14 MARZO 2021
7 MARZO 2021
Carissimi,
la bellezza di Gesù che abbiamo contemplato la scorsa settimana
nel Vangelo, questa domenica cede spazio alla Sua “durezza”, alla Sua
determinazione nello scacciare i “mercanti” dal Tempio. E lascia spazio
soprattutto alla Croce, “scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani”.
Non c’è cristianesimo senza Croce (e risurrezione!) e non c’è croce senza
Cristo, il crocifisso (e risorto!). In ogni nostra croce è presente Cristo, non
siamo soli. Quando sentiamo il peso insopportabile di una croce che stiamo
portando (salute, lavoro, incomprensioni, divisioni e quant’altro) e ci
sembra di non farcela più, guardiamo alla Croce. Facciamoci un segno di
croce non frettoloso e automatico ma meditando sulla passione
(sofferenza e amore) di Gesù e gettando in Lui le nostre sofferenze
e miserie, sicuri che non ci lascerà soli. La croce è “sapienza e potenza di Dio”
ed è la nostra unica speranza di salvezza. Non idolo, ma vero volto di quel
Dio che ha conosciuto la sofferenza e che attraverso di essa ci ha salvati.
† Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo †
Fraternamente, Enrico
Lettura (Gv 2,13-25)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle
e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi;
gettò a terra il denaro dei cambiamonete
e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse:
«Portate via di qui queste cose e
non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto:
«Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero:
«Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù:
«Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in
quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti,
i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura
e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per
la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva,
credettero nel suo nome.
Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno
desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
28 FEBBRAIO 2021
Carissimi,
“è bello per noi stare qui”. Pietro, che molto spesso dimostra di non capire la vita e le parole di Gesù, questa volta “ci azzecca” e non può trattenere la sua gioia! Nel Vangelo di questa II domenica di Quaresima la bellezza di Gesù trasfigurato (prefigurazione della Pasqua) conquista il cuore dei discepoli, l’esperienza dell’essere con Lui li riempie di una gioia profonda che li fa straparlare! La bellezza (di Gesù) sconvolge e salva il mondo. E questa “bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore” (Fëdor Dostoevskij).
Il percorso quaresimale (e tutta la vita cristiana) sono un invito a fare esperienza della bellezza di Dio attraverso una comunione sempre più profonda con Lui e con la Sua Parola ed è anche un invito a “scendere dal monte” per far conoscere la Bellezza di Dio nella condivisione con i fratelli.
Con Gesù saliamo sul monte, “facciamo il pieno” di gioia e di Bellezza per poter scendere a valle e camminare con Lui verso i fratelli. E’ l’esperienza dell’Eucaristia alla quale partecipiamo, che non finisce con l’invio fatto dal sacerdote : “Andate in pace” ma, come dice la formula di congedo dei fedeli adottata dal nuovo messale, siamo invitati alla missione: “Andate e annunciate il Vangelo del Signore”. Con la testimonianza della vita … “e se necessario anche con la parola” (s. Francesco d’Assisi)!
Buona “discesa” a tutti!
Fraternamente, Enrico
Lettura (Mc 9,2-10)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni
e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero
splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra
potrebbe renderle così bianche.
E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù:
«Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne,
una per te, una per Mosè e una per Elia».
Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra
e dalla nube uscì una voce:
«Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».
E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno,
se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare
ad alcuno ciò che avevano visto,
se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti.
Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi
che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Il Vangelo di Gesù ci mette in cammino
“Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li
condusse sul monte” (Mc 9,2)
Luogo simbolico: il monte
Gesù sale sulla montagna: luogo della manifestazione luminosa di Dio, della visione ad ampio raggio, della scoperta dell’identità di Gesù. Raggiungiamo un “luogo alto” per guardare le cose da un punto di vista nuovo, facciamo cadere le nostre maschere e facciamoci trasfigurare da Dio.
Lettura
“Sequela” di Dietrich Bonhoeffer (Nachfolge, Queriniana pp. 44-45)
Che cosa si dice sul contenuto della sequela? Seguimi, vieni dietro a me! Questo è tutto. Andare dietro a Lui è un qualcosa assolutamente privo di contenuto. Non è infatti un programma di vita, la cui realizzazione possa apparire sensata, non è uno scopo, un ideale verso cui si possa tendere. Non è affatto qualcosa per cui, secondo l’opinione umana, possa valere la pena di mettere in gioco qualcosa o addirittura se stessi. (…) Si tagliano i ponti alle spalle, e si procede semplicemente in avanti. Si è chiamati fuori e si deve semplicemente “fuoriuscire” dall’esistenza condotta fino a quel momento, si deve “esistere” nel senso più rigoroso della parola. La realtà vecchia resta alle spalle, viene totalmente abbandonata. (…) Perciò non è possibile altro contenuto, dato che Gesù è l’unico contenuto. Accanto a Lui non c’è più alcun altro contenuto. Il contenuto è Lui stesso. La chiamata alla sequela è dunque vincolo alla sola persona di Gesù Cristo. E’ distruzione di ogni legalismo per mezzo della grazia di colui che chiama. E’ una chiamata, un comandamento di grazia. E’ al di là dell’inimicizia fra legge e vangelo. Cristo chiama, il discepolo segue. (…) Nei confronti di un’idea si può avere un rapporto di conoscenza, ci si può entusiasmare, forse anche si può volerla attuare, ma in nessun caso si può avere un rapporto personale di sequela ubbidiente. Un cristianesimo senza il Gesù Cristo vivo resta necessariamente un cristianesimo senza sequela, e un cristianesimo senza sequela è sempre un cristianesimo senza Gesù Cristo; è idea, mito.
Preghiera
“Chi sei” di Alda Merini
Sei il culmine del monte di cui i secoli sovrapposti determinano i fianchi,
la Vetta irraggiungibile, il compendio di tutta la Natura
per entro cui la nostra mente indaga.
Sei Colui che ha due volti: uno di luce pascolo delle anime beate,
ed uno fosco indefinito, dove sono sommerse la gran parte dell’anime,
cozzanti contro la persistente ombra nemica:
e vanno, in quelle tenebre, protendendo le mani come ciechi …
Lunedì 1 _ Ore 18,30-19,30: Adorazione Eucaristica
aperta a tutti, organizzata dall’OCDS in
preparazione alle Prime Promesse di sabato.
Venerdì 5 _ 1° Venerdì del mese:
Ore 9,30-17: Adorazione continuata Ss. Sacramento
Ore 17: Via Crucis
Ore 18: III Stazione Quaresimale in DUOMO