25 APRILE 2021
IV Domenica Di PASQUA
Il buono e il bello
    Carissimi,
                ci avviciniamo al mese di maggio, mese mariano per eccellenza. Mi e vi invito ad un amore sempre più grande per Maria e ad avere, come lei, un cuore aperto alla Parola e pieno di passione per Dio
    Per questo vi invito, almeno in questo mese di maggio, a partecipare al rosario che ogni giorno alle 17.10 viene recitato in parrocchia. Il momento di preghiera mariano (che celebravamo ogni anno nel chiostro alle ore 21) è stato anticipato quest’anno e si svolgerà, sempre nel chiostro, subito dopo la fine della Messe delle 18.00 (dal lunedì al venerdì): vi aspetto numerosi!
    Continuando a pregare per i nostri ammalati, affido al Signore l’anima della cara sorella carmelitana suor Maria Pia che il Signore ha chiamato a sè in questi giorni. Preghiamo per il suo riposo eterno e per le nostre sorelle carmelitane che sono rientrate in monastero.
    Un abbraccio fraterno,                                           Enrico

I l fischio del Pastore
    La IV domenica di Pasqua, nella quale la Liturgia ci fa meditare sulla figura del Buon Pastore, ricorre l’annuale giornata di preghiera per le vocazioni di speciale consacrazione, sacerdotale e religiosa. “Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore” (Gv 10,16b): con queste parole Gesù manifesta il desiderio e l’intenzione di riunire tutti gli uomini disgregati e dispersi a causa del peccato e delle sue conseguenze in quell’unità che è primariamente comunione Trinitaria.
    Santa Teresa di Gesù nell’opera “Il Castello Interiore”, nelle Quarte Mansioni al
capitolo 3, parlando del raccoglimento, usa una bella immagine: “A modo di buon pastore [il Signore] emette un fischio tanto soave da non esser quasi percepito, ma con il quale fa loro conoscere [ai sensi e alle facoltà interiori dell’uomo] la sua voce, affinché lasciata la via della perdizione, rientrino nel castello. E ciò fanno immediatamente, perché quel fischio è di così grande efficacia da districarli da tutte le cose esteriori fra le quali vivevano”. Tutti siamo chiamati all’intimità con Dio; la persona consacrata testimonia già su questa terra quell’unione che sarà da tutti vissuta nella vita eterna. Il consacrato dedica la propria vita a questa ricerca incessante di Dio nell’intimo del cuore. È il cammino di ritorno a quel giardino al quale abbiamo voltato le spalle con il peccato. Ri-volgiamoci dunque a Dio, torniamo a Lui in un incessante dialogo da amico ad amico.
    Cosa fa questo pastore? Chiama a sé tutti gli uomini, ogni uomo, tutto l’uomo.
Quell’unità che Dio vuole operare nell’umanità, la opera prima e soprattutto all’interno di coloro che ascoltano la sua voce. La vocazione, ogni vocazione, è una chiamata verso il centro di ogni vita che è Dio, per vivere con Cristo il suo mistero pasquale di morte e risurrezione, per passare da questo mondo al Padre.
    Preghiamo dunque perché “il fischio del pastore” risuoni nei nostri cuori e venga accolto ed ascoltato, affinché si compia in noi e attraverso di noi la volontà salvifica del Padre.                      Le Monache Carmelitane

Lettura (Gv 10,11-18)
In quel tempo, Gesù disse: 
«Io sono il buon pastore. 
Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 
Il mercenario
– che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – 
vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, 
e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e 
non gli importa delle pecore. 
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco
il Padre, e do la mia vita per le pecore. 
E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io
devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre
mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 
Nessuno me la toglie: io la do da me stesso.
Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. 
Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Riflessione ambientale
    Nel nome di Gesù avvengono miracoli, segni e prodigi. Proprio in quel Gesù, "pietra scartata", che è divenuta "pietra angolare", come abbiamo letto negli Atti. San Giovanni ci fa riprendere consapevolezza che siamo figli di Dio in modo reale, e già fin da ora.
Per il futuro, sappiamo nella fede che saremo simili a Lui, perché lo contempleremo nella sua verità. Sempre Giovanni ci propone Gesù Buon Pastore: noi, pecore del suo gregge, che Egli conosce una ad una. Tutti siamo chiamati a far parte dell'unico gregge, tutti appartenenti all'unica famiglia umana.

