11 APRILE 2021
II Domenica Di PASQUA
(o della divina misericordia)
Ho visto il Signore
    Carissimi,
        ancora un augurio sincero a tutti di una Santa Pasqua e di un buon tempo pasquale, tempo della testimonianza e dell’annuncio. I discepoli paurosi che avevano abbandonato il Signore nel momento della Sua Passione, diventano ora testimoni forti e credibili della Sua resurrezione, missionari intrepidi del risorto.
    Abbiamo vissuto con gioia e in buon numero le celebrazioni della settimana santa e ancora una volta vi ringrazio per la partecipazione e l’aiuto che avete prestato in ogni ambito per la riuscita di celebrazioni belle e sentite. Siamo chiamati a crescere sempre di più nella fraternità (come la prima lettura di questa domenica ci ricorda) e nella condivisione, ad essere “un cuor solo e un’anima sola” come la prima comunità cristiana dopo la resurrezione di Gesù. Fratelli e sorelle che, in quanto tali, non si scelgono ma si accolgono e cercano di vivere quella comunione intorno a Lui. La nostra testimonianza di fraternità, fondata sulla presenza del Cristo risorto in mezzo a noi, deve diventare sempre più il cardine della nostra comunità parrocchiale e di ogni comunità cristiana.
    E’ il mio augurio e il nostro impegno,
    buon cammino di fraternità,                                                    Enrico

Il nostro Vescovo ringrazia
S. Pasqua 2021
        Carissimo Padre Enrico,
    i tuoi Parrocchiani mi hanno scritto parole di bene, e mi hanno donato una rosa bellissima: ringraziali da parte mia!
    Anche a te un “grazie” e un abbraccio. Per tutto!
† Gero

Lettura (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, 
mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: 
«Pace a voi!».
Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo:
«Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 
Detto questo, soffiò e disse loro: 
«Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno
perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». 
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 
Gli dicevano gli altri discepoli:
«Abbiamo visto il Signore!». 
Ma egli disse loro: 
«Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi 
e non metto la mia mano nel suo fianco,  io non credo». 
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. 
Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 
Poi disse a Tommaso: 
«Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; 
tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 
Gli rispose Tommaso:
 «Mio Signore e mio Dio!». 
Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; 
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». 
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Riflessione ambientale
    Quando amiamo Dio, siamo in comunità un cuor solo e un'anima sola. L’amore di Dio infatti non si può slegare dall'amore del prossimo. Questo essere un tutt'uno viene dalla forza che gli Apostoli avevano in virtù dell'esperienza della Risurrezione. Il principio dell'amore vicendevole fa sì che nella comunità non ci sono bisognosi: chi aveva donava, chi non aveva prendeva. Solo la fede nel nome di Gesù fa vincere le logiche del mondo, basate sull'egoismo e l'interesse personale o di parte. Generati nell'amore di Dio siamo resi capaci di amare incondizionatamente anche tutti i fratelli, generati nello stesso amore.
Il suo amore è per sempre.

Meditazione
    Lo scopo del Vangelo è quello di portare alla fede in Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio, per avere la vita. È segnata una strada, un percorso, da Gesù di Nàzaret alla seconda Persona della Trinità, il Figlio di Dio. Per compiere questo cammino bisogna passare dall'incredulità alla fede, dal vedere al credere. 
Entriamo insieme in questa dinamica. Siamo nel primo giorno della settimana. È domenica, è sera e le porte sono sprangate. Oltre all'aspetto materiale, possiamo pensare anche a quello psicologico tipico della domenica sera. È finito il giorno di festa, l'indomani bisogna ricominciare con il trantran della routine casa, lavoro, incontri, ecc. Anche se da decenni ormai la domenica è diventato un giorno come gli altri della settimana, tuttavia nei piccoli borghi ancora si respira questa consuetudine. Di fondo, può emergere un atteggiamento di resa allo scorrere inesorabile del tempo. Spesso non vogliamo che neanche Dio entri nel nostro cuore, nelle nostre cose, per cui lo spranghiamo per bene. Ci chiudiamo in noi stessi. È in questa situazione esistenziale che Gesù "stette" in mezzo. Nulla può contrastare la presenza di Dio in noi. Egli c'è e dona la pace; si rasserena il cuore e le labbra accennano al sorriso. Ora sentiamo sul nostro volto il soffio di brezza leggero del dono dello Spirito, e avvertiamo dentro di noi, nelle viscere, la misericordia di Dio, l'essere perdonati, da Lui riconciliati. È questa l'esperienza del Risorto, nell'evidenza della sua corporeità, che è talmente forte e coinvolgente da spingere chiunque a testimoniarla. Tutti siamo chiamati a questo, ad entrare in questo dinamismo di vita dello Spirito per credere. Altrimenti rimaniamo sempre con le nostre convinzioni: se non vedo non credo.
La cadenza "otto giorni dopo" è un'indicazione liturgica. Di domenica in domenica il discepolo di ogni tempo può fare esperienza del risorto e proclamare con esultanza:
"Ho visto il Signore"!                    A cura di Don Domenico Rugiano

