziale di un nuovo anno pastorale. Avrò modo quindi di incontrarvi e salutarvi con calma anche personalmente. Per questo vi chiedo di non preoccuparvi di essere necessariamente tutti presenti sabato 19 alla Messa delle ore 18 in cui ringrazierò il Signore per i miei 50 anni di Professione Religiosa (era il 19 settembre 1970) anche perché la situazione di emergenza ci impedisce ancora i grandi assembramenti. D’altro canto sarò presente poi a tutte le altre Messe del giorno dopo (ore 8,30, 11, 18,30) per ringraziare insieme a voi il Signore e scambiarci i saluti.
    Infine vi chiedo il favore di sostenermi con la preghiera che contraccambio di vero cuore.
        Vi benedico e vi abbraccio. Con affetto,             P. Piergiorgio


Lettura (Mt 18,21-35)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: 
«Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? 
Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose:
«Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. 
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 
Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo:
 “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, 
ciascuno al proprio fratello». 

Meditazione
La parabola del funzionario spietato sottolinea che I'unica condizione posta da Dio al peccatore pentito è quella che egli sia disposto a condonare a sua volta i torti ricevuti dagli altri. Il racconto si sviluppa in tre momenti. Vi sono un re ed un suo funzionario insolvente, che per prassi doveva essere venduto come schiavo con la moglie e i figli, il quale non chiede il perdono ma la dilazione del debito. Il sovrano è "compassionevole", gli condona il debito e gli restituisce piena dignità e libertà. Nella seconda scena il debitore perdonato diventa un creditore spietato: "non volle, andò e lo fece gettare in prigione", con i presenti che, addolorati, riferiscono il tutto al padrone. Lo sdegno del padrone chiude per bene la vicenda: ha perso la sua calma e la sua pazienza. Se in precedenza era pieno di compassione ora è pieno d'ira e inizia la sua requisitoria contro il servo cattivo. Egli aveva beneficiato della misericordia del padrone e doveva imparare a fare altrettanto; aveva sperimentato la bontà del suo padrone e doveva accordare lo stesso condono al collega debitore. Il funzionario, avendo pensato solo al suo egoistico interesse e alla vendetta, non merita la compassione che gli era stata accordata: per questo viene consegnato "in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto". La conclusione della parabola, in confronto alla misericordia iniziale, ci lascia sbalorditi: "così anche il Padre mio farà con voi se non perdonerete di cuore". Il richiamo di Matteo è un invito pressante, minaccioso, al "perdono fraterno". Oggi è anche un invito urgente, rivolto alle nostre comunità, a vivere la legge della carità, a perdonare di cuore, quindi interiormente, illimitatamente e sempre, per debellare così le divisioni e le discordie.

La Parola di Dio e gli appuntamenti di ogni giorno

Domenica 13 Settembre - XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
• ore 8,,30: S. Messa - Int. libera • ore 11: S. Messa della Famiglia
• ore 18: Vespri • ore 18,,30: S. Messa - Int. libera

Lunedì 14 Settembre - FESTA DELL’ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
NM 21,4B-9 O FIL 2,6-11; SAL 77; GV 3,13-17 “Non dimenticate le opere del Signore!”
• ore 9: S. Messa - Int. libera
• ore 18: S. Messa - Def. Filippo Ansaldi

Martedì 15 Settembre - MEMORIA DELLA B.V. MARIA ADDOLORATA
EB 5,7-9; SAL 30; GV 19,25-27 O LC 2,33-35 “Salvami, Signore, per la tua misericordia”
• ore 9: S. Messa - Int. offerente • ore 18: S. Messa - Int. libera

Mercoledì 16 Settembre - MEMORIA DEI SS. CORNELIO, PAPA, E
CIPRIANO, VESCOVO, MARTIRI
1COR 12,31-13,13; SAL 32; LC 7,31-35 “Beato il popolo scelto dal Signore”
• ore 9: S. Messa - Int. libera
• ore 18: S. Messa - Def. Antonio Finini (2° anniversario)

Giovedì 17 Settembre - FESTA DI S. ALBERTO DI GERUSALEMME,
VESCOVO E LEGISLATORE DELL’ORDINE CARMELITANO
EF 6,10-18; SAL 118; MT 20,25-28 “Luce ai miei passi è la tua parola, Signore”
• ore 9: S. Messa - Int libera
• ore 18: S. Messa - Def. Giovanni Pugi

Venerdì 18 Settembre
1COR 15,12-20; SAL 16; LC 8,1-3 “Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto”
• ore 9: S. Messa - Int. libera
• ore 17: Adorazione Eucaristica
• ore 18: S. Messa - Def. Graziana Reverdito e Roberto Cora

Sabato 19 Settembre - S. MARIA IN SABATO
1COR 15,35-37.42-49; SAL 55; LC 8,4-15 “Camminerò davanti a Dio nella luce dei viventi”
• ore 9: S. Messa - Int. libera
• ore 18: S. Messa - Def. Malvina (4° anniversario) e Emanuele