27 GIUGNO 2021
XIIi domenica del tempo ordinario

Oltre la folla


       Carissimi,
                          martedì 29 celebreremo la solennità dei santi Pietro e Paolo. La nostra parrocchia, intitolata al pescatore di Betsaida chiamato da Gesù a diventare pescatore di uomini, si rispecchia nella persona di questo grande apostolo, Simon Pietro. Uomo ‘imperfetto’, che scopre di desiderare Dio più di ogni altra cosa. Con la forza di camminare ogni giorno, nonostante la fatica. Col coraggio di agire nonostante le paure. Con l’umiltà di riconoscere i propri errori, nonostante l’orgoglio. Con la fiducia in se stesso e in Dio, nonostante le contraddizioni e il non comprendere. Un uomo debole che tutto può in Colui che lo fortifica. Un uomo debole che è più che vincitore in virtù di Colui che lo amò.
    Augurando buona festa a tutti, vi lascio con questa preghiera al santo patrono della nostra parrocchia.                             Enrico

    Glorioso Apostolo Pietro, ci rivolgiamo a te, con la certezza di essere compresi ed esauditi. Tu che chiamato dal Signore, con generosità lo hai seguito e, divenuto suo discepolo, primo fra tutti lo hai proclamato Figlio di Dio. Tu che hai sperimentato l’amicizia, sei stato testimone della sua angoscia e della sua gloria. Tu che, pur avendolo rinnegato, hai saputo scorgere nel suo sguardo l’amore perdonante. Chiedi per noi al tuo Maestro e Signore la grazia della sequela fedele. E, se con certi nostri atti, anche noi dovessimo rinnegare il Cristo, fa che, come te, ci lasciamo guardare da Lui e, pentiti, possiamo ricominciare il cammino della fedeltà e dell’amicizia che concluderemo, insieme con te, in cielo accanto a Cristo nostro Signore. Amen.

Lettura (Mc 5,21-43)
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, 
gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 
E venne uno dei capi della sinagoga, di nome
Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: 
«La mia figlioletta
sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 
Andò con lui.
Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. […] Dalla casa del capo della sinagoga
vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 
Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: 
«Non temere, soltanto abbi fede!». 
E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché 
a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto
 e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: 
«Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme».
 E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. 
Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: 
«Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò
e camminava; aveva infatti dodici anni. 
Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò
loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. 

Solennità dei Santi Pietro e Paolo
    Il 29 giugno è la festa solenne dei Santi Pietro e Paolo, le cui vite sono state rigenerate dall’incontro con Gesù che hanno testimoniato fino al martirio.
Fin dai tempi antichi la Chiesa di Roma celebra gli Apostoli Pietro e Paolo in un’unica festa nello stesso giorno in quanto la fede in Gesù Cristo li ha resi fratelli e il martirio li ha fatti diventare una sola cosa. San Pietro e San Paolo, così diversi tra loro sul piano umano, sono stati scelti personalmente da Gesù e hanno risposto alla chiamata offrendo tutta la loro vita. In entrambi la grazia di Cristo ha compiuto grandi cose, li ha trasformati; Pietro aveva rinnegato Gesù nel momento drammatico della passione; Paolo aveva perseguitato duramente i cristiani. Ma entrambi hanno accolto l’amore di Dio e si sono lasciati trasformare dalla sua misericordia; così sono diventati amici e apostoli di Cristo. 
    Perciò essi continuano a parlare alla Chiesa e ancora oggi ci indicano la strada della salvezza. Papa Francesco all’Angelus del 29 giugno 2013 pronuncia queste parole: «Tutto il Popolo di Dio è debitore verso di loro per il dono della fede. Pietro è stato il primo a confessare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Paolo ha diffuso questo annuncio nel mondo greco-romano. E la Provvidenza ha voluto che tutti e due giungessero qui a Roma e qui versassero il sangue per la fede. Per questo la Chiesa di Roma è diventata, subito, spontaneamente, il punto di riferimento per tutte le Chiese sparse nel mondo. Non per il potere dell’Impero, ma per la forza del martirio, della testimonianza resa a Cristo! In fondo, è sempre e soltanto l’amore di Cristo che genera la fede e che manda avanti la Chiesa».