Meditazione
    Nel Vangelo di Giovanni, il Cristo vivente si rivela come "Io sono", e specifica: "lo sono il pane della vita" [Gv 6,35]; "lo sono la luce del mondo" [Gv 8,12]; "lo sono la porta delle pecore" [Gv 10,7]; "lo sono la risurrezione e la vita" [Gv 11,35]; "lo sono la via, la verità e la vita" [Gv
14,6]; "lo sono la vite" [Gv 15,5]. Nel nostro brano, dopo essersi presentato come la porta dell'ovile, Gesù dichiara per due volte: "lo sono il pastore buono e bello". ll marcare la differenza tra il pastore e il salariato esalta tutte le qualità dell'uno a differenza dell'altro. Il pastore di fronte al lupo non fugge. Le pecore gli sono care, gli stanno a cuore, sono il motivo del suo sostentamento, è la fonte di reddito per sé e la sua famiglia. Non può aver paura. L'amore per i suoi cari gli fa affrontare ogni tentazione e paura, deve far conto sulle sue forze, non può deludere, non può perdere nessuna pecora perché solo tenendole unite può assicurare ciò che serve alla sua casa. Il salariato invece vive una condizione totalmente differente: Il suo salario non gli viene dalle pecore ma dal proprietario. Le pecore ci sono o non ci sono per lui, la sua casa, la sua famiglia, il suo sostentamento, non cambia nulla, non sente il peso della responsabilità. Di fronte al pericolo scappa per mettere in salvo la sua vita; a lui non importa delle pecore. Il lupo "rapisce e disperde". È l'opera del maligno. Rapisce i cuori e le menti distogliendoli dalla verità e, puntando sull'egoismo narcisistico, disperde facendo credere che l'altro è un concorrente sul quale vincere ad ogni costo. La qualità del pastore autentico invece è la vicinanza alle pecore: sta con loro notte e giorno, nei deserti e nei prati, sotto il sole e sotto la pioggia.
Lasciamoci raggiungere dal suo sguardo premuroso e sentiamoci protetti e guidati.
                                                        A cura di Don Domenico Ruggiano


Diocesi di Savona-Noli
CAMMINO DI PASQUA 2021
PELLEGRINI SUI PASSI DI GESU'

CAMMINO DI PASQUA 2021

PELLEGRINI SUI PASSI DI GESU'

Il Vangelo di Gesù ci mette in cammino
IV DOMENICA DI PASQUA 
"Il buon pastore dà la propria vita per le pecore” (Gv 10,11)
Immagine simbolica: Gesù porta sulle spalle
Il gregge ha confini ampi, ne fanno parte tutti coloro che, anche senza riconoscerlo esplicitamente, ascoltano la voce di Gesù. Vocazione è, anzitutto, riconoscere Colui a cui ci si può affidare perché dà la vita.

Lettura
“La Pasqua in Ecuador”
Non è facile parlare di PASQUA in questi momenti in cui disastri naturali, ammutinamenti e massacri nelle grandi carceri del paese, confusione politica, corruzione e situazione sanitaria in peggioramento continuo, flagellano la popolazione delle città, delle zone agricole, della costa, della sierra e dell’Amazzonia.
Sembra davvero una cattiva alleanza tra tante forze negative tra cui ci si è messo anche il vulcano Sangay ad eruttare tonnellate di cenere che distrugge coltivazioni, ricopre e soffoca tutto, dalla respirazione di persone e degli animali che si ammalano e muoiono proprio in una delle zone più produttrici di latte.
Più Quaresima di così non si potrebbe programmare, non nel senso liturgico, ma piuttosto in quello esistenziale, perché tanta opposizione al bene comune, ha quasi quasi il potere di rubarci la forza della speranza.
Eppure “Estamos en las manos de Dios” dice la gente e, con questa attitudine di fede e di fiducia che non è semplice rassegnazione, la speranza non muore e la vita vince, anche se debole e ferita, anche se messa a dura prova … E così, anche quest’anno, in mezzo alla pandemia e restrizioni di tutti i tipi, la Quaresima ha i suoi momenti forti di fede, di solidarietà, di accoglienza e tutto questo ci aiuta a non scoraggiarci e a continuare giorno per giorno il cammino fino all’uscita del tunnel per celebrare la luce, la festa, la Pasqua, la Risurrezione del Signore Gesù.
Sr. Daniela Maccari – misionera comboniana in Ecuador

MAGGIO, MESE MARIANO
A partire da lunedì 3 maggio, ogni sera (escluso il sabato e la domenica),
al termine della S.. Messa delle ore 118, si terrà la PREGHIERA MARIANA nel Chiostro del Convento. 
Ricordiamo che ogni giorno, alle ore 17,10, viene recitato in chiesa il Santo Rosario.

- A P P U N T AME N T I -
Domenica 25  Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni
                  Raccolta offerte per il Seminario diocesano.
                Commemorazione mensile di Gesù Bambino di Praga
                 Ore 17,30: Adorazione Eucaristica 
                             con unzione di G. Bambino e Vespri.
Domenica 2  Ore 15,30: Battesimo di Stella Artom, figlia di Nathan e di
                             Gemma Falconetti.