Preghiera
Apri i miei occhi, Signore, aprimi gli occhi del cuore, voglio vederti.
Vederti splendere, Signore, nella luce della tua gloria.

Azione
Mi sforzerò di ricercare le fondamenta di qualche verità di fede che faccio fatica a comprendere, parlandone se possibile con il parroco o altra persona di fiducia.

Diocesi di Savona-Noli
CAMMINO DI PASQUA 2021
PELLEGRINI SUI PASSI DI GESU'

CAMMINO DI PASQUA 2021

PELLEGRINI SUI PASSI DI GESU'

Il Vangelo di Gesù ci mette in cammino
II DOMENICA DI PASQUA 
"L'ottavo giorno, Gesù venne in mezzo a loro” (Gv 20,19)
Immagine simbolica: Gesù mostra le sue mani
    “Mio Signore e mio Dio”. Nella professione di fede di Tommaso troviamo le parole che ciascuno di noi può fare proprie, incontrando il Risorto nella comunità radunata nel giorno del Signore.
Lettura
“La Pasqua in Centrafrica”
    Pasqua in Centrafrica arriva con la pioggia. Dopo mesi di caldo, vento e polvere, finalmente le nuvole ricoprono il cielo, cadono le prime piogge, i fiumi si gonfiano d’acqua e gli alberi si riempiono di manghi. In Sango, la lingua nazionale del Centrafrica, pioggia si dice ngu ti Nzapa, cioè acqua di Dio, come a voler sottolineare quanto la pioggia sia un vero dono del cielo e una benedizione per la terra.
    Quest’anno in Centrafrica, al vento della stagione secca, si sono aggiunti, ancora una volta, venti di guerra che hanno soffiato minacciosi su tutto il paese. Per alcuni mesi abbiamo temuto un ritorno improvviso di quella guerra dalla quale stavamo faticosamente cercando di uscire.
    Se fare Pasqua significa celebrare il Crocifisso Risorto e proclamare che la vita è più forte della morte e l’amore più forte dell’odio, ciò è particolarmente vero per questo grande paese incastonato nel cuore dell’Africa e che da anni lotta e prega affinché la pace scenda e inondi tutto il paese, come un’interminabile pioggia che disseta e trasforma la terra.
    Ma c’è una Pasqua ancora più importante e più urgente: quella del nostro battesimo. È questa l’acqua di Dio e della Chiesa che può dissetarci, inondarci e trasformarci e fare di noi uomini e donne nuovi, figli e figlie di Dio.
    Nel tempo di Pasqua in tutte le parrocchie del Centrafrica migliaia di bambini, ragazzi e giovani riceveranno il Battesimo e diventeranno figli di Dio. Diventati figli di Dio occorrerà diventare cristiani, rinnovando ogni giorno la propria lotta per liberarsi dalle paure del paganesimo antico senza farsi intrappolare dalle seduzioni, ancora più insidiose, del paganesimo moderno.
    Sarà questa la Pasqua buona? Speriamo. Per ottenerla non sono necessari accordi o forze di pace, ma semplicemente un cuore aperto, disponibile a lasciarsi convertire.
    Buona Pasqua!    Padre Federico Trinchero - Carmel di Bangui Centrafrica