Brevi notizie su San Pietro
    Pietro nacque a Betsaida (2 o 4 ca.) e visse a Cafarnao, in Galilea, sul lago di Genezaret, dove faceva il pescatore assieme al fratello Andrea e ad altri due compagni, Giacomo e Giovanni, fratelli tra di loro: tutti e quattro furono scelti da Gesù come apostoli. Gesù mutò il suo nome originario, Simone, in Kefa, che in aramaico significa “pietra” e in greco si dice Petros, proclamando che sopra di lui edificherà la sua Chiesa e a lui affiderà le chiavi del regno dei cieli.
    Pietro si dimostrò uno dei più affezionati apostoli e venne nominato quale capo dei dodici Apostoli da Gesù dopo la sua Risurrezione; fu promotore di quel movimento che sarebbe poi divenuto la prima Chiesa cristiana ed è pertanto ritenuto il primo Papa della Chiesa.
    Pietro predicò nella zona costiera del Mediterraneo, in Siria, ad Antiochia, e a Corinto e giunse alla fine a Roma, dove venne imprigionato e morì da martire, crocifisso a testa in giù (si dice su sua richiesta, per punirsi del fatto di aver rinnegato Gesù al momento dell’arresto), intorno al 64 o 67 d.C. durante le persecuzioni dell’imperatore Nerone.
    Durante l’impero di Costantino, sulla sua tomba venne edificata la basilica a lui intitolata, interamente ricostruita nel ‘500 ad opera del Papa savonese Giulio II.



- FESTA PATRONALE DI S.. PIETRO -
DOMENICA 27 (ore 18,30) e LUNEDÌ 28 (ore 18,00): TRIDUO
 MARTEDÌ 29: SOLENNITÀ
- Ore 8,15: Ufficio delle Letture e Lodi; - Ore 9,00: S. Messa;
- Ore 17,30: Vespri solenni;- Ore 18,00: S. Messa;
- Ore 21,00: S. Messa solenne



20 GIUGNO 2021
XIi domenica del tempo ordinario

Dio è salito sulla barca degli uomini


    Carissimi,
            la nostra parrocchia ha vissuto 2 giorni di Grazia nello scorso week-end con le prime comunioni di 41 ragazzi/e, la consacrazione di Maria Catia Borsa nelle sorelle dell’Unione Carmelitana Teresiana e il battesimo di Leonardo Zoppini. Queste celebrazioni aprono il cuore al ringraziamento e alla speranza e ci aiutano a vincere quella paura che anche gli apostoli, pur vivendo “sulla stessa barca” con Gesù, hanno sperimentato: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”. Dubitiamo di Lui, del suo amore, della sua presenza, delle sue promesse… e abbiamo paura. Non c’è nulla di peggio della paura. Gesù la chiama per nome, senza mezzi termini: “Perché siete così paurosi”? E chiamandola per nome evoca, nello stesso tempo, il suo contrario, la fiducia. Perché Lui c’è e non ci abbandona, ci accompagna e ci sostiene, anche se non si sostituisce a noi. Perché per Lui la nostra vita è preziosa, tanto preziosa d’aver dato la sua! Ci basta questo per aver fiducia in Lui e nella Sua Parola?
Un grazie sentito a tutti coloro che hanno reso belle e gioiose le celebrazioni dello scorso week-end: sarebbero troppi per essere nominati: li metto tutti “nel cuore di Gesù” e a Lui li affido.
    Vi aspetto per l’inizio del triduo della festa di San Pietro, e a tutti auguro buona domenica!
    Fraternamente,                                                             Enrico

Lettura (Mc 4,35-41)
In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Passiamo all’altra riva». 
E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. 
C’erano anche altre barche con lui. 
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, 
tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: 
«Maestro, non t’importa che siamo perduti?». 
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». 
Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 
Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: 
«Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».


- FESTA PATRONALE DI S. PIETRO -
SABATO 26 (ore 18,00), DOMENICA 27 (ore 18,30)
e LUNEDÌ 28 (ore 18,00): TRIDUO
MARTEDÌ 29: SOLENNITÀ
- Ore 8,15: Ufficio delle Letture e Lodi; - Ore 9,00: S. Messa;
- Ore 17,30: Vespri solenni;- Ore 18,00: S. Messa;
- Ore 21,00: S. Messa solenne


Diocesi di Savona-Noli
Prima sessione del Sinodo: la cronaca dei lavori
    Il “placet” dell’assemblea all’indice di temi proposto dal Vescovo. L’elezione della commissione che avrà il compito di redigere i documenti. Le attività di animazione che hanno permesso ai sinodali di conoscersi meglio. Il tutto in un clima fraterno, che manifestava il desiderio unanime di sognare il futuro della diocesi.
    La prima sessione del Sinodo “Chiesa di Savona-Noli, prendi il largo confidando”, svoltasi l’11 e 12 giugno presso l’istituto “Rossello” di Savona, ha scaldato i motori dell’assemblea e ha visto una consistente partecipazione – poche e motivate le assenze – dei laici, religiosi, religiose, diaconi e presbiteri che la compongono, in tutto 104 (103 più il Vescovo).
Gli atti più importanti si sono avuti nella giornata di sabato, con la presentazione da parte di monsignor Calogero Marino della proposta d’indice dei temi che caratterizzeranno i lavori sinodali. L’indice è stato approvato con 85 voti a favore, in toto o con riserva, e uno solo contrario.
    Nello schema proposto dal vescovo, l’indice si articola in una premessa - il punto 0 “in ascolto” della Parola di Dio, della storia, delle nuove povertà, della lezione della pandemia, del territorio – ed in tre capitoli. 
    “La misericordia come forma Ecclesiae” ha al centro l’annuncio della misericordia come missione fondamentale della chiesa ed intende, con questo criterio, avviare una revisione del suo assetto istituzionale – Curia, vicarie, parrocchie – e delle relazioni tra i diversi carismi e vocazioni, nonché dell’apporto delle donne alla missione ecclesiale.             Il secondo capitolo è centrato sulla fraternità, che ha la sua sorgente
nell’Eucaristia nel Giorno del Signore, ed invita alla riflessione sulla liturgia e i sacramenti, legandoli all’incontro con i poveri, “primi vicari di Cristo”, e le famiglie.
    Il terzo capitolo sviluppa il tema della fratellanza, ossia del rapporto della comunità cristiana con la città degli uomini in tutte le sue dimensioni: gli stranieri, i giovani, le altre religioni, il Creato.
Sull’indice si è sviluppato un confronto che ha visto quaranta interventi, in un clima di ascolto reciproco favorito dalla regola che la segreteria sinodale ha adottato per i lavori assembleari: cinque minuti al massimo per ognuno, e dopo cinque un minuto di silenzio per interiorizzare quanto si è ascoltato. Dagli interventi sono venuti suggerimenti che serviranno per revisionare l’indice, approvato nella sua sostanza pressoché all’unanimità.
Sempre sabato 2 sono stati votati i dieci membri dell’assemblea che comporranno la commissione incaricata di redigere i documenti: i risultati, resi noti alla fine del pomeriggio di lavori, saranno ratificati dopo che gli eletti avranno accettato la nomina. Un passo fondamentale per poter proseguire i lavori nella seconda sessione, programmata per il 1° e 2 ottobre.



13 GIUGNO 2021
Xi domenica del tempo ordinario

'Il seme dell'attesa

    Carissimi,
in questo week-end siamo in festa con i 41 ragazzi della nostra parrocchia che hanno ricevuto per la prima volta l’Eucaristia. Anche se la pandemia vi ha impedito di essere presenti a queste celebrazioni, il cuore deve però essere colmo di gioia e di ringraziamento. Grazie a Gesù che continua a donarsi a noi come cibo e bevanda, grazie alle famiglie di questi ragazzi e grazie ai catechisti Marco e Valentina che li hanno accompagnati generosamente in questi 2 anni. 
Ma siamo in festa anche con le sorelle dell’UCT (Unione Carmelitana Teresiana) per la consacrazione di Maria Catia Borsa nel loro istituto secolare di cui vi lascio una breve presentazione storica e carismatica.
Buona domenica a tutti, 
fraternamente,                                                                     Enrico

    L’Istituto Secolare “Unione Carmelitana Teresiana” è nato nel 1947 per opera del carmelitano P. Luigi Polli con la collaborazione di Giuseppina Mulinacci, divenuta poi Sorella Maggiore dell’Istituto. Nasceva dalla necessità di offrire una cooperazione femminile all’opera vocazionale che i Padri Carmelitani Scalzi avevano intrapreso a Capannori (LU) all’ombra del Santuario “La Madonnina”. P. Luigi voleva, accanto ai giovani aspiranti carmelitani, delle consacrate, che li seguissero come “madri e sorelle” nel loro faticoso impegno di risposta alla chiamata del Signore, prendendo a modello la Madonna che in tutta la sua vita nel nascondimento, con umiltà e purezza di cuore ha sostenuto e seguito il cammino di Gesù. Persone generose che, vivendo una vita secolare, condividessero in pieno la vocazione carmelitana e collaborassero direttamente col Carmelo. P. Luigi invitava a “coltivare costantemente la propria vita spirituale cercando alimento nell’Eucaristia, vitalità nell’orazione, sostegno in un atteggiamento d’abnegazione evangelica, purificazione nella penitenza”. P. Luigi aveva in cuore, oltre le necessità immediate del seminario e dei seminaristi, il desiderio di portare il Carmelo sulle strade della società. Voleva cioè, che delle contemplative fossero capaci di vivere, fuori convento, gli stessi ideali che santa Teresa d’Avila, san Giovanni della Croce e santa Teresa di Lisieux avevano vissuto fra le mura monastiche. Tutti i membri dell’Istituto sono invitati ad incarnare questo carisma originario ovunque si trovino a vivere e ad operare nel mondo, circondando e vivificando l’opera dell’UCT con questo calore di maternità spirituale.


Lettura (Mc 4,26-34)
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]:
 «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; 
dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. 
Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, 
poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; 
e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio 
o con quale parabola possiamo descriverlo?
 È come un granello di senape che, quando viene seminato sul
terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 
ma, quando viene seminato, cresce e
diventa più grande di tutte le piante dell’orto 
e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono
fare il nido alla sua ombra». 
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la
Parola, come potevano intendere. 
Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Prima S. Comunione 2021
“PANE DEL CIELO … TU CI FAI COME TE”
    Sabato 12 giugno, divisi in 3 gruppi a causa delle norme di distanziamento anti-Covid, 41 ragazzi della nostra Comunità parrocchiale si sono accostati per la prima volta al Sacramento dell’Eucaristia. L’incontro con Gesù Eucaristia è per questi ragazzi, che aspettavano con gioia e trepidazione questo giorno, una tappa fondamentale nel loro cammino di fede. Affidiamoli al Signore, perché facciano del Sacramento dell’Amore ricevuto il segno più grande della loro esistenza, ma sentiamoci tutti coinvolti come comunità nel testimoniare loro una fede sempre più matura ed autentica.



6 GIUGNO 2021
SAntissimo corpo e sangue di cristo

L'alleanza nella carità

    “L’anima mia magnifica il Signore

 e il mio Spirito esulta in Dio, mio salvatore …”!

    Il cantico della Vergine Maria che recitiamo tutte le sere nella preghiera del vespro è risuonato anche nel nostro cuore mentre celebravamo insieme la fine del mese mariano lo scorso 31 maggio. In unione con il Santo Padre e con tutta la Chiesa ci siamo riuniti in preghiera durante il mese di maggio, dal lunedì al venerdì, nel chiostro del convento, sotto lo sguardo materno di Maria per chiedere la fine della pandemia e per chiedere al Signore di rafforzare la nostra fede. Grazie al Signore per questo dono e grazie a chi ha potuto partecipare! 

    Entriamo nel mese di giugno, mese del Sacro Cuore (venerdì 11 giugno) e per noi anche mese delle prime comunioni (sabato 12 giugno): vi invito a pregare per i 42 bambini e bambine che riceveranno per la prima volta il sacramento dell’Eucaristia, per le loro famiglie e per i loro catechisti. 

    Il mese di giugno è anche il mese del santo patrono della nostra parrocchia, l’apostolo Pietro che celebreremo solennemente il 29 giugno. 

    E questa domenica infine celebriamo la Solennità del Corpus Domini. Il dono del Suo Corpo e del Suo Sangue, che Gesù ci lascia nell’Ultima cena è il culmine naturale di tutta una vita spezzata per gli altri, donata ai poveri, consacrata al regno di Dio. Nell’Eucarestia che celebriamo ogni domenica riviviamo quei gesti di un pane spezzato (e di un sangue versato), offerto, ricevuto e mangiato (bevuto). Gesti di amore e di sacrificio, di comunione e di condivisione. Gesti che convertono e fanno crescere, che portano un frutto attuale che rimane

Buona domenica a tutti!                                                         Fra Enrico


Lettura (Mc 14,12-16.22-26)

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù:

«Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».

 Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: 

«Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. 

Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?. Egli vi mostrerà

al piano superiore una grande sala arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 

discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro 

e prepararono la Pasqua.

Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione,

 lo spezzò e lo diede loro, dicendo:

«Prendete, questo è il mio corpo». 

Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne

bevvero tutti. E disse loro: 

«Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti.

 In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.



Diocesi di Savona-Noli                                  Omelia del Vescovo alla Veglia di Pentecoste

“Tutto dipenderà da Dio e da noi”

    "Lo spirito viene in aiuto alla nostra debolezza”. La parola di Paolo che abbiamo appena ascoltato mi dà molta pace, perché ci dice che Dio non sorprende le nostre debolezze, ma ci prende per mano nel cammino della vita: "quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi" (Isaia 40,31).
    Sono parole che mi danno serenità in questo giorno così importante e unico nel cammino della nostra Chiesa: apro infatti, con questa celebrazione vigiliare della Pentecoste, il nostro secondo Sinodo diocesano, il cui tema di fondo emerge già dal titolo: “Chiesa di Savona, prendi il largo, confidando ...". Il primo Sinodo, come sapete, fu nel 1955, quando Savona e Noli erano ancora due Diocesi distinte, anche se unite nella persona del Vescovo, monsignor Parodi. È passato davvero tanto tempo!
    È bello, ed è inevitabile, cominciare l'avventura del Sinodo celebrando l'Eucaristia, a Pentecoste. Questo ci consente di mettere subito in chiaro le cose: un Sinodo è infatti evento liturgico e spirituale, col quale una Chiesa confessa pubblicamente la sua fede nel Signore Risorto. Non si tratta di risistemare la Diocesi, come se fosse un'azienda in crisi, o di ridefinire ruoli o poteri: sarebbe pelagianesimo, e mondanità spirituale. Si tratta invece di convertirci al Signore, che ci invita a prendere il largo, a scendere cioè nel profondo di noi stessi, per riascoltare la voce chiamante di Dio, che mai si stanca d'indicare il cammino.
    Ed è questa sera la parola di Giovanni che innanzitutto siamo chiamati ad ascoltare: "dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva". Si tratta allora di salire sul monte, e di contemplare: "uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua" (19,34). L'acqua e il sangue: l'amore dato, la vita partecipata. È la Pentecoste giovannea, che compie il sogno di Gioele: "effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni". Ecco l'orizzonte del nostro Sinodo: lasciarci investire e destabilizzare dal fiume dello Spirito, e ritrovare una visione evangelica per il presente e il futuro della nostra Chiesa.
    Ma questo ci chiede il coraggio della preghiera, ed è per questo che ho voluto che la nostra Cattedrale rimanga aperta al termine della celebrazione, perché chi di noi lo desidera rimanga, e possa sostare, nel silenzio della invocazione ...
    Tutto dipenderà da Dio, nei giorni del nostro Sinodo, e scopriremo di essere sollevati, come gli ebrei nel deserto, su ali di aquile. Ma tutto chiederà anche il nostro agire responsabile: "se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza ...". Tutto dipenderà dal Signore, ma anche tutto dipenderà da noi. Perché "ciò che viene da Dio non è nulla di già fatto e pronto, ma un inizio" (così Guardini, commentando la parabola del seminatore) 
    La serenità di chi si affida e tutto depone nelle mani del Signore, ma anche la consapevolezza di una chiamata personale, che chiede a ciascuno di noi maturità e responsabilità: ecco i due atteggiamenti, intrecciati, con i quali vivere il Sinodo. Nella suggestione dell’immagine, ci può aiutare a intra-vedere l'atteggiamento giusto una parola di Antoine de Saint-Exupéry: "se vuoi costruire una nave non richiamare prima di tutto gente che procuri la legna, che prepari gli attrezzi necessari, non distribuire compiti, non organizzare lavoro. Prima risveglia invece negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà svegliata in loro questa sete, gli uomini si metteranno subito al lavoro per costruire la nave".
È per risvegliare questa sete che siamo raccolti questa sera.
    Ma nell'avventura del Sinodo ciascuno è coinvolto: tutti, perché il Popolo fedele di Dio è davvero "un regno di sacerdoti e una nazione santa" (e cfr. LG 11); alcuni, perché non si è membri della assemblea sinodale per caso o a tempo perso, ma per grazia e in obbedienza a una vocazione; il vescovo, chiamato ad ascoltare, a lasciarsi convertire dalla Parola e dai fratelli, a indicare, con delicatezza, il cammino. Ed è in ragione di questo indicare il cammino che offrirò all'assemblea sinodale una sorta di indice del Sinodo, che sarà discusso e votato nella Prima sessione, a giugno. Questa sera indico solo l'ispirazione di fondo di questa traccia, che mi pare di poter raccogliere attorno a tre termini: misericordia, fraternità e fratellanza.
Uso fraternità per indicare la qualità dei rapporti tra quanti condividono la stessa fede e mangiano lo stesso Pane (la Chiesa come fraternità eucaristica, radunanza
dei diversi attorno alla stessa Mensa), e fratellanza per indicare i rapporti che legano fra loro quanti condividono la stessa umanità: tutti fratelli e sorelle!
Vorrei che il nostro Sinodo, prima ancora che offrire prospettive pastorali e produrre indicazioni normative (entrambe necessarie, peraltro), facesse emergere un volto evangelico di Chiesa, capace di mostrare all'uomo del nostro tempo la bellezza e la praticabilità del Vangelo; un tempo connotato dalla rivoluzione digitale e stravolto dalla pandemia. Lavorare sulla forma Ecclesiae sarà allora il compito primario del nostro Sinodo. "Una Chiesa in uscita è infatti una Chiesa che ... cerca di generare esperienze di amicizia, di preghiera comune e di condivisione dei beni, uscendo da sé stessa e decentrandosi, cioè cercando di riattivare quei piccoli villaggi di relazione umana che oggi si vanno perdendo" (Cosentino).
    Lo dico troppo in sintesi, ma per dare almeno una indicazione: la fraternità dei discepoli che è la Chiesa è chiamata a prendere il largo, condividendo la vita di tutti (ecco la fratellanza), per attestare a tutti la misericordia di Dio. Perché il Vangelo risuoni di nuovo come Vangelo!
Questa è la speranza che porto in cuore. E concludo pregando, a nome vostro, la preghiera scritta negli anni scorsi, per il nostro Sinodo.
Voce dell'amore che indichi il cammino, voce di silenzio che risuona all'orecchio del cuore,
rendi meno impauriti i passi e più chiaro lo sguardo
della Chiesa di Savona che celebra il suo Sinodo. Prendici per mano e facci incontrare ogni giorno di nuovo il Signore Gesù rivelatore del Padre.
Troveremo allora il coraggio di convertirci, di cambiare, di prendere il largo,
e capiremo la strada che Tu ci indicherai.
Lo chiediamo per l'intercessione di Maria, che è Madre di Misericordia. Amen.
 + Calogero Marino
Domenica 6 giugno
SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI in Cattedrale
ore 18,00: S. Messa presieduta dal Vescovo;
a seguire, fino alle ore 21,00: spazio per l’Adorazione Eucaristica personale;
ore 21,00-21,45: Adorazione Eucaristica comunitaria.



30 MAGGIO 2021
SAntissima trinita'

Immersione nella Trinità

“Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”!

    Carissimi,

                    il gesto cristiano più diffuso (a volte usato anche in maniera solo scaramantica!) ci introduce nel mistero della Trinità che celebriamo quest’oggi. Il “mistero” non è una porta chiusa contro cui si va a sbattere, né una zona di buio completo in cui non si riesce a vedere nulla e nemmeno una realtà assurda e impossibile, ma è piuttosto come un iceberg: quello che emerge dall’acqua è solo una piccola parte, il resto non può essere visto ad occhio nudo. Così è del mistero della Trinità: una realtà troppo bella, troppo grande, troppo profonda per poter essere completamente abbracciata dalla mente e dal cuore dell’uomo.

    Il mistero della Trinità è un mistero da vivere. Fa parte della nostra esistenza di credenti perché la vita di Dio scorre nelle nostre vene, perché siamo un’immagine della bellezza di Dio, perché noi entriamo in comunione con Lui. E Dio è Trinità, non solitudine inaccessibile, non giustizia terribile, non perfezione sdegnosa della nostra fragilità. Ma relazione d’amore, che si comunica, che si dona, che offre Salvezza.

    E allora buona solennità della SS. Trinità, ricordandoci di pregare per la nostra diocesi riunita in sinodo.

    Fraternamente,                                                                                          Enrico


Lettura (Mt 28,16-20)

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù

aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.

Gesù si avvicinò e disse loro: 

«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.

Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e

del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho

comